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RICORDI Dl TORRE     a cura di Peppe D'Urzo

Dagli antichi proverbi
e detti a:
"Mammè a' porta..."

di CARLO BOCCIA

I proverbi anche se a volte si contraddicono sono la saggezza e la filosofia del popolo.
(da: "I proverbi di Napoli" di Vittorio Gleijeses 1989)

Quante volte nel corso della nostra giornata, abbiamo abbinato un proverbio o un detto a qualche fatto o episodio che ci è capitato od assistito, senza però sapere la provenienza ed il significato. Molti di questi sono conosciuti solo nel paese dove sono stati generati, alcuni anche a Torre del Greco. E facendo una cosa gradita ai miei lettori, ho fatto una ricerca di alcuni di questi, trovando cosi la provenienza ed il significato e ho scoperto che alcuni sono millenari. Avete mai sentito dire da qualche anziano: "chill'ten 'e recchie 'e pullican, sent i fatti i tutti quanti". I pellicani non c'entrano niente, ma è molto probabile che il detto si riferisce ai pubblicani dell'antica Roma, che erano persone al servizio dello stato, che ascoltavano al mercato e nelle piazze i discorsi della gente e del loro patrimonio, per riportarli all'ufficio dell'erario per poi tassarli. Attuale Equitalia. C'è poi il detto "Figlio di 'ntrocchia" che deriva dal latino intra-oculas, tra gli occhi, davanti agli occhi. Infatti figlio di 'ntrocchia è quello capace di farti qualcosa, un male fatto davanti agli occhi, quello che a volte diciamo "Tho fa inta ll'uocchie". Abbiamo poi il detto "alla Sanfraso" dal francese "San-facon" che significa senza misura, ed ancora, "è successo 'o 48" che si riferisce ai moti rivoluzionari del 1948. "Mannaggia a Marina", frase che pronunciò nell'agosto 1860 Francesco II, detto "Francischiello", contro la marina, orgoglio del regno di Napoli. Che non fermò le due navi di G. Garibaldi. Mannaggia “‘a Capo 'e zi Vicienzo", anche qui zio Vincenzo non c'entra niente, ma viene dal latino "Caput sine censi". Teste senza censo. Ed era rivolto a persone talmente povere, che non erano nemmeno censite. Equivaleva a dire "Mannaggia 'a miseria".
Una curiosità che forse non tutti sanno. L'usanza di dire la "dozzina" come numero completo di un servizio di: 12 piatti, 12 bicchieri, 12 posate, 12 calzini, 12 lenzuola... ha origini dalla tradizione antica indiana (Asia). Infatti, essi non usavano le dieci dita per contare, ma i dodici punti delle quattro dita di una mano escluso il pollice; base-centrale-unghia, in modo di avere una mano libera per scrivere. Fra i tanti modi di dire, c'è ne uno che fa parte esclusivamente del dialetto torrese:
Mammè 'a porta. .. Detto spontaneamente dai frequentatori del vecchio cinema Vittoria. Adesso vi racconto (ma ai più giovani) dove e come è nata questa espressione.
Tanto tempo fa, ma non molto, in via Gradoni e Cancelli, c'erano due cinematografi, l'Iris di don Leone Mazza, ed il "Vittoria" di don Salvatore Di Cristo, conosciuto anche come il "Pidocchietto", molto popolare e frequentato maggiormente dai ragazzi. All'angolo delle uscite secondarie laterali del cinema Vittoria le quali si trovavano in Traversa Gradoni e Cancelli, c'era una piccola baracca di legno ed un'anziana donna, era minutina ma ancora arzilla e vivace, che vendeva caramelle, ma nello stesso momento sorvegliava le uscite, facendo attenzione a non far entrare i ragazzi. In cambio don Salvatore le dava il permesso di vendere le caramelle in sala. Ma nonostante ciò, c'erano sempre gruppi di ragazzini, figli di
'ntrocchia, che approfittando della loro scaltrezza e velocità, avevano la meglio, "tha facevano dint'all'uocchio", e riuscivano a passare il sospirato limite. Apriamo una breve parentesi. Nel periodo che va dalla fine anni '40 a quella degli inizi anni '70, la via Gradoni e Cancelli ha visto il suo massimo splendore nel via vai di ragazzi e giovanotti che andavano ad assistere agli spettacoli cinematografici dei cinema Vittoria e Iris.
Di domenica le proiezioni incominciavano alle ore 14,30 e con poche lire si poteva assistere a spettacoli di genere western, avventura, comico e greco-romano. Gli attori principali erano i nostri eroi, che noi volevamo imitare, Charlton Heston (Ben HUR), Steve Reves (Ercole), Gardon Scott (Maciste), Victor Mature (Sansone), Gary Cooper, Kirk Douglas, Alan Ladd, Toto, Stanlio cd Ollio, Gianni e Pinotto e poi il grande John Waine, al quale si affiancavano sempre belle ragazze (
'u giovane e 'a figliola), un ragazzo e un anziano da difendere dai "traditori", e al momento che

LE FOTO: EX ClNEMA VITTORIA;  MAMME Dl ANIELLO FORTUNATA;  LIBRO DEI PROVERBI;  PORTE LATERALI EX CINEMA VITTORIA;  ESEMPIO Dl CONTABILITA'

stavano per soccombere, arrivavano "i nostri" che venivano accolti con un urlo di trionfo dal pubblico che quasi partecipava all'azione, e veniva coinvolto dall'entusiasmo. E' qui entra in scena il famoso detto torrese "Mammè a porta", al secolo Carmela Romano, coniugata Iuliano.
Al momento che andava in sala, aprendo la porta per vendere le sue caramelle, che portava in una cassetta a mo' di esposizione, disturbava con la luce la visione, oppure se era d'inverno con una ventata di aria fredda. Era a questo punto che si sentiva in coro e con voce unanime da parte del pubblico presente: "
Mammè a porta". Lei senza scomporsi e mugulando, ci "abbuffava" di parole ed imprecazioni, poi se ne andava piano piano al suo posto di guardia.