"Gaetano 'u pizzaiuolo"
di Peppe D'Urzo
A settantadue anni ha lasciato a vita terrena l'anima benedetta e pia di
un uomo paziente, laborioso, benefico, generoso e caritatevole: Gaetano
Fornito, da tutti ricordato come "Gaetano 'u pizzaiuolo", poiché sin da
ragazzo si è esibito in questo artistico e storico mestiere di "acqua e
farina". I familiari tutti, con immutato affetto, ne ravvivano il
ricordo in quanti lo conobbero e gli vollero bene.
l suoi cari così l'hanno voluto evocare:
"Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia
vedere Dio, il tuo timore, perdilo, il tuo dolore, non possederlo; la
tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande
pace. Santa Teresa D'Avila".
E' nato a Giugliano in Campania (NA) l'1.09.1933 e deceduto a Torre del
Greco il 15/01/2006, da Ciro (pizzaiolo) e Anna Basso; tredici furono i
figli. Nel periodo dell'ultima guerra mondiale la famiglia aveva una
pizzeria a Giugliano (cittadina della Campania, in provincia di Napoli
(11 km) a 97 mt. s.m.; attualmente dall'ultimo censimento demografico la
terza della regione; prodotti agricoli); era un periodo di crisi fra
stenti, miseria e fame; nel dopoguerra trasferimento familiare a
Torre, ove il padre Ciro aprì un locale per la "production" della pizza
al c.so Umberto I n. 62 ("Mmiez a San Gaetano"), di fronte al vico Pizza
ed attiguo al 2° vico Orto Contessa ('U vico 'dda pizzaiola"), al
presente vuoto e chiuso, mentre il fratello Ciliberto, detto "Cibetto"
ne aprì un altro all'inizio (sempre di c.so Umberto I) al civico 10
(attuale "Juventus Club Torre del Greco").
"Cibetto" era un caratteristico personaggio che vendeva le pizze (gliele
preparava la moglie) nella stufa ("ruoto"), portandosela in
testa, per le strade cittadine. Gaetano imparò questa attività sin da ragazzo
unitamente ai fratelli. Si vendevano le pizze, di buon mattino, fuori
l'ex mercato ortofrutticolo; una stufa terminava e l'altra arrivava...
Agli inizi degli anni '50 è sotto le armi in Marina, farà l'attendente ad
un ufficiale in quel di Roma; per la sua instancabile operosità fu ben
voluto e stimato. Finito il servizio militare, riprese a lavorare a c.so
Umberto I, poi andò a Palermo, zona Porta Carini, in una pizzeria/ristorante della
sorella Maria, rimanendovi per cinque anni circa. Coniugandosi in data
11/04/1957 con Gianna Feola (classe 1936) nella chiesa del Carmine in p.zza L. Palomba, andò ad abitare per qualche anno in via Napoli e,
successivamente, in via Aldo Moro, 19. Figli: quattro (tre femmine ed un
maschio), nessuno dei quali ha intrapreso l'attività paterna.
Nel 19
aprì una pizzeria/ristorante in via Vittorio Veneto n. 23, attiva fino
al 18/06/1996, passata ai nipoti (figli del fratello Peppe) che la
chiamarono "Hosteria Veneto", poi altri gestori ed al presente "La
roccia due", by Toni e Rudy. Famose le pizze "a spuncillo" con pomodori
freschi (di spuncillo), comprati dai "campagnoli" ambulanti ivi
transitanti, e con mozzarella di bufala, tagliata a fette, e la "pizza
alla Gaetano", rotonda a due "pettole" (strati) e ripiena dî ogni cosa;
ingredienti: ricotta, funghi chiodini, mozzarella, salsiccia sbriciolata
e formaggio grattugiato; una "pettola" sotto e l'altra sopra, sulla
quale venivano effettuati dei buchi e la si cospargeva con un po' di
salsa pelata.
Buon appetito a tutti!!! Vasta era la clientela proveniente da Napoli,
Portici, Pompei, ecc.; alcuni studenti, affezionati a Gaetano, venivano
qui a mangiare, e, nonostante i soldi non erano a sufficienza, venivano
lo stesso accontentati... A mezzogiorno v'era il pranzo fisso per i
Carabinieri, Vigili Urbani, bancari, professori, impiegati e affini.
Tanti i camerieri, pizzaioli, cuochi, garzoni, ecc. che hanno lavorato
in questa "historique" pizzeria, ove anche la moglie Gianna dava una
mano alla cassa. Gaetano era garbato e gentile coi clienti, e quando ne
arrivava qualcuno un po' "impicciuso", era solito definirlo in un suo
tipico linguaggio "Ciuculone"...
