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Vincenzo Magliulo 
'a pavuncella


di Peppe D'Urzo
 

Un altro famoso personaggio che appartiene ai ricordi della nostra città: Magliulo Vincenzo, alias "Vicienzo 'a pavuncella" (probabilmente dal pavone, uccello dal magnifico piumaggio e di persona fiera e vanesia), nato a Torre del Greco il 02.02.1880 ed ivi deceduto il 28.02.1970, da Domenico, mediatore di paglia e da Montella Rosa, casalinga; figli due maschi e tre femmine. Vincenzo era anche detto: "baffone" per un paio di baffi di stile imperiale; originario di via Menarca, si unì in matrimonio nel 1905 con Castiglione Teresa, dalla quale ebbe dieci figli, di cui viventi: Domenico (21.01.1923) ed Antonio (10.04.1926). Adottarono anche un bambino di nome Valore Giulio, prelevato ad un giorno di vita, dall'orfanotrofio della SS. Annunziata.
Marittimo timoniere con la Società "Italia" e naufrago dell'"Andrea Doria" nel lontano 1956; quando sbarcava, lavorava il corallo come "lustratore". "'A pavoncella" fu richiamato sotto le armi e combatte la prima guerra mondiale nel 6° Reggimento Bersaglieri Verona; gli fu conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto dal Presidente della Repubblica con medaglia e croce di guerra, con decreto in data 16.06.1973 (Roma). Fece vari mestieri tra cui: aiuto macellaio, pulitore di scarpe ("Pulizzascarpe"), becchino ("Schiattamuorto") e lustratore di corallo, con insegnamento da parte del suo padrino di cresima; iniziò coi Liguori, Onorato, ecc..., in seguito, in proprio, recandosi alle Cento Fontane per la lavatura ed in casa in via Gradoni Canali Cancelli n. 2 (ex Largo Monteleone). La lustrata ("'A lustrata rint' 'a martulella"), cioè l'atto di rendere rilucente, avveniva in un recipiente di legno a forma di barchetta; in un sacchetto di tela di canapa ("pupatella") si metteva il corallo in pezzi, sciacquandolo con la polvere di pomice (abrasivo di roccia neovulcanica effusiva, grigio chiaro, leggerissima, spugnosa e ruvida al tatto), e poi, con sapone e pietre di polvere (pulimento); dopo circa un ora, in cui le abili mani si destreggiavano con movimenti in avanti e dietro, la lustrata era pronta; dopo questa difficile e delicata operazione, il corallo veniva trasferito nelle mani di altri addetti lavoratori che procedevano nelle varie lavorazioni...; all'epoca v'erano altri pochi bravi lustratori, si ricordano, infatti, "Michele Chiavizziello", "'U priore" ed uno zio di Vincenzo, Salvatore di Boscoreale. Vincenzo ha espletato questo mestiere fino a pochi giorni prima della sua morte.
Questa nobile attività è stata ereditata dai figli de " 'A pavoncella": Domenico e Antonio. Domenico, dall'aspetto robusto e somigliante al mitico e forte Maciste, partì militare in data 09.09.1942 nel Battaglione "San Marco", da Taranto a Pola, reparto "Bafile"; da Livorno effettuò uno sbarco in Corsica, poi in Sardegna a Cagliari; dopo una settimana sul CT "Vincenzo Gioberti", fu destinato a Biserta (Tunisia) in una batteria antiaerea. Con le truppe italiane in ritirata, fu preso all'interno della Tunisia (El Metline) e catturato il 09.05.1943 dagli Americani. Dopo una breve permanenza in un campo di prigionia ad Algeri, fu inviato dagli inglesi, in Gran Bretagna, e precisamente, a Liverpool (città e porto dell'Inghilterra a Nord Ovest - Lancashire, il secondo per importanza sull'estuario della Mersey nel Mar d'Irlanda), "Camp Newton Stewart"; prigioniero di guerra n. 112559, tesserino n. Z069276; in seguito, nelle vicinanze di Manchester e a Glasgow (Scozia). E' stato impegnato in lavori di campo, ricevendone buon trattamento e, altrettanto buon cibo. Domenico, dopo aver collaborato con gli Inglesi (altri prigionieri italiani restarono fedeli al regime), era solito uscire dal campo ed andare al cinema (dalle ore 16,00 alle 20,00, ora di ritirata); di fronte al locale cinematografico si trovava un bar (di proprietà di un triestino), ove si vendeva un po' di tutto fra cui le patatine che tanto piacevano ai militari; lunghe file accompagnavano i soldati al bar e al cinema; una volta fu proiettata una pellicola del grande divo italiano Amedeo Nazzari, senza il dovuto doppiaggio anglosassone; la sala era colma all' inverosimile; gli italiani, commossi e piangenti si mescolarono con gli inglesi emozionati ed inteneriti dalle immagini, accompagnate dalle didascalie, sottostanti lo schermo...
Durante il periodo della prigionia, arrivò a casa dei Magliulo una guardia municipale che notiziò la madre che il figlio Domenico era considerato "disperso di guerra"; in seguito, fu ai genitori recapitata una cartolina, in cui era trascritto

