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Salvatore Scarfogliero
"Tore Pescosolido"

di Peppe D'Urzo

Un altro personaggio alla ribalta nel variopinto macrocosmo del tifo "corallino". E' stato, negli anni di presidenza di Di Maio e Gaglione, il capo-tifoso di piazza Luigi Palomba, uno dei rioni più "infuocati" della città. Si chiama Salvatore Scarfogliero ed è nato a Torre del Greco il 25/08/1927, da Ciro, marittimo/ingrassatore con la società "Italiay-(detto "'U americano", per i suoi trascorsi lavorativi in America, e precisamente a New York) e da Gemma Romano, casalinga. Coniugato con Anna Ascione, deceduta, ha tre figli: tre maschi e due femmine (una è deceduta) e sette dilettevoli nipoti.
Le sue origini natie sono di via A. Luise ("'Ascesa 'i Minicuccio", titolare di una salumeria in loco); scuole in via Teatro, C. Battisti, v/le Castelluccio ed in colonia in quel di Pozzuoli (zona Arco Felice) con la sorprendente visita del Duce.
Fino a 20 anni ha svolto l'attività di pescatore; militare in Marina a Venezia nel 1947 con ferma di leva di 28 mesi, imbarcato sui dragamine, poi operaio nei cantieri navali a Napoli; marittimo con la compagnia "Scicariello" di Napoli; operaio dell'Alfa Sud e pittore/imbianchino a Milano; il periodo del servizio militare lo annovera tra i migliori della sua vita. Pensionato a 54 anni.
La passione per la Turris gli è nata sin da ragazzo ai tempi del mitico campo "Fienga", raggiungibile il più delle volte a piedi e qualche volta in carrozzella, e dello stadio comunale "Amerigo Liguori" dagli inizi degli incontaminati anni '50. Tutti lo conoscono come "Tore Pescosolido", dal nome del calciatore Bernardo Pescosolido, nato a Terni il 18/12/1946, centravanti, proveniente dall'Empoli, alla Turris nella stagione calcistica 1972/73, serie C (28 presenze e 3 reti). Sul giornale "Il corallino" del 1980, Salvatore così dichiarò: "Mi hanno appioppato il nome dell'ex attaccante della Turris perché ero un suo grande estimatore. Un giocatore che non ha avuto fortuna a Torre del Greco; non è stato capito e appoggiato, malgrado lo difendessi a spada stretta contro chiunque, contro i tanti competenti da strapazzo. In questo paese siamo fatti così. Quando si indica "pollice verso" nei confronti di qualcuno è la fine. Il tempo, però, mi ha dato ragione, in quanto appena andato via da Torre, il mio... omonimo è ritornato il cannoniere di un tempo alla faccia dei suoi denigratori".
In un Turris-Trapani di qualche tempo dopo, al "Liguori" di Torre del Greco, il vero Pescosolido attaccante con la maglia della squadra siciliana, a fine gara salutò il nostro Salvatore, e per i due fu festa grande. Durante la dirigenza dell'ing. S.re Gaglione era socio sostenitore; andava in trasferta con la squadra ma senza mai intrattenersi nel ritiro dei calciatori; li lasciava in buon ordine; si allontanava per andare a mangiare da solo e a farsi il biglietto per assistere alla gara. Sempre fra i primi a contrarre l'abbonamento; stimatissimo dallo staff dirigenziale e dagli atleti in maglia "corallina". Un altro suo grande amico era Alberto Medeot, centravanti di "razza friulana" (nato il 20/06/1946 a Mariano del Friuli/GO, proveniente dal Trento, alla Turris: 72/73 e 73/74, serie C"C"). "Tore" lo invitò una volta a casa sua a pranzo; sua moglie preparò una succulenta zuppa di pesce, degna della migliore cucina tradizionale del nostro "melodioso" golfo; il Medeot alla fine del gradevole desinare affermò di non aver mai mangiato qualcosa di simile.
Ricorda con immutata stima diversi allenatore della Turris, fra essi: Morselli, Salar, Canè, Cucchi, Esposito ("Ciccio"), ecc.; fra i giocatori: oltre a Pescosolido, Viale, Trotti, Portelli, Schettino, Gardini, Neri, Medeot, ecc. Ha seguito, come era nelle sue abitudini di appassionato di calcio, anche le giovanili, al tempo allenate da un altro grande della Turris: Giulio Lopez (ex centrocampista degli anni '50, uruguaiano, classe 1927), dentro e fuori casa. Le formazioni "coralline" a lui più care e che porta sempre nel cuore sono quelle del 1960/61 (I ctg "B"), 1968/69 (serie D"G") e 1996/97 (serie C/2"C").
Alcune gare gli sono rimaste impresse nella mente e negli occhi: Turris-Catania: 0/3 del 22/06/1973 in cui il vetusto "A. Liguori" fu preso d'assalto dai numerosi "supporters" siciliani; il Catania, vincendo a Torre, fu promosso in B con un punto di vantaggio sul Bari; Latina-Turris: 1/1 del 21/01/1979 con gol


