Mimì
'u meccanico
di Peppe d’Urzo
Domenico Volpe (cognome di probabile origine sicula), da
tutti ricordato come ”Mimi ’u meccanico” era nato a Torre del Greco
il 03.07.1933 ed ivi deceduto il 31.08.2006, da Francesco, detto
”Ciccillo ’u sapunaro”, venditore di sapone con locale in vico
Annunziata (” ’u vico ’dde capre”) e dal 1956 in via Gaetano De Bottis ("’u vico ’dda Croce”) n. 39, inizialmente terreni con
giardini. Era quel classico sapone solido, a scaglie o in polvere per
lavaggi a mano; allora non esistevano le lavatrici o le lavastoviglie;
”Ciccillo”, oltre alla fabbricazione, lo vendeva anche nei negozi
(mercerie).
La madre si chiamava Concetta Porzio, casalinga; cinque furono i figli
(tre femmine e due maschi). Da ragazzo, dopo una breve parentesi
lavorativa nel saponificio paterno, imparò, da autodidatta ed attratto dai
motori delle macchine, il mestiere di meccanico (operaio qualificato che
monta o ripara le macchine).
Aprì un’officina (attualmente ristrutturata e dagli ampi
locali) in via G De Bottis n. 39, in società con un certo Aniello. Prese,
poi, la via del mare come marittimo in qualità di primo macchinista con
la società ”Lauro” per circa un anno. Militare in marina, prima come
autista ed in seguito meccanico, imbarcando sulla corvetta ”Aldebaran”
(dal nome della stella di prima grandezza della costellazione del toro, la
più splendente delle cinque dande). Dopo l’esperienza di marittimo,
riprende l’attività di meccanico, lavorando in proprio. Con lui,
carpendo i segreti del mestiere, si sono esibiti diversi altri meccanici,
fra cui: Vincenzo e Giuseppe Polverino, Giuseppe Bianco, Mario Del
Giudice, Felice Gaglione, Gennaro Pernice, e altri che gli saranno grati,
serbandone un ottimo rapporto di stima e fraterna amicizia.
Affiora qualche ricordo dell’ultimo conflitto mondiale con le tante
vicende belliche che sconvolsero il mondo e la nostra tranquilla cittadina
vesuviana, bersagliata da numerose incursioni aeree con catastrofici
bombardamenti. ”Mimi” e la sua famiglia ”sfollarono” per lidi più
tranquilli; si recarono a Sinalunga, comune della Toscana (attuali
abitanti: 11585), in provincia di Siena, a 344 mt. s. m., su un colle
dominante la valle del torrente Foema (città monumentale: palazzo
pretorio, chiesa della Collegiata di S. Croce, S. Lucia e S. Bernardino),
andando ad abitare in una casa presa in affitto; ma anche qui ci furono
bombardamenti aerei. Domenico fu ferito ad un piede da una scheggia di
bomba che non poté essere estratta; questo ”cimelio” di guerra l’ha
portato nel piede sino al suo decesso.
Calmate le acque, con gli ultimi strascichi di guerra (avanzata degli
alleati al nord, l’inutile scontro fratricida dei partigiani coi
”repubblichini” e la ritirata delle truppe germaniche), si fece tutti
ritorno a Torre. Coniugato in data 29.09.1955 con Anna Giuseppa Scala
(classe 1931), dalla quale ha avuto sei figli (tre maschi e tre femmine),
di cui uno deceduto.
Il padre di Anna, Salvatore, era un bravo pescatore; titolare di
”paranze”, era detto ”Patanone” (dal naso un po’ a forma di
patata), ed il nonno veniva chiamato ”Andrea Saraghiello”
(da sarago: nome di pesce delle
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zone costiere, dell’ordine dei Perciformi; commestibile ed abbastanza apprezzato); la famigliadi Anna era originaria di via San Giuseppe alle Paludi; amica di altri nuclei di
famiglie di pescatori: ”Spavone”, ”Suarone”, ”Marrazzuolo” ed
altre.
Domenico ha fatto il meccanico da una vita; il mestiere gli scorreva nelle vene; anche dopo il meritato
pensionamento, trascorreva il suo tempo nel garage/ officina, passando poi
il testimone al figlio Franco (classe 1955) che lo gestisce fino ad oggi
(”Texaco Lubrificanti”). Franco ha molto appreso dal diletto ed
esperto genitore, ed ha fatto suo il vecchio motto: ”L’arte ’ddu pate è mmeza ’mparata”. ”Mimi” era un uomo intelligente, sempre
sereno, fiducioso ed incline alla lealtà, rettitudine ed ottimismo;
altruista, amico di tutti, persona di rispetto e di parola.
Era solito dire ai figli: ”Vale cchiù ’a parola che nu miliard’i
lire”.
Alto robusto si proponeva sempre con garbo e signorilità. Appassionato
di auto e motori, corse (Formula Uno ed altre), calcio, medicina, film
western e frequentare i buoni amici; gli amici del luogo erano: ”Tatonno ’u vaccaro”, ”’u caviciaiuolo” (Raffaele Raimondo, storico e
scrittore torrese), ”Michele Acchione” (Sorrentino Michele, vigile
urbano), P/le Nocerino con un fratello, P/le Sollazzo, l’on. Crescenzo
Mazza, Aniello Cuciniello, "’a patana" (Panariello, ristoratore), "Vicienz ’a seccia" (amico di gioventù) ed altri. Iscritto anche
all’Associazione Nazionale Carabinieri come socio simpatizzante e
sostenitore. Fu il primo meccanico a mettere in fase il motore diesel
della ”Peugeot 204”, 1.2 cilindrata, in Campania; fu un’operazione
alquanto difficoltosa e complessa per i tempi pionieristici delle officine
meccaniche nella nostra città; la ricerca dei cosiddetti ”punti
morti” dell’autovettura francese, fu una onorevole conquista del
bravo ed esperto Domenico.
La clientela era abbastanza vasta (oggi non da meno), proveniente anche da
fuori Torre; fra gli affezionati clienti molti i vigili urbani, poliziotti
e carabinieri, che avevano una grande stima e fiducia nell’operato di
”Mimi”.
Ha messo le mani, con impegno e dedizione, in tanti motori,
dalla ”Topolino”, ”Giardinetta”, ”1100”, ”1400”, ”Ardea”,
”Lancia”, fino alle attuali marche automobilistiche; provvisto
anche di patente nautica, gli piaceva, inoltre, guidare quelle Fiat di una
volta, le Lancia, Opel ed Alfa Romeo, cambiandole all’occorrenza, e per
le quali ne aveva una rispettabile riverenza. I suoi cari e tutti quelli
che lo conoscevano lo portano sempre nel cuore. Cosi è stato rimembrato:
”Il ricordo del grande amore per la tua famiglia che era tutto il tuo
mondo, rende ancor più vivo il nostro dolore. Con rimpianto e tenerezza
infinita, Ti ricordiamo e preghiamo per Te”.
Le
foto: Domenico Volpe,
”Mimi
’u meccanico”, prima del decesso, in divisa da militare; marittimo in
navigazione (Golfo Persico); il padre, detto ”Ciccillo ’u sapunaro”
e la madre Concetta Porzio. |