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Pasquale Oculato 'u sciuraro

di Peppe D'Urzo

Ripercorrendo a ritroso, attraverso il filo conduttore della memoria e lungo il tracciato dell'umana esperienza, si fornisce il metro e la misura con cui la storia è vissuta giorno dopo giorno. Dai frammenti, ricordi, emozioni e ribellioni ripone nella memoria di ognuno, ricostruita l'esemplare immagine di Pasquale Oculato ("'u ciuraro"), decano dei fiorai resi. Nato a Torre del Greco da Antonio e Carmela Carito, che ebbero sei figli (due maschi e quattro femmine) il 4 maggio 1919 ed ivi deceduto il 17 ottobre 1999. Sin da ragazzo ha ereditato l'arte fioraia dal padre e dai familiari in genere. Nativo di via Curtoli dove il genitore conduceva un negozio (al civico 26 nuovo) con giardino interno. Di lì spesso passava il primo presidente della Repubblica italiana (dal primo gennaio all'11 maggio 1948), Enrico De Nicola, che aveva una villa a via Tironi; si intratteneva volentieri con gli Oculato e voleva molto bene a Pasquale.
Nel 1957/58 l'attività passò in via Roma (attuale negozio di  giocattoli) al servizio sempre di ottima clientela. Tutto terminò nel 1989. E' sempre vissuto in mezzo a piante, fiori (gradiva su tutti la strelitzia, pianta originaria del Sud Africa, sempre verde; il fiore che produce è simile alla testa di un uccello, denominata anche "Uccello del Paradiso") che ha sempre curato ed amato, sentendo il bisogno di occuparsene con amorevole attenzione. I suoi aggiusti e decorazioni, con marcati intenti estetici e simbolici, erano opere d'arte e in ciò lo aiutarono anche gli studi artistici. Era bravo in disegno, da cui attingeva notevole ispirazione.
Milite esente, ricevette durante il "ventennio" un premio di cinquecento lire e diploma di benemerenza per le sue doti e virtù nel campo fioristico: il meritevole riconoscimento gli fu consegnato dal Capo dello Stato in quella Roma dai "futuri destini". In più gli fu concesso un viaggio con permanenza nella favolosa Venezia.
Durante il nefasto periodo bellico, si recava spesso nel salernitano per reperire un po' di cibo (che scarseggiava) da portare a casa. Rimase nascosto col padre ed il fratello Vincenzo (ex concessionario d'auto "Innocenti" in via Roma, ex Pama calzature e Albanese abbigliamento uomo, deceduto) in una grotta (sottostante l'abitazione di via Curtoli) che fungeva da ricovero, durante i rastrellamenti dei soldati tedeschi alla fine del settembre 1943. Riuscì a salvare la pelle...
Nell'immediato dopoguerra trasportò fiori e piante su di un carretto, legato ad un motoscooter (era la mitica "Vespa'). Dal matrimonio con Clotilde Colamarino (classe 1931, da Antonio e Clotilde Sallustio, nipote di Osvaldo, uomo di gran rispetto e tutto d'un pezzo, responsabile  della NU nei tempi che furono) originaria del 2° Vico Abolitomonte, in seguito a via Scappi, località Lava nuova ("'Ncopp 'i briglie"); da ragazza ricorda i militari

tedeschi che si trovavano in zona, solo a vederli incutevano paura. Durante l'ultima eruzione del placido Vesuvio nel marzo 1944, si recò a Castellammare di Stabia coi familiari: sono nati Antonio (vigile urbano nella nostra città) e Melina (assistente sociale).
Il disponibile e buon Pasquale è stato un infaticabile lavoratore, ha frequentato (sempre alle prime ore del mattino) i mercati fioristici di San Giorgio a Cremano ("'a mmiez all'Arso"), Castellammare di Stabia, Napoli (Maschio Angioino) ed Ercolano. Le piante e gli abeti li acquistava a Pistoia (dove c'è uno dei più grandi mercati italiani di piante da giardino). Dopo averli caricati su camion, li portava a Torre nei vivai di via Curtoli, poi in via Purgatorio e in via Nazionale n. 189.
E' stato il fioraio di fiducia della "Motta", società di panettoni e gelati; era sempre chiamato per allestire feste, ricevimenti, riti religiosi e quant'altro (favolosi furono gli addobbi per il matrimonio di Peppino Di Capri ed altri illustri personaggi).
Fiduciario anche della Cassa per il Mezzogiorno, ha seminato e curato manti erbosi per campi sportivi (ex "Fiorelli" e lo stadio comunale "A. Liguori"), i giardini della Festa dei 4 Altari, alcuni alberi (un po' vetusti) in villa comunale, i giardini del cimitero nuovo, i depuratori, l'ospedale, e tante ville private della nostra città con prato all'inglese a cui mancava solo la parola. Ricevette un apprezzato attestato dalla "Fleurop" con invio di fiori in tutto il mondo. Appassionato di calcio, cui dedicava un po' del suo tempo libero, seguiva le sorti della Turris. Divenne grande amico, grazie al figlio Antonio, del giocatore Amedeo Fiorillo (centro-campista dai piedi buoni della Turris in serie C, dalla stagione calcistica '74/75 al '77/78) ed altri che lo hanno sempre ben stimato.
"Pasquale 'u ciuraro" è stata sempre una tranquilla e taciturna persona, provvista di grande altruismo, ha sempre fatto del bene al prossimo.
In ottimi rapporti con tutti i commercianti torresi del ramo che ne avevano grande rispetto e considerazione.
Una tangibile testimonianza sono stati i cinquecento e più messaggi di cordoglio per la sua dipartita, ricevuti (anche dall'estero) dai familiari che sempre lo ricorderanno per l'amore che aveva della famiglia, la gioia dei lavoro e il culto dell'onestà che furono realtà luminose della sua vita.