La storica
Piazza Luigi Palomba
di Peppe D'Urzo
La piazza dedicata a Luigi Palomba, sindaco di Torre dal 6 luglio 1921 al 31
ottobre 1926, di estrazione socialista, è da considerare ancora il
centro della città (da cui "'A mmiez 'a Torre"). Fu chiamata, nel corso
del tempo, anche piazza Italo Balbo e Piazza del Popolo. Nel 1799 vi fu
eretto l'Albero della Libertà in ricordo della rinascita del popolo
durante la Rivoluzione Francese. Dalla sua demolizione, si narra che fu
ricavata una croce posta alla fine del Vallone (attuale via De Bottis,
detto appunto "'o vico 'dda croce").
Di questa piazza vengono
ricordate
parecchie storie e storielle relative a "mitique personàges" che una ne
pensavano e mille ne inventavano.
L'itinerario dei negozi con í suoi protagonisti effettua un tragitto
appuntato di ricordi e curiosità. Vanno menzionati per onor di memoria
"'U mezzone" antico oleificio di Francesco e Aniello Avvinto
(attualmente in attività), Battiloro (frutta e "cazzabbocchi" ovvero i
formati di granite di vario gusto), Lucia 'e curallucci, "Gnesina 'a cazzabbucchiara", "Tatè 'u sarto", "Fiucchella" (merceria, uova, comete
e un po' di tutto; da una gallina faceva "uscire" cinque uova al
giorno...),
"'U palazzo 'e Bonfiglio" (il palazzo Buonfiglio era proprietà di una
ricca famiglia di agricoltori di Caivano, al cui interno era posta una
doppia scala di stile vanvitelliana: costruzione demolita per dar posto nuovi
fabbricati); "Giacchino 'u barbiere"; Addezio 'U buattaro; "Vicienzo
Scarzilli" (salumeria-baccaleria); "Girolamo 'u chianchiere"; "Minzù" (Spagnuolo
Vincenzo, venditore di vino e olio); "Mast'Aníello 'u barbiere" (attuale
negozio di De Luca Francesco (figlio), riparazioni di scarpe); la
farmacia Perriccioli (seppur rinnovata nel tempo, conserva sempre il
fascino di una volta!!!); la tabaccheria di Gaita Gabriele (al presente
funzionante; titolare lengo Mattia); il Gran Caffé, Pasticceria-gelateria "Filippiello" dei f.lli Romito (Pasqualino, Leopoldo e Peppino, quest'ultimo detto "Gliaglione".
Il locale che prima si trovava in via XX Settembre, scendendo sulla sinistra, risale al 1837; per tradizione
ha conservato sempre questo nome.
Poi si trasferì in piazza Luigi Palomba-angolo Gaetano De Bottis, ove
c'erano sale interne con biliardi; ha avuto molteplici frequentatori di
vario genere; numerose le burle e le "mattizzie" che si realizzavano in
estemporanea), attualmente vi è la Caffetteria "Ottocento"; gli
uffici del Dazio; "'U friulano" della Sorrentino dinasty (legumi in
genere), da cui "Peppe 'u fasularo" pioniere del calcio torrese ed uno
dei fondatoti della Polisportiva Turris nel 1944; emigrato negli Usa,
ove a New York-Brooklyn è deceduto nell'aprile del 1999); "'A pisciazzella" (venditrice di carboni); |
"'U Parzunariello" (famosa e genuina trattoria di Vico lungo
Giardini del Carmine); "Giuvannino
'u e affini); "Paulillo 'u barbiere" (che ben recepiva
gli scherzi altrui); "Giritiello 'u furnaro" (vittima di una storica "mattizzia" con intervento
della polizia militare inglese, dopo la liberazione del settembre 1943);
Falanga Ciro, il cui figlio era detto "Macione"; Vitiello (ferramenta);
"'U spruzzalatrine"; il famoso bar "Italia" (proprietario: Amalfitano
Antonio, gestito dal nipote Conte Luigi e poi dai figli); anch'esso
è frequentato da caratteristiche figure, che si alternano anche nel bar di "Filippiello",
tra cui: "Gigino Capuocchio" e "Lurenz 'u mussuto" due autentici e schietti
zuzzurelloni di professione marittimi; "Tatonno 'u pulizzascarpe" (davanti
al bar), Tore D'Amato (gran simpaticone dalla magra corporatura) e Fanelli
Nicola.
In luogo del "bar Italia", oggi c'è la pasticceria-bar "Coronella"; "don lione Borriello" (pasticceria-coloniali), odierno negozio di colori e
parati, anch'egli paziente ed ilare nel subire le quisquilie dei soliti "mattizziusi";
"'miliella l'acquaiola"; "'Ndulino" (venditore di noccioline); "Don
Pietro 'u muzzarallaro" (con banchetto, più volte travolto dalla lava
diretta in via XX Settembre dopo abbondanti piogge, ubicato a fianco di "Don
Lione"); il palazzo delle travi "arrotondato" per il passaggio del tram
che una volta, si narra, per la rottura dei freni, andò a finire nella
pasticceria di "Don Rafele". Sono, inoltre, da menzionare
la statua dedicata a Giuseppe Garibaldi, l'edicola di giornali, l'antica chiesa di S. Maria del Carmine costruita nel 1566 dal
Rev.mo Padre Priore Comparato Albeno, filosofo, teologo e letterato, (lo
spiazzo esterno alla chiesa fungeva da campo sportivo e la scalinata laterale
da tribuna, sempre gremita); il glorioso istituto d'Arte, con annesso museo
del corallo; il Liceo-Ginnasio "Gaetano De Bottis"; l'Associazione
cattolica "Felice Romano", di fronte la chiesa; i caratteristici vicoli
(i quattro denominati: "Giardini del Carmine"; via Cavallerizzi, detta:
"Vico del Carmine" ed anche: "'U vico 'do pisciaturo", per la posizione di un
vespasiano all'inizio della via).
Si ricorda anche il passaggio della fiaccola olimpica in occasione delle
Olimpiadi svoltesi a Roma nel 1960 tra due ali di folla festante e i comizi
elettorali di una volta (in questa piazza vi hanno parlato illustri uomini
politici) con una gran moltitudine di torresi che hanno sempre onorato gli
oratori che si sono susseguiti. |