"Mastu Ruggero"
di Peppe D'Urzo
La sua carica vitale, la sua operosità e la sua bontà sono sempre state
apprezzate durante la sua permanenza terrena, svolgendo le sue mansioni
sempre con passione e zelo. Con ammirevole ed onorevole riconoscenza,
vogliamo qui ricordare la figura di Ruggero Colantonio, meglio noto come
"Mastu Ruggero". Nato a Torre del Greco il 2 maggio1916 (e spirato il 16
febbraio 2002), da Ciro, detto "Mastu Ciro 'u mast 'rascia" con locale di
falegnameria in via Roma (attuale "Intimissimi" ed ex uccelleria) e da
Vincenza Guida, casalinga, sei figli (quattro maschi e due femmine, di
cui una religiosa, suora della Carità).
Originario di via Libertà, poi via Roma e da sposato in vicoletto
Portosalvo ed infine in via Martiri d'Africa (II parco Adriano). Dopo
aver frequentato le scuole elementari a corso Garibaldi, Ruggero
cominciò a lavorare nei cantieri navali torresi come calafato (operaio
carpentiere in legno, specializzato nel rendere impermeabili i tavolati
dei fasciami e dei ponti in legno delle imbarcazioni), poi marittimo, in
qualità di nostromo, imbarcato su petroliere (società "texaco"),
ha girato
il mondo in lungo e largo con viaggi duraturi e patite lontananze da
casa. Fra le sue esperienze di uomo di mare, trovandosi nel 1964 in
Giappone, ebbe la piacevole occasione di assistere a qualche gara
delle Olimpiadi (XVIII giochi). Ebbe, inoltre, l'hobby della
falegnameria, ereditata dal padre. Negli spazi di tempo libero si
dedicava a questa nobile arte e spesso faceva dei lavoretti con
l'elevato piglio dell'esperto "artisan": non v'era porta, infisso o
serratura, che non veniva da lui sostituita o riparata e senza mai
alcuna retribuzione. Le sue erano solo opere meritevoli e fatte ad opera
d'arte: tanti i servigi e le commissioni ad amici, parenti ed altre
persone.
Militare in Esercito (bersagliere), Ruggero venne richiamato alle armi
nel corso della Seconda guerra mondiale. Si trovò a Roma (zona
Cecchignola) quando, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fu preso e
fatto prigioniero dai tedeschi. Fu condotto in un campo di prigionia in
Germania, dove fu a contatto con molti ebrei. Fece ritorno a casa nel
dopoguerra e pian piano si inserì nel tessuto socio-lavorativo di quei
tempi. Riprese le attività di una volta, alternando imbarchi e lavori
nei cantieri, rimanendo sempre a contatto col mare. Il buon Ruggero nel
1951 si unì in matrimonio con Giovanna Di Donna (25 Novembre 1925 - 9
dicembre 1978) dalla quale ebbe quattro figli (due maschi e due
femmine): Ciro, dipendente della Ferrovia dello Stato, Antonio, geometra
con libera professione a Sassuolo (Modena), Enza, impiegata ai Servizi
sociali del Comune di Torre del Greco e Colomba, dipendente di una
ditta di ascensori a Casalnuovo.
I figli gli hanno dato sei nipoti che tanto l'adoravano. Uomo placido
e pacato dal mite carattere, era sempre disponibile con tutti;
difficilmente diceva no a qualcuno. Incline allo sfottò e sempre col
sorriso sulle labbra, che ha portato con sé fino all'ultimo respiro, Mastu Ruggero fu un onesto lavoratore, era sempre in attività.
Amante della casa e della famiglia, aveva, inoltre, una grande fede
religiosa. Frequentava la chiesa della Santissima Annunziata e si
recava spesso nella Parrocchia Pontificia di Santa Croce. Appassionato
dei presepi, era uno spettacolo vederlo lavorare con tanta amorevolezza
e passione fra sugheri, legno, cartone e altro: ricevette vari premi,
attestati e medaglie. Appassionato di pesca, a tal proposito si costruì
una barca di sei metri che denominò "Giovanna" in ricordo della diletta
moglie, da poco scomparsa, negli ultimi tempi si dedicò anche alla
campagna. Si recava di buon mattino nel piccolo appezzamento terriero in
via Scappi, e precisamente in via Campi Flegrei, ove si intratteneva a
coltivare e zappare un piccolo orto. |
Le
foto mostrano Ruggero Colantonio con la moglie Giovanna nel 1951 e in
un'immagine del 1998
Fu amministratore tuttofare dello stabile in cui ha vissuto, in Via
del Bulino: tutti i
condomini ed i vicini di casa ne rimpiangono la fattiva dinamicità ed
operosità. La sua scomparsa ha lasciato un incolmabile vuoto nella famiglia
che riuscì sempre a tenere unita. Sapeva essere dolce e severo in ogni
circostanza e in ugual misura coi figli e li incitava sempre a seguire
gli esempi di lealtà, onestà e correttezza. Uomo di grande umanità, ben
riusciva a
sdrammatizzare e a superare momenti poco felici, ripetendo spesso il motto
" Jamme `bell ... sciué, sciuè...". Appassionato di eventi storici e
geografici, leggeva molto i quotidiani e gli piaceva essere al passo coi
tempi. E' stato un profondo conoscitore di film e attori, soprattutto i
grandi divi di una volta. Ruggero fu grande amico di Tommaso Vitiello
(classe 1914), carpentiere, instancabile lavoratore, affettuosamente
chiamato "Tummasino" ed amico fraterno. Entrambi erano nativi dello stesso
quartiere in quanto le famiglie erano cresciute insieme: Tommaso è
dispiaciutissimo della scomparsa di Ruggero, col quale ha effettuato molti
"lavoretti" in spensierata compagnia. "Mast Ruggero" fu colpito, due anni fa,
da una ischemia cerebrale che lo costrinse a letto. Lottò fino all'ultimo
con una grande forza interna e con un grande cuore, circondato dall'affetto
dei suoi cari. A letto era solito farsi leggere i giornali dal figlio Ciro:
fra i giornali non poteva mancare "Tutto è.." per seguire le vicende della
città. Gradiva la rubrica "Ricordi di Torre", i cui personaggi, luoghi e
"fatterelli", per la maggior parte ben li teneva in mente. Sul manifesto
affisso in città dopo la sua dipartita, furono fatte scrivere dai benamati
figli, queste ricordevoli parole: "Ruggero Colantonio, padre esemplare.
Resta in tutti il suo sorriso e la sua disponibilità". |