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"Gennaro 'i Micaliello"

di Peppe D'Urzo

Via Mortelle è da considerare una storica ed antica zona marina della Torre del Greco di una volta. Prende il nome dalle piante-arbusti (Myitus communis) ornamentali e sempreverdi, alte 2-3 metri spontanee fra le macchie e le siepi, coltivate sin da tempi antichissimi. E' bagnata del quel mare della Litoranea, da considerare "periferico" con scogli piatti, le cosidette "chiane". affioranti al livello del mare e ricchi di frutti di mare, saporiti quanto mai. Molte barche di pescatori frequentano questo "sea place", una volta ricco di pesci.
Troviamo anche tante piccole e suggestive spiaggette con sabbia nera di origine vulcanica. In questo classico sito scopriamo la famiglia di Gennaro Vitiello, nato a Torre del Greco nell'ottobre del 1918, da Michele, detto "Micaliello", contadino e commerciante di frutta, e da Maria Giuseppa Casafredda, casalinga.
Di "Micaliello" si narra un divertente episodio, una specie di attuale "gag" con effetti comici: era in atto una disputa col socio in lavoro (un cugino), finita una volta e per tutte l'attività, circa la sorte dell'asino che per tanti anni aveva condotto il carrello con la merce venduta poi ai tanti clienti della zona. Lo prendo io, lo prendi tu: alla fine, entrambi esausti e stanchi di discutere lo gettarono a mare. Gennaro parte per il servizio militare nella Regia Marina nel 1931 e vi rimarrà fino ai 1943. Dopo un corso di infermiere dell'ospedale militare de la Spezia, fa regolare istanza per imbarcare. Viene inviato sul Cacciatorpediniere "Audace" in qualità di infermiere di bordo e all'occorrenza era impiegato in turni di guardia. L' "Audace" effettuava viaggi di scorta a mercantili italiani, diretti nella ex Jugoslavia. Per gravi motivi familiari a causa della morte di un fratello (classe 1921), anch'egli in Marina Militare, venne in licenza a casa, inviato all'ospedale militare di Mergellina in quel di Napoli. Contrasse matrimonio, con Maria Fornelli, commerciante alimentare in pensione, si sposò nella chiesa di San Vincenzo a Postiglione in via Mortelle, Santa Maria La Bruna (dedicata a San Vincenzo Ferreri e costruita nel 1900 da Vincenzo Postiglione, originario di Napoli).
In essa si venera anche Sant'Anna con solenne processione religiosa in loco con fuochi artificiali dal mare, alla fine del mese di luglio).
Un giorno, uscito da casa, incappò all'inizio della polverosa stradina della traversa in via Mortelle in  una pattuglia di militari germanici, armati di tutto punto. Su di una manica della giacca che indossava nella circostanza, una fascia cucita con sopra il segno della croce rossa, per i suoi trascorsi professionali, decise di non scappare ed avanzò loro incontro. I militi lo salutarono romanamente e lui rispose allo stesso modo, continuando, come se nulla fosse, a camminare.
Dai tedeschi agli alleati, con la lenta ripresa delle varie attività socio-economiche di un'Italia meridionale che guardava al futuro con tanta fiducia.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il nostro infermiere sempre in gamba, aprì un negozietto di attrezzi agricoli nei pressi della chiesa di San Vincenzo a Postiglione, a fianco della quale vi abitava. Attualmente c'è un piccolo campo di giuoco per i ragazzi dell'oratorio. In seguito nel 1961 aprì, poco distante dalla vecchia abitazione, una salumeria in via Mortelle n. 91, con licenza intestata alla moglie. Dall'unione con Maria, sua inseparabile compagna, sono nati quattro figli: due maschi e due femmine.
Michele (classe 1947), vigile urbano del Comune di Torre del Greco, in servizio dal 1979, Andrea, messo comunale dal 1982, Giuseppina, casalinga e Luigina, casalinga.
Nei pressi della salumeria si trova un rudere risalente all'800.

     

  

Era un pozzo di acqua sorgiva per l'irrigazione dei campi. L'acqua veniva raccolta in una "vasca'' nel sottosuolo a circa 50 metri, era di proprietà dell'avvocato Savastano, famiglia benestante napoletana. Negli anni '50 al posto dei cavalli con le "catose" (recipienti per l'acqua), furono installali dei macchinari. Molti i coloni della zona che lavoravano nel pozzo (fra essi Gennaro e Maria).
Ove un tempo crescevano le mortelle, oggidì sorge il parco "Postiglione" con fabbricati costruiti alla fine degli anni '60 e che affacciano sul mare. Col passar del tempo, queste piante ornamentali sono state sostituite dai fichi d'India, una volta numerose, rare adesso. Quando si transita da queste parti si ha l'impressione godere di panorami messicani con sfondi di case coloniche con soffitti e volte spagnoleggianti. Inoltre, gli scenari del cielo e del mare sono straordinariamente affascinanti.
Nella zona, fra le cose e i personaggi da ricordare, troviamo i famosi ristoranti "Casina Rossa" e "Casa Rossa" tra i primi nella nostra città, il palazzo di "'Tatonno Biancotto" (Antonio Pinto, cavallaio) al civico 65, alla fine di via Mortelle, poi, la casa di Salvatore Mazza, detto "don Salvatore 'ddu cinema Garibaldi", una graziosa casetta sul mare con sotto una spiaggetta, la cava di pietre di "Villa inglese" che una volta si raggiungeva o via ferrovia o attraverso viottoli di campagna (la via Litoranea fu costruita agli inizi degli anni '50). Al di sopra della dimora di don Salvatore abitava una vecchina, il cui luogo di residenza era detto " 'U mare 'i Barbarella" il cui marito era un bravo pescatore. Da menzionare, inoltre, che dalla linfa delle piante (mortelle) si estraeva della resina per la concia delle pelli e, dal fiore, balsami profumati.
Spesso, passando per questa antica contrada, s'incontra il nostro caro Gennaro che sosta fuori la salumeria; s'intrattiene con altri pensionati a discutere del più e del meno.
Il suo passato, i ricordi giovanili, i ricordi dei luoghi natii e le sue esperienze vengono risvegliale in uno storico "revival", le cui parole si stagliano in un nitido ciclo di questa suadente striscia di terra vesuviana, bagnata da un azzurro mare dai sapori mediterranei.