Giovanni
De Rosa
Quel dilettevole posto al sole
di Peppe D'Urzo
Se n'è andato in punta di piedi senza alcun "clameur". Un commiato del
tipo "scusate il disturbo". Prima di spirare in un silenzio tutto suo,
sembrava che stesse effettuando il solito riposino pomeridiano con le
pagine sportive de "Il Mattino" sulle gambe distese sulla solita sedia
da vano cucina... Non c'è più, lo rimpiangiamo per la sua
vitalità, forza interiore e bontà. Era nato a Torre del Greco il
06.11.1928 ed ivi deceduto il 28.12.2004, da Ciro e Concetta Pernice
(della stirpe de "'A riggiulara"); il padre era marittimo e la madre
casalinga. Orfano di madre a due anni (e a diciotto di padre),
originario di via G De Bottis ("'U vico 'dda croce"), frequentò le
elementari alla "Nazario Sauro"; dopo le sofferenze ed i sacrifici della
seconda guerra mondiale, lavorò, durante la permanenza degli alleati,
nel porto di Napoli con gli americani.
Alla fine degli anni quaranta, militare di leva in Marina, imbarcò in
qualità di nocchiere di bordo, sulla "Caio Duilio". Imparò il mestiere
di gelataio, lavorando in un locale denominato "Polo Nord" a Napoli, poi
da Gallo a Portici e Bianco a Torre. Iniziò a navigare come garzone di
cucina; il suo primo imbarco fu sul meraviglioso ed elegante
transatlantico "Andrea Doria" della società di navigazione "Italia";
pian piano, autodidatta e senza corsi di formazione professionale,
facendosi apprezzare per la sua dedizione e bravura, basata su di una
veloce creatività, divenne cuoco, passando attraverso varie cucine di
prima classe sulle altre navi della stessa società. Per la pervicace
attitudine all'"ars" culinaria, divenne chef-cuoco per la "Tirrenia"; in
pensione dal 1984.
Coniugato a ventisei anni con Annunziata Fontanarosa
(classe 1932 detta "Titina" donna energica, ariosa e pimpante) in data
13.02.1954 nella Basilica di Santa Croce.
Da vico Cirillo angolo c.so Umberto I ('U palazzo 'i don Ciccio
Brancaccio, medico) al 2° vico Trotti e in via A. Maresca n. 41 (attuale
vialetto Sfax n. 2) nel 1959, in un tratto di strada fiancheggiante un
regio lagno ("canalone"), in seguito coperto (attuale via A. Moro).
In
zona c'era l'indimenticabile viale Onorato, un suggestivo polmone di
verde (al presente via G. Mazzini) ed incontaminato luogo di una beata
gioventù. "Là dove c'era l'erba ora c'è una città..." recitava e
cantava il grande Adriano Celentano ne "Il ragazzo della via Gluck" in
quegli anni di boom economico che coinvolse quel suolo di italica
memoria. Dalla loro unione sono nati: Concetta (coniugata Isoldi) che
vive a Laurito (SA) nell'alto Cilento; Gina (coniugata Petrucci); Ciro
(Ispettore di PS. a Savona, ex calciatore mediano "alla Oriali" nella
giovanile della Grumese, poi della Libertas Torre del Greco e
dell' Aura Sport);
Mariarosaria, "Marirò", coniugata Accardo e infine nove adorabili
nipoti.
Giovanni ha giocato a calcio nelle giovanili della Turris, allenata dal
M.llo Angelo Verrrúllo (1912-1974), Sott.le della Marina Militare;
tuttofare e scopritore di giovani talenti. La Turris è sempre rimasta
nel cuore di Giovanni sin dai tempi del mitico campo "Fienga"; l'ha
seguita per molto tempo, ma poi preferì seguire il calcio per radio e
televisione, rimanendo seduto a tavola alla domenica.
Socio
simpatizzante dell'Associazione Combattenti e Reduci, sezione di Torre
del Greco nella villa comunale. Qui, una tantum, si intratteneva con gli
amici a discorrere del più e del meno. I suoi passatempi erano il
calcio, la lettura dei quotidiani, le parole incrociate, la televisione,
la cucina ed i piccoli lavori domestici. Nelle festività natalizie
voleva tutti intorno a sé; aggiungeva sempre posti a tavola per nipoti
ed amici; ovviamente preparava tutto lui, disponendo i posti per tutti.
Era felice nel vedere tutti uniti in quel clima di festosa comunità
familiare. Devoto della Madonna di Pompei e dell'Immacolata. Giovanni De
Rosa era una persona tenace, ostinata, svelta e pronta, dal carattere
forte e dominante. In lui emergevano schiettezza, arguzia, bontà e
saggezza. Casa, lavoro e tanti sacrifici per portare avanti la famiglia
e far studiare i figli.
La vita del marittimo in genere è molto dura; è
un lavoro che tiene lontano dagli affetti familiari; si devono
sopportare e soffrire vari disagi. L'essere distanti dal luogo natio per
esigenze e necessità lavorative, può anche causare particolari stati
d'animo negli uomini di mare, o naviganti, spesso proiettati in mondi
remoti ed alieni... Altra grande passione di Don Giovanni era prendere
il sole e fare i bagni sulla scogliera del porto sotto il faro sulla
parte terminale della banchina di ponente, la |
cosiddetta "Baia del sol"
(vedi Tutto è..." di giovedì 22.03.2001), frequentata da vari tipi di
bagnanti e "malatoni" dell'abbronzatura. Egli
era solito recarvisi con gli inseparabili amici: Domenico Buonincontro
("Mimi", classe 1925) e Vito Serdonio ("Tituccio", classe 1920) con la sua
mitica e fiammeggiante Fiat "1100" di color grigio topo; un auto d'epoca e
da collezione.
Fare le cozze con le proprie mani fra gli scogli,
costituiva per Giovanni un grande diletto. Non v'era posto al mondo, tra i
tanti visti durante i periodi trascorsi all'estero per le lunghe
navigazioni marittime, più attraente della "Baia del sol" ove poter
trascorrere una sana e duratura villeggiatura; infatti, si iniziava alla
fine di
maggio e si terminava agli inizi di novembre... Dalla prossima estate lui non ci sarà, rimarrà un grosso vuoto su quegli
assolati scogli... Il vuoto avvolgerà la sua assenza, il suo insegnamento,
il suo esempio e il lato sobrio e vitale del suo carattere. Non vi troverà
più gli amici che gli volevano tanto bene e quei ragazzi che gli chiedevano
sempre da bere.
I suoi cari così l'hanno voluto ricordare: "Una sola persona
hai sempre pregato e supplicato nella vita, la Vergine Santa... E noi siamo
certi che Lei ti accompagnerà verso quel mondo nuovo che ci promette Colui
che è via, verità e vita, Cristo Nostro Signore".
Ciao, don Giuvà, il tuo
epico e dilettevole "svago" estivo per volere divino, si è concluso, la
favola della tua vita è finita. Ti ricorderemo con immutato affetto. |