 

Le foto: Magliulo Vincenzo, alias "Vicienzo 'a pavuncella", coi baffi tipo imperiale; Vincenzo al lavoro in un quadro del maestro Aniello Eco del 1937; i figli Domenico e Antonio in divisa da militari; Domenico mentre effettua la lustrata 1985.

che il marò Magliulo Domenico era prigioniero in Inghilterra. Dopo tre anni (dal 09.05.1943 al 19.04.1946) fece ritorno in patria con una nave inglese (passeggeri), la "City of Paris"; fu congedato dal Comando in Capo del Dipartimento Marittimo Basso Tirreno, ove dichiarò il suo stato di prigioniero di guerra Napoli, 23.04.1946. Gli fu conferita, inoltre, la croce al Merito di guerra in data 16.12.1960; "Al marò B.S.M. Magliulo Domenico, matricola n. 105474, classe 1923". Antonio, dall'aspetto più esile, tranquillo e pacato nel suo modo di esprimersi, invece, ha vissuto la guerra a Torre. Ricorda i bombardamenti ed i ricoveri antiaerei nella zona ove abitava; sloggiò con la sorella Rosina in quel di Sant'Antonio Abate (Comune della Campania in provincia di Napoli a 20 mt.s.m.); durante i rastrellamenti dei soldati tedeschi, dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, rimase nascosto, unitamente ad altri sventurati, in zona Montedoro (località "Muntagnelle rosse"); quando l'1.10.1943 arrivarono gli alleati in città, nel quartiere delle "grariatelle 'dda ciucciara", la gente gridava: "'I mericani stann trasenn rint 'a Torre"; infatti, i "liberatori" transitarono per p.zza L. Palomba, "'Ncopp 'a guardia" e p.zza S. Croce.
Durante la permanenza delle forze interalleati in città, per aver aiutato un ragazzo a prendere dell'acqua alle Cento Fontane da consegnare ad un soldato americano, ricevette da questi un barattolino di bianco metallo, contenente sigarette, al cui lato v'era impressa una "V" (di probabile marca "Viceroy"); si vendevano, inoltre, sigarette di "black market" per le strade; ci si arrangiava per vivere; qualche venditore d'occasione, oltre alle "Lucky Strike", "Chesterfield", ecc, dava la voce, dicendo: "Tengo 'u vecchio ca barba"; si trattava di un pacchetto di sigarette dal titolo "Raleigh". Antonio ha effettuato il servizio militare in Aeronautica negli anni '48-49; fu inviato a Taranto in uno spaccio militare ove faceva il barista.
Oggi, il mestiere del "lustratore" si è qua si estinto; altri macchinari ("'u varile") hanno preso il sopravvento; i Magliulo hanno lavorato per i grandi corallari torresi: Mazza, D'Amato, Gentile, Ascione, Scafidi, De Rosa, Liverino ed altri.
Il cav. Liverino Basilio ha ricordato l'epica figura di "Vicienzo 'a pavuncella" in una sua opera sul corallo, "immortalandolo" in una foto alle storiche Cento Fontane, orgoglioso monumento di noi torresi del quartiere mare, splendida realtà di un tempo che non torna più.