Nunziata
Cacciuottolo (detta "Nunziatina")
di Peppe D'Urzo
E' la storia di una donna semplice, onesta e linda che nel corso di
varie vicissitudini che la vita destina ad ognuno di noi, è riuscita,
con l'ausilio del marito, a tirar su una famiglia numerosa. Questa donna
che conserva ancora il pieno senso della vita, è briosamente vispa ed
espressiva. Intensi e vividi sono i suoi ricordi dalla gioventù fino
all'oggidì. Il suo nome è Nunziata Cacciuottolo (detta "Nunziatina"),
nata a Torre del Greco il 10.07.1921, da Gennaro, marittimo nostromo, e
da Rosa Scarfogliero, casalinga.
Originaria di III Vico Agostinella; era coniugata con Aniello Vitello
(13.01.1915, Torre del Greco, 25.07.1988), detto: "Sciacquetta",
marittimo (reparto coperta) con la società di navigazione genovese
"Carlo Cameli". Nove i figli (sei maschi e tre femmine), quaranta nipoti
e cinquanta pronipoti, e tra non molto nascerà un figlio ad una
pronipote. Durante il triste e luttuoso periodo della II guerra mondiale,
Nunziata abitava con la famiglia in vico Sportiello ove all'inizio sulla
sinistra v'era una grotta ("grotta Sportiello") di montagna lavica,
probabilmente risalente all'eruzione del Vesuvio del 1794, scavata nel
sottosuolo ed adibita a ricovero antiaereo. Qui, per ripararsi dalle
micidiali incursioni aeree, trovavano rifugio molte persone della
zona...; questa grotta "sbucava" in via A. Luise.
Nel corso di quel terribile bombardamento avvenuto alla vigilia di
Pasqua del '43, la nostra intrepida "Nunziatina" corse, unitamente ai
componenti familiari e ad altri sventurati cittadini, verso il ricovero,
ma in questa concitata condizione, cadde e fu travolta dalla gente che
cercava disperatamente di guadagnare l'accesso alla grotta. Accadde che
molte famiglie del luogo non vollero qui entrarci, optando per un
ritorno alle loro abitazioni. II fatale destino volle, però, che questa
decisione, costasse la vita a varie persone, tra cui "Nardiello 'u
fuchista" e famiglia.
Fu una Pasqua insanguinata con la perdita di molte vite innocenti...
Poco prima del terrificante e folle bombardamento aereo del 13 settembre
1943 dalla villa comunale alla chiesa di S. Maria del Popolo ed oltre,
ella era ricoverata presso l'ospedale (sede distaccata degli
"Incurabili" di Napoli), attiguo alla chiesa; fu dimessa una settimana
prima che le bombe distruggessero quel meraviglioso e suggestivo tratto
del "Miglio d'oro" nel nostro territorio...
Intanto, il marito Aniello, figlio di Giuseppe e Raffaela Chiazzo, era
sotto le armi nel nel regio Esercito (cavalleria), richiamato,
nonostante fosse coniugato (matrimonio celebrato il 21.09.1939) e con
prole. Fu preso prigioniero dai tedeschi in quel Nord Italia ave si
continuava a combattere in attesa della liberazione alleata. Fu condotto
in Germania, e prima di arrivarci, riuscì con altri commilitoni a
scappare e darsi la fuga; fu considerato "disperso"; fortunatamente con
l'aiuto del Buon Dio, fece ritorno a casa con gli anglo-americani a Torre
del Greco. Aniello, degna persona, uomo di rispetto e dedito alla
famiglia e al lavoro, fece il muratore e poi il marittimo.
"Nunziatina"
continua con "Touchant" narrazione, alla presenza dei figli maschi che
la sostengono per meglio rimembrare i "fatti e fatterelli" del passato e
a ricordare altri spaccati di vita vissuta.
Tra una pausa e l'altra ed una buona tazza di caffè fumante, vengono in
mente, nonostante il tempo trascorso, i giorni infelici ed i
rastrellamenti dei soldati germanici in città, dopo l'armistizio dell' 8
settembre '43 in cui gli italiani furono lasciati al proprio destino...
Il timore regnò
sovrano... Molti torresi trovavano rifugio ove potevano; molti si
nascosero giù al cimitero (nicchie, ecc.), nei pozzi (ricordati come
"piscine") degli androni e nei giardini dei palazzi; nell'ex caserma
della Guardia di Finanza al C.so Cavour si nascosero molti uomini e
giovani. I tedeschi, armati di tutto punto, si recarono anche al
cimitero per "stanare" quelli che vi erano nascosti; qui un vicino di
casa di Nunziata, un certo F.sco Medio, ricordato come "Ciccillo 'u pezzecato" vi rimase per venti giorni
circa, e, riuscendo ad intuire le mosse degli ex camerati, riuscì
a farla franca e si salvò... Dopo tanta paura col rischio di essere
presi ed inviati nei territori del Terzo Reich,
arrivarono gli alleati ("I liberatori") che transitarono all'angolo di
c.so Umberto con via Beato Vincenzo Romano, alias "Ncopp 'a uardia",
lanciando alla festante gente sigarette, biscotti, caramelle,
chewing-gum, ecc.
