Indice

Rosa Marzano governante
di S.E. Enrico De Nicola


di Peppe D'Urzo


Nel fascino del luogo e dell'aria salubre, circondata da uno stupendo verde alle falde del Vesuvio, fu costruita nel 1932 una villa da S.E. Enrico De Nicola, attualmente strutturata ed in attesa di essere destinata a qualcosa di utile per la comunità. Ed in questa villa dal cancello di ferro battuto in stile "liberty", sormontato da un grazioso lampione e da una piccola lapide in travertino  c'è scritto: "Inveni portum" (cioè: Ho trovato il mio porto, il mio rifugio), vi hanno lavorato varie persone fra cui la governante: Rosa, nata il 19/07/1917 a Sapri (storico comune in prov. di Salerno; famosa la canzone patriottica del 1857 di L. Martini "La spigolatrice di Sapri", ispirata allo sbarco di Carlo Pisacane ed i suoi compagni),  e deceduta a Torre del Greco il 19/05/2003, da Vincenzo (postino) e da Concetta Buono (casalinga); era coniugata con Antonio Leone (originario di Resina, 08/02/1914 - 05/06/1985), per cui era chiamata "La signora Leone". Antonio, appartenente alle stirpi di "Rusina 'i Filone" e "'u furiere", durante il servizio miliare nella Regia Marina, era imbarcato sui rimorchiatori; fu, in seguito, postato a Sapri ove conobbe la dolce e bella Rosa da lui affettuosamente e amorevolmente chiamata "Rusina", poi divenne attendente ad un Ufficiale a Napoli.
Dopo che  i genitori di ambedue i giovani ebbero opportunità di conoscersi, spostandosi nelle rispettivi città, Leone, che lavorava la terra come contadino, facendo suo il motto di "Volli, fortissimamente volli", affermò: "Rusina 'adda essere mia..." e così fu, e i due convolarono a nozze il 12/ 09/1943 in quel di Resina (attuale, Ercolano/NA), andandovi ad abitare in via Croce dei Monti; in seguito vennero a Torre in via Tironi n. 5 nella villa di E. De Nicola, ove Antonio fu assunto da S. E. come giardiniere, custode tuttofare.
Rosa, intanto, era diventata la governante/fiduciaria di don Enrico; correva l'armo 1946; anno in cui dal 2 giugno divenne capo provvisorio dello Stato e dal 1° gennaio all' 11 maggio 1948 primo Presidente della Repubblica Italiana (sostituito da Luigi Einaudi). Rosa, la cui famiglia era composta oltre dai genitori da quattro fratelli (l'unico vivente è Antonio, ex muratore a Sapri; novantaquattrenne pensionato) e due sorelle, per le sue innate doti umane e di donna pratica, ben riusciva ad organizzare appuntamenti ed incontri per la gente e le Forze dell'Ordine, che volevano parlare col primo Presidente della nascente Repubblica Italiana. Aveva una spontanea intesa con De Nicola, fatta di sguardi e particolari movenze gestuali... Una volta non fece accedere allo studio di S.E. , Giovanni Leone (sesto Presidente dal 1971 al 1978; Napoli, 1908/2001; democristiano), perché non era nell'elenco degli invitati.
Don Enrico, nei ricordi di Rosa, attraverso il racconto dei cinque figli maschi, era un uomo d'altri tempi; veniva a Torre con la mitica "1100" e viaggiava col treno del la Circumvesuviana e col tram e pullman, poi); al ritorno da Napoli, ove al C/so Umberto aveva lo studio, veniva accompagnato a casa con la carrozzella da un certo Nicola lacobelli, ricordato come "Cicala 'u puparuolo", bidello scolastico. Studiava e leggeva; aveva una libreria ricca di volumi, spolverati chissà quante volte. Si alzava di buon mattino per lavorare e scrivere. Rispondeva personalmente a tutti quanti gli mandavano lettere e bigliettini. Un giorno ricevette una lettera da un carcerato che gli inviò un lavoretto fatto in cella; gli rispose e gli mandò anche dei soldi.
A tavola non aveva vizi; prendeva due caffé alla mattina, a mezzogiorno pranzava riso, pasta e fagioli, pasta e legumi (preparati da Rosa), pesce fresco, qualche volta uova e la carne una volta alla settimana di solito a domenica.
Amava trascorrere ore intere in giardino, passeggiandovi sottobraccio ad Antonio e Rosa che tanto stimava e voleva bene. Gli piacevano molto i fiori e sulla scrivania dello studio voleva che ci fosse sempre una rosa fresca. Era un uomo di bontà e non desiderava essere osannato. Di rado vedeva la TV, davanti alla quale fumava placidamente la sua pipa; una volta gli arrivò come regalo un televisore che non accettò...
Rosa e Antonio hanno avuto tre figli (2 maschi e 1 femmina; due deceduti: Ciro (ex marittimo), Nunzio (presentatore di spettacoli dei "Cipria", gruppo di trasformisti) e Maria Grazia (deceduta il 19/12/ 1976).
De Nicola vi giocava spesso nel giardino della villa; di M. Grazia diceva che era la sua "bambulella" e quando ella (simpaticamente chiamata "Graziella") si sarebbe un giorno sposata, avrebbe avrebbe venduto la villa.
Ai funerali di Stato di S. E., ci fu una commovente ripresa televisiva che inquadrò una bambina (era, M. Grazia) che, innocentemente, posò una rosa sul feretro di don Enrico... era il 1° ottobre del 1959.
Quando nacque Nunzio, impose come secondo nome Enrico; durante una festa alla villa, era un carnevale, Rosa si vestì da uomo ed il

