ELEONORA
PALOMBA, orfanella
di PEPPE D'URZO
Si
considera, con un pizzico di fierezza, la prima orfanella di Leopardi.
Infatti, quando la chiesa del Buon Consiglio ampliò le proprie scuole,
attigue al Santuario, alla fine degli anni '30, questa ragazzina di sette
anni e mezzo, entrò a far parte della grande famiglia di circa cento
bambine che oltre a studiare fino al quinto anno delle elementari,
imparavano anche a cucire, ricamare, lavorare a maglia ed imparare tutti
quei lavori domestici di una volta, sotto l'attento sguardo delle suore
Francescane (da San Francesco d'Assisi).
La "little girl" in questione si chiama Eleonora Palomba, nata a
Torre del Greco il 14 dicembre 1929 da Salvatore, detto "Turillo 'i
Musciulluni", combattente in esercito della prima grande guerra
(19151-'18) e contadino-colono della proprietà Carafa-De Cillis, conte
Luigi e marchesa Eleonora (la cui madre era dama di compagnia dei reali
italiani). L'attuale villa "De Cillis", immersa in un piccolo
paradiso di verde naturale, è diventata da qualche tempo, scuola materna
elementare autorizzata "Heidy" ed è ubicata alla traversa
Giacomo Leopardi 9/B.
La madre di Eleonora si chiamava Anna Di Luca (classe 1895), ricordata
come "Paccachiatta", era una casalinga e contadina tuttofare.
Salvatore (classe 1929) era cugino di Luigi Palomba, sindaco della
nostra città dal 6 luglio 1921 al 31 ottobre 1926 (poi per le nuove disposizioni
legislative, in sostituzione del sindaco, fu eletto alla carica di podestà
Gaetano Cap. Dott. Cav. Longobardi, con decreto reale del 12 luglio 1927).
I figli furono dieci (due deceduti) di cui quattro femmine e quattro
maschi. L'ottava figlia, Eleonora fu così chiamata in onore della marchesa
che le fu madrina del battesimo e della prima comunione, mentre il padre
Salvatore le voleva dare un altro nome: Olimpia.
Deceduto il diletto genitore e con la madre che doveva provvedere al
mantenimento degli altri figli, la piccola fu inviata presso
l'orfanotrofio del Buon Consiglio, il cui parroco era Monsignor Raffaele
Scauda, fondatore del Santuario e delle opere di "Nostra Madre del
Buon Consiglio". Tante furono le offerte e i doni della gente del
luogo (la marchesa De Cillis fu la maggiore benefattrice), elargiti anche
dopo i danni subiti alle strutture parrocchiali e scolastiche durante la
II guerra mondiale. Era il 15 settembre del 1943 quando il luogo sacro fu
bombardato da "fortezze volanti". Poco prima delle incursioni,
don Raffaele, avendo una sensibile percezione di quanto di lì a poco
sarebbe accaduto, fece raccogliere e riparare le orfanelle nel piazzale
interno della scuola.
Così facendo le salvò da morte sicura. Ci furono altri bombardamenti e
la gente del posto trovava rifugio dove poteva ed in modo particolare
sotto il ponte ferroviario della Vesuviana della stazione di Leopardi e in
un ricovero naturale (caverna) alla prima traversa a sinistra di via
Giacomo Leopardi (attuali coloni, Ascione).
Dopo l'armistizio dell'8
settembre 1943, Monsignor Scauda diede ausilio a molti militari italiani
sbandati che, provenienti dai vari fronti del martoriato sud, cercavano di
raggiungere le proprie case. Si raccolsero parecchi abiti borghesi che
servirono ai soldati che, dopo aver ringraziato il parroco e pregato
innanzi alla sacra immagine della Madonna, si incamminavano verso quegli
affetti familiari che avevano in precedenza lasciato. Per qualche tempo ci
fu un continuo pellegrinaggio di sbandati che cercavano un po' di sollievo
e conforto religioso in questo sito divino.
Qualche militare diede una mano nella ricostruzione e dopo andò via.
Eleonora a circa 18 anni fece ritorno all'Orfanotrofio per qualche anno.
