"Ginotto 'u 'nduratore"
di Peppe D'Urzo
All'inizio di questo anno e precisamente il 10/01/2008 è venuto a mancare
a soli 63 anni; "Ginotto 'u 'nduratore", al secolo Luigi Abbagnano, noto
e stimato personaggio torrese. Era nato a Torre del Greco il 28/09/1944
al C/so Umberto I ("'mmiez a San Gaetano") n. 67, da Paolo e Matilde
Dolce. Sei i figli, cinque maschi ed una femmina: Gaetano (1942,
deceduto), Luigi ("Ginotto", 1944, indoratore; deceduto), Vincenzo
(1946, pensionato; ex prof. all'Istituto d'Arte), Beniamino (1948,
orefice), Annamaria (1950, coniugata con Gennaro Vanacore che salutiamo
fraternamente) ed Amelio (1952, pasticciere).
Sin da ragazzo esternò la sua vivacità; a soli tre anni era capace di
arrampicarsi un po' dovunque; riuscì a scavalcare il cancello del
giardino alto circa tre mt. nel suo palazzo. Il padre Paolo, marittimo
(pasticciere), poi impiegato del Dazio ed indoratore (da indorare:
rivestire di uno strato continuo d'oro o di fregi d'oro) era militare in
Aviazione col grado di sergente. Fu richiamato e inviato a Caianello
(CE) verso Cassino (FR), che in seguito diventerà un fronte di inutile
sangue versato, ove fece venire la sua famiglia ed altri ed altri
familiari a suo carico. Fece ritorno a Torre dopo le tremende operazioni
belliche fra tedeschi ed anglo/americani (e truppe alleate, fra cui
divisioni italiane).
Anch'egli era un "charaste?" del suo tempo che frequentava il salone di
un certo Iacomino (rivelato in seguito da M/le Rega) al C/so Umberto I
e a piazza Luigi Palomba ("'mmiez 'a Torre"), intrattenendosi con alcuni
suoi amici fra "mattizzie" e mangiatelle. "Ginotto", durante e dopo
gli studi dell'obbligo collaborò coi fratelli alla conduzione del
laboratorio di indoratura ed argentatura del diletto genitore. Da
giovane è stato un bravissimo giocatore di pallone, specialmente come
portiere; si divertiva in tornei e partite fra amici, e, non ha mai
fatto parte di una squadra di calcio iscritta a campionati federali.
Dal
1970, dopo che i fratelli presero professionalmente altre direzioni
lavorative rimase solo a portare avanti il laboratorio. Si trasferì, in
principio in fondo al vicino vico Cirillo, e dopo pochi anni all'inizio
dello stesso vico nell'attuale locale con un caratteristico balconcino
che affaccia sul Corso, in quella che fu la casa di due altri famosi
personaggi di "'mmiez a San Gaetano": "Aniello 'a sargente" ed il figlio
Michele, fruttivendoli.
Questo piccolo balcone, prima di essere ristrutturato qualche anno fa,
conservava ancora quel infisso di legno dipinto dal nostro "Ginotto" in
bianco, rosso e verde per festeggiare l'Italia, campione del mondo di
calcio nel 1982. Si unì in matrimonio con Rosa Benigno nel 1972; da
questa unione nascono cinque figli: Paolo, Salvatore, Francesco, Luca e
Matilde.
Al presente il laboratorio è condotto dal figlio Salvatore che ha
ereditato l'attività paterna. Nella sua vita il buon Luigi ha avuto due
grandi hobbies: il primo allevare uccellini che cacciava con le reti
fino a che questa attività fu proibita. Era abile a far riprodurre in
cattività, canarini, cardellini e passeri. Il secondo, non certo per
interesse, era la pesca. Era sempre pronto armato di canna e mulinello a
formare un gruppo di amici per andare a cercare nuove zone pescose a
partire dalle coste del Lazio lungo tutto il Tirreno fino alla Calabria
ionica e qualche volta anche sulla costa adriatica per pescare saraghi,
spigole e mormore. Una volta, come ha raccontato un suo caro amico
d'avventura, andò a pesca con degli amici in auto. Arrivarono a Montalto
di Castro (VT); si decise di andare più avanti, ancora più avanti...
fino ad arrivare a Genova e quasi ai confini della Liguria. Si fece
ritorno a Torre alle ore 07,00 del giorno dopo; quasi due giorni di
pesca infruttuosa; quando si dice: "'A malatia 'ra |
pesca". Gli piaceva anche giocare a carte(tressette e
briscola) con gli amici di C/so Umberto I (nel salone di Michele, ove si
finiva sempre gaudiose "tarantelle") e della zona di Sant'Antonio,
dove risiedeva con la famiglia, alla quale era molto legato.
Tifoso della Turris (che ha seguito fino agli anni della C/1 e C/ 2) e
del Napoli. Ogni mattina, prima di salire
sulla sua "fucina", prendeva il caffè a con gli amici e
leggeva i giornali sportivi nella macelleria dell'amico Raffaele
Montella (ex macelleria di "Bettina 'a chianchera").
Si narra
che si recò, una volta,
con la famiglia in un paese del casertano; guidava lui l'auto; per alcuni
errori di indicazioni stradali fra autostrade e tangenziali, si trovò ad
uscire in un posto ove c'era la scritta della città e "Comune d'Europa"...
Al che la moglie sorpresa a preoccupata, e sedutale a franco, disse: "Uah ma
arò 'imm arrivati... Arò c'hai purtati." "Ginotto" era una persona sempre
disponibile ed un amico di tutti; era buono e generoso; non sapeva mai dire
di no, sempre pronto ad aiutare tutti; riusciva risolvere problemi professionali e non, anche se non erano di sua pertinenza, perché sapeva sempre
a chi rivolgersi.
Sul piano professionale era molto bravo, quasi geniale a
creare bagni galvanici; anche se non era un chimico, riusciva ad ottenere indorature di varie tonalità con provvedimenti e mezzi rudimentali, a
dispetto dei costosissimi bagni già pronti in commercio.
Famosa fu la meraviglia di una rappresentante di prodotti chimici che lo
vide all'opera durante una fase preparatoria di sali d'oro e di argento, con
una semplice coppetta con dentro il metallo e l'acido su una piccola
fiammella, invece delle complicatissime attrezzature industriali. Fra la
leggenda e la realtà era un vero alchimista....
In occasione del suo
trigesimo, i suoi cari che tanto gli vollero bene, così l'hanno voluto
ricordare: "Per la bontà che illuminò la sua esistenza, per il grato ricordo
che lasciò in quanti lo conobbero, per l'affetto che nutrì verso la
famiglia, dona a Lui, oh Signore, la pace eterna". |