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Il caratteristico II Vico Trotti

di Peppe D'Urzo
 

Nel mosaico dell'arredo urbano, formato da vie, stradine, vicoli e vicoletti che spesso si accorporano e danno il volto ad una città o paese che sia, particolare menzione è dovuta al 2° Vico Trotti col suo folklore ed humus. Il vico, confinante con via Piscopia, conserva ancora l'incontaminato fascino di un tempo.
Quel tempo che spesso, attraverso le sue spolverate coordinate, riporta alla luce fatti e personaggi di una volta. Le sue "figure" rivivono attraverso una "felliniana" passerella. Ognuna nella propria dimensione e in una squillante nitidezza. Fra gli sbalzi di tempo si ricordano la famiglia di Raffaele Mazza, la cui moglie era familiarmente detta "Zì elenuccia", entrambi deceduti; "I Nnarone", famiglia Gennaro Sorrentino, simpaticissimo tifoso della Turris, sempre sulla cresta e dalla "calda" voce, ex marittimo in pensione, padre di Salvatore, detto "Canè" (ex calciatore della Turris negli anni '70 e inizio anni '80), attualmente bravo allenatore di calcio giovanile; "Gennaro 'a carrettella", era solito condurre carretti con cavalli; "'a Mericana", famiglia imparentata (zii) del dott. Luca Palma di via Piscopia; "'I Stagnari", famiglia di stagnai ed idraulici; "Colomba 'e Champagne", Colomba Rivieccio, zia di Cesare, ex calciatore del famoso "De Nicola"; "Irene 'a cazettara", esperta e specializzata in rammendi di calze e calzini; "Rosa 'a scarpara", ivi residente; "Nannina 'a spicciatone", anch'essa ancora lì residente; "Teresa 'i Sallione", sorella della muta (che era solita sedere sui gradini in piazza S. Croce, avvolta in quel suo caratteristico pastrano e con in testa un berretto stile "marines"); "Peppinella 'a caprara", fruttivendola al mercato (via Falanga) che da ragazza portava le capre al pascolo, ancora vivente; "Donna Peppinella 'a napuletana", originaria di Napoli; "Rusenella 'i Ascitiello", ivi residente; "Assunta 'i canichelle"; "Bijulino", buon elettricista, ex marittimo, ora pensionato, figlio de "'a Ciappetta" (deceduto); la famiglia Ausa del compianto Giuseppe, detto "Don Peppino", instancabile lavoratore, ex

 

marittimo.  Da menzionare, inoltre, due storici fabbricati: "'U palazzo 'i Pacculelle" (dietro al 2° Vico Trotti) e "'u palazzo 'ddu Belle Vedè" (il palazzo del Belvedere), ultima costruzione in alto a destra, in cui vi abitarono le sorelle " Ciccone". Molti torresi della zona ben ricorderanno questo antico fabbricato, che aveva un ricovero sotterraneo (grotta o scantinato), ove rimasero nascosti per un bel po' a riparo dai rastrellamenti dei soldati tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.Ve ne uscirono all'arrivo in città delle truppe alleate. Nel dopoguerra molti ragazzi vi andavano a giocare, qualcuno indossava un elmetto, qualche altro una maschera antigas (residuata). Con una scala raggiungevano un soppalco (costruito sotto il tetto), dialetticamente detto "'u Suppigno". In questo fabbricato vi ha dimorato anche la famiglia di "Don Antonio" Bono, classe 1915, deceduto, appassionato e tifoso della Turris; i figli sono Gigino, Mario e Vincenzo.
Ecco un altro pezzo di storia che trova la propria collocazione in quel grande "puzzle" della nostra cara ed amata Torre del Greco.