Michele Polese,
alias "Chiachiello"
di Peppe D'Urzo
Fra i tanti che, con vera passione, sudore della fronte e numerosi
sacrifici hanno dato tanto quanto hanno potuto alla gloriosa compagine "corallina", dimostrando un forte attaccamento e cercando di portare
sempre in alto il nome della Turris, vogliamo omaggiare il fortissimo e
grintoso difensore Michele Polese.
Nato a Torre del Greco il 02.07.1940, da Luigi, venditore di frutti
di mare in via Roma angolo gioielleria Carbone, dal 1950 agli inizi
degli anni '70; per ben due volte vincitore del miglior banco
(all'esterno) di vendita di mitili ed affini in occasione di festività
natalizie e "Festa dei 4 Altari"; anche la moglie collaborava allo
sviluppo dell'attività commerciale. Due figli: Michele e Paolo. Non tragga in inganno il
termine "Chiachiello" (nel nostro dialetto equivale a uomo di poca
considerazione), in quanto Michele se lo porta addosso da quando è nato
fino ad oggi; egli viene così chiamato, poiché il nonno Michele,
venditore di castagne ("vrole" cioè caldarroste) e di
melloni nei
periodi estivi in p.zza L. Palomba, quando pesava la gustosa merce, non
aggiungeva mai una castagna in più o in meno al peso dovuto; per cui
qualche buontempone d'epoca, lo etichettò con "Uah, sì proprio 'nu chiachiello, come dire l'onestà, nel corso del tempo, non ha mai pagato.
Michele originario di 2° Vico Abolitomonte, inizia a 15 anni a giocare
nella Fiamma (settore giovanile), squadra creata ed allenata dal rag. Vincenzo Abbagnano, Presidente P.le Agozzino e dirigente A.llo Paudice; a 17 anni
passò nelle file della Turris, dopo essere stato visionato da Mr.
Catello Carubbi ("Llly", 1921/1995) e divenne un ottimo terzino
ambidestro anche con mansioni di libero.
Nel 1958/59 fu lanciato in
prima squadra, unitamente ai Capano, Coscia, Scognamiglio e Sorrentino;
rimarrà nella Turris sino alla stagione 1962/63. Nel 1959/60 fu
acquistato dalla Scafatese (IV serie; all. Mike), ma dopo il
precampionato ed una gara amichevole con la Turris al "Liguori", dovette
far ritorno a Torre, poiché il padre Luigi fu preso dalla polizia
durante il coprifuoco della sera dei tumulti, scaturiti dallo sciopero
dei marittimi in città (giugno '59).
Fu una vera occasione mancata, un probabile rilancio nel mondo del
calcio verso lidi più ambiti, ma dovette farlo per esigenze familiari;
riuscì, con abnegazione, a superare quel difficile periodo fino alla
scarcerazione del genitore, coinvolto, suo malgrado, in qualcosa che
neppure lo interessava. "Chiachiello" si tirò su le maniche e continuò
l'attività paterna; di notte andava a comprare i frutti di mare e dopo
averli ben bene lavati, li vendeva, dando la classica voce (ereditata dal
padre): "'I vermicelli 'ncopp 'a pasta...ssò chiene cheste...:".
Finito il lavoro, specialmente di domenica, quando la Turris disputava
incontri interni, con un panino nello stomaco, correva al campo a
giocare.
Poi, passò per due anni alla Caivanese, altra piazza calda ed
appassionata; vinse due campionati, con altrettanti spareggi persi per
la IV serie; nel 1965/66 ritorna nella Turris, disputando le non felici
gare allo stadio "Collana" di Napoli (Turis-Sessanta 0/1
e Turris-Paganese0/1 per la scalata alla serie superiore; non vi riuscì
ed il rammarico gli è sempre rimasto dentro. Ha fatto parte della
rappresentativa vesuviana campano giovanile (con i vari Porro, P.le
Ancona, passato alla Fiorentina, Wilson (alla Lazio) risultando il
miglior terzino, e nella rappresentativa campana di Promozione, giocando
con G.D. Marzio (mediano), Sommella, Martino ed altri. Durante la lunga
carriera i ricordi sono tanti; gli sono capitati diversi episodi: cose simpatiche e particolari.
Per la Turris si davano tutte le sudate
energie corporali, e, per ogni giovane, era un onore indossare la gloriosa
maglia color rosso corallo; per lei si dava tutto, e si giocava
stoicamente, qualche volta, con due scarpette uguali...; si sopperiva,
poi, con collette fra i compagni di squadra a comprare ciò che mancava;
quelle partite in casa e fuori, le vittorie erano d'obbligo...
