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Mario Ventimiglia,
portiere e capitano corallino

di Peppe D'Urzo
  

Un altro nome da annoverare tra i grandi della prima squadra cittadina, e cioè la Turris, è quello di Mario Ventimiglia, portiere a difesa dei pali della sua città negli anni '50 e '60. Nato a Torre del Greco il 10.04.1939, da Enrico, ufficiale marconista, e da Elvira Borrelli, casalinga. Originario di c.so V. Emanuele, "Villa Carmela", elegante manufatto che, ahimè non c'è più, facente parte un tempo delle ville vesuviane del "Miglio d'oro", di proprietà del nonno materno Antonio, noto commerciante di coralli, perle e affini. I genitori di Mario ebbero quattro figli: tre maschi ed una femmina di cui i viventi sono Mario e Antonio.
Calcisticamente nasce nelle giovanili della Turris (o, Turris boys), siamo nel 1951, e grazie ad una selezione di giovani calciatori, organizzata dal compianto Catello Carubbi, detto "Lilly", composta di più di cento ragazzi; da un ulteriore provino di circa trenta/quaranta, furono scelti poco più di venti, fra cui Ventimiglia, unitamente ai vari D. Coscia, C. Iandolo, B. Di Donna, "Gerì" Di Genova, Marino, Favoloso, M. Panariello, V. Candurro ed altri. Debutto in prima squadra nella stagione calcistica 1955/56 (IV serie, girone "H") su di un difficile campo siciliano, ove la Turris perse per 2/0. L'organico della Turris era il seguente: Gravante, Ventimiglia, Cavazzuti, Ciliento, Pastore I, Santamaria, Condito, Giordano, Brenco, Rosi, Icone, Lopez, Di Costanzo, Manola, Garuti, Zannoni, Della Monica, Di Donna, landolo, Schiano, Molinari; allenatori: R. Vignolini, poi C. Carubbi; pres. F. Ausiello ("Ciccio"); rimane nella squadra "corallina" fino al '58/'59. Poco più che ventenne, iscritto all'università, parte per il servizio militare; dal Distretto militare di Noia (NA), ove giocherà in IV serie, viene inviato ad Orvieto (TR) per il C.A.R. e poi in quel di Roma (Compagnia Sanitaria). Dopo la parentesi nolana, in cui si fece apprezzare per le sue doti calcistiche e caratteriali, improntate sulla massima serietà professionale, rientra nei ranghi "corallini", dal '63/'64 fino al '66/'67 (campionato di Promozione, allora chiamata prima categoria). Comincia, in seguito, a lavorare nella Bcp (Banca di Credito Popolare), la banca dei torresi.
Poche apparizioni nell'Alba Turris ed ultima gara ad Ariano Irpino (AV) in prima categoria. Mario che serba tanti bei ricordi della sua onorata carriera, non può fare a meno di rievocare gli spareggi disputati contro la Sessanta e la Paganese, alla fine della stagione: 1965-66; entrambe le gare furono giocate allo stadio "Collana" di Napoli (zona Vomero) al cospetto di numerosi supporters e sportivi, e, purtroppo perse dai "corallini"; per la Turris, favorita ed accreditata al passaggio in IV serie, fu una tremenda e totale "débacle"; cocente fu la delusione...; tutto l'ambiente torrese rimase "choccato", ed il nostro bravo portiere, incredulo come i suoi colleghi di squadra, ebbe una crisi di pianto.
Egli, quando frequentava l'Istituto di Ragioneria, ha disputato anche tornei studenteschi; mitici erano i combattuti incontri contro il Liceo Scientifico. Ha fatto parte, inoltre della Rappresentativa campana Dilettanti, indossando, sempre come portiere, i galloni di capitano. Partecipò al torneo "Zanetti" a livello nazionale; fu premiato con una medaglia d'oro come miglior portiere della Campania in una cerimonia, organizzata dal Comitato Regionale Campano; altri tornei aziendali con la Bcp, nelle cui file hanno militato anche G. Formicola, D. Portelli, A. Ballarò, ecc.
Fra gli allenatori menziona con affetto e stima A. Querci, il biondo veneto Gianolli (ex calciatore della Turris) e Carubbi, per il quale l'uomo portiere doveva uscire fuori l'area di rigore e calciare con entrambi i piedi come un "libero" moderno, ed inoltre, l'estremo difensore, a suo originale parere, doveva indossare maglie sgargianti, del tipo britannico; Carubbi, pioniere del calcio torrese, fu un ottimo precursore, anticipandone diversi "aspetti" di quello che il calcio è divenuto nel corso dei tempi. Fra i giocatori: Di Genova, M. Rosi, C. Borrelli, Di Costanzo, Ghidi, "Ciccio" Tortora, A. Santamaria, A. Finamore, Ciccozzi, Donzetti, Sammauro ed altri.
Per Mario la Turris, in tutti i campionati che ha disputato, è stata sempre una grande

