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Vito Bonanno,
palombaro e clarinettista

di Peppe D'Urzo
 

Un altro personaggio viene alla ribalta dalle polverose tavole del palco della vita. Dalle quinte emerge la figura di Vito Bonanno, ricordato come "Vito 'u gruosso" (per la robusta corporatura), nato in terra di Trinacria (antico nome della Sicilia) in quel di Trapani (nel centro storico) nel 1921 e deceduto a Torre del Greco nel 1999.  Suo padre Salvatore, palombaro, perse la vita sott'acqua a causa di un bombardamento aereo a La Spezia; sua madre Anna Ippolito, casalinga e poi lavoratrice in una fabbrica-conserviera trapanese, si trasferì, dopo la dipartita del caro marito, con le figlie Filippina e Gerolama ("Monnina") a Genova.
Vito da giovane imparò il mestiere di barbiere e a 18 anni partì per servizio militare in Marina. Fu destinato a La Spezia, località Varignano, Comando Comsubim. Qui frequentò un corso di palombaro (chi scende sott'acqua, per lo più fornito di scafandro, costume di tela gommata, con elmo metallico munito dì cristalli per la visibilità che riceve aria per mezzo di una pompa), riuscendo alla fine ad avere il brevetto. Varie sono state le campagne di guerra. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, fu assunto al Ministero dei Lavori Pubblici in qualità di palombaro/artefice (prima avventizio, poi permanente).
In origine era adibito alle esplosioni delle rocce per la costruzione di porti. La sua lunga ed onorata cartiera al Servizio Escavazione Porto (S.E.P) è durata fino al 1 gennaio del 1979, data della meritata pensione. Ventenne, si unì in matrimonio con Elena Todaro, nativa di Trapani, suggestiva lingua di terra che si protende nel mare quasi a forma di falce (donde, sembra, il nome della città, in greco Drèpanon).
I suoi figli: Annamaria (coniugata), Salvatore (ex dipendente Ericsonn), Michele (Sott/le Marina Militare sommozzatore-palombaro nel ruolo S.D.A.I.), Biagio (dipendente Ministero LL.PP.) e Giuseppina (coniugata, la sola nata a Torre del Greco).
Salvatore è il padrino di cresima di Gennaro Italiano, figlio di "Ciccilio", storico componente della banda musicale della nostra città. Quando era il tempo della vendemmia i fratelli Bonanno, da ragazzi, si recavano a casa di "Ciccillo" a raccogliere l'uva per fare il vino. Era un divertente ma nello stesso tempo faticoso passatempo che permetteva di stare in campagna e respirare aria pulita. Erano bei tempi, tempi a dir poco incontaminati ed impregnati di vita sana. Nella sua città natia il buon Vito, oltre all'impiego professionale cui sempre si è attivato con dedizione e zelo, svolgeva anche attività sindacale (Cigl).
Era il tempo delle draghe (macchine escavatrici montate su galleggianti per scavi in terreni subacquei). Fu inviato nel 1954 a Napoli per esigenze e motivi di lavoro; nel capoluogo campano si trovò bene e si accasò a Torre, inizialmente al corso Garibaldi nei pressi dell'Altare di fabbrica. Dopo un mese in via Cesare Battisti nel palazzo ove si trovava la falegnameria di Corsaro (attuale via dei Remaioli) ed infine in via Nazionale (case popolari, zona Sant'Antonio) e via A. De Gasperi (di fronte all'Ufficio Postale).
Nella sua delicata attività lavorativa in cui era adibito al recupero di massi, scogli ed ordigni bellici, riuscì a riesumare dagli abissi marini, unitamente ai fidati colleghi di lavoro, la draga "Sardegna" e varie navi mercantili nelle zone dell'Alto Tirreno. Negli spazi di tempo libero di dilettava a fare il barbiere; tagliò i capelli a molti ragazzi dell'Istituto Minorile "Fiorelli" in via Nazionale.
Da giovane tirava di boxe ed era un bravo dilettante, vincendo qualche titolo nella sua Trapani, probabilmente nella categoria di medio massimo. Gli piaceva lo sport in genere, seguiva il calcio con vera e genuina passione, per molti anni si abbonò al Calcio Napoli.
Ma la vera passione, oltre al lavoro e la famiglia, che ha sempre avuto sin da piccolo, è stata la musica.

Le foto mostrano Vito in abiti da palombaro (recuperati dopo la morte dei padre), col clarinetto e mentre suona insieme con i colleghi della "Banda Città di Torre dei Greco" in località Leopardi

Imparò a suonare il clarinetto nella nostra città e fece parte della banda del "Buon Consiglio" (maestro Postiglione), poi "Città di Torre del Greco" (maestro Vuotto) e "A. C. M. T." (Associazione Culturale Musicale Torrese, Presidente: Raffaele Filosa alias 'Sifò, sassofonista) con sede in via Teatro 1. Vito, oltre a suonare e ad essere capobanda, nell'ambito organizzativo dell'Associazione ne è stato amministratore delegato. Ha anche insegnato lo strumento ad alcuni ragazzi torresi. Spesso ha suonato col figlio Biagio, suonatore autodidatta di grancassa, il quale, diplomato all'Istituto Nautico, ha dei buoni trascorsi calcistici. Ha iniziato nella Pro Ina di mister Enrico Marino, poi Leopardese e Brancaccio (allenatore: Giovanni Formicola e, tuttofare, Peppe Sasso), giocando come difensore sempre con grande impegno e grinta da vendere.
Fra le tante esibizioni musicali, si ricordano quelle di Capri, Sorrento e Roma. Nella capitale, otto componenti della nostra banda (tra cui Vito Bonanno) suonarono al teatro "Don Orione", sotto la regia di Gigi De Luca: fu un grande successo. Tante le feste, le cerimonie e funerali (in queste tristi circostanze si suonava l'opera 35 di Chopin, varie le marce sinfoniche suonate al cospetto di un pubblico competente appassionato.
Durante le domeniche e giorni festivi, relativi ai dispositivi a traffico limitato (isole pedonali) si fece promotore dell'uscita della banda musicale torrese per le strade principali cittadine, per allietare la gente che esternava la propria gioia e contentezza.