RICORDI Dl TORRE
a cura di Peppe D'Urzo
Una passeggiata torrese:
Me ne vaco, vico vico, me ne vaco, mare mare.
di
CARLO BOCCIA
Poco
tempo fa, sono stato con la famiglia a Vico Equense, per una commissione
e anche per una passeggiata serale. Arrivato alla piazza, quella con una
bella fontana al centro, ho fatto un giro nei dintorni, e ho visto
all'entrata di un vicolo, una scritta su mattonelle di maioliche:
"Passeggiate Vicane". Ml sono incuriosito e ho fatto così un giro per
quei vicoli; erano pulitissimi, ben ornati, palazzi storici con portali
ben tenuti, un’illuminazione tenue, adatta a dare un’atmosfera al luogo,
si vedevano impronte di antiche invasioni saracene, poi una lunga
mulattiera di gradoni che serpicava fra la vegetazione e il ciglio della
valle portava al mare, angoli con vista sul golfo che lasciavano
esprimere oh...oh... oh...oh venite a vedere come è bello! Con un poco
di invidia ho percorso gli stessi vicoli ma a Torre del Greco,
incominciando da via Gradoni e Canali, (la prima isola pedonale che
fecero i nostri avi nel 1800), via che mena a Santa Croce, vico Pontillo
a Cavour, che è una parte di un borgo di pescatori del 1700, non invaso
dalla lava del 1794, ecco perché si chiama "abbasc
'i chiazze".
Poi sono salito per le scale che portano al "largo Bandita" e ho disceso
i lunghi gradoni che portano al "largo Bandito" e ho disceso i lunghi
gradoni che portano al 'largo Gabella del pesce' e dalla riva del mare
ho goduto di un ottima veduta del golfo da Sorrento, Capri, Ischia e
Capo Posillipo. Poi ho continuato per "largo Benigno" e "via che Conduce
alla Marina". Non vi dico lo stato di conservazione di questi luoghi,
che hanno vissuto un tempo migliore, erano tutti sporchi.
Poi un bel giorno i torresi hanno scoperto la zona alta ed hanno
abbandonato le loro origini e tradizioni, proprio quei luoghi vicino al
mare che in un qualsiasi paese del mondo, sono i più curati e più
valorizzati. E ho scoperto così un muro invisibile che divide la città
in Torre nord, serie A e Torre sud, serie B. Siccome sono un nostalgico
ho rifatto il giro, ma con la mia fantasia, perché sognare si può e,
poi, non è reato. Così ho rivisto come potrebbero essere questi luoghi.
Via Gradoni e Canali; sui lunghi gradoni, donne anziane con i capelli
avvolti nei "tuppi"
e giovani ragazze dagli occhi furbi, capelli corvini e dalla carnagione
mora, sono ricurve sulle loro bancarelle a bucare di corallo.
Vicino
alla fontanina, luogo di ritrovo per le donne a scambiarsi qualche
parola e a rifornirsi di acqua. Nelle lunghe sere d'estate, gruppi di
persone sono seduti fuori l'uscio di casa, raccontandosi leggende e
tramandandosi antiche tradizioni. Ragazzi che giocano a "nguattarella",
"Vianoo",
"agguanto
che me ne vengo",
"uno
ammonta a luna".
Giovanotti che fanno la corte alle ragazze sotto i balconi e si aiutano
fra loro. A volte intonando antichi canti e confidandosi segreti e
consigli. La grande gradinata di Largo Bandito che porta giù alla
Marina, ornata di fioriere e lampioni a lanterna, e in fondo un grande
arenile, con porticciolo di barche e tutto intorno nel quartiere delle
"chiazze" e Largo
Gabella del pesce, bar, ristoranti, pizzerie e negozi che vendono
oggetti di corallo e cammei di cui Torre è famosa, realizzati dai bravi
artisti e incisori sui loro piccoli laboratori. Ma ad un tratto torno
alla realtà, vedo una nota positiva sull'uscio del panificio di Antonio
e Alessandra Savastano. Vedo una bella ragazza che frigge le zeppole e
le vende calde-calde. Nella nostra usanza quanto ripetiamo una parola,
vogliamo dare un valore in più, in questo caso al gusto e alla bontà.
Rivedo la scena del film di De Sica (1954) |
LE
FOTO: QUADRO Dl FANTASIA DEL MAESTRO LUIGI SEME: VIA GRADONI E CANALI;
LARGO BENIGNO OTTOBRE 2011; LARGO GABELLA DEL PESCE OTTOBRE 2011; LARGO
GABELLA DEL PESCE OTTOBRE 2011; FORNO ANTONIO SAVASTANO
"L'oro
di Napoli", la bella e provocante pizzaiola Sofia Loren, moglie del geloso
Giacomo Furia, che frigge e vende le pizze calde-calde, che venivano pagate
"oggi
ad otto".
Cioè dopo otto giorni. |