"‘A semmulella"
di CARLO
BOCCIA
Alcuni giorni fa, sono uscito di casa per andare al lavoro, era più
presto del solito (con le belle giornata ci si alza presto dal
letto) e ho incontrato dalle parti di via Gradoni e Canali,
esattamente alla Via Che Mena a S. Croce, un ragazzino dall'età di
10-12 anni. Aveva carrellino a due ruote, con dentro un sacco ed un
rotolo di carta, era un ragazzino sveglio e nella parlata popolare
si dice "nu figlio di bona mamma" nel senso che vive per la
strada e conosce già i pericoli e le insidie della vita. Girava per
i vicoli e vicoletti, tirandosi dietro il carrellino e gridando con
una buona voce "Chi vo' a semmulella". Con occhi furbi e
gesti scaltri guardava le finestre e i balconi, sperando che si
aprissero e si affacciasse qualcuno: un possibile potenziale
acquirente. La voce era caritatevole e melodica, quasi lamentosa, e
arrivava lontano e si disperava nei meandri dei vicoli e negli antri
dei palazzi, facendo a volte anche da sveglia a chi ancora dormiva.
Sembrava che diceva <<jamm accattatevella>> e il volto e gli
occhi quasi tristi, si illuminavano e brillavano alla voce
allorquando veniva chiamato da qualcuno che diceva "Guagliò
quanto costano, e mettine due nel panaro" (che poeta che sono!
Ma incompreso perché non ho vinto mai un premio). Poi, con gesti
pratici, prendeva dal sacco due semmulelle, le avvolgeva in
un poco di carta presa dal rotolo e li metteva nel paniere; con gli
occhi controllava i soldi e nello stesso momento il carrello con la
sua merce.
La semmulella è un prodotto alimentare torrese ed è nato nel
quartiere più antico di Torre: Santa Maria di Costantinopoli; si
consuma al mattino presto, condita con alici già preparate nei
vasetti con olio d'oliva e sale. E' fatta di farina di Saravone,
madre di crescito, acqua e sale; ha la forma di una pagnotta
schiacciata e allungata dal peso di 200 grammi circa (attualmente
non si usa più questo tipo di farina).
'A
semmulella
Un poco d'acqua farina e sale
Un poco d 'aria di vichi e vicoletti
Un poco d'aria di mare
Un poco di voce di ragazzini
Un poco d'amore per Torre
Tutto impastato sulla madia
Ed ecco pronta la semulella.
Carlo Boccia
Questo alimento è un po' pesante ed è consigliabile consumarne la
metà; mia madre ne comprava due (40 lire) e le divideva in due. Una
volta si vendevano al mercato, nei posti fissi, il venditore le
teneva in caldo avvolte nei sacchi, e li serviva canditi al momento
con olio, alici, sale o pepe. Poi anche i ragazzi per racimolare un
piccolo guadagno, iniziarono questa tradizione, distribuivano e
vendevano questo prodotto portandolo direttamente sotto casa, al
mattino presto. E c'era chi le conservava avvolte in una maglia di
lana sotto il materasso per tenerle in caldo per i figli
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