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Michele Mirabella
'O pizzicato

di Peppe D'Urzo  

Nella via Roma di una volta c'era un negozio con un'insegna  di colore rosso, alquanto innovativa per i tempi, con una semplice ed essenziale scritta: "Gelo". Era la gelateria di Michele Mirabella, noto gelataio, da tutti ricordato come " 'o pezzecato", in quanto sin da bambino contrasse in modo lieve e contenuto il vaiolo. Nato a Torre del Greco nel 1909 ed ivi deceduto nel 1986, da Giuseppe, nativo di Ponza (LT), proprietario di pescherecci e caduto durante la prima guerra mondiale, e da Vincenza Loffredo, casalinga.
Michele aveva due fratelli: Francesco e Raimondo.
Originario di piazza Plebiscito (Comune vecchio), dopo aver frequentato le scuole elementari, si imbarcò sulle barche a spugne ("spugnare"). Arruolato di leva nella Regia Marina, prestò servizio come cambusiere nella piazza marittima di La Maddalena (Sassari). Dopo la naja, seguì i fratelli in America, ove iniziò a fare l'operaio in una fabbrica di mattoni a New York. Col tempo ne divenne azionista e comproprietario, accumulando una discreta fortuna. Tornato in Patria. sposò in prime nozze, nel 1935 a Torre del Greco, Fortunata Ipri, sorella del parrucchiere Peppe, "coiffeur" in via Roma e di Antonio, detto "'u venezuelano".
Da questo matrimonio nacque la primogenita Enza (coniugata con Antonio Sartore, pensionato Beni ambientali con due figli). Michele rimase vedovo dopo due anni e si risposò con Caterina Formicola (1911-1999). Nacquero quattro figli (due deceduti): Giuseppe, ex universitario, attualmente infermo, e Francesco, capogruppo e consigliere uscente di An, funzionario Asl presso il Bottazzi.
Michele aprì il primo negozio di "Ice-cream" in via Roma (attuale, Ascione tendaggi) con bar e biliardi interni, poi si trasferì di fronte (Amodio salumeria) ove rimase per oltre quarantanni: aveva dei tavoli all'esterno.
Era il tempo in cui v'erano poche automobili. Con lui collaborava la cognata Enrichetta Formicola e la figlia Enza. Famosissimo per qualità e genuinità, il marchio Mirabella era conosciuto anche fuori Torre. Per chi ha più di 50 anni quella "fabrique de glaces" è un indelebile ricordo della propria vita. Rappresentò per anni il circolo (ritrovo) di molte persone importanti fra cui politici, intellettuali, commercianti, medici, professionisti e tanti giovani che in esso conobbero la prima giovinezza. Fra i clienti da definire "vip" non mancò don Enrico De Nicola (Napoli, 1877 - Torre del Greco, 1959), primo Presidente della Repubblica Italiana dal 1° gennaio al 11 maggio 1946), grande amico e buon estimatore del suo "prodotto". Avendo in America attinto nuove conoscenze e tecniche, quel gelato costituì un vera rivoluzione (produzione a mano); fu eccezionale la sua autenticità e degustazione.
Le specialità di Michele erano il pistacchio, la fragola (con originali fragoline di bosco), il limone (i limoni erano acquistati dalla ditta "A. Magliulo", attuale salumeria Gargiulo in largo Santissimo; i limoni, di ottima qualità, avevano la "scorza" sottile), la nocciola (fresca e pura di quel chiaro color marrone), lo spumone (tipo di gelato con chiaro d'uovo montata e zucchero), la cassatina (gelato duro di più sapori) ecc. l coni venivano comprati presso la ditta Romito (della stirpe dei "Filippiello") dietro il vico Pezzentelle ("'U vico 'i San Raimondo). Inoltre, all'interno della sua "fucina", fra gli attrezzi e utensili del mestiere, disponeva di alcune forme e contenitori per gelati pre-confezionati. Fu il precursore prima dell'avvento delle famose società quali Motta, Alemagna, Algida ed altre.
Il triste periodo bellico dell'ultimo conflitto mondiale, che coinvolse anche la nostra città, lo visse con notevole intensità: uomo dalla personalità e carattere forte in quei tempi difficili, Michele Mirabella ebbe buoni e corretti rapporti con tutti. Il locale era frequentato da soldati tedeschi, molto rispettosi ed educati, al contrario degli americani, la maggior parte dei quali era dedita al bere. Gli inglesi, invece, freddi e calcolatori, si sentirono padroni in casa nostra. Conobbe molti soldati ed Ufficiali (specialmente di colore) coi quali ben parlava l'inglese: spesso faceva ascoltare loro un po' di musica da una vecchia radio che aveva nel locale. Ogni tanto qualcuno non voleva pagare e lui con molta "gentleness" (cortesia) si faceva rispettare.
Il periodo bellico fu sinonimo di restrizione a

           

tutti i livelli e, per le terribili condizioni di vita, il baratto era ritornato di moda. Il nostro esperto gelataio, persona generosa ed incline al bene, altruista e sensibile, spesso donava gratuitamente il più dei suoi averi ed alimenti a chi ne aveva veramente bisogno. Il ricovero antiaereo era ubicato quasi di fronte alla sua abitazione; alloggiava a fianco del secondo negozio, al 1 ° piano, in via Roma, nel palazzo della ex sede della Democrazia Cristiana. Intavolò buoni rapporti (anche di lavoro) con Ufficiali americani, i quali anche quando si trasferirono sul fronte di Cassino, vollero i suoi gelati che venivano trasportati sumezzi a "stelle e strisce" da Torre alla cittadina frusinate. Purtroppo molti soldati passati dal suo locale, morirono sul dannato fronte a difesa dell'abbazia di Montecassino.
Il suo tempo l'ha vissuto in una città tranquilla e rispettosa. Via Roma coi suoi negozi ed abitazioni a livello stradale si rifletteva in uno storico e tradizionale splendore.
Don Michele, ricordato anche come "'u gelataro" fu un vero galantuomo ossequiato, amato e rimpianto.
Ben coltivò l'amicizia e mai ebbe difficoltà coi "rivali" gelatai-pasticceri, fra cui i fratelli Carbone, i Romano, i Vitiello, i Bianco, i Palumbo (del "Gran Caffè"), ecc.
Sportivo e tifoso della Turris sin dai tempi del mitico campo "Fienga", trascorse una vecchiaia non molto felice per varie vicissitudini personali. Se ne andò, lasciando la vita terrena, in modo sereno come tutte le persone perbene.
"A lui - afferma il figlio Francesco - devo la maggior parte del successo in politica".
Il simpatico Francesco vanta, inoltre, un buon passato di sportivo praticante. Iniziò coi campionati studenteschi nel lancio del disco. In seguito nel lancio del martello (record campano, categoria "Allievi") con la casacca della Polisportiva Libertas di Torre del Greco. Passò alla palla ovale nelle file della Partenope (il rugby sarà sempre la sua passione). Dopo sei mesi nella rappresentativa campana, fu due volte campione italiano della "Coppa Cicogna".
Poi passò al Cus Napoli e Nazionale Militare, fu allenatore-giocatore della Lions Torre Greco con due promozioni in C1 e "Under 19". Rimase imbattuto con molte squadre.
Fino a due anni fa allenatore della Partenope "Under 18", molti suoi "boys" giocano ancora in serie superiore.