del M/le Barone al 90'; Turris-Campobasso: 2/1 del 10/02/1980, in cui la rete del vantaggio al 90' fu realizzata da Salvatore Albano ("Tore") che, preso dall'infinita gioia, corse verso i tifosi nei gremiti distinti, e si aggrappò alla rete di protezione, ferendosi leggermente ad una mano; Turris-Sora: 2/3 (dopo i calci di rigore) del 26/0671994; spareggio per la C/1, giocata a Perugia; qui si recò allo stadio "Curi" tutto vestito di rosso, naturalmente "rosso corallo"; Turris-Benevento: 2/0 (giugno 1997) al "Partenio" dì Avellino; ultima sfida di play-off per la scalata in C/1; gara maiuscola dei "corallini" che, contro ogni pronostico, battendo il più, quotato Benevento, conquistarono con pieno merito la categoria superiore; l'immensa gioia era sui volti di tutti i tifosi e sportivi torresi.
Finalmente uno spareggio vinto!
In quel lontano 02/06/1969, inoltre, si disputava Turris-Sorrento: 0/1 allo stadio "Flammio" di Roma; il gol di Sani fece svanire i sogni di promozione in C per l'intera città di Torre del Greco. Il nostro carissimo Salvatore era imbarcato e non poté assistere all'incontro; il Comandante della nave per nulla conoscitore di calcio, ma sorrentino di nascita, saputo il risultato finale, usò delle parole di genuino "sfotto" nei confronti di un avvilito ed annichilito tifoso della Turris, quale era lo Scarfogliero; al che volarono grosse parole ed il Comandante si ritirò in pio e religioso silenzio.
Salvatore rimembra alcuni di tratti di vita durante la II guerra mondiale: quel terribile bombardamento aereo in "notturna" della vigilia di Pasqua del '43. Non ebbe il tempo di raggiungere il ricovero antiaereo unitamente ai suoi familiari, poiché il padre era sofferente di cuore, e tutti, rischiando grosso, rimasero in casa, mentre le bombe cadevano nelle vicinanze; scappò, durante i rastrellamenti dei soldati tedeschi in città dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, dal porto di Torre a bordo di una barca insieme al padre, remando verso Capri, ove vi rimase per qualche giorno; poi la venuta degli alleati fra le lacrime di gioia, lavorò nel porto di Napoli con gli americani e ciò che guadagnava servì per le medicine al diletto genitore.
Egli, dalle ciglia folte e tempie bianche, porta sul volto i segni, cioè le rughe del tempo; è stato un gran lavoratore, alias "faticatore"; ama le vecchie e tradizionali canzoni napoletane; diverse le tavolate con gli amici nei locali adiacenti il mare della nostra città. Gli piace giocare a carte (scopa e marianna), frequenta il circolo dei pensionati in via Teatro, il circolo in p.zza L.Palomba (ex Dazio e latteria) e "'Ncap 'a Torre"; uomo di fede con messe tutte le domeniche a Santa Rita al c/so Avezzana. Per molti anni ha portato il carro dell'Immacolata, e da qualche tempo elargisce caramelle a tutti i fanciulli partecipanti alla processione.
"La Turris -
egli con ponderata riflessione conclude - è stata tra le prime cose belle della mia vita, la mia famiglia...".