I Santagata
di Peppe D'Urzo
Il cognome
Santagata, di origine siciliana, è abbastanza noto nella nostra città. Il capostipite
si chiamava Vincenzo ed era nato alla fine dell'800 nella ridente città
sull'ansa del Volturno: Capua in provincia di Caserta. Venne a Torre del Greco,
convocato dall'ing. Giovanni Feola col quale in precedenza aveva avuto rapporti di
lavoro, per la costruzione di un opificio (in seguito, Molini Meridionali Marzoli)
all'avanguardia
per la trasformazione del grano in farina, caratterizzato da singolari
peculiarità formali e costruttive. Fu usato cemento armato per i solai, pietrarsa (la pietra lavica) per la torre e
"mattoni a vista" di quel caratteristico
colore rosso per i magazzini e i molini propriamente detti.
Vincenzo che
aveva costruito altri molini a Milano, ecc., rimase in ottimi rapporti anche
con i Marzoli: il padre Pietro, varesino, ragioniere e cavaliere del
lavoro, ed i figli Franco, avvocato e Gianni ingegnere. Il nostro
costruttore ed imprenditore edile continuò a prestare "servigi" alla sua
creatura in muratura, e, si dice, che fu retribuito per la professionalità e
capacità dimostrata sino alla fine dei suoi giorni.
Si
coniugò con Grazia Gagliardi, casalinga. Ebbero sei figli Francesco, Carlo
(Ufficiale a M.V.S.N.), Giuseppe, Pasquale, Salvatore e Giulia (coniugata Apice).
Carlo e Giuseppe si trasferirono a Torino, ove Carlo lavorò alla Fiat come
operaio e caporeparto; aprì, poi, una fabbrica di bulloneria e pezzi
meccanici. In essa vi lavoravano più di trecento
operai e Giuseppe, bravo aggiustatore di precisione, divenne capo officina. Carlo ideò e
costruì la macchina (pannello) per i biglietti
delle Ferrovie dello Stato
alla
fine degli anni '30 che fu venduta, inseguito, in Germania. L'attività
edile, invece, fu condotta a Capua fino ad oggi dai figli di Francesco.
Salvatore (1902/1980), socialista della prima ora, venne a Torre, andando ad
abitare coi genitori in via Fontana nel palazzo di Mazzacane (monaco);
appassionato di meccanica fin da ragazzo, lavorò nello Spolettificio (fabbrica di spolette per proiettili) nelle vicinanze di Capua, durante il
suo servizio militare in Esercito. Si unì in matrimonio con Nunzia Bonavita
(1906, Torre del Greco, 1963) dalla quale ebbe sei figli (quattro maschi e
due femmine): Antonio, deceduto; Vincenzo, pensionato; Luigi
pensionato; Carlo, titolare dell'E.ME.S. s.r.l, Elettromeccanica Santagata;
Giulia, vincitrice di un concorso di "Bellezza infantile" in villa
comunale con premiazione del primo
posto da parte del podestà; Anna.
Salvatore, lavorò col
fratello Pasquale (ex capo officina della Marina Militare, da cui si licenziò
durante l'ultima guerra mondiale). La prima officina meccanica fu aperta al c.so V. Emanuele 176 (proprietà Sorrentino "Sapone"- Onorato),
poi in via Cupa A. Maresca (ex falegnameria di Giuseppe Cotarelli, detto
"Mastu Peppe", deceduto nel 1998), al c.so Garibaldi n. 8 (per 53
anni circa) ed infine dal 1975 a Largo Gabella
del
Pesce n. 30/32 (ex fabbrica di mattonelle dei f.lli Balzano), gestita dal
dinamico e tuttofare Carlo (nato a Torre del Greco il 29.10.1938) che ha
ereditalo la passione dal padre.
Tanti i lavori eseguiti dalla ditta
Santagata: banconi ed attrezzature per corallari ed orafi, centrifughe per
lavanderie, lavatrici industriali, pompe semisommerse per acque piovane e di
pozzo, motori a corrente continua ed alternata, avvolgimenti, dispositivi per aeratori in gallerie
e tunnel.
Dal 1968 i lavori elettrici e meccanici (tubazioni, gruppi
elettronici, ecc.) per imbarcazioni e navi. La vasta attività è stata
svolta
anche all'estero: Francia, Germania, Spagna, Dakar (Senegal), Afghanistan,
Norfolk (Virginia - USA) ed altri luoghi. Attualmente la società che va
sotto il nome di E.ME.S., officina elettromeccanica dal 24.06.1994 con
vasta clientela, effettua lavori di depurazione acque, impianti idrici,
impianti sollevamento, pompe sommerse, riparazione macchine, fornitura e
riparazione, motori elettrici, avvolgimenti e quadri elettrici.
