"Enrico
'u
gabbiano"
"Il Gabbiano" soprannome in via Calastro, da sempre stabilimento
balneare per tantissimi torresi.
di Peppe D'Urzo
Classe 1934, Enrico Nocerino è nato in quel di Resina (poi Ercolano), da
Arturo, portuale e titolare del Bagno omonimo a Portici in zona
Granatello, e da Marta Imperato, casalinga. Tutti lo conoscono come
"Enrico 'u gabbiano", poiché ai tempi in cui lavorava nei porti di
Napoli e Portici, salì velocemente, aiutandosi solo con le braccia ed i
piedi, su di un albero di una nave; tale fu la destrezza e l'abilità che
alla vista di ciò la moglie di un comandante lo definì come un gabbiano
(specie di uccello marino e palmipede dalle forme slanciate e di
dimensioni varie, ali lunghe e becco spesso a rostro; eccellente
volatore; si nutre di pesciolini o di rifiuti delle navi).
Frequentò le scuole elementari nella sua città natia, indossando come il
copione dell'epoca richiedeva, la divisa da balilla, partecipando ad
esercitazioni ed adunate varie. I suoi ricordi di "teen alter" vanno
all'ultimo conflitto mondiale, ove si viveva con la paura nel cuore per
le tante vicissitudini belliche che colpirono anche le tranquille
cittadine alle falde del Vesuvio.
Il bombardamento aereo del 13/09/1943 che iniziò dalla villa comunale di
Torre del Greco, proseguì in una furia devastatrice fino alla chiesa di
Sant'Agostino ai confini di Portici, a sinistra della strada in
direzione di Napoli. Vari furono i rastrellamenti dei soldati tedeschi
fra Resina e Portici, dopo l'armistizio dell'8 sett. '43; ci si
rifugiava dove si poteva. Enrico e i suoi fratelli rimasero nascosti
in un pozzo in una delle tante campagne, prese d'assalto dagli uomini e
giovanotti di tutte le età...; poi vennero gli alleati che transitarono,
fra due ali di gente festante, per il Corso Resina; un po' di gioia e
sollievo per ben sperare in un futuro migliore.
Milite esente per famiglia numerosa e con cinque fratelli che già erano
stati sotto le armi per servizio di leva: coniugato con Maria Cozzolino:
cinque i figli (tre femmine e due maschi): Marta (coniugata con Ciro
Garofalo, dipendente comunale, Cesira, Diana, Arturo e Gennaro; tutti
danno una mano nella gestione del lido "Il Gabbiano"(dall'omonimo
soprannome del diletto loro genitore) in via Calastro, da sempre zona
balneare per tantissimi torresi.
Qui negli anni addietro v'era il lido "Risorgimento", titolare un certo
Sodano, in seguito Ple Aurilia (proprietario della segheria di fronte
al macello comunale ed al rinomato ristorante "Chiarina 'a mmare"); da
"Risorgimento" si chiamò lido "La scala" e quando si veniva qui a
prendere il sole e a fare i bagni, si soleva dire "'Rint 'a scala"; la
distesa di sabbia fino agli inizi degli "incontaminati" anni '60 era più
grande; ultimo titolare: Enrico Nocerino che fino al 1966 era in società
con un fratello, che attualmente assiste il primo stabilimento che si
incontra sulla sinistra, andando sotto il ponte ferroviario verso via
Fiorillo; lo stabilimento porta il nome di "La scala" in ricordo di
quello precedente.