Le foto: Mario Ventimiglia con la maglia della Turris e dei Noia (IV serie, 59/60); in una formazione del Noia (stessa stagione) e nella Turris (prima ctg."B"; 63/64).

"protagonista", ed era la squadra da battere. Ha dato tanto alla causa calcistica "corallina", dedicandole il meglio di sé. E' contento quando gli sportivi e tifosi di una volta si ricordano di lui, in special modo i clienti della Banca; ha avuto, nel suo piccolo, immense soddisfazioni. In un infuocato Savoia - Turris 0/1 (76' Di Giovannantonio) al "Giraud" di Torre Annunziata, i contendenti in campo rimasero asserragliati negli spogliatoi; forte fu la contestazione dei tifosi al Savoia; quando si poté finalmente, con l'ausilio delle forze dell'ordine, uscire  dagli spogliatoi, un vecchio appassionato della Turris, avvicinandosi a Ventimiglia, gli diede un caloroso bacio sulle guance ancora calde per la disputa agonistica in una condizione ambientale dai toni molto elevati; era l'annata 1963-64 (prima ctg. "B"). Ancor prima in Turris - Noia 0/0 (prima ctg."C" 1961/62) al "Liguori", alla fine della gara, fu accompagnato a casa da Ciro Borrelli (centrocampista della Turris) con la sua auto; il giorno dopo, Mario, sceso di casa, nei pressi del bar Tammaro ("Purpettone") fu avvicinato da Franco Mannino ("Franchino 'a patana") che lo abbracciò a sé con i dovuti complimenti per la bravura dimostrata a difesa della porta del Nola.
Il garbato e signorile Mario, vedovo di Maria Giovanna Ciavolino (deceduta, nel 1969) ha quattro figli: Carlo, dipendente Telesoft ed allenatore istruttore dì arti marziali; Corrado, commercialista, ex mediano del Portici ed Alba Turris nei campionati di calcio a cinque, mediano grintoso alla Bagni; Alessandro, dottore commercialista, e Benedetta, restauratrice, gemella di Corrado.
Pensionato dal 2002. E' un diplomato in Ragioneria della "vecchia guardia" quando la struttura scolastica  era ubicata in via Roma (palazzo ad angolo con Via V. Veneto, attuale "Sisley" abbigliamento).
"Sono rimasto un po' deluso - egli conclude - quando ho smesso di giocare, la notorietà svanisce subito, si diventa uno come tanti...; nel percorrere il tratto di v.le Ungheria prima di arrivare allo stadio per assistere ad una gara interna della Turris in serie C, ricordavo i miei "momenti" calcistici, e, quando la voce dello speaker dalla sala stampa, annunciava le formazioni delle squadre, attendevo con trepidazione il mio nome...".

In un articolo apparso su "Alè Turris" del 12.09.1992 dal titolo "I bei tempi di Ventimiglia" si parla in termini lusinghieri di un personaggio eccezionale dalle particolari emozioni; con un tuffo nel passato si parla di quella Turris, sempre prima attrice e poi, puntualmente, sfortunata negli spareggi finali.
"Il calcio è sempre calcio - afferma Mario Ventimiglia - quello di una volta era genuino e incontaminato, quello attuale è pieno di interessi...".