Antonio Carrieri
"Tatonno 'u panettiere"
di Peppe D'Urzo
Chi
non conosce Antonio Carrieri, altrimenti detto "Tatonno 'u
panettiere"? Certamente sono in pochi quelli che non hanno avuto
l'onore e il piacere di incontrarlo, tastandone il suo gioviale e familiare
modo di proporsi. Persona molto socievole ed amica di tutti. Quanti di noi
abbiamo consumato la classica "pizza e birra" nella pizzeria,
pardon la "mitica" pizzeria nel bel mezzo della centralissima via
Roma, nei cui ambienti alla buona, si sono alternati tanti personaggi e
figure emblematiche che, fra leggenda e realtà, hanno fatto la storia di
Torre del Greco...
Egli è nato nella nostra vesuviana città il 05.06.1934, da Vincenzo e Olga
Scaltro. Coniugato con Anna Campaniello, classe 1936, da Davide e Vincenza
Magliulo (1893/1980, della stirpe de "'A muiana", artigiana abile
ed esperta del corallo, dipendente della ditta Onorato); tre figli due
maschi ed una femmina che danno una mano nel forno-salumeria "Antico
Forno Carrieri dal 1909" (ove si può gustare un'ottima pizza) al
Supportico Avezzana n.4. Antonio proviene da una famiglia di fornai e
panettieri con locali in via Sedivola (di fronte all'attuale salumeria
"Viola"), in via XX Settembre - Vico Bufale (in seguito gestito
dalla stirpe "Fasolo") e in via Nazionale verso Leopardi. Alcuni
ricordi dell'ultima guerra mondiale lo riportano indietro nel tempo.
Fu questo un buio e mesto periodo che coinvolse anche la nostra pacifica
cittadina, la cui gente subì tantissime privazioni, stenti e sacrifici.
Durante uno di quei tanti allarmi aerei notturni, i suoi genitori e gli
altri otto figli scapparono da casa per raggiungere il ricovero antiaereo;
nella paurosa confusione, Antonio, purtroppo fu lasciato nel suo lettino...
nessuno provvide a prelevarlo; quando, poi, fu rilevata la sua imperdonabile
assenza, era troppo tardi; ma, fortunatamente, grazie alla prontezza ed al
coraggio di un certo "Custantino", fu salvato;
costui salì nell'abitazione dei Carrieri e prese il piccolo Antonio, solo e
piangente, per consegnarlo ai genitori; "Custantino"
(autista d'occasione, poi dipendente comunale N.U.) fu ringraziato ed
omaggiato per l'atto eroico a favore di un fanciullo, vittima, suo malgrado,
delle vicende di guerra.
Aveva nove anni quando su Torre caddero
le bombe in quella terribile incursione aerea
del 13.09.1943 che causò morte e rovine, lasciando un indelebile segno a
quanti inermi, assistettero a quello scenario tragicamente apocalittico.
Appena furono avvistati i bombardieri americani transitanti a bassa quota
sui tetti della nostra città, tutto cominciò a tremare... Antonio, che si
trovava in piazza Santa Croce, fu preso da alcune persone e collocato sotto
il cordolo di pietra lavica che circonda lo storico campanile dell'omonima
basilica pontificia; gli aerei proseguirono verso Santa Teresa, sganciando
"confetti" micidiali...; poi un grande boato ed un immenso
polverone che avvolse gran parte di Torre...
Nel forno del padre Vincenzo (prelevato nel 1930) al Supportico Avezzana
n. 4, trovarono rifugio molti uomini e giovani della zona che rimasero
nascosti in un cumulo di fascine dietro al forno. Il locale ricevette la
"visita" dei soldati tedeschi dopo i tristi giorni dell'armistizio
dell'8 settembre '43, che cercavano materiale umano da inviare nei campi di
lavoro in Germania; essi, chiesero al titolare se vi fossero nascoste delle
persone, ma la risposta fu negativa...; i militari, vedendo appeso ed
incorniciato ad una parete del forno, un attestato del regime fascista,
relativo allo stato di famiglia numerosa, intestato a Carrieri Vincenzo con
l'elenco della famiglia, congratulandosi con lo stesso, volgendo le spalle e
salutando militarmente, andarono via...; si salvarono così molte vite umane.
Una zia di Antonio, sposata con un francese, viveva a Roma; il
marito lavorava all'aeroporto di Fiumicino.
Una volta accadde un incidente ad un aereo di italiano; l'aereo non riuscì
a decollare; si pensò ad un attentato; nell'occasione furono licenziati
alcuni dipendenti, fra cui, purtroppo, il "marito" francese. Ella,
non perdendosi d'animo, essendo brava nell'incisione del cammeo, ne creò uno
con l' immagine di Benito Mussolini, e lo inviò al Duce; il coniuge, a
discapito
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dell'iniziale provvedimento, riprese il suo posto di lavoro. Un cammeo di
questa zia di Antonio, è conservato ed esposto nei locali del Museo del
corallo (Scuola d'Arte) in p.zza Luigi Palomba, ove in gioventù vi ha
studiato.
Il nostro Antonio ricorda, inoltre, che anticamente i forni erano adibiti,
agli inizi degli anni trenta, alla sola cottura del pane, lievitato e
portato dalla gente nei forni, pagandone la cottura; in
seguito i panettieri cominciarono la vendita del pane.
In precedenza nel locale di Vincenzo Carrieri, si sono susseguiti un
certo "'U furnaro", "'U tianaro", venditore di pentole
di rame e "'U russo" (un tale Arancione, di professione fornaio).
Come si è già accennato, "Tatonno" ha gestito a mo' di
"family style" una pizzeria in via Roma (al presente "Harold's"
abbigliamento uomo) al civico nuovo 38; per molti anni è stato un punto di
ritrovo per varie generazioni.
Fra i personaggi più caratteristici che
hanno avuto il piacere di frequentare questo "ritrovo"
gastronomico, ricordiamo il mitico Salvatore Lionelli, detto
"L'ammiraglio", poiché quando si vestiva era elegante come un
ammiraglio; single, invalido di guerra, residente al 2° Vico Abolitomonte,
deceduto nel 1979, era solito uscire di notte; grande bevitore di birra,
aveva l'hobby del "Tuocco" (conta) nel classico "padrone 'e
sotto"...
Altri amici e frequentatori "Ciro 'u turione",
"Ciccio 'a sgancia", "Michele pere 'i papere" detto anche
l'ammiraglio, "Impero à cersa", L. Serpe (Gigino), Vittorio
Quartuccio, ecc...
Ecco l'omaggio dovuto al caro Antonio, da sempre impegnato in un lavoro di
acqua e farina; da un po' in pensione, ma quando può "scende"
nel forno per aiutare la moglie ed i figli.
A questi ultimi è demandato il
compito di continuare l'attività dei Carrieri, famosi panificatori di una
laboriosa e virtuosa città come la nostra per sempre amata città...
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