Anticamente questo tratto marino aveva poca spiaggia e tante rocce di
natura vulcanica; da ricordare due famosi scogli emergenti dal mare, e
cioè: "'U scuogliero luongo", colata lavica del 1631, detto così per le
sue dimensioni; durante la II guerra mondiale, nelle sue vicinanze, fu
abbattuto un aereo tedesco ("Junker") dalla contraerea posta sulla
"batteria" (attuale albergo/ristorante "Punta Quattro Venti" in Ercolano;
"'U scuogliero francese", altra calata lavica del 1631; la denominazione
è di difficile interpretazione; è probabile che questo scoglio
affiorante dall'acqua fosse un punto di approdo e riferimento per molte
navi da guerra francesi che si ancoravano al largo delle coste fra
Torre del Greco e Resina, dopo la rivoluzione francese avvenuta il 5
maggio del 1789; lo scoglio è anche detto: "'U carusiello" e "'A salera".
Don Enrico, col sudore della fronte e con tanti sacrifici, con l'ausilio
dei sui cari, ha pian piano messo a posto quello che è, al presente, il
lido "Il Gabbiano", la cui scogliera fu installata nel 1964 dalla
Ferrovia dello Stato. Attualmente vi sono: il lido "La Scala", "Il
Gabbiano", un breve tratto di spiaggia libera ed il "Bagno Nuovo", quest'ultimo in precedenza diviso in "Bagno Nuovo" ed "Ercole" ed
ubicato in territorio di Ercolano. Un po' distante verso lo "scuogliero
Luongo" (o, "scuoglio") c'è ancora sommerso un relitto bellico, adibito al
trasporto di munizioni; è uno zatterone armato in ferro e cemento.
In molti ricordano che questo "bàlnéaire traif" era frequentato un
tempo da pescatori; florida era la pesca di cozze e polipi.
Nelle festività pasquali i torresi erano soliti recarsi, in campagna, il
lunedì in albis ed il martedì "rint 'a scala" a mangiare il
"casatiello"
ed i frutti di mare in special modo le noci di mare. |
"Il Gabbiano" è abbastanza frequentato anche da persone fuori di Torre.
E' gestito a "family style"; l'ambiente è tranquillo con tutti i conforts richiesti. Don Enrico, invalido civile
(senza gambe e seduto su di una sedia a rotelle) si intrattiene spesso
sulla sala, e, fra caffè e sigarette, gioca a carte coti amici e familiari. Vive
da dodici anni in via Calastro n.55 (ex 35), ex alloggio (di proprietà delle
"Cavallare") di villeggianti, provenienti da Napoli e provincia. Il suo
pensiero, infine, va ai bei tempi in cui la spiaggia era sempre colma di
gente che beatamente prendeva il sole e faceva il bagno in uno specchio
d'acqua per nulla inquinato e pescoso che ivi si sono susseguiti; ad essi
vada un
affettuoso ricordo.
Superstizioni popolari dicevano che in questi luoghi compariva il "munaciello",
piccolo folletto in abiti talari; prima e durante la II guerra mondiale la
zona era frequentata da "passeggiatrici" che sbarcavano il lunario; v'era
anche una taverna a mo' di bettola, gestita da tre sorelle zitelle, ricordate
come "'E cavallare" (Maria, vivente, Giuseppina e Rosa), in cui si
consumavano panini vari, stocco, baccalà, pesce e buon vino... All'angolo
dell'ultimo ponte v'era un fortino di militari tedeschi con grandi
mitragliatrici che guardavano verso il mare; era questa una postazione molto
strategica.
Un personaggio, inoltre, da menzionare è Giovanni Brancaccio,
detto "Giuvann 'u matto", monco di una mano e di una gamba
a causa di
ordigno esploso, mentre dalla banchina lo lanciava a mare; dopo essersi
diviso dalla moglie, dormiva dentro una barca sulla spiaggia del lido "Il
Gabbiano", poi alloggiò in uno stretto ed angusto ambiente prima del ponte
ferroviario che immette in via Fiorillo; grande invalido, morì undici anni
fa.
Durante la festa di San Biagio si sparavano fuochi d'artificio nello spiazzo
antistante la chiesa; sul lido si susseguivano spettacoli musicali e
pirotecnici con il concorso di Miss Lido, la cui finale si disputava presso
l'albergo "Eremo al Vesuvio". |