RICORDI DI TORRE a cura di Peppe D'Urzo
Ammasciata e ammasciatella
di CARLO BOCCIA
"Chi nasce per marito, nu mor vecchia
zita".
In italiano si dice imbasciata, cioè
portare una notizia riservata, che devono sapere solo poche persone. Da non confondere con Ambasciata, che è tutta un'altra cosa; un rappresentante di uno stato all'estero
che riporta notizie diplomatiche. Adesso non si usa più portare "l'ammasciata" e per sapere
cos'era c'è bisogno di spiegare al più giovani come si svolgeva la vita un tempo, quando non
c'era l'emancipazione femminile. Praticamente quando le donne stavano in casa a fare le
calzette. Attualmente le ragazze escono da sole, vanno a scuola, a lavorare, con gli amici
organizzano feste fino a tarda notte, si fidanzano, si sfidanzano, convivono, tutto normale,
e se qualcuna non si adegua è esclusa dalla comitiva, anzi dalla società. Una volta
le ragazze stavano in casa, non uscivano quasi mai, sempre sotto lo sguardo vigile della
madre, le più grandi solo per commissioni nel quartiere, nella salumeria o merceria, o
per imparare il mestiere di sarta dalla maestra, per le
più svogliate c'era un detto "Figlia
mia misteriosa, essa taglia essa cosa, e per cosere na
cammisa, ce mettette 'n anno e 15 mise",
poi la domenica era consuetudine andare a messa.
Ci si fidanzava di nascosto, vedendosi di sfuggita,
dandosi piccoli appuntamenti, o in feste in case di conoscenti; complici
sguardi furtivi. Poi con l'aiuto delle amiche si mandavano i bigliettini e le " ammasciatelle".
Gianni Morandi cantava: "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte". Era
l'epoca quando le madri chiamavano i figli dal balcone, oggi li chiamano con il capofamiglia sono sempre lontano sulle
navi in giro per il mondo e le nostre famiglie sono matriarcali, le madri insegnano alle
figlie come mandare avanti una famiglia, come accudire i figli ed il marito e
sollecitare i maschi ad imparare un mestiere. Ma capitava che qualche ragazza era un po' "scurnosa",
non usciva mai, non aveva amicizie, ed in più la dea "Venere" non era stato molto
generosa con lei. Gli anni passavano, diventava
zitella, e non aveva proposte di matrimonio, e nel gergo popolare si
diceva "Nisciuno si fa annanzi, è fredda di ciorta".
Si mobilitava allora tutta un organizzazione fatta di parenti e amici, per conoscere "Nu
buon guaglione"
ed
combinare il matrimonio. Si portava quindi l"'ammasciata" ai genitori, " tengo
nu buon guaglione p'i mman ", |
LE FOTO: AMMASCIATELL FRA
RAGAZZE; MERCATO DI VIA FALANGA LUOGO DI INCONTRO E DI AMMASCIATA; L'AMMASCIATA.
che prendevano le
dovute informazioni. Ma anche qui c'era un detto, "U
chiu bunariello,
ten a uallara e u scartello".
Quindi se erano buone con l'accordo delle famiglie si faceva in modo che si incontrassero a loro
insaputa. E molte volte questo metodo ha funzionato e dato un buon matrimonio con molti figli.
Di tutto questo i due interessati erano all'oscuro e gli ultimi a sapere la notizia. Poi
c'erano i giorni stabiliti per andare a casa di sera dalla
fidanzata " a fare ammore "
e le uscite sempre con l'accompagnatore appresso, " io mammeta e tu".
Alla fine si prendevano per marito. Dopo il matrimonio, la voce popolare
diceva, chi nasce per marito, nun
mora vecchia zita. Una
curiosità: il tipo di pasta era gli ziti. |