Gigino
u sergente
di Peppe d’Urzo
Soffia il vento del passato fra i ricordi
della tradizione culturale e storica alla ricerca della nostra esistenza,
per ritrovare un nuovo senso ed un nesso fra passato e presente.
Dall’ombra della vita e nel silenzio di tanti ricordi, vogliamo qui
rievocare un altro personaggio della nostra amata città. Una nota figura
della zona mare.
Il suo nome era Luigi Ciarniccoli (inizialmente Gianniccoli, poi così
cambiato nel corso del tempo per errori di trascrizione anagrafica) ed era
nato a Torre del Greco il 04/08/1943 ed ivi deceduto il 21/01/2005, da
Raffaele, fruttivendolo ambulante con carretto ed asino, e da Maddalena
Marasco. Originario di via ”che conduce alla marina”.
Era detto ”Gigino ’u sergente” in quanto il padre Raffaele era
sergente sotto le armi in Esercito. Nacque sotto le bombe... in uno di
quei bombardamenti aerei, in quella estate del ’43, sulla nostra
tranquilla città che non aveva nulla da spartire con la guerra. Accadde
che la madre, riparata in un ricovero antiaereo unitamente ai familiari ed
altre persone della zona in traversa Libertà, sotto un palazzo antico
cominciò ad avere le doglie; si recò momentaneamente a casa per le cure
del caso, ma il parto non avvenne; fece ritorno e lì, si narra, che Luigi
venne al mondo.
Sin da ragazzo ebbe una grande e sviscerata passione per il mare; si
immergeva con tanta facilità e bravura nei fondali del nostro porto,
portando, poi, su pesci e specialmente cozze. E come il copione della vita
volle, divenne un esperto sommozzatore/palombaro (persona addestrata
all’immersione ed al lavoro subacqueo). Il sommozzatore non è collegato
alla superficie come il palombaro, ma sfrutta mezzi autonomi, naturali
(apnea) o artificiali (autorespiratori), e Gigino si spostava anche fuori
Torre verso Bacoli, Baia, Pozzuoli, ecc. Fece il servizio militare in
Marina ovviamente come subacqueo d p I. Ottenne il brevetto di
abilitazione: ”Abilitazione al servizio di sommozzatore n. 1213 –
Marina Militare – Comando Raggruppamento subacquei ed incursori ”Teseo Tesei”
- La Spezia, li 30/11/1963 - Il Comandante, Cap. di Vascello:
Spartaco Elia”. Ricevette in seguito un attestato (tabella) di
decompressione, in data 21/04/1979.
Aprì un locale per la raccolta di
frutti di mare e cozze (militi, nome scientifico della cozza,
mollusco commestibile) in via Fontana e p/le C. Battisti (attuale, via
Riscatto Baronale).
Tre erano le barche (al presente due) per la pesca con vivai al largo
della storica zona marina della Scala. Poi sorse la Cooperativa ”Maria
Santissima di Portosalvo”, Soc. Coop. A.R.L. con sede presso la Casa del
Pescatore, prima della banchina di ponente, dal 1999, per la vendita ai commercianti della "piazzetta", ristoranti,
pescherie. ”Gigino” lavorò anche come marittimo in qualità di
Vigile del Fuoco sui grandi transatlantici (”Michelangelo”,
”Raffaello”, ”Leonardo da Vinci”, ”Cristoforo Colombo”) della
mitica Società ”Italia” di Navigazione, per diversi anni.
Si unì in
matrimonio con Maria Rosaria Figliolino (detta
'A mugliera ’ddu sergente), da Ciro,
|
panettiere, e da
Maddalena Zaia, da tutti ricordata come ” ’A sisal”.
Ebbero cinque i figli: due maschi e tre femmina; Raffaele (”Lello ’u sergente”), Ciro, venditore di
cozze, (detto ”Rascatella”), Lucia, Maddalena e Annamaria. Undici i
diletti nipoti.
Gigino era una persona molto socievole, ben stimato e
conosciuto negli ambienti della zona mare. Sembrava severo ma dolce con
tutti, di animo buono, spiritoso, dalla mimica espressiva, estroverso e
gioviale.
Buon giocatore di carte napoletane e biscazziere. Tifoso della Turris sin da giovane e presidente di una
squadretta di calcio presso i Salesiani di Ercolano (allora Resina);
era solito offrire pizza e birra a tutti i giovani calciatori. Amava
molto le canzoni napoletane; Sergio Bruni, il maestro, era il suo cantante
preferito; le ”songs” preferite erano ”Carmela” e ”Scalinatella longa longa”.
Di lui si tramanda un episodio accaduto alla fine degli
anni sessanta.
Accadde che un piccolo aereo (piper) cadde
nelle nostre acque dietro al porto, in località La Scala. ”Gigino”, avvertito del fatto da
qualcuno, si recò da solo con una motobarca sul posto, ove si diede da
fare con tutte le sue forze, riuscendo a trarre in salvo il pilota, ma il
passeggero seduto a fianco non ce la fece; il ”piper” fu trainato nel
porto, nei pressi della spiaggetta dei cantieri navali, ubicata di fronte
lo scalone in muratura che immette in via Calastro.
Le orme dell’attività paterna sono state ereditate dalla dinamica
figlia Lucia che sin da ragazzina
seguiva il padre nelle sue epiche imprese nei fondali marini.
Lei, molto simpaticamente e con sincera veracità, afferma che: ”Quando
parlate della figlia ’ddu sergente, si fermano le lancette degli
orologi...” Si è esibita anche in qualche immersione, specialmente nei
periodi di semina (introduzione con reti e tubi) delle cozze, pronte per
essere raccolte dopo tre/quattro mesi. Coniugata con Gaetano Gargiulo,
titolare della Cooperativa ”Maria Santissima di Portosalvo”, ebbe tre
figli, due maschi e una femmina, di cui solo Luigi ha la passione del nonno.
Essi
ci ricordano i vari tipi di cozze: le spagnole, ” ’e cozzesche ’i
Taranto”, le "pelose", quelle di scoglio, di Baia (centro della Campania,
frazione del comune di Bacoli, presso Pozzuoli; luogo di villeggiatura di
imperatori e signori dell’antica Roma), e le nostrane coltivate; tra i
militi, dalle nostre parti detti ”frutti di mare”: cannumme (limoni di
mare), ricci di mare, spuncilli, tofe, padelle, cacavuozzoli, vongole,
vongole veraci, fasulare, lupini, maruzze, tartufi, datteri, ostriche,
granchi (”ranci”) vari, ed altro.
Cibo prelibato per gente di mare,
per il torrese in particolar modo che si nutre di questi gustosi
molluschi marini.
I suoi cari hanno voluto cosi
rimembrare il carissimo e compianto Luigi: ”A voi che mi avete tanto
amato, non guardate la vita che lascio, ma quella che incomincio”.
E noi
rivolgiamo ai familiari un sentito messaggio di umano cordoglio: ”Nun chiagnite ’a morte, pecchè essa appartien
’a vita.”
Le foto:
Luigi Ciarniccoli (”Gigino ’u sergente”) prima del decesso; con tuta
da palombaro; in divisa da militare; con un gruppo di commilitoni. |