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I Cappuccini
alias"'ncopp 'a Nunziata"


di PEPPE D'URZO
 

La zona denominata "Cappuccini" (per l'annesso convento alla chiesa dell'Annunziata, edificata nel 1574), frequentata da numerosi turisti e villeggianti agli inizi di questo secolo alla ricerca di tranquillità ed aria salubre, è meglio conosciuta dai torresi veraci come "'ncopp 'a Nunziata". La località comprende via Cappuccini (con varie traverse), partendo dai gradini di via Roma fine via Piscopia, largo e rampa dell'Annunciazione, via Beneduce  (deputato per il Partito Liberale al parlamento nel 1919 e nel 1922) fino all'angolo di viale Diaz. Come da copione dell'umana esistenza si intrecciano storie di fatti, episodi, luoghi e personaggi; il tutto "shakerato" in un piacevolissimo cocktail di ricordi. Anche la guerra fa parte dei ricordi di questa zona ove, durante i rastrellamenti dei soldati tedeschi, fine settembre 1943, molti uomini rimasero nascosti nei ricoveri e pozzi. Parecchi furono presi, altri si salvarono e taluni altri rilasciati.
In seguito transitarono per via Circonvallazione (detta "Via Nova") le truppe alleate, dirette a Napoli. I cittadini del luogo poterono "salutare" i liberatori, ricevendone un po' di sollievo morale e materiale, all'angolo della farmacia De Pasquale. La momentanea gioia prese il sopravvento sulla passata tristezza.
Si rievocano: "Bernardo 'u scarparo" (venditore e fornitore di scarpe fino agli inizi degli anni '50), il deposito di vini, olii ed acque minerali di Salvatore Piro (ora del figlio Franco); una volta c'era una chiesetta privata, aperta al culto, dedicata alla Vergine del Buon Consiglio, ma che tutti chiamavano "'a cappelluccia 'e mastu Girolamo" dal 1892; la merceria di "Andriuccio" ove si trovava un po' di tutto (attuale circolo ricreativo), "Pascalino 'u furnaro" (odierna 

          

falegnameria), i "tre scarpari" (tra cui "'u sarnese", vittime della cosiddetta colla a benzina il cui contatto con le dita cagionò seri problemi di salute; il negozio di mobili di Vincenzo Esposito Langella (detto "'a malatella") al civico 46 (vecchio); la fabbrica di bambole di Enrico Cuomo (attualmente chiusa). Da citare inoltre "'u lavo'' e "'u lavarello" tratti di lava causati dall'eruzione del Vesuvio nel 1794; "'u vico 'e quaglia quaglia" (vico Giardino Trotti, dove viveva un garibaldino nato a Torre del Greco), il palazzo del generale De Cuocis, ove abitava Giuseppe Beneduce coi suoi fratelli, l'avvocato Domenico e Bartolo, impiegato al Municipio; "'u palazzo 'dde scole" al vico Giardino Trotti; la succitata chiesa e il convento danneggiati durante l'eruzione del 1631 e poi restaurati; il tratto "curvato" che portava alla vecchia stazione della Vesuviana, "'areta 'a Nunziata", prima di giungervi c'era il locale di un famoso maniscalco ("'u ferracavallo"); un altro si trovava in via Circonvallazione vicino alla cantina di "Aniello 'e Mazza", tuttora funzionante.
Le tracce delle rimembranze soffiano e si di sperdono nell'aria, quell'aria dolce che ha dato energia e sollievo a quanti hanno goduto e frequentato i palazzi e le ville immerse nelle verdi pinete de "I Cappuccini".  (Peppe D'Urzo)