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Carmine Apice,
"u capitano"


di PEPPE D'URZO
 


Sullo sfondo della memoria si rifugiano tante storie e fra esse è da narrare quella di Carmine Apice, detto 'u capitano, uomo di una grande ricchezza morale che ha sempre saputo trasmettere agli altri. Il percorso della sua esistenza non è altro che la somma di esperienze, sorprese, incontri, rivelazioni e scoperte.
Nato a Torre del Greco nel 1913 da Agnello e Angela Della Gatta; sin da ragazzo è vissuto su bastimenti e velieri, la sua famiglia era proprietaria di un veliero che trasportava merci varie nel Mediterraneo; erano gli anni 1917-18. Coniugalo con Ida Di Stefano avevano tre figli: Nello, Peppe e Angelo ex capitano di coperta (di cabotaggio), in pensione dal 1977.
Militare nell'Esercito, durante la II guerra mondiale era imbarcato come secondo ufficiale sul piroscafo "Palermo" della Marina Militare, adibito al trasporto di truppe e mezzi in Grecia; si trovò a Creta (isola del Mediterraneo orientale allungala verso la Grecia, occupata dai Tedeschi), nel primo esempio  di "operazione combinata", su di una nave germanica che fu bombardata; nel fuggi fuggi si accorse di un soldato tedesco che implorava aiuto, si tuffò in mare e riportò il malcapitato che aveva perso una gamba, sulla banchina e lo rivestì con abiti asciutti. Durante i rastrellamenti delle truppe tedesche a Torre, riuscì ad eludere la loro "vigilanza, rimanendo nascosto, dopo aver tolto i gradi di ufficiale dalla giacca che indossava, nelle zone periferiche di "'Ncopp 'u Monte; vennero i "liberatori", il lavoro non ce n'era. I tedeschi avevano affondato nel  nostro porto tutto ciò che galleggiava.
Trovò lavoro nel porto di Napoli: ben conosceva l'inglese, fu interrogato da un colonnello americano sui suoi "trascorsi" e fu assunto.
Si imbarcò su una nave cisterna (col compito di formare l'equipaggio) che trasportava acqua per le bisognose popolazioni; gli fu rilasciato il lasciapassare per i "curfew" (coprifuoco) dalle autorità alleate. Altri ricordi di guerra vanno allo affondamento del veliero "Sant'Antonio" ad un paio di miglia fuori Brindisi, causato da bombe incendiarie lanciale da aerei americani; dopo aver raggiunto a nuoto la banchina (senza indumenti addosso), unitamente ad altri sventurati, corse fra le tante macerie e morti che il bombardamento aveva causato; trovò alloggio presso un convento di clausura ove vi entrò con una coperta di lana....
Inoltre un terribile ricordo il capitano Carmine lo porta stretto stretto nel profondo del cuore: il 13 settembre 1943 a Torre del Greco si abbatté un rovinoso bombardamento aereo che causò la morte di tanti innocenti; erano bombardieri americani (i B-17 del 12° Comando) che sganciarono tonnellate di esplosivo che esplosero dalla villa comunale fino alla chiesa della Madonna del Popolo con annesso ospedale; riuscì a tirar fuori dalle macerie la madre e a portarla al presidio ospedaliero (l'attuale "Bottazzi").
Grande uomo di sport, ha giocato per divertimento con gli amici del U.S. Torrese. Come dirigente sportivo fu tra i soci fondatori della polisportiva Turris; fece un discorso fuori il ristorante "Cianfrone" fra una folla di tifosi, invitando il sindaco di allora, Amerigo Liguori,


ad acquistare il terreno per il nuovo campo sportivo di Viale Ungheria: lo stadio fu inaugurato il 12 novembre 1950, e, grazie al suo interessamento, fu invitato Sua Eccellenza Enrico De Nicola. Fu dirigente della Fortitudo Audace, Pro Ina, Nova Torrese, Alba Turris, presidente onorario del Brancaccio, ove ricevette una medaglia d'oro per meriti sportivi dall'onorevole Rubinacci e dalla dottoressa A. Matachione.
Organizzò varie gare podistiche fra cui: il giro del rione ed una corsa podistica, a livello regionale, notturna con torce che illuminavano il percorso per le strade di Torre; tanti i riconoscimenti, le medaglie, le targhe e le coppe, attestanti l'impegno profuso nelle varie attività. Fece parte dell'organizzazione per il passaggio della fiaccola olimpica nella nostra città per le XII Olimpiadi di Roma nel 1960. Tanti i calciatori che ha conosciuto: Pane, De Dilectis, Carbone, Scagliarini I e II, Costabile, Giordano, Pastore e i presidenti: A. Liguori, G. Apa, F. Ausiello, R. Auciello, V. Morelli e G. Serio.
Ha seguito le sorti della Turris fino alla metà degli anni 60 sempre con notevole dedizione. Una gara indimenticabile, che lo fu anche per i tifosi e sportivi torresi, si rilevò: Turris- Foggia: 2-2 allo stadio comunale "A. Liguori", Campionalo di IV Serie, girone: "G"; ricorda il grande Concetto Lo Bello che arbitrò una partita della Turris al mitico campo "Fienga"; in una partita dell'Alba Turris a Scafati conobbe un giovane arbitro all'inizio dell'attività, era Arcangelo Pezzella cui augurò una brillante carriera; il buon Arcangelo divenne, poi arbitro internazionale.
Ecco qui descritta la figura di Carmine Apice (in una foto di qualche anno fa), ricordato come "'U capitano", perché il padre era così chiamato: socio della Cooperativa "Garibaldi" (non più in vita), attore-comparsa nel film di Alberto Sordi, "Polvere di stelle" (anno 1973); uomo mite e tranquillo, comprensivo e pacifico, grande maestro di vita, dalla quale ha avuto tante soddisfazioni; ha uno spiacevole cruccio e cioè il non riconoscimento della sua attività lavorativa ai fini pensionistici nonostante una sacrosanta riqualificazione professionale con arretrati che tardano ad arrivare. E' solito ripetere che la sua vita è un mistero per tutto quanto gli è capitato.
Lo si incontra spesso per le vie cittadine; è ben riconoscibile per la bianca chioma di capelli che si ritrova; quel bianco è sinonimo di navigata esperienza che ha sempre messo a disposizione di quanti lo conoscono, stimandone le peculiari doti umane e caratteriali.