'U
Municipio
di Peppe D'Urzo
Siamo alla fine del
'44, inizio del '45 e la guerra per noi gente del sud è solo un ricordo,
purtroppo un brutto e triste ricordo. La nostra città comincia pian
piano ad uscire dal tunnel e a sollevarsi dalla fame e dalle luttuose
rovine grazie agli aiuti delle forze armate. A Torre, dopo un periodo
militare governato da un colonnello inglese, viene eletto sindaco il
dottor Francesco Brancaccio (nota prefettizia del 20 marzo 1944), il
quale profonderà tutte le proprie energie per lo sviluppo cittadino. Il
segretario generale era Alfredo Telesca, coadiuvato dal capo archivista
don Alberto Di Martino ed il vice segretario era un certo De Mattia (di
Napoli).
In questo periodo l'Ente comunale ha bisogno di gente valida per una
nuova organizzazione che dia sicurezza e lavoro per migliorare le
condizioni della comunità, uscita "distrutta" dal terribile conflitto
che continuava al centro e nord Italia. Molti furono gli sforzi degli
uomini politici, a prescindere dagli ideali, che si impegnarono nella
seppur lenta ripresa della città. Fra gli amministratori di allora si
ricordano Ciro Cirillo, gli avvocati Giglio e Raffaele Torrese e
altri.
Alcuni giovani, provvisti di buona volontà e capacità a ben attivarsi,
entrano a far parte della famiglia lavorativa del Municipio di Torre del
Greco. Fra essi, vogliamo qui menzionare il tenace e risoluto Vittorio
D'Alessio, nato nel 1926 da Pietro (per gli amici "Vittorio") e da Rosa
Bologna, originario di via Roma presso "'u furno 'i
Mancini" e poi al Corso Avezzana nel palazzo della cantina-ristorante di
don Gennaro Ubaldo, soprannominato "Pellicchiello", (attuale
esercizio commerciale "La Cosmetica"; fu bombardato da un aereo tedesco
nel 1943). Due, i
figli: Grazia (deceduta) e Vittorio.
Pietro, personaggio molto
conosciuto, era commerciante di coralli con locale di gioielleria in via
Roma (al presente elettrodomestici Benevento) dal 1922 al 1930. Accadde
che un camion con i freni bloccati entrò nel negozio, arrecando
notevoli danni. Egli fu preso dai tedeschi verso la fine dei mese di
settembre '43 e caricato su di un camion, fu rilasciato a Portici. Ebbe
un importante incarico dal sindaco Brancaccio: controllare i prezzi di
mercato per i generi alimentari. A sue spese, inoltre, inviò presso il Convento-scuola delle Suore Battistine varie cibarie.
Durante la permanenza degli Alleati in città, conobbe un Ufficiale
inglese che portava sempre con sé nel portafogli la foto della moglie.
Il suo desiderio era di avere un cammeo con l'immagine della sua
cara compagna. Il buon Pietro l'accontentò. Infatti un esperto incisore di allora
riuscì nell'impresa, con i ringraziamenti dell'Ufficiale di Sua Maestà.
Fu premiato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi alla XX
Mostra dell'Artigianato a Firenze nel 1956. Presidente
dell'Artigianato
dell'Artigianato torrese, fu premiato anche dalla Confederazione
Generale dell'Artigianato Italiano con diploma di benemerenza per l'anzianità
lavorativa di padrone di bottega (Roma, 10 maggio 1953) e morì il 29 gennaio 1964.
Vittorio, rievoca un po' della
spensierata gioventù di quando, prima di essere assunto al Comune, andava alla scuola elementare in via V.
Veneto e all'Avviamento (Preside Vincenzo Grillo) in Viale Castelluccio.
Durarle le terribili incursioni aeree, i ricoveri ove si rifugiava con la
famiglia erano ubicati in via Roma (palazzo dell'ex sede della Democrazia
al Corso Avezzana di fronte a "Pellicchiello"). Nel corso, poi, dei rastrellamenti dei militari tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, rimase nascosto per 7-8 giorni in un pozzo in via Sedivola;
riuscì a cavarsela. In seguito la città fu liberata dagli
anglo-americani e si cominciò a respirare aria nuova. La cenere del
Vesuvio, dopo l'eruzione del marzo 1944, è un altro indelebile ricordo;
essa cadde a Torre e si accumulò sui palazzi e nelle strade, e il cielo,
per qualche giorno, divenne di un grigio cupo e tetro.
Alla fine del '44 fu ingaggiato all'Ufficio comunale di Razionamento.
Erano ancora in distribuzione le famose tessere annonarie per la
razionale distribuzione del cibo, in seguito ai Tributi, alla Segreteria
Generale e nel 1955 all'Ufficio Tecnico. Quest'ultimo era diretto da un
solo impiegato: Mìmì Valente e dalla cosiddetta "squadra in economia",
composta da 25 elementi.