Era una brava attrice di spettacoli e recite varie nel teatro interno al
Santuario. Anche la sorella di Eleonora, Angela Rosa (primogenita e
deceduta nel 1942) era una brava attrice. Recitò in una rappresentazione
teatrale dal titolo "Le sette vergini prudenti e le sette vergini
stolte" che ottenne un lusinghiero successo agli inizi degli anni
'30. Un'altra opera da menzionare fu il dramma sacro "Fabiola"
che fu convertita dalla dolce figura della martire S. Agnese.
Negli occhi di
Eleonora si susseguono altri ricordi del tenibile periodo bellico. Era il
tempo della ritirata dei Tedeschi per l'avanzata degli Alleati, sbarcati a
Salerno. Rastrellavano in città e in periferia. In contrada Leopardi gli
uomini e i giovani erano ben nascosti e rintanati dalla Eleonora e dalle
orfanelle del Buon Consiglio nelle "peschere" (grandi vasche)
ricoperte da fascine e rami.
La madre Anna,
dopo aver disposto delle pagnotte di pane (da lei preparate e sfornate) su
delle assi in mobili a nicchia, si allontanò da casa che era vuota,
poiché sfollata a causa dei bombardamenti aerei.
Nel frattempo un reparto di soldati germanici, |
Le
foto mostrano Anna Di Luca detta "Paccachiatta" (anno 1948).
Eleonora Palomba da giovane e l'ingresso di Villa "De Cillis"
(attuale scuola materna ed elementare "Heidy")
alloggiati nei pressi
della villa "De Cillis",
entrò nella abitazione. Anna, di ritorno a casa, appena aperta la porta,
notò degli stivali militari un po' di qua e un po' di là e dei militari
che dormivano: temette il peggio ed il pensiero corse agli uomini
nascosti nelle "peschere".
I militari una volta svegli, notata la presenza della donna, le dissero:
"Tu mamma buona, noi soldati buoni, avere fame. Avevano mangiato quell'invitante e gustoso pane trovato in casa, la ringraziarono ed
andarono via, lasciando sul tavolo dei contenitori in legno di marmellata
di mele e cotogne. Grazie a Dio il tutto finì nel migliore dei modi ed il
pericolo fu scongiurato. In via Chiumera, poi, furono uccisi due o tre
militari tedeschi in combattimento e sepolti sottoterra a circa settecento
metri all'interno, provenendo da via Nazionale. I loro corpi furono
rinvenuti dopo molti anni (con l'intervento dei Carabinieri) ed inviati in
Germania.
Inoltre l'ingresso delle Forze Alleate in città che accolse i
"Liberatori" come la manna caduta dal cielo. Setacciarono i
luoghi periferici in cerca di eventuali soldati del terzo Reich che già
erano sulla via di Cassino. E nel marzo del 1944 si svegliò il Vesuvio ed il cielo
diventò grigio per la cenere emessa
Eleonora, anch'ella soprannominata "Paccachiatta" per tradizione
familiare, si unisce in matrimonio nel 1953 con Giovanni Salvatore
(1923-2001), militare in Marina ed ex dipendente del Comune di Torre
Annunziata. Ebbero cinque figli (tre maschi e due femmine), di cui
ricordiamo Franco, dipendente del Comune di Torre del Greco.
Un fratello
di Eleonora, Gennaro, militare in Marina, durante il II conflitto mondiale
subì un affondamento e salvataggio in mare. Sergente maggiore
(sommergibilista) appassionato di caccia, riprese l'attività di colono,
poi ferroviere casellante ai passaggi a livello in località Santa Maria
La Bruna.
Eleonora vive in via Nazionale 999 (ex 1109). Cita ancora altre
rimembranze: "Musculluni" (razza paterna) erano esportatori di vino.
Partendo da Torre del Greco raggiungevano varie taverne e cantine di
Napoli; "Stella 'a Presidente" fu tra le prime fondatrici negli
anni '50 di associazioni di donne per volontariati e simili: Viveva "'rint 'u vico
'i Chiumera"; "Perfettuni" (famiglia
Perfetto), proprietari terrieri dietro il Santuario de Buon Consiglio.
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