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PASTICCERIA
di GIUSEPPE VITIELLO

di Peppe d’Urzo

P
iazza Santa Croce (”Mmiez ’a parrocchia) e piazza Luigi Palomba (”Mmiez ’a Torre”) sono, inequivocabilmente, le ”places” più famose di Torre del Greco per importanza storica e mitico passato. In Santa Croce, dal nome dell’omonima chiesa, divenuta poi basilica, ai civici 3 e 4, poco dopo l’edicola sacra dell’ ”Ecce Homo”, scendendo a destra, si trovava negli anni trenta la rinomata pasticceria ”Santa Croce”, una delle prime nella nostra amata città, il cui titolare fù Giuseppe Vitiello (classe 1884, deceduto in seguito). Erano gli anni delle grandi migrazioni, di quegli espatri in massa verso l’America del Nord con la statua della Libertà che dava il benvenuto a coloro che, lasciati i patrii lidi, cercavano lavoro e miglior fortuna per i figli e le nuove generazioni. 
Anche Giuseppe, attratto dall’ “american dream” raggiunse, unitamente ai tanti torresi ed ai germani Michele, Luigi, Teresa e Anna, il suolo statunitense. A differenza dei molti che vi rimasero, decise, poi, di far ritorno a casa. Qui giunto, iniziò verso la fine del 1930, nel pieno degli anni ”ruggenti”, attività di pasticceria con l’apertura del locale che rimarrà in vita per molto tempo. Giuseppe si unì in matrimonio con Emilia Vitiello (una cugina), da tutti ricordata come "Amelia”; dalla loro unione nacquero: Raffaele; conosciuto come ”Filino”; laureato in Economia e Commercio e preside dell’Istituto Tecnico Commerciale ”Degni”; coniugato con Rosetta D’Amato, figlia dell’armatore sorella di Geppino, medaglia d’oro al valor militare durante la seconda guerra mondiale; Ufficiale di Marina, perse la vita in un’azione bellica, prestando aiuto ad alcuni marinai, e, Vincenzo (”Vincenzino”), il quale, dopo la chiusura del negozio, fu dipendente dell’Intendenza di Finanza; fra gli iniziali e storici soci del circolo sociale ”Guido Mazza” al c.so Vittorio Emanuele (di fronte la villa comunale) ed abile costruttore di presepi; si sposò con Titina D’Elia, figlia di Alfonso, uno dei primi corallari torresi, il cui padre Bartolomeo era detto ”’U ninno capillare”; oltre a Concetta (”Titina”) vogliamo ricordare i fratelli e sorelle: Bartolomeo (”Bartolo”), marchio d.o.c. di galantuomo fra gli ”honnete hommes”, Raffaele, Enrico (deceduto), Nunzia e Luigi (”Gigino”). 
Alla morte del padre, i due figli gli subentrarono nel 1945 per continuare la nobile ed artistica attività artigianale di ”pasticcerie”. Gli anni dell’ultimo conflitto mondiale, vissuti in città con stenti, ristrettezze e sacrifici, rallentarono come il copione dell’epoca recitava, alquanto il lavoro all’interno del locale senza, pero, mai sacrificare l’immagine. Tanti i bombardamenti aerei nel tranquillo cielo torrese, sia di giorno che di notte. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 in cui la maggior parte della gente pensò che la guerra fosse finita, cominciarono i rastrellamenti dei soldati tedeschi a Torre, in cerca di braccia da inviare nei campi di lavoro in Germania. Vincenzo e ”Filino” trovarono un ottimo nascondiglio in casa, un ripostiglio ben nascosto nel muro. 