Dopo il suo pensionamento, nel 1946 fu indetto regolare concorso ed il
responsabile fu Antonio Accardo il quale con l'aumento demografico e le
esigenze del popolo, chiese altri collaboratori che furono: Giovanni
Ricciardo (inizio anni '50), Armando Sammartino e nel '55 il nostro
geometra Vittorio D'Alessio, proveniente dalla Segreteria Generale, ove
già operavano A. Balbi, M. Loffredo e L. Sorrentino. I dirigenti
dell'Ufficio Razionamento furono il cav. Armando Maglione, il rag.
Giuseppe (Peppino) D'Istria e Carlo Senatore (Direttore, poi, del
Mercato Ortofrutticolo).
I collaboratori: V D'Alesio, Alessandro Manca, A. Schiacchitano,
Francesco Pirone e G.nni Mainiero. Alcuni fra gli operai della "squadra
in economia", adibiti ad interventi ordinari e straordinari
(manutenzione delle strade, scuole, fogne, ecc.) furono "Mastu Luigi
Dato" (capo-squadra), poi, Francesco (figlio), Giuseppe Dato (fratello), Antonio
Anno, Vincenzo Nebbione, Salvatore Petrucci, Giovanni Romano, "Mastu
Giorgio Vitiello" (capo falegname). Dopo il suo decesso: Nicola
Panariello; Antonio Liguoro, Mímì Loffredo (detto 'u figlio 'ddu
tamburiello", in quanto il padre suonava il tamburo nella banda musicale
di Torre del Greco) e gli elettricisti: A. Mazza e C. Torrese.
Nel 1958 Vittorio partecipò, unitamente ad altri dipendenti comunali, ad
un incontro con l'onorevole Crescenze Mazza, presso l'hotel Santa
Teresa, il quale assicurò il proprio interessamento alla approvazione
degli "avventizi". In data 1 febbraio 1959 il nostro geometra fu,
promotore del Circolo Dipendenti Comunali che si inaugura al Corso V.
Emanuele n. 118 (sotto l'ingresso ad arco che immette all'ex l'arco Bonanno) con la presenza
del sindaco Raffaele Capano (Assessore Bartolo Palomba e di Autorità
civili e religiose (Mons. Stefano Perna). Il Circolo rimase in vita per
4-5 anni.
Siamo nel 1970 e l'Ufficio Tecnico si trasferisce in Largo
Costantinopoli ("Mmiezo 'a Santa Maria") in un antico edificio (ex
caserma dei Regi Carabinieri ed ex sede dell'Istituto Nautico dislocato,
poi, in via Madonna del Principio), attiguo alla vecchia e caratteristica
pescheria comunale.
Per tamponare un po' di disoccupazione, per
disposizioni amministrative sopraggiunsero i "cantieri di lavoro"
(a capo v'era Dante Esposito).
In questo periodo furono anche assunti al Comune impiegati che
usufruirono di normative statali (legge di invalidità civile e
militare): Vittorio De Spirito, Giuseppe Cetronio, Alessandro Manca,
Armando Sammartino, Guerino Spina.
Riordinando un po' le idee, al Cav.
Vittorio D'Alesio vengono in mente i tanti colleghi di un tempo, che,
nonostante tutto, hanno scritto molte pagine di storia della locale
municipalità. Una vera ed unita famiglia, ingranditasi nel tempo (in
special modo con la legge 285 agli inizi degli anni '80); a prescindere
dalle capacità professionali, erano uomini seri e lavoratori
responsabili (senza nulla togliere agli attuali) sui quali gravava il
funzionale onere della "macchina" comunale. |
Vanno quindi ricordati con affetto e stima i vari Giovanni Ricciardo
(Ufficio Tecnico ed Anagrafe), il sempreverde e gioviale Liborio
Sorrentino (segreteria Generale ed Anagrafe), Alberto Mennella
(Archivio e Protocollo),
Antonino Carmosino, Assunta Mazza (figlia del poeta Giovanni Mazza, al quale
nel 1957 fu dedicata la Scuola Elementare 1° Circolo in via Vittorio
Veneto), Francesco Basile (usciere), Antonio Garofalo (messo
notificatore), Argento Cipriano, Antonio Accardo (Dirigente dell'Ufficio
Tecnico), Ugo Borriello, Ciro Rivieccio, Gennaro Del Gatto, Domenico
Boccardo, Giuseppe D'Apnea e la sorella Enzina, Maria Balbi in Senatore,
Titina Loffredo,
Lina Betrò, i fratelli Fulvio e Italo De Angelis (Segreteria Generale), Salvatore
Sansone, Leonardo Langella (Ufficio Elettorale), Silvio Cacace (alias "Paul
Newman", a parere dello scrivente), Atelio Rizzardini (profugo istriano o
polano), Gabriele Ignarra, Matteo Busco, Luigi Mazza (Anagrafe), Mario