Al cordiale
ed affabile Carlo vengono in mente i terribili ricordi della seconda guerra
mondiale che sconvolse la nostra tranquilla città, collocata all'ombra dei
placido Vesuvio... Egli, originario della zona mare (palazzo Pontillo in via
Fontana) ed in seguito al 2° Vico Trotti, rimembra quel 13 settembre del
1943 quando su Torre caddero bombe che portarono distruzione e morte. l
morti venivano caricati su carretti e condotti al cimitero; fra coloro che
si attivarono in questo lugubre, ma necessario trasporto, riconobbe un
mitico e famoso personaggio locale "Luici 'u banditore" (detto
anche "'U scucciato").
Durante uno di quei laceranti allarmi
aerei, Carlo sulle
spalle del
fratello Antonio fu portato nel ricovero del fabbricato Belvedere ("'U
palazzo 'i Belleverè"); prima di accedere al rifugio, ebbe modo di alzare
lo sguardo in alto e in cielo, anche se era di notte, poté osservare una
formazione di aerei che incombevano sulla nostra città.
In
un'altra triste circostanza (24.04.1944 alle
ore 10) un
aereo tedesco
provocò danni
ad
|
Le
foto: Salvatore Santagata centro seduto coi commilitoni durante la prima
guerra mondiale Carlo Santagata, sottocapo segnalatore della Marina Militare
all'esterno dell'officina meccanica al c.so Garibaldi, 8; a pesca a Torre
Annunziata anno 2002
un'ala del fabbricato ubicato in via Piscopia angolo I° Vico Trotti, in cui persero la vita Concetta Colantonio
(madre) e le figlie Iolanda e Anna Maria Sorrentino; qualche giorno dopo, un
certo Angelo Di Leo, mentre camminava per via Piscopia fu colpito da una
scheggia di bomba d'aereo; il padre era detto "Giuvann 'u zelluso".
Poi, dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, i tedeschi cominciarono a
rastrellare uomini e giovani; anche il 2° Vico Trotti fu passato al
setaccio.
Il padre di Carlo era ben nascosto, unitamente ad altri sventurati
del posto, in una "piscina" di villa Trotti e, precisamente, nella
terra di "Carminiello", riuscì a salvare la pellaccia e non essere
condotto nei famigerati campi di lavoro nei territori del Terzo Reich.
I
soldati germanici, incutevano paura e terrore...; Carlo, ragazzino, si,
trovò nel vicolo,
quando i tedeschi con armi in pugno andavano a caccia di "materiale umano".
Il ricovero antiaereo di Piazza L. Palomba, situato nel palazzo
"Bonfiglio" definito "'u ricovero 'i mmiez 'a Torre che si
china ma nun se rompe!"; i Molini incendiati dopo essere stati minati
dai tedeschi in ritirata, col padre di Carlo che piangeva; la sua famiglia
sfollò a Montorio Inferiore in un casolare in fitto in alta campagna; poi, vennero
gli alleati con gli inglesi che in parte si stabilirono nei Molini; i
soldati britannici presero a voler bene a Carlo, regalandogli cioccolato e
biscotti.
Altri parenti: Santagata ... (Riardo)/CE; Giuseppe combattente nella grande
guerra del 15/18, partecipando alla ritirata di Caporetto; Carlo (cugino,
medaglia d'oro al valore, appena sedicenne combatté contro le truppe
germaniche; il 5.11.1943 fu catturato dal nemico, seviziato ed impiccato a
Capua in località "Pagliariello", immolando la sua giovane esistenza con
serenità e coraggio: un luminoso esempio del tradizionale eroismo della
gioventù italiana; un altro Carlo ingegnere, nato a Napoli nel .... svolge, da oltre
30 anni,
attività di
ricerca scientifica; Mario, originario di Sparanise, aviatore della prima
guerra mondiale; Domenico, poeta; Carmine, un partigiano a Capua; Francesco
docente universitario.
Carlo, coniugato dal 1965 con Maria Tortora (classe 1948,
nata a Napoli), appassionato di pesca, bravo ala destra da giovane cominciò
a giocare a calcio in strada ed in seguito nella "Loreto Starace" e "Fortitudo Audace",
cordiale e beato, incline al colloquio e alla letizia che ritiene una importante
componente della vita, così conclude: "E' dal 1954 che lavoro da
ragazzo in officina, iniziai con i miei fratelli. Svolgo l'attività per
l'orgoglio dei Santagata stando a diretto contatto coi collaboratori,
compresa la segretaria Lucia. E' un vera famiglia." |