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"Don Michele
'u gioielliere"

di Peppe D'Urzo


Rievocando, dopo averli rispolverati, altri frammenti di memoria vogliamo qui ricordare la "noblesse" del comm. Michele Garofalo, una degna persona che per i suoi concittadini è rimasto impresso nella memoria collettiva, sia per l'attività lavorativa che per la simpatia lo rendevano benvoluto a tutti. Originario della zona mare (1899, Torre del Greco, 1961), detto anche "'A squadra", da Aniello, armatore di bastimenti e titolari di un negozio di generi navali nella vicina Torre Annunziata, e da Angela Carbone ("Angelina"), sorella dei mitici pasticcieri con locale ("'Ncopp 'addù Carbone").
Altri germani di Michele: Raffaele e Vincenzo (deceduti nella Grande Guerra 1915/18), Antonio (marittimo; viveva a Genova); Giuseppe, detto: "Peppe 'u sordo", marittimo/cuoco; Giovanna, coniugata con Salvatore Palomba, detto: "Tore mantello", capo carpentiere; Maria, coniugata Micciariello; Carmela, coniugata con Vincenzo Di Somma, marittimo; Anna, coniugata con G. Albanese (legnami), Cira, non spostata e Cristina, coniugata Nitta ("'U ceranoio").
Don Michele, sin da ragazzo, dimostrò volontà e continuità nell'apprendere l'arte dell'oreficeria; lavorò presso il laboratorio di Lorenzo Garofalo (omonimo) e nel lontano 1924 realizzò il suo sogno, aprendo un negozio in via Fontana ("Sott 'i scalinate 'dda ripa"), di fronte alla farmacia Murino (attuale, "della Marina"); successivamente si trasferì, negli anni trenta, in via Comizi (al presente "La Fedelissima", Istituto di Vigilanza privata), e, nel 1940 in via Beato V.zo Romano, di fronte al deposito, di farina gestito da Ciccio Ausiello.
Si unì in matrimonio con Antonietta Cirillo (sorelle: Grazia, Michelina e Barbara), detta: "'A miseria", casalinga originaria di C.so Garibaldi; figli: Aniello, Carmela, Raffaele, Vincenzo, Bartolo (deceduto nel 1991) e Angelina (deceduta). Andarono ad abitare in via Fontana ("'U palazzo 'dda passeggera"); il gioioso desiderio di Michele era che uno dei figli si laureasse un giorno..., ma ciò non si realizzò. Aniello e Bartolo andarono in collegio a Napoli (salesiani) e Raffaele a Salerno (Giovanni Pascoli). Militare nella regia Marina; dislocato in qualità di furiere a Capri. Con l'entrata in guerra dell'Italia, fu richiamato nel 1940 ed inviato nella base navale italiana a Durazzo (città e principale porto dell'Albania sull'Adriatico nella baia omonima). Dopo circa un anno fu congedato per famiglia numerosa.
Dopo che il negozio fu chiuso, la famiglia si trasferì, sfollando, a Forino, piccolo comune in provincia di Avellino. Su Torre già erano iniziate le incursioni aeree con devastanti bombardamenti. I Garofalo, come tante altre famiglie, trovavano spesso rifugio nei ricoveri antiaerei in piazza Santa Croce (palazzo D'Amato). Si fece ritorno a Torre dopo la venuta delle forze interalleate e l'attività riprese, pian piano, dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale. Don Michele nella gestione del negozio ebbe come collaboratori due dei suoi figli: Aniello e Vincenzo, mentre Raffaele e Bartolo gestivano la "Galleria Garofalo" (tessuti) che era ubicata di fronte alla gioielleria.
Inseguito Raffaele ("Rafiluccio") aprì un locale a Lacco Ameno (comune dell'isola d'Ischia, con acque termali) e Bartolo in via Chiaia a Napoli. Quest'ultimo nel 1973, dopo la cessata attività partenopea (come quella di Raffaele), aprì i battenti di una nuova gioielleria-orologeria a Torre del Greco in via V. Veneto n. 42, gestita, poi, dal figlio Gennaro ("Gioielli Garofalo").
Il lavorare insieme (padre e figlio) dette una carica di entusiasmo in più a tutti e, negli anni '50, anni in cui fu bandito il concorso per l'allestimento della più "bella vetrina" in occasione della festa dell'Immacolata e dei "4 Altari", i gioiellieri Garofalo vinsero il primo premio per ben tre volte di seguito, al punto che per le successive manifestazioni parteciparono "fuori concorso". Nel 1949 don Michele fu nominato Commendatore di Santa Brigida di Svezia, per la serietà, l'onestà e la capacità che avevano contraddistinto là sua attività commerciale.
Una nomina che lo spronava a dare ancora di più fino al giorno della sua dipartita che avvenne nel settembre del 1961. Per rendere omaggio alla memoria del diletto genitore, i fratelli Garofalo, contribuendo alla spesa per l'installazione dell'orologio che "troneggia" sul campanile della Basilica di Santa Croce, ottennero dall'allora Mons. Stefano Perna (parroco) che sul quadrante fosse incisa (tuttora ben leggibile e resistente alle intemperie atmosferiche) la dicitura: "Comm. Michele Garofalo - Orologeria 1968".
Uomo votato al lavoro e alla famiglia, di vecchio stampo liberale e tra i fondatori del partito a Torre del Greco (pres.: F.sco Brancaccio), filantropo e benefattore; dal comportamento amichevole con tutti. Fra gli amici che frequentava si menzionano: Antonio Brancaccio ("'U lanaiolo"), Francesco Ausiello ("Ciccio"), Amerigo Liguori, i f.lli Brancaccio, Francesco Coscia ("Cicciotto"), G.nni Noto (incisore); con essi, spesso, si finiva in allegre mangiate presso alcuni ristoranti locali, fra cui "Aniello Talano" (in via Circonvallazione), "Casina Rossa", "Stefano" ("Peppe 'a vecchia") ed altri. Era solito farsi accompagnare con la Fiat 1100, guidata da Antonino Di Donna (classe 1922, ricordato come "'U figlio 'i Schinizzi") in quel di Napoli (Riviera di Chiaia), Castellammare di Stabia, Sorrento, ecc. per distensivi relax e tranquille passeggiate.
Tra i primi soci del circolo Sociale "Guido Mazza" al c.so V. Emanuele di fronte la villa comunale.


