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LA MADONNA ASSUNTA 
A TORRE DEL GRECO


di Peppe d’Urzo


Scavando, scovando e raccogliendo un po’ di notizie carpite di qua e di là fra la gente della nostra amata città, si è venuti a conoscenza di una vecchia usanza (o rito) religiosa che fa parte delle nostre storiche tradizioni: la festività della Madonna Assunta che si celebra il 15 agosto (ferragosto) di ogni anno, con processione serale della sacra statua per le strade cittadine e pirotecnico scenario di fuochi d’artificio.
E’ questa una festa molto sentita dai torresi che in massa vi prendono parte sin da lontani tempi. L’Assunzione e l’ascesa di Maria Vergine, in anima e corpo, al cielo è stata proclamata dogma (o dogma: articolo di fede, basato sulla tradizione e sul consenso universale, proclamato dalla chiesa, come verità immutabile, che deve essere accettata dai fedeli) da Pio XII (Eugenio Pacelli, 1876/1958, proclamato papa il 02.03.1939) in data 01/1 l/1950.
Il 15 agosto è un giorno di festa religiosa (onomastico della madre ed onomastico compleanno della figlia primogenita dello scrivente) per noi torresi ed altre comunità campane, fra cui Guardia Sanframondi (BN) con una grande processione di circa l50 mila persone, risalente al medioevo fino ad oggi; l’evento è una forma di penitenza per tutta la popolazione; è un cammino di spirituale conversione ed un atto di pietà popolare.



A Torre questa vecchia tradizione, che è sentita e festeggiata anche in zona Cappella Nuova (Chiesa S.S. Crocifisso), è stata rievocata dal carissimo amico Mario Di Donna (classe 1951, coniugato con Concetta Marzano; figli Vincenzo, Teodosio e Nunzia), originario di via Piscopia, il quale, come se fosse oggi, ne ricorda alcuni interessanti particolari. Egli rimembra che appena ”Teen ager”, le donne, ragazze/i (compreso lui) e gli uomini della zona, si riunivano sotto un vecchio fabbricato al civico 79 (ex 87) al cui interno era ubicata una piccola edicola sacra con l’immagine della Madonna del Rosario di Pompei (attualmente ancora al suo posto), per pregare a ”cielo aperto”, con recita del rosario e canti vari; ad organizzare il tutto due fra le donne di allora: Rosa Magliulo (”Rusenella ’a magliara”) ed una certa ”Maria ’a curtarella”.
Fino a qualche tempo fa, alla vigilia (l4 agosto sant’Alfredo) si mangiava pane e melone (anguria d’acqua), il classico ”mellone ’i acqua”. Gli innamorati erano soliti portare il melone (almeno cinque per 30 kg. e più) presso le abitazioni delle fidanzate e suocere, in segno di devozione e di
rispetto.
Il melone ”rosso fuoco" coi suoi semi, a detta di qualche esperto e studioso di usi e costumi, con ogni probabilità rappresentava il simbolo della fecondazione. In quel di Ercolano e fra i contadini di ”Ncopp ’u monte” (colle Sant’Alfonso a Torre del Greco), si mangiava una ricca specialità culinaria in ”agrodolce”: ”’e mulignane ’ca ciucculata”, ovvero melanzane fritte con la cioccolata; questo ”plat” era detto ”’U piatto ’i recapito”; si indossava, altresì, per la circostanza festosa, una camicia bianca di lino, su cui si ”immortalavano” alcune macchie di gustosa cioccolata.
Ci si riuniva, poi, a pregare sui lastrici solari (”Ncopp a l’asteco”), in mancanza dei quali, perché chiusi dal ”padrone di casa”, o inaccessibili per mancanza di scale, ecc., negli androni o scale di palazzi nelle zone del centro urbano e quartiere mare. Si alzava lo sguardo al cielo, di sera, verso le stelle, ad invocare la Madonna in segno penitenziale; erano questi momenti di sacrificale fede e messaggi di convinta religiosità; la devozione era qui rappresentata in modo viscerale. In aggiunta alle ”poste” del rosario, si cantava una canzoncina inneggiante alla Madonna Assunta. ”Sono dodici le stelle... sono una le stelle, Maria si incorona con la sua bella chioma, in cielo se ne andò... Evviva Maria, Maria evviva, Evviva Maria e chi la creò...”.

           

Questo era il ritornello, suonato anche dalla banda musicale in occasione della processione, che si cantava, dal profondo del cuore, per dodici volte quante sono le stelle intorno alla corona della statua della Madonna, con strofe finali: ”Ho girato tutto il mondo, ho girato senza paura, la madonna che ci aiuta... la Santissima Trinità... Evviva Maria...”. Poi una ”novena” che si recita dal 6 al 15 agosto. ”... Saliste in cielo Assunta Maria, venite al punto della morte mia... Siete Madre di purità, Saliste al cielo per l’eternità...”.

