Coscia
Salvatore
di Peppe d’Urzo
Importante è la storia delle persone. Spesso ne traiamo deduzioni e
valutazioni. Nella storia, quella con la esse maiuscola, riconosciamo la
narrazione con una serie di ricordi, la storia delle persone, dei singoli
esseri umani. Ed una persona degna di nota era Salvatore Coscia, cosi
menzionato dai suoi cari a futura memoria: ”Se ne è andato con Te, un
sorriso buono, un canto di anima serena e semplice, un palpito di vita
d’altri tempi. L’esempio della tua laboriosità e del tuo grande cuore
rimarrà sempre in noi a ricordo indelebile. Ora che sei nella Luce,
prega per noi ancora pellegrini, come noi preghiamo per te, e saremo
sempre vicini!”
Era nato a Torre del Greco il 27.03.1922 ed ivi deceduto il
18.04.2006, da Vincenzo e Raiola Teresa; secondo di sei figli: Francesco
(coniugato: Alba Arrigale), Raimondo (coniugato Maddalena Albanese),
Caterina (coniugato Mario Martinelli), Vittorio (coniugato Pasqualina De
Simone) e Rosa (coniugato Baldassarre (Renato) Battiloro). I Coscia sono
originari di via Fontana ed abitavano nel "palazzo ’i Brunasso" poi
si trasferirono in via V. Veneto n. 70 (nuovo 46), ”Villa Amalia”,
fabbricato all’ angolo di via Circonvallazione.
Il padre Vincenzo, combattente della prima guerra mondiale (reduce ed
invalido), classe 1892, era titolare della tabaccheria in via Roma
(Rivendita n. 6) n. 55 (attuale ”Piripi”, al civico 25). Si dedicò,
inoltre, all’attività del commercio di corallo, cammei, perle, ecc.,
con il grande ausilio della moglie Teresa, avviando ed allargando il
proprio lavoro all’estero, in America, ove a New York aveva un negozio,
gestito da un suo collaboratore e, in Africa, Madagascar e Mozambico, per
l’acquisto di perle. Viaggiava molto e per circa nove/dieci mesi era
lontano da casa. Morì in giovane età
(39 anni) nel 1931.
Incredulità, dolore e grande costernazione per quanti gli erano vicino e
quelli che lo conoscevano. La moglie che era una donna dal forte
carattere, decisa e combattiva (con sette sorelle e tre fratelli) ebbe un
grande choc e per circa due anni le stettero vicino due sue sorelle. La
vita continuò pian piano ad andare avanti, e le risorse economiche,
lasciate da Vincenzo, si esaurirono; si riprese l’attività commerciale
(con ”assistenza” familiare) che è stata ereditata dai figli sino ai tempi
attuali. Teresa, la sua diletta compagna di vita cosi lo volle
ricordare: ”Marito esemplare e padre affettuoso, commerciante
onestissimo e di una vita tutta dedita al lavoro; fu rapito alla famiglia
da male fulmineo nel pieno vigore della sua esistenza il 6 gennaio 1931,
lasciando nel più straziante dolore, la desolata moglie e cinque teneri
bambini”.
Il fratello Francesco (1920/2003), da tutti chiamato ”Cicciotto”,
militare in Esercito con grado di Sottotenente (31mo Artiglieria), fu
destinato sul fronte greco-albanese. Fu ferito nel 1940 a Piana di
Giannina (Grecia) in un’azione bellica, riportando ferite alla gamba
sinistra ed altre leggere ad una mano ed al volto, causate dallo scoppio
di una granata. Da un ospedale da campo a Valona (Albania) venne in Italia
con la nave ospedale ”California”; fu portato ad Ancona, ove in ospedale
gli fu amputata la gamba, per sopraggiunta cancrena. Dal
”Coelio” di Roma venne convalescente a casa in via Veneto, ove
venivano a trovarlo molti amici e conoscenti. ”Cicciotto” è stato tra
i fondatori della Polisportiva Turris (settembre 1944) e presidente
Onorario della F.C. Turris 1944, finché è rimasto in vita. Sindaco di
Torre del Greco eletto il 18.06.1952, fino al 15.07.1956 – Democrazia Cristiana.
Presidente della Cassa per il
Mezzogiorno; Presidente Onorario della BCP (Banca di Credito Popolare) di
Torre del Greco e di altre banche, Istituti, Enti ed Associazioni (vedi, Invalidi e
combattenti di guerra), ecc.
”Il Mattino” del 04.12.2003 così riportava il triste evento: ”A
Torre del Greco il funerali dell’ex direttore generale della Casmez –
Addio a Coscia - per il Sud sognava una coalizione di banche popolari”.
