"Mattia Mazza"
di Peppe D'Urzo
Da sempre conosciuto come "'U tedesco", in quanto parlava la lingua
germanica ed aveva un'attività commerciale (coralli e cammei) in
Germania e poi in Austria. Era nato a Torre del Greco il 22-01/1917, da
Andrea e Bionda Amitrano, e passato nell'aldilà il 05/04/2004;
coniugato con Lidia Polese Gentile (deceduta); quattro figli: Biondina
coniugata con Ciro Capano, Bruna coniugata con Pino Musto, Antonella
coniugata con Matteo Autori, detto "'U salernitano" e Andrea coniugato
con Lucia Barbieri. Abitava in V.le F. Balzano.
Cessò la sua attività commerciale agli inizi degli anni ottanta.
Fratello del compianto on. Crescenzo Mazza noto uomo politico della
nostra città e parlamentare torrese dal 1948 al 1972 della D.C.,
ricoprendo varie cariche governative. Mattia effettuò il servizio
militare nel Regio Esercito, in seguito fu richiamato. Interprete di
lingua tedesca, facente parte di un nucleo operativo (con più di venti
persone fra ufficiali sottoufficiali e truppa) per l'accompagnamento di
militari e materiali, via treno, in Russia. Erano i soldati del C.S.I.R.,
sigla del Corpo Spedizione Italiana in Russia, costituita nel 1941; nel
1942 confluì nell'A.R.M.I.R. Armata Italiana in Russia che fu travolta
dall'offensiva sovietica nel dicembre del '42 e nella ritirata perdette
gran parte dei suoi uomini.
Il convoglio, formato da molti vagoni, partiva da Verona (città del
Veneto a 59 mt. s.m. in ottima posizione sulle due rive dell'Adige e ai
piedi dei monti Lessini) ed attraversando il confine austriaco, la
Germania e la Polonia, arrivava in territorio sovietico prima di
Stalingrado, nome dal 1925 al 1961 della città russa di Caricyn; la
battaglia di Stalingrado (02/02/1943) segnò l'inizio del tracollo
militare della Germania.
Il viaggio di andata e ritorno durava in genere circa 40 giorni;
durante il percorso in territorio russo, il convoglio spesso subiva
attacchi (mitragliamenti) da parte di partigiani locali nelle ore
notturne; essi riuscivano a staccare alcuni vagoni del treno (sulla via
del ritorno), facendo prigionieri i soldati italiani di guardia. Più di
una volta il Mazza, parlando coi tedeschi, non faceva viaggiare la
tradotta di notte per evitare gli assalti nemici, dicendo loro che i
muli avevano bisogno di abbeverarsi. Al ritorno dalla "fatigant" missione,
i militari dovevano sottoporsi a totale disinfettazione (effetti
personali e varie) in un campo (Trens) attrezzato all'occorrenza in quel
di Vipiteno (in tedesco, Sterzing), in provincia di Bolzano. Varie furono
le "missions" cui Mattia partecipò nei territori dell'Unione
Sovietica, ove morirono migliaia di italiani.
Affetto da broncopolmonite, fu ricoverato in un ospedale a Padova e
continuò il servizio militare in ufficio; trovò casa, grazie al suo
capitano, un certo Trentin, nei pressi del cimitero di Padova.
Successivamente, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, riparò con la
famiglia, e con i genitori provenienti da Torre del Greco, nel Comune di
Rubano (PD), sulla statale Padova - Vicenza, in un
casolare di contadini, diffidenti all'inizio e fiduciosi in seguito, in
quanto le dicerie in voga sostenevano che i napoletani avessero in tasca
il coltello;
e qui gli nacque il figlio Andrea.
Si recò, inoltre, a Luino (VA) sul lago Maggiore a lavorare in una
fabbrica (bellica) di un suo cugino. Finita la tormentosa e letale
guerra che distrusse gran parte del suolo italico, fece ritorno a Torre
con la famiglia; le masserizie arrivarono su di un traboccante camion,
che nei pressi della chiesa di Santa Teresa al C.so V. Emanuele andò in
ebollizione.
Mattia Mazza è stato un valido commerciante di coralli e
affini, attività già del padre Andrea, con un ufficio in Austria.
Consigliere ed Assessore (VV. UU. e Viabilità) del nostro Comune, durante
l'amministrazione del sindaco Francesco Coscia (il compianto "Cicciotto"
1920/2003) nell'anno 1952. Negli otto mesi di mandato politico fu molto
ligio al dovere, impegnandosi con fermi proponimenti per la
collettività. Persona pacata, dabbene, garbata e signorile, sottile
osservatore dalla |
Le
foto: Mattia Mazza, detto "'U tedesco" prima del decesso; in una foto del
1941; con alcuni commilitoni (luglio 1942); la tradotta ferma a Konarewo
(Russia), 11.10.1942 (XX).
voce modulata. Lo incontravo spesso in via G. Marconi
angolo Circonvallazione si intratteneva ben
volentieri a scambiare opinioni sul più e sul meno; mi chiedeva delle sorti
della Turris e mi ricordava i pionieristici tempi in cui mio padre Crescenzo
D'Urzo (1916/1994) militava nel ruolo di ala nella Torrese e nella Turris,
con l'appellativo di "Carrarmato"; si lamentava sempre del caotico traffico
autoveicolare che attanaglia la nostra città, che un tempo era diversa e
migliore dell'oggidì...; mi rimbrottava, ma poi col suo
caratteristico e perspicace sorriso mi salutava affettuosamente, non prima
di portare i suoi saluti ai miei genitori che ben conosceva, e pian piano
riprendeva la strada verso casa.
Era un personaggio ben conosciuto e stimato in città; ha lasciato un vuoto
incolmabile. I suoi figli lo hanno così voluto ricordare: "Non ti chiediamo
perché ce l'hai tolto, ma Ti ringraziamo Signore di avercelo dato come
padre. Papà con il suo amore, papà con il suo lavoro, papà con le sue
sofferenze".
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