 Ed ancora una invocazione alla Madonna, madre di Gesù, che scaccia il diavolo tentatore: ”Fàvese e nemici facitevi lardo ’a me; oggi che nun avite ’dda fa', oggi che è ’u nomme ’dda Vergine, me faccio ciento croci e ciento Ave Maria...”. (Falsi e nemici, allontanatevi da me. Oggi che non avete da fare, oggi che è il nome della Vergine, mi faccio il segno di cento croci e recito cento Ave Maria...").
Da menzionare l’antica chiesa della SS. Assunta in via Comizi, edificata per la prima volta nel 1618, poi nel 1749 e nel 1798. Tuttora la si può osservare restaurata, dopo un decennio dal terremoto del 23.11.1980 ed inaugurata il 23.06.1990, in tutto il suo ”splendour” in stile neoclassico. A Lato destro della chiesa vi è l’ampio oratorio con la sacrestia, e da una botola posta in quest’ultima si scende nella sottostante zona della  chiesa. L’oratorio presenta, a lato strada, un cunicolo che porta all’esterno dell’antica struttura religiosa e che percorre sottoterra l’attuale via Comizi, dove fra la lava si osservano parti di abitazioni dell'antica Torre del Greco. Poco più giù, si trova l’Associazione dell’U.C.O. (Unione Cattolica Operai) "Maria SS. Assunta" del sempre in gamba presidente Mariano Esposito e dei vari soci (a tal proposito salutiamo con affetto il coriaceo G.nni Battista Mazza, da tutti chiamato ”Giogiò”, ex presidente).
Il sodalizio non è altro che la moderna continuazione dell’antica congrega dell’Assunta, sorta nel 1610 e fondata dal padre gesuita F.sco Pavone (Catanzaro, 1569 – Napoli, 1637); essa è stata ufficialmente ripristinata nell’aprile del 1992 con la benedizione del nuovo labaro. La realtà dell’Unione Operaia nasce, a sua volta, dall’esigenza di solidarietà profonda che opera là dove il bisogno è più avvertito. Un bisogno non solo di sostegno morale, ma di conforto e di guida spirituale per risolvere i problemi.
Molte le attività svolte da questa Associazione: cantata dei pastori, varie mostre, esposizione di presepi, aiuti alimentari e medicinali agli abitanti di Mostar (ex Jugoslavia) nel 1995, diverse iniziative e manifestazioni.

Altre ataviche tradizioni che si intersecano con quelle religiose, riemergono da un passato, rispolverato attraverso i suoi polverosi strati.
Si tramanda che, da ”vox populi”, alla vigilia dell’Assunta (ma anche in altre circostanze religiose o di altro genere), le giovani da marito volessero leggere, dando sfogo ad una immaginaria fantasia, il loro futuro, attraverso i ”segni”, cioè presagi e profezie. Con i dovuti artifizi a mo' di alchimia, si scioglieva del piombo, ponendolo sul fondo di un bicchiere (o, ”giarr”) d’acqua. Il piombo fuso, dopo essersi trasformato, proiettava immagini di volti maschili; quei volti ”appartenevano” alle innamorate in attesa degli spasimanti... Poi, il bianco dell’uovo (”’A filina ’i l’uovo”) veniva, di sera, immerso in un recipiente d’acqua con sopra un panno o tovagliolo. Di mattina, tolto il panno, si poteva ben osservare ciò che il bianco d’uovo aveva trasformato: in genere navi, bastimenti, ecc.; era la ”traccia” dei lavoratori sul mare.
Questo ”rito” veniva preparato anche con il fondo del caffè (”’A posam ’ddo cafè”). Altri ”signs” giungevano di notte all’esterno dei cancelli del cimitero per recepire notizie sulle attività lavorative dei tanti padri, mariti, fidanzati, familiari e conoscenti. Si pregava, inoltre, con fede e devozione affinché i propri cari non perdessero il posto di lavoro.
In occasione della festività della SS. Assunta, il papa Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli di pregare la Madonna, la madre celeste, per mettere fine al conflitto libanese-israeliano. ”Che regni la pace – ha concluso il pontefice massimo – solo con la pace i popoli possono vivere in concordia, fratellanza, amore e preghiera”.
Si ringraziano, oltre all’amico Mario Di Donna che ha rispolverato questi ricordi di una passata e genuina fanciullezza, Bartolo D’Elia, Carlo Boccia, valente collaboratore ed appassionato ricercatore di ”cose” torresi, tutti coloro che con le loro nostalgiche rimembranze, hanno contribuito alla realizzazione di questo ”reportage”, dal sapore antico e legato alle ataviche tradizioni della nostra, pur sempre amata, città.

Le foto: la statua della Madonna Assunta all’interno della Basilica pontificia di Santa Croce; processione della sacra statua (inizio anni cinquanta); l’interno del vecchio fabbricato in via Piscopia n. 79 (ex 87) con l’edicola sacra, ove in passato si pregava  (martedì 15.08.2008); l’amico Mario Di Donna al presente.