Aniello
'u fasularo
di
Peppe D'Urzo
La
vetusta consumata pellicola del passato, intensificando i propri sbiaditi
colori, comincia a proiettare sullo schermo della vita, i ricordi di una
volta. Il tempo che fu appartiene ad ognuno di noi con tutto quanto ci
è passato davanti agli occhi, e negli occhi di Aniello Russo si
"legge" lo spaccato della sua vita.
Egli, altrimenti chiamato "Aniello 'u fasularo", noto
personaggio di via Diego Colamarino ("Mmiez 'a San Michele"),
con locale denominato "Casa del Fagiolo ex Quagliarini radio e
riparazioni e D' Orlando falegnameria", con la vendita di legumi e
specialità del tipo: farina di castagne, farina di cocco, legumi in
genere delle migliori produzioni di zona, farina di mandorle per
"caprese", ecc.
Aniello Russo è nato a Torre del Greco il 11.03.1930, da Raimondo e
Giuseppina Sorrentino, coniugato con Margherita Salerno, risiede alla
traversa Santissimo n. 8. Il padre Raimondo era capitano marittimo (sui
rimorchiatori); militare nella Regia marina, richiamato e militarizzato
allo scoppio dell'entrata in guerra dell'Italia in data 10.06.1940.
Dopo i caotici ed infelici giorni dell'armistizio dell'8 settembre '43, in
cui le nostre forze armare furono lasciate al proprio destino, egli era
imbarcato sul "Rosina" che fu fatto esplodere ed affondato nelle
acque dei porto di Castellammare di Stabia. La madre Giuseppina era
casalinga e commerciante di prodotti di salumeria. Aniello ricorda che in
uno di quei giorni di fine settembre del '43 si era recato nella vicina
Torre Annunziata, col padre ed uno zio, a comprare della pasta, era questo
un classico per molti nostri concittadini che si recavano in altri posti
fuori regione, per acquistare cibo ed alimenti per il fabbisogno
familiare ed eventuale vendita a chi ne faceva richiesta.
Sulla "rue de retour" ci fu un pauroso sgomento, un fuggi fuggi
generale fra tanta gente che cercava riparo dove poteva; c'erano i soldati
tedeschi che rastrellavano nomini e giovani da inviare, poi, nei campi di
lavoro in Germania e nei suoi territori occupati. Nei pressi del lido
"Azzurro", Aniello fu urtato da un carro armato germanico,
lievi furono i danni; riuscì, dopo questi momenti di viva apprensione, a
far ritorno a casa, unitamente ai familiari; portava con sé un carrettino
basso con le quattro ruote di ferro, su cui c'era un po’ di pasta;
quel carrettino era, dai ragazzi di allora e dalle altre generazioni
postbelliche, chiamato "'U carruoccelo", trastullante
giocattolo divertimento in voga fino a qualche tempo fa.
Come dimenticare le incursioni aeree sulla nostra tranquilla città con
quelle bombe che cadevano giù, causando morte e rovine; gli allarmi aerei
e la gente che correva nei ricoveri antiaerei; uno di questi era ubicato
in via D. Colamarino, di sotto alla chiesa di San Michele Arcangelo.
Un altro ricordo va alle famose "tessere annonarie" che, durante e dopo la
seconda guerra mondiale, permettevano alla popolazione di acquistare
generi alimentari sempre più frazionati in qualità e quantità.
"'U fasularo" sin da ragazzo ha lavorato nella "puteca"
dei suoi genitori che si trovava in via Circonvallazione n. 121, dal 1934
al 1948; poi, in via Teatro n. 26 (a fianco del teatro
"Garibaldi"), fino al 1952; dal 1953 fino ad oggi in via Diego
Colamarino n. 62 (attuale 54). Aniello ha servito la Patria sotto le armi,
indossando la divisa della Marina Militare dal 1950 al 1952; fu imbarcato
sul "Caio Duilio", in qualità di barista. Il negozio che è
sempre stato una istituzione, ha, dalle origini, la vendita di legumi
(specialità) e pasta, quella che una volta si vendeva "sfusa"
ed impacchettata in fogli di carta spessa.
Le ditte ed i rifornitori locali di pasta sono: "Landolfi",
pastificio (caserma per militari durante il conflitto mondiale) in via
Circonvallazione, di fronte alla Clinica Bonanno, in seguito Stazione dei
Carabinieri; "Dota" in via Nazionale, dopo via Campanariello, e
"Sorrentino" in via Nazionale, di fronte a Villa "Prota" verso il
"Palazzone", ai confini con i cugini "oplontini".
Raimondo (figlio di Aniello), classe 1958, coniugato con Luigia Fulgente,
ragioniere e collaboratore da venticinque anni, gestisce al presente una
vera e propria salumeria, che conserva sempre il marchio d.o.c. "Casa del
Fagiolo".
Altri locali e mitiche figure da menzionare in questa storica via sono:
Bianco (alimentari), "Lisetta" (giocattoli ed elettrodomestici),
"Don
Ciro 'u tabaccaio" (attuale Manzo giocattoli), il Comando
Vigili Urbani ("'A residenza", dall'inglese residence), il
forno Di Luca, |
"'i
mancini" (panettieri), Candurro (barbieri), "Mast'Austino" e "Mastu Rafele" (calzature
e riparazioni di scarpe), "Vadassarre" (salumeria), Battaglia,
Venditti (cartolibreria), "Papoff" (lavanderia), ecc.
In Largo
Santissimo "Celeste 'u pasturaro" (vendita pastori, comete ed
altro), "Prinzipio" (frutta e verdura, con "casa e puteca",
ove dormiva lui, la moglie, sei figli ed il cavallo (attuale pescheria
"'A putrella" ed attigua pasticceria).
Nel cortile esterno della Chiesa di San Michele che allora non aveva il
recinto, c'era, in un angolo, il solito posto di "Mimi 'u ciucciaro"
che vendeva latte di "ciocca" (asina).
Ecco concluso l'omaggio ad Aniello Russo, alias "Aniello 'u fasularo",
un gran lavoratore, ultrasettantenne, calmo, cortese, familiare ed
accostevole.
I suoi ricordi appartengono al "cult of memory"
della storia della nostra amata città, che dal passato cerca e cercherà
sempre di
trarne i dovuti insegnamenti, notizie, ricerche, storie ed
avvenimenti da tramandare alle generazioni che verranno. |