In città si cominciarono a vedere i soldati di colore, neri americani,
indiani coi loro classici copricapo ed altri soldati di varie
nazionalità; cominciò il "black market" con la vendita di alimenti, sigarette e quant'altro per la
sopravvivenza.
I morsi della fame continuavano ad imperversare...; ci fu
anche il tempo degli "attaques" ai camion a "stelle e strisce"; in uno
di questi, un suo cugino nel mentre "alleggeriva"un mezzo americano, nel
mettere le mani all'interno dell'abitacolo, fu colpito alle nocche da un
militare alleato ben nascosto che lo fece cadere a terra. Una volta il
marito di Nunziata, ritirandosi a casa con una notevole vena di
nervosismo, buttò per aria il banchetto per la lavorazione del corallo
della moglie; infatti, ella "bucava" l'oro rosso per arrotondare il
bilancio familiare, lavorandolo per una certa Carmela Scala; mentre, il
banchetto volava, Aniello inveì con modi poco gentili contro Nunziata.
Tale scenetta fu osservata da un vicino di casa, |
Le
foto: Nunziata Cacciuottolo ("Nunziatina") al presente; col marito Aniello
(in divisa da militare), e, in tempi più recenti; il fabbricato al C.so
Cavour n.7 ("'Ncopp `i ferri"), ove al primo piano vive "Nunziatina"
(ottobre 2004).
il quale tentò di provvedere con soldi a risolvere il tutto, invitando
"Nunziatina" a lasciare il marito; ma lei, dando fondo a tutte le sue
energie e al proprio orgoglio, gli rispose che il marito era uomo quattro
volte...
Un altro doloroso momento della sua vita fu quando il figlio Gennaro
(partorito in casa nel 1944, oggi
pensionato, ex dipendente comunale, padre di Ciro, classe 1973, giocatore
nel ruolo di difensore della Turris nelle stagioni 97/98, C/2 e 2004/05, Serie
D) si ammalò con febbre alta dopo un bagno a mare; contrasse una brutta
infezione alle spalle (pleurite) che all'epoca (correva l'anno 1950) era chiamata "'A rezza areta 'i spalle"; Gennaro che aveva sei anni, fu curato
con mignatte (o sanguisughe, Hirudo medicinalis,
che attaccate alla pelle
né succhiano il sangue; ciò è possibile perché la saliva contiene una
sostanza anticoagulante del sangue, la "Virudina", che ne favorisce quindi,
l'uscita) e la penicillina (il primo antibiotico usato nella pratica su
vasta scala; il suo primo ricercatore fu A. Flaming nel 1929).
Per procurarsi quest'ultima ci volevano molti soldi; Nunziata fece salti
mortali, vendendo un piccolo mobile di valore ed un suo vestito. Nonostante
le dovute cure il piccolo fu operato due volte dai medici Brancaccio e
Accardo presso l'ospedale ubicato in villa comunale (attuale Istituto
Nautico) e guarì completamente dopo circa un anno. Infine, a proposito di
figli, generi e nuore, ricordandosi di un simpatico aneddoto, così lo
commenta, e cioè: "Un giovane della zona, onesto lavoratore, si sposò; quando
rientrava a casa la sera, trovava sempre la moglie avvilita e triste; la
suocera era morta ed egli per accontentarla, mise una foto della madre in
cornice, appendendola ad una parete della casa; costei si rattristò ancora
di più, in quanto si sentiva osservata dalla foto incorniciata che fece
togliere dalla parete dal marito, il quale spazientito le rimproverò: "Mammete
è morta e dici che te controlla, e se era viva che cosa le avresti
combinato...?".
Ecco, termina qui il colloquio con la vivace "Nunziatina" al cospetto dei
figli maschi, accorsi in massa per l'occasione, tra loro, qualcuno ci tiene
a sottolinearlo, ma la madre li rabbonisce, ricordando loro che le figlie
vengano a casa sua (al c.so Cavour n. 7, 'Ncopp 'i fierri") di mattina per
le pulizie. Concludendo e ritornando a ritroso al periodo dell'ultima
guerra, afferma: "La guerra è stata una follia, paura, pidocchi, fame e
sacrifici hanno accompagnato le nostre memorie ferite per testimoniarle
oggi, affinché non si fanno più a ripetersi...". |