 

Le foto: Rosa Marzano, prima del decesso; il marito Antonio Leone in divisa da militare; il Presidente della Repubblica S.E. Enrico De Nicola nel viale a via Tironi n.5; aspetto frontale della villa ristrutturata (al presente).

Presidente, dopo essersi accorto del riuscito travestimento, scoppiò in sonore risate.
Enrico De Nicola (Napoli, 1877 - Torre del Greco, 1959) fu un avvocato, famoso penalista; laico e liberale, formatosi alla scuola di Giovanni Giolitti, fu definito da Giulio Andreotti, nel suo libro "Visti da vicino", un uomo prudente ed attento a non compromettersi; di elevata  moralità, dal carattere abbastanza mutevole, e, a tal proposito, si narra che una volta, facendo ritorno a casa, di umore nero ed incavolato per un processo penale, si ritirò, sbattendo porte e finestre. Rosa (cugina di Ciro Marzano, titolare di pompe funebri) era a diretto contatto con la segretaria del Presidente, ricordata come "'A signorina tedesca" che fu anche madrina della prima comunione di Maria Grazia.
Da informazioni e ricerche effettuate, si menzionano altri lavoranti nella ridente villa, senza poterne accertare il periodo: Maria Cristina Perreon, cameriera; il padre Antonio, giardiniere e poi dipendente comunale N.U. nella zona nord di Torre; Maria Rigato, governante, padovana; vissuta a Torre in via M. D'Africa e successivamente rientrata a Padova. La villa sempre vigilata dalle Forze dell'Ordine per il continuo andirivieni di gente, fu costruita in quanto De Nicola vi portò la madre per motivi di salute; il modesto edificio era (ed è) a due piani con un corpo centrale sopraelevato; al piano terra si trovava lo studio ed al primo piano sale, da pranzo e da letto, ove il Presidente era solito, di pomeriggio, riposare senza essere disturbato; al di sotto era ubicato un vano deposito, adibito, durante la II guerra mondiale, a ricovero antiaereo a causa dei frequenti bombardamenti sulla città.
Un altro studio legale ove il De Nicola collaborava con altri avvocati torresi, era situato nella nostra villa comunale. Gli amici che frequentava furono: Ciliberti, con cui era solito giocare a carte nella quiete della sua dimora, l'avv. Alfonso Brancaccio, Bossa, il conte Castani ed altre famiglie...
La villa, su espresso desiderio del primo Presidente, doveva diventare un asilo e la pineta aperta ai bambini...; al momento se ne attende l'utilizzo dovuto...
Rosa è stata la fedele governante sino alla morte dell'illustre uomo politico napoletano, portandone nel cuore sempre il dolce ricordo; andò via dalla villa, cambiando casa in via Lamaria e poi in via Mons. F. Romano n. 22, ove al presente vivono i figli  maschi.