Monsignor
Giuseppe Liguori
di Peppe D'Urzo
Vogliamo ricordare Mons. Liguori in occasione della festività religiosa di Sant'Anna del 26 luglio,
celebrata nella parrocchia di Santa Maria del Principio e nella chiesa
di San Vincenzo a Postiglione in via Mortelle (con processione in zona
litoranea), umile servitore di Dio. Era nato a Torre del Greco il 13
Dicembre 1876 (ed ivi deceduto il 27 gennaio 1954) da Gennaro Antonio e
Colomba Langella in Largo Fontana.
A dieci anni è ammesso quale convittore nel seminario di Napoli. Gli
viene conferita la tonsura (rito sacro cattolico consistente nel taglio
di capelli, mediante il quale il fedele diventa chierico) con gli ordini
nel 1893. Ordinato suddiacono il 18 dicembre 1897 da sua Eminenza Mons.
Vincenzo Sarnelli. Nel 1898 venne ordinato diacono del Cardinale
Giuseppe Prisco, fu ordinato sacerdote nel 1900 e nel 1903 sostenne gli
esami predicazione e teologia morale per la confessione. Per sua
personale e ponderata scelta dopo la morte del parroco Ciro Pepe, nel
1915 fu inviato nella chiesa di Santa Maria del Principio, da tutti
conosciuta come la chiesa di Sant'Anna (la santa che protegge le
partorienti), da sempre venerata e celebrala in questo tempio religioso.
Ne divenne parroco con nota n. 353 della Segreteria di Stato di Sua
Santità nel 1917.
Iniziò il suo operato in condizioni di assoluta precarietà. La zona
era deserta e poco popolata. Vi esisteva solo una piccola via che
costeggiava un grande fossato nel quale
venne
raccolta tutta la cenere di una precedente eruzione del Vesuvio. Questa
larga e profonda fossa fu trasformata in villa comunale grazie
all'allora sindaco Luigi Palomba in carica dal 6 luglio 1921 al 31
ottobre 1926.
L'attuale via Cesare Battisti (nome di uomo politico e patriota
italiano: Trento, 1875 - 1916, condannato all'impiccagione
dagli Austriaci nella Prima Guerra mondiale) non c'era; fu edificata
negli anni '30 dal regime fascista. Questo era in linea di massima il
vacillante e traballante scenario che si presentò agii occhi di questo
coraggioso prete che munito di notevole spirito di sacrificio e volontà
divina, si impegnò con tutte le sue forze per la ricostruzione di questo
esacerbato luogo. Nell'immediato dopo guerra dell'ultimo conflitto
mondiale si dedicò alla ricostruzione della chiesa che nel settembre del
1943 a causa di una bomba caduta a ridosso del tempio registrò numerosi
danni all'interno.
Fece dipingere le strutture esterne ed interne, facendo collocare la
statua della Madonna dietro l'altare centrale. Si attivò anche per far
allargare la strada (che porta il nome di Santa Maria del Principio) e
la piazza antistante la parrocchia nei cui pressi sotto l'attuale
scalone che porta in villa (al presente, via Riscatto Baronale) sorsero le
scuole all'aperto con indirizzo professionale marittimo e i campi
"Dux" con saggi
ginnici per giovani e studenti che gareggiano in nome della cultura e
dottrina tipiche di quell'epoca.
Don Giuseppe, ritiratosi in serena ed appagata abitudine in questa "church",
si dedicò con ricerche ed approfonditi studi sugli aspetti storici della
zona che era abbastanza vasta. Riuscì a stabilire le origini della
scoperta della statua della Madonna del Principio, legata al monastero
degli "Zoccolanti" (Monastero dei Francescani Minori Osservanti; lavori
iniziati il primo maggio 1578 e terminati il 19 Giugno del 1825) attiguo
alla chiesa della Madonna delle Grazie in via Colamarino. Approfondì le
origini della chiesa di San Pietro a Calastro che fu il luogo del
litorale torrese in cui l'apostolo Pietro sbarcò nel recarsi a Roma. Il
9 giugno 1950 in occasione dei suoi cinquantanni di sacerdozio fece
benedire la "Casa del Fanciullo" dal Cardinale Alessio Ascalesi,
e, nella circostanza, vi fu una rappresentazione teatrale del gruppo filodrammatico "Loreto Starace" dal titolo "Albori di fede nella rada di Calastro", due quadri
storici di Monsignor Giuseppe Liguori; primo quadro, "Sbarco di S.
Pietro a Calastro"; secondo quadro, "Apparizione della Madonna alla
Muta". Scrisse inoltre, "Il presepe - Note di storia e di arte", anno
1927 e "Attraverso la storia e la tradizione", anno 1925.
Uomo di immensa bontà, aiutò i poveri; umile, dolce, paziente, buono e
pieno di umanità. |
Le foto: Mons. Giuseppe Liguori; Interno di S. M. del
Principio prima e dopo dei lavori di ristrutturazione.
In buoni rapporti con le autorità locali; scrittore e poeta appassionato
di presepi. Competente di pastori del '700. Uomo di cultura e ideale
confessore per tutte le esigenze umane.
Al
funerale i giovani che tanto amò, della "Loreto Starace" (associazione
cattolica sorta in seno alla parrocchia di S. M. del Principio il giorno
9 maggio 1937; primo Presidente il giovane e attivo Ciro Cirillo)
vollero portare il suo feretro a spalla fino al cimitero.
Nel trigesimo della sua morte la Giunta parrocchiale dell'Azione
Cattolica così lo volle ricordare: "Sacerdote infaticabile e zelante, uomo paterno e comprensivo, dolce nella
luminosità del suo perenne sorriso. Parroco esemplare ed operoso; i
fanciulli e i giovani erano la sua predilezione. Animo nobile e squisito,
aperto a tutte le forme dell'arte e della cultura.
Nei suoi 53 anni e più di sua feconda vita apostolica non ebbe altra
aspirazione che questa: condurre tutti a Cristo perchè in tutti regni,
sovrano, l'azione di Dio."
Fu sostituito da Don Salvatore Maglione, divenuto
parroco nel 1954, considerato un "pezzo di Torre" che con l'aiuto di
Monsignor Nicola Ciavolino (1943-1992), definito "benemerito
dell'archeologia cristiana", ha continuato la pia opera di Don Giuseppe
Liguori.
In seguito, con il trasferimento di Padre Giorgio Cozzolino per nuovo
incarico a Città del Vaticano, la comunità parrocchiale di S. M. del
Principio ha, da novembre 2001, un nuovo parroco: Don Luigi Magliulo ; a lui il
compito di tenere sempre più unita la comunità già ben incamminata con un
passato che può definirsi glorioso e giustamente orgoglioso delle sue
tradizioni. |