Era sempre lui, dentro e fuori le mura amiche, nelle gare in cui il
risultato stagnava sul pareggio (in genere, sullo 0-0) a recuperare
palloni usciti fuori le linee perimetrali, e ad effettuare, per non
perdere tempo, le rimesse laterali.
Per essere d'ausilio alla famiglia,
ha quasi sempre non accettato l'ingaggio che gli spettava; preferiva,
chiedendo, laddove era possibile, una sistemazione lavorativa. Entrò
nella S.A.M. (Società Autostrade Meridionali) come esattore; a tal
proposito è sempre grato ad un compagno di squadra che, fraternamente
gli diede una mano; per diciotto anni ha gestito un Circolo
ricreativo D.C. in via Cappuccini. Fra gli allenatori ricorda
particolarmente P. Manola, R. Vignolini, A. Capolino, A. Valese, B.
Gianolli; fra i calciatori più anziani: Santamaria, Ciliento, Bernini,
Montanaro e Lancellotti che lo hanno sempre spronato a dare il meglio
dentro e fuori il rettangolo di giuoco, e tra quelli più giovani Tortora
("Ciccio"), Oriente, Ventimiglia, Ghidi, Russo, Finamore, ecc. |
Le
foto: Michele Polese ("Chiachiello") in casacca "corallina"; in azione al "Cocozza"
di Portici; in una formazione della Fiamma; in una formazione della Turris
(1965/66).
Nel suo lungo percorso calcistico rimembra alcuni validi avversari come
l'ala Giannini (ex Salernitana
in B), attaccante della Palmese e Nedi della
Flegrea, che gli procurarono qualche affanno; ha subito una invasione di
campo a C.mare di Stabia in Liberlas Stabia-Turris 1-4 (1961/62); due goals
all'attivo contro l'Ischia
Flegrea, (1959/60 Turris-Ischia 1-2) su punizione e contro l'Aenaria (1962/63, Turris - Aenaria
3-1): "Un bolide di Polese da circa 30 mt. sorprendeva l'esterrefatto De Santis,
portiere dell'Aenaria".
Altra
invasione in Acerrana - Caivanese 1-2 (nuovo campo in erba);
i tifosi locali ruppero tutto; usci all'una di notte dagli spogliatoi,
scortato dalla polizia.
Coniugato nel 1966 con Concetta Rega. Hanno avuto quattro figli,
tre femmine e un maschio, tutti sposati e sette nipoti di cui Ludovico di
nove anni gioca nella Scuola Calcio Club Napoli di Alfredo Ballarò. Michele,
che ha continuato a divertirsi col pallone in vari tornei e con la squadra
dell'Autostrada nel ruolo di libero, nostalgicamente si tuffa nel calcio di
una volta, definendolo diverso da quello di oggi. La prima differenza era il
pallone; erano guai, se lo prendevi in fronte...; v'era il sacro rispetto dei
ruoli; l'ala non tornava, il mediano sosteneva la difesa, il centrocampista
avanzato "illuminava" gli attaccanti, il centromediano era il "faro" della
difesa, ecc.; si vedevano più tiri in porta; il calcio attuale si
sviluppa troppo a centrocampo...
Dagli archivi giornalistici emergono alcuni
articoli: "La difesa è imperniata su due mastini quali Milone e Polese" -
"Il bravo Polese rappresenta una valida garanzia ed un puntello assai valido
per la retroguardia torrese" (1961/62, 1^ ctg. "C"). "Nella Turris hanno fatto
spicco: Milone, Polese, Porpora, Nappi e Di Costanzo. Il bravissimo terzino
Polese ha dovuto giocare all'ala per l'infortunio subito al braccio"
(1962/63).
"Polese e Martino, i due giovani giocatori torresi che hanno degnamente
difeso i colori della Rappresentativa Campana Dilettanti (sconfitta
inopinatamente ai calci di rigore), sono stati unanimemente riconosciuti
dalla stampa sportiva specializzata di tutta Italia, come due autentiche
promesse" (lunedì 18 febbraio 1963, Roma/sport").
"Una nota particolare hanno
meritato nei primi 45' due ragazzi in gamba Polese e Capano. Si è rivista la
coppia della Fiamma: Napoletano-Polese, una coppia che farà fortuna sotto
le direttive di Giacomino Busiello" (Promozione, "B" 1958/59.
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