 

Ad essi si unirono gli amici Vitza, quest’ultimo titolare, in seguito, di una cartoleria in via Beato V.zo Romano. Con il lento incedere del dopoguerra Vincenzo decise di apportare nel bar pasticceria qualche novità, per essere sempre meglio al servizio della vasta clientela. Si attivò per la torrefazione del caffé che, negli anni addietro si comprava crudo ed il cui colore era di un certo verde marroncino, e poi lo si tostava a casa. Nel 1959 piazza Santa Croce fu, suo malgrado, testimone dello sciopero dei marittimi; fu una grande mobilitazione che coinvolse l’ intera piazza con i suoi fabbricati ed esercizi commerciali; diversi furono i feriti ed alcune auto della Polizia furono incendiate; molti gli arrestati, anche quelli che si trovarono li per caso. La pasticceria era frequentata dai migliori nomi della città, corallari, imprenditori, costruttori, commercianti, dipendenti del Banco di Napoli con sede in p.zza S,Croce (attuale ”Pasha”), giocatori ed allenatori della Turris, ecc. Fra essi l’on.Crescenzo Mazza (1910 T.Greco 1990), il maggior esponente politico torrese del suo tempo; Sottosegretario della D.C. dal febbraio 1959 a giugno del 1968 e Ministro senza portafoglio dal novembre 1968 a luglio 1969; il compianto fratello Vittorio, nei periodi di grande afflusso e vendita, dava volentieri una mano nel negozio.
Il maestro Nicolas De Corsi, artista pittore (a lui e dedicato l’omonimo circolo artistico culturale in via Beato V.zo Romano), definito da R.le Raimondo nei suoi ”Itinerari torresi” (dicembre 1977) il mago del paesaggio partenopeo ed il cantore dell’azzurro e del sole di Napoli; viveva a Napoli nel palazzo Partanna in P.zza dei Martiri; morì alla vigilia di Natale del 1954. II comm. Raffaele Capano (1910 T.Greco 1987), armatore; sindaco della nostra città nel 1958 e 1965. I fratelli Vincenzo (”Vincenzino”), grande amico del maestro De Corsi, e Raffaele (”Filino”) erano molto devoti a Sant’Antonio, il Santo dei miracoli che si festeggia nella parrocchia in via Nazionale e nella basilica pontificio di S. Croce nei gg.12 e 13 giugno.
A tal proposito i familiari conservano un elenco di nomi che, in occasione della festa, raccoglievano soldi per il Santo. Risaltano varie persone importanti, oltre a Giuseppe Vitiello, fra cui: Cristofaro Nocerino, titolare di negozio di calce e pittura dietro il Vicoletto (via Costantinopoli), Gppe Avvinto (stirpe ”I mezzoni”), olio e vino in via S. Noto, F.sco Ausiello (”Ciccio” anche presidente della Turris), deposito di farina in via B.V.Romano, Vittorio Mazza, Italo Mazza, ”Nanninella ’a capera”, pettinatrice di capelli (fra le sue clienti ”Amelia” Vitiello), Gennaro Boccia (”Boccia al Campanile”), Ciro Fiore, tabaccheria in via S. Noto, Saverio Reginaldo, macelleria sotto il campanile, il comm. R.le Capano, Ettore Capriola ed il cognato A.nio Giobbe, e tanti altri. Un’altra pasticceria bar di Raffaele Vitiello (nipote di Giuseppe) che ha lavorato nei locali di p.zza S.croce, fu aperta alla tr. Santissimo n.9 (al presente profumeria Di Rosa), dal 1945 al 1956; fu trasferita in seguito in via D.Colamarino (”Brummel” abbigliamento) e in via Martiri d’Africa (attuale negozio di tappezzeria). L’attività dei f.lli Vitiello in p.zza S. Croce ebbe termine il 31/12/1966; il locale fu preso in fitto l’anno successivo ai f.lli F.sco e Nicola Scognamiglio (della discendenza dei ”Senza pressa”) per la vendita di fiori e piante. Il locale è ancora oggi al suo posto, in esso sono ancora conservate alcuni specchi e mensole della vecchia pasticceria, a testimonianza di un fervido e vivo passato, fatto di uomini veri ed onesti lavoratori.

Le foto: la pasticceria ”Santa Croce” di G.ppe Vitiello, con accanto il deposito di sacchi di caffè (anno 1930); una locandina del mese di luglio 1948; esterno del locale ristrutturato, ”’Amelia” Vitiello alla cassa; la famiglia Vitiello con G.ppe, la moglie ed i figli Raffaele (”Filino”) e Vincenzo (”Vincenzino”)