Altri fratelli: Giuseppe ("Peppe",
1925) con locale in via Cupa Cianfrone (in precedenza al p.co Bonanno),
attualmente gli eredi; un nipote gestisce "La voce del mare" in via
Spiaggia del Fronte; Giovanni ("Gianni al Vesuvio", 1935) con ristorante
in via Vesuvio n. 10 in Ercolano (NA); Gennaro, ex proprietario de "La Novia" (poi altri affittuari); Ciro, ex pizzeria in p.zza Santa Croce e
Maria, ex pizzeria a Napoli (Vomero) ed in Sicilia; vi sono, al
presente, altre pizzerie di parenti (fratelli del padre Ciro) in quel di
Frattamaggiore (NA), gestite dagli eredi. Molta gente ricorda che si
faceva la fila fuori il locale là "Mmiez a San Gaetano" per
gustare la buona pizza della premiata ditta Fornito.
Anche molti ragazzi e giovani che uscivano dalle affollate sale
cinematografiche del "Metropolitan", "Iris" e "Vittoria" qui si recavano
per mangiarla in allegra compagnia... La pizza veniva servita in piatti
d'alluminio su quegli antichi tavoli in marmo; era il tempo della
gassosa con dentro la classica "pallina", l'acqua "fosforescente" (Idrolitina,
Cristallina, ecc.), la bevanda al carciofo, le bustine di arancia e
limone, lo spumone ed altro...; poi vennero l'acqua minerale, la birra,
la Coca Cola. ecc.
Era questo un microcosmo un po' come il famoso film "L' oro di Napoli"
(Italia, 1954; regia di Vittorio De Sica), in cui, attraverso vari
episodi, si incontrano vari personaggi, come |
coloro che potevano pagare la pizza o erano debitori, trascritti in un
quaderno, da cui, pian piano, si depennavano i nomi. Al c.so Umberto transitava il tram e
quando arrivavano i camion ai primi albori del giorno, per scaricare
olio in damigiane, farina nei
sacchi ed altro materiale, il tratto di via si mobilitava "in toto"; qualche
figlio di Ciro faceva la "posta" ed avvisava che il tram stava per
passare. Gaetano, come ricorda la moglie, era un uomo pio e buono; una
persona gentile e cortese; faceva del bene al prossimo, elargendo a chi
ne aveva bisogno, aiuti morali e finanziari.
Aveva molti amici e gli volevano bene.
Alla sua morte il Circolo U.C.C.E.M., di cui era socio, pose un lembo di
lutto all'ingresso. Quando usciva il Carro dell'Immacolata in processione,
una tappa obbligatoria era davanti alla sua pizzeria in via V. Veneto; si
metteva a disposizione dei portatori del carro ed elargiva una congrua
offerta alla sacra immagine della Madonna venerata da tutti i torresi.
Frequentava la chiesa di Santa Maria delle Grazie ed era amico del parroco
Don Mario, affettuosamente chiamato "Marittiello", al quale donava spesso
munifiche "offerte", e la Basilica di Santa Croce; qui vi veniva anche
quando non si sentiva bene.
Fu fautore della giornata di riposo per la categoria dei pizzaioli.
Appassionato di film leggendari, mitologici, romani, greci e western
prediligeva il grande regista Sergio Leone. Si interessava di calcio e
seguiva le sorti della Turris. Appassionato d'arte e di pittura; acquistava
diversi quadri, molti dei quali sono appesi alle pareti della sua
abitazione; amava i pittori locali del calibro di Aniello Eco, Nicola
Consiglio, G Fiorentino, A. Gambardella, C.A. Ciavolino, Vito Esposito ed
altri.
Per eredità e tradizione Gaetano, al pari dei suoi fratelli, ha
imparato questo mestiere, deliziando i palati di una svariata clientela
torrese e non...; la pizza, in realtà, non è altro che una schiacciata di
farina, condita con olio e sale, di pasta lievitata ("'a pasta crisciuta")
che si cuoce, in vari gusti, nel forno (a fascine o elettrico); un'antica
attività di acqua e farina...; dicevano i saggi di una volta: "I mestieri
'cu l'acqua nun mòrono mai!".
Il carissimo e compianto Gaetano Fornito, uomo
generoso, umile, legato alla famiglia, persona onesta, per bene, religiosa e
devota alla Madonna dell'Arco, appartenente ad una famiglia conosciuta e
stimata per solerte laboriosità, lo si può indubbiamente definire fra i
decani pizzaiuoli della nostra città.
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