Il
ricreativo
bar
"Di Rosa"
di
Peppe D'Urzo
Dall'intarsiato
mosaico dei ricordi che rappresentano il patrimonio culturale e sociale
di una collettività, emergono storie e leggende che meritano di essere
menzionate. Fra esse con meritevole omaggio, rievochiamo il bar "Di
Rosa", famoso e tipico locale, ufficialmente "Gran Caffè",
ubicato in una invidiabile posizione di Torre del Greco che fa da angolo
fra via Roma e via Vittorio Veneto (attuale sede della Banca Commerciale).
E' stato gestito sin dal 1938 da Aniello Di Matteo, detto "Tatonno 'u
cavuraro" dipendente di un'azienda di cellulosa in quel di San Giovanni a Teduccio, deceduto a 91 anni, e da Paolo che l'ha tenuto in vita sino al
1989. C'è un po' di storia che è "entrata" in questa
struttura, le cui mura hanno "visto" in essa transitare soldati
tedeschi ed alleati durante l'ultimo tremendo conflitto mondiale. Gli
armigeri teutonici che erano assidui e rispettosi frequentatori, dopo la
"debacle" italiana dell'armistizio dell' 8 settembre 1943, vi
cercavano uomini e giovani durante quelli orridi rastrellamenti, ma questi
erano ben nascosti in una grotta, che fungeva da ricovero antiaereo.
Vennero, poi, i "liberatori" che in modo giubilante vi entravano
(gli ufficiali dall'ingresso principale) a prendere qualche drink e a
giocare a biliardo (nella sala interna).
Era il periodo della lenta ricostruzione della speranza, mentre al nord
Italia e su altri fronti di guerra continuava. Con tenui sorrisi e
con il pensiero dei congiunti che ancora dovevano far ritorno a
casa, si prospettò uno spiraglio vitale per affrontare il duro cammino
della vita; i torresi, come gli altri cittadini del martoriato sud,
cominciarono pian piano a lavorare per sfamare le proprie famiglie. La
R.A.F. (Royal Air Force) alloggiava nella scuola elementare "G.
Mazza", la M.P. (Militar Police) di fronte all'edificio scolastico ed
il grosso delle truppe alleate nella villa Materazzo a Resina (oggi
Ercolano).
Si verificarono, purtroppo, incresciosi scontri ed incomprensioni fra
militari e cittadini (molti i ragazzi e scugnizzi) torresi. Per l'ordine pubblico
fu preposto un colonnello, che molti ricordano solo per
nome: "Jimmy", coadiuvalo dai locali Carabinieri e Guardie
Municipali. All'interno d'un bar prima di corso Umberto I, fu ucciso un
soldato americano in misteriose circostanze. Furono, di conseguenza,
perquisiti tutti i bar cittadini; la "police", recatasi presso il Di
Rosa, dopo una accurata perquisizione, furono rinvenuti un paio di
calze, una confezione di burro e qualche altra piccola cibaria, ne
dispose la chiusura.
Dopo
vari accertamenti e chiarimenti da parte dei Carabinieri, che
indirizzarono i militari alleati ad indagare altrove, il bar riaprì.
Tra le varie umane vicende, ci fu anche un matrimonio di un soldato
inglese che,
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conosciuta una torrese di via Vittorio Veneto, volle
sposarla.
Il
giornale sportivo "Alè Turris" del 7 aprile 1968
dedicò al "Gran Caffè Di Rosa" un significativo articolo, ricordandone i
festeggiamenti per i suoi cinquantanni
di attività. Il bar è stato uno dei tanti ritrovi ufficiali della tifoseria torrese. Rappresenta infatti
un "pezzetto" di storia di casa nostra, essenzialmente sul piano
ricreativo, è stato sempre frequentato, riferendoci al proprio spazio
esterno, anche da marittimi e pensionati (questo capita tutt'oggi) che
si intrattenevano a colloquiare fra un caffè ed un aperitivo.
Raccoglieva
insieme a "Filippiello" di piazza Palomba, "Tammaro"
(alias "Pulpettone") all'opposto angolo di via Roma/via Veneto,
"Collaro" (attuale Casolaro) e qualche altro, gli umori della
gente.
"Porto sicuro" delle soddisfazioni e dei commenti della
moltitudine di tifosi torresi; qui si poteva realmente misurare la febbre
e la passione per la Turris, che coinvolgeva, come "fatto
autenticamente torrese" anche coloro che il calcio non lo masticavano.
I giocatori della Turris
negli anni '50 e '60 erano di casa.
Il padre di
Paolo era un buon organizzatore per le trasferte, finalizzate, inoltre, a
genuine mangiate. Graditissimo ospite è stato anche il compianto
supertifoso "Serafino", grosso personaggio dei tifo calcistico
nazionale. Accolto a Torre da "supporters" locali, fece il tifo
per la Turris in due gare interne (Chieti e Pisa) nella stagione
calcistica '78/79 (C1 "B"). Molti, infine, gli appassionati di
biliardo che ben riuscivano a trascorrere ore liete al tavolo verde tra
uno sfottò e l'altro.
E' stato evidenziato e descritto un altro storico
angolo della nostra città che merita di essere omaggiato perlomeno
attraverso i suoi incontaminati ricordi, bene auguranti per il futuro.
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