 

Le foto: don Michele Garofalo, (1899/1961); Bartolo con Nino Taranto nel negozio di via Chiaia a Napoli (1971); I f.lli Garofalo con amici e la cantante Gigliola Cinquetti al Ristorante "Casina Rossa" (1964); l'orologio del campanile di S. Croce.

Il mitico negozio (odierno bar-pasticceria di Michele Ripa) che a giusta ragione fa parte della storia della nostra città, cessò la propria attività in via Beato V.zo Romano nel febbraio del 1983 (subì, purtroppo, anche tre rapine);
L'affabile, allegro e spiritoso Aniello nel 1987 si trasferì in quel di Prato in terra toscana (istituita capoluogo di provincia nel 1992) con la moglie, prof.ssa Adriana Battistoni, ins. di scuole elementari, e i figli Michele (nel ramo dei tessuti per arredamento) e Antonella (bancaria c/o la Cassa di Risparmio di Prato). Il suo andirivieni è noto a tutti; devoto dell'Immacolata e di altre festività nostrane, lo vedi spesso a Torre; non riesce a star fuori  dal luogo natio.... gli manca il contatto con gli amici coi quali si intrattiene, ben volentieri a colloquiare e a tuffarsi in questo scherzoso "amarcord"; profondo conoscitore di molti personaggi, fatti e storielle di una Torre del Greco che non c'è più; nostalgico dei bei tempi in cui si viveva più tranquillamente di oggi; simpaticissimo e fine narratore di battute e aneddoti, episodi e umoristiche gags. Tifoso della Turris, unitamente al padre e ai fratelli, da sempre.
Vincenzo, pensionato con l'artistico hobby di presepi in corallo e pietre varie esposti, in varie manifestazioni, in Italia e all'estero. Raffaele pensionato e Bartolo, deceduto. Altri storici esercizi commerciali in via B. V. Romano: G. Bianco (bar-pasticceria), M. Ascione ("'A vuzzulosa", salumeria), Apreda (ferramenta), M. Mazza (cartoleria), Antonio ("Tatonno") Salerno ("Tutto per tutti"), F. Carbone (pasticceria), P. le Romito (bar), "don Ciccio 'a Cardinale"(bar), V.zo Ancona (barbiere), "Arte fiorentina", Giosuè Albanese (maglieria), V. Salerno (borse e regali), Palomba Villani (antica ferramenta), Cuomo (radio-tv), Quagliarini (radiotecnico), Reccia (ottico), ecc..
La gioielleria Garofalo ora non c'è più nelle adiacenze di "'Ncopp 'a guardia ", ma la testimonianza di stima e di affetto di persone e clienti, che hanno avuto il piacere e, l'onore di conoscere e trattare con don Michele (che ricambiava allo stesso modo quanti lo stimarono) riempiono di gioia e di orgoglio i familiari che portano vivo nel cuore il suo indimenticabile ricordo.