”Tutto è..." dell’11.12.2003: ”Con la morte dell’ex sindaco e
direttore della BCP, Torre perde un personaggio capace di segnare l’economia della nostra città – Coscia, addio ad un pezzo di storia
torrese.”.
Conservo alcuni ricordi di Salvatore Coscia, una persona
a modo ed un vero galantuomo, che spesso
chiamavo in segno di stima
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e rispetto, ”Don Salvatore”. Lo
incontravo per strada quasi sempre dopo aver parcheggiato la sua Fiat 126,
nel caotico centro cittadino, per recarsi al mercato. Non potevi
rifiutargli l’invito a prendere un caffé. Per qualche cerimonia o
manifestazione al Circolo Nautico, di cui era socio, mi invitava al bar
a prendere, con quella sua tempra virtuosa, e gentile, qualcosa da bere.
Dopo aver affrontato in linea di massima gli argomenti del giorno, il
discorso scivolava, per amore o per forza, sulle sorti dell’amatissima
squadra cittadina: la Turris.
Egli l’ha sempre seguita sin dai primordi,
dal campo ”Fienga” al ”Liguori”.
Era tifosissimo della maglia
rosso-corallo. Trepidava per le sorti della squadra e si rammaricava
quando le cose non andavano bene. E come se fosse ieri quando si recava
allo stadio di Viale Ungheria con i figli ad assistere agli incontri
interni della Turris; erano gli anni buoni della gestione dell’ ing.
Salvatore Gaglione; un decennio di buon calcio all’insegna di una
invidiabile organizzazione. La Turris era sempre nel suo cuore, quel
cuore generoso di un vero ”gentleman” ed intenditore di calcio. L’ha
seguita fino a quando ha potuto, poi ne era informato attraverso la stampa
ed i vari commenti di amici e tifosi.
Salvatore era nato nella nostra città che tanto amava, difendendone
l’immagine ovunque andasse; amareggiato, però, per le condizioni in
cui si trova la città; era coniugato con Antonietta Ascione dal 1950. Due
figli: Vincenzo e Teresa (moglie dello stimatissimo avvocato Michele
Malinconico). Egli, rappresentante di commercio in conchiglie, da via Beneduce si trasferi in via G. Marconi n. 50 (al presente via Degli
Artisti). Nel 1942 parte per il servizio militare nella Regia Marina con
destinazione Taranto ed altre città pugliesi; qualifica di infermiere;
viene in licenza a casa prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943.
Si trovava nella propria abitazione quando caddero le bombe in via
V. Veneto che distrussero il fabbricato degli Onzo (”I cavalieri”) di
fronte. Dopo i caotici giorni di ”Tutti a casa”, fece ritorno alla
base; andò a trovare un amico, un ufficiale di nome Giuseppe Bottiglieri
sulla nave ospedale ”Gradisca”; nel momento in cui era a bordo ci fu
un’incursione aerea nel porto; si salvò poiché il ”Gradisca” non fu
colpito. Conobbe anche il colonnello medico dell’ospedale di Grottaglia
(TA), un certo Giuseppe Musenga di Torre del Greco, il quale cercò di
convincere Salvatore a rimanervi; in seguito altri trasferimenti. Nella
vita civile, successivamente si recò in Africa per motivi di lavoro;
atterrò in modo fortunoso con l’aereo su cui viaggiava in un aeroporto
in terra africana. Era solito ripetere, per esserla cavata ben tre volte
ed abbandonarsi agli eventi, di essere fatalista. Salvatore è stato
corrispondente alla fine degli anni ’40 della testata giornalistica
”Lo Sport Meridionale”, diretto dal torrese Aniello Mazza, noto
personaggio della nostra città (arbitro di calcio in serie A e presidente
della Sezione A.I.A. di Torre del Greco) e Presidente del Dopolavoro
Dipendenti Comunali con sede in via Teatro n. 1, persona affabile,
cordiale, signorile e garbata. Un uomo dai lineamenti di scuola
anglosassone. Era provvisto di un ”look” all’inglese, ben
riscontrabile nella sua struttura fisica. Parlava in modo erudito e con un
leggero falsetto vocale. Era un uomo semplice, di animo buono e legato al
lavoro, alla famiglia, e, alla ”sua” mai dimenticata Turris.
I suoi
insegnamenti ed i sani principi morali, inseriti in una grande
esperienza di vita, li ha certamente trasmessi alle nuove generazioni, a
quei figli nati durante e dopo l’ultima guerra mondiale, che gli saranno
sempre grati.
Con stima ed affetto lo ricorderemo perennemente.
Le foto: Salvatore Coscia prima del
decesso; da giovane (anno 1947); il padre Vincenzo; il fratello
Francesco ”Cicciotto”) con l'on. Aldo Moro (fine anni ’50) |