Loffredo (Segreteria Generale, Luigi Russo (Stato Civile), Antonino Di Lecce
(Ufficio Tecnico), Pasquale Bianco (Ragioneria), Giovanni Eco (Anagrafe),
Alfonso Palomba (Ragioneria), Gennaro De Simone, Francesco Palomba
(Tributi), Giovanni Mainiero (Ufficio Tecnico), Angelo Mazza, Lello
Giampietro (Tributi, fratello del Direttore didattico della "Don Bosco"),
Aniello Sciacchitano, Osvaldo Sallustio (Responsabile N.U.), Francesco Faneli
("Cíccillo", grande appassionato di cose antiche), Giuseppe Cutolo
(Anagrafe), Ugo Andreotti (Ragioniere capo), l'affabile Carlo Senatore
(Razionamento e alla direzione del Mercato ortofrutticolo), Luigi Intoccia,
Giuseppe Sorrentino "'u spruoccolo", Placido Sorrentino (capo squadra),
Giuseppe Raiola, Giuseppe Sorrentino ("Peppino", Ragionere), Carlo Silvani
(usciere), Alberto Carmosino, Vincenzo Vitiello, e Raffaele Di Stasio
(entrambi direttori del Cimitero), Salvatore Esposito (" 'u centrillo", capo
usciere), Francesco Carotenuto (capo ripartizione VV.UU.), Vincenzo
Sorrentino, Michele Grillo, Leonardo Mazza (ragioniere capo), Raffaele
Vitelli (razionamento, poi rappresentante dell'Elvea), Raffaele Del Gatto
(passato in seguito alla Corte dei Conti a Napoli), Eliseo Saggese (Ufficio
Sanitario), Tristano Delloioio (macello), Alberto Russo (Archivio e
Protocollo).
Fra le guardie municipali: il comandante Enrico De Gaetano, Franco Rota,
Giggiano Borriello, Scognamiglio, Colantonio, i Giobbe, Abilitato, Mario
Cacace, Ignazio Tredicucci, ecc..
Fra i vigili sanitari Mimì Porzio, Aniello D'Urso, il dirigente cav. Berardi,
Bartolo Palomba, capo carceriere al tempo del carcere mandamentale all'esterno
del Comune a piazza Plebiscito.
Sindaci furono Francesco Brancaccio, Gr. Uff. Crescenzo Vitelli, Antonio Brancaccio, Amerigo Liguori, Pietro
Palomba,
Francesco Coscia, Ubaldo Nardi, Mario Rotondi, Bartolomeo Mazza, Leonardo
Mazza, Raffaele Capano, Antonino Magliulo, Pasquale Accardo, Mario Auricchio, Franco
Palomba, Ciro Ferrer e Francesco Di Renzo (Commissario Prefettizio).
Segretari e vice Montecalvo, Fontanarosa (ragioniere capo), Amato D'Ermo (di
Pompei), Enrico Battista, Alfonso Cirillo (di Torre Annunziata), Vito Antonio
Battisi, Pecoraro, Stefano Sorrentino (Segreteria Generale).
Ecco in linea di
massima "quelli di una volta" (con tantissime scuse a chi non è stato
menzionato.
A coloro che operano oggi e portano avanti !'ingranaggio comunale, vada un
grosso in bocca al lupo a sempre meglio attivarsi per la comunità.
Concludendo, abbiamo ricordato i dipendenti "storici" del Municipio di Torre
del Greco, grazie ad un accurato "amarcord" del Cav. del Lavoro Vittorio
D'Alesio, persona provvista di garbo e signorilità, che ha trascorso una
vita all'Ufficio Tecnico (Concessioni edilizie), lasciando il testimone alle
giovani leve: Vincenzo Visconti, Salvatore lennaco, Cardoncelli, Vincenzo Sannino, Emilio Adami, Vincenzo Abilitato, Salvatore Mazza ed altri.
Impegnato anche in altre ripartizioni, in pensione dal dicembre '91.
Militare in Esercito nel 1948, coniugato nel 1950 con Barbara Porzio. I suoi
figli sono Piero, geometra al Comune, Salvatore, impiegato ai Servizi
Sociali, Francesco, saltuario, Rosa, insegnante e Assunta, casalinga.
Altri
ricordi: per i lavori al Castello Baronale, gli uffici furono trasferiti in
via C. Battisti (e piazzale) per 2 o 3 anni.
Le mostre mercato dell'artigianato e delle attività produttive meridionali
nel 1962 (sindaco Antonino Magliulo, Presidente comitato feste, turismo e
sport Antonietta Matachione) e nel 1963 (sindaco Attilio Antonino Magliulo e
Presidente Bartolo Palomba) ed il passaggio degli uffici comunali all'ex
complesso "La Salle" in via A. De Gasperi nella metà degli anni '80.
Le foto mostrano: Il
Municipio (ex Castello baronale) agli inizi del 1900; un gruppo di
dipendenti all'albergo "Santa Teresa" con l'on. Crescenzo Mazza
(1958); il Palazzo di Città a " La Salle"; il geometra Vittorio D'Alessio
con un gruppo di dipendenti (1984). |