'A Casina Rossa
di PEPPE D'URZO
A fianco foto di Totò cliente abituale della
Casina Rossa di Torre del Greco.
Nella nostra città c'è
il rinomato ristorante "Casina Rossa" con posizione incantevole sul
mare; il colore rosso della struttura esterna risale, probabilmente,
alle antiche case coloni della contrada Mortelle. Il caratteristico
locale è attualmente ubicalo in via Litoranea n. 51; verso la metà
dell'800 era una tenuta (del tipo dependance) borbonica, con alloggi,
stalle e depositi; qui, il re Ferdinando II di Borbone, re delle due
Sicilie, col suo seguito veniva a cacciare e a godere il clima mite e
rilassante.
La zona era quella delle Mortelle, immenso bosco, detto "'U vuosco" e la
gente che vi abitava, si diceva che vivesse "rint' u vuosco"; fu
concessa in beneficenza dal re ai monaci d'Aversa ed in seguito fu presa
in affitto dalla famiglia Pinto che l'adibì, inizialmente, a trattoria;
essa si trovava sulla battuta del mare e poi elevata su pilastri ed
ampliata con magnifica vista all'azzurra distesa marina che bagna questa
parte del litorale torrese; acquistata poi, dalla stessa famiglia,
negli anni '30 e trasformata in ristorante dal capostipite Sabatino Pinto carrettiere-commerciante) e successivamente, dai figli.
Sabatino
era coniugato in prime nozze con Cirillo Fortuna, originaria di Trecase,
dalla quale nacquero Raffaele, Carmela, Salvatore, Peppe,
Crescenzo, Rosetta; in seconde nozze con Cirillo Concetta (sorella della
prima moglie) dalla quale ebbe altri figli: Rosa, Carlo e Giovanna.
Dopo la morte di Sabatino, l'attività continuò con Raffaele, ricordato
come "Don Rafele 'u boss" ed i fratelli, e oggi, continua con i
discendenti di famiglia. La cucina fu, con artistica passione e
competenza, curata da Carlo, nato a Torre del Greco il 11.09.1925;
coniugato il 16.04.1959 con Sorrentino Maria Teresa (1936) sorella di
"Filippo 'u carruzziere, ed è proprio grazie a lui che, nel corso del
tempo, il nome della "Casina Rossa" è cresciuto agli onori delle
cronache gastro-turistiche-sociali; lo si può ben definire l'inventore
delle frittelle con le alghe e la pasta e fagioli con le cozze (intorno
agli anni '60) e la classica, squisita, zuppa di pesce con vivaio sotto
le cantine, attigue al arare.
La clientela, proveniente dagli angoli più conosciuti e non del suolo
italico è sempre stata vasta: personaggi del mondo dello spettacolo,
dello sport, della politica ecc. si sono susseguiti in questo splendido
locale che "vigila" sul mare.
Totò (Antonio De Curtis, 1898/1967), i De Filippo, Lina Volonghi (attrice
di teatro, 1916/1991), Ernesto Cilindri, Vittorio De Sica (1902/1974),
Massimo Serato, Roberto Murolo, Nino Rossi (trombettista), Rita Pavone,
Aurelio Fierro, Sergio Bruni, Gigliola Cinquetti, Raffaella Carrà, ecc.;
calciatori come Bruno Pesaola, (1925 "il Petisso") ed Amedeo Amedei
(1921), attaccanti del Napoli; quest'ultimi, unitamente al grande Totò,
li ricorda con affetto Mario Fabiano del Lido "Gelsomino", quando da
giovane, anche lui, ha lavorato presso la " Casina Rossa".
Molti ricordi del periodo di cameriere negli anni '60, li serba
Sorrentino Pasquale (pensionato, ex dipendente ospedaliero), detto "' U curtariello"; tante le cerimonie e le migliaia di "coperti".
Una volta il "Principe del sorriso" Totò gli diede, a fine servizio, una
lauta mancia di 10.000 lire, la classica banconota grande quasi come un
"lenzuolo"; questo episodio gli viene sempre in mente, ed in
particolare il tipico sorriso del mitico attore napoletano.
Pasquale ricorda che nel 1949, in questo famoso posto di ristoro sul
mare, fu girato una scena dell'epico e drammatico film "Catene"
con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson (regia di Raffaello Matarazzo;
Salvatore Pinto (cameriere e omonimo dei Pinto proprietari), fece una
piccola parte come giovane pescatore che porgeva a Nazzari una "spasella"
di pesci.
Altri dipendenti che hanno fatto la storia della "Casina Rossa" Lorenzo
Guarinello, degna persona, direttore di sala e amministratore per circa
20 anni e oggi, in pensione; Ciro Avventurato ("Pall Mall), Giovanni Sorrentino "Pantaleno", Umberto Fabiano "Pellicciona", Pietro
Scognamiglio "'U zingaríello", "'U viscaro", "Carmeniello",
Donato Pepe, Ernesto e Sabatìno Gaudino (camerieri e nipoti dei Pinto), Salvatore
Pinto detto "Turillo cap 'i vitello", personaggio simpatico e ben voluto e
oggi in pensione; ricordiamo ancora, Giuseppe Gentile detto "Peppe purpetiello", Gennaro Punzo "Cammessone", attuale proprietario del
ristorante "Villa Gloria" a Fisciano (SA); Aniello Tribuzio detto
"Aniello menapreta" e tanti tanti altri.
La II guerra mondiale ha lasciato i suoi "signes" anche in questa
località; infatti, si narra che, dopo lo sconcertante e caotico
armistizio dell'8 settembre '43 accadde uno spiacevole episodio a Peppe
Scarpa (fratello di Natale ex vigile sanitario in pensione) e ad un suo
amico, un certo "'A pacella". Qui nei pressi delle cantine (loggia
esterna) v'era una postazione tedesca antiaerea ed un'altra era ubicata
vicino la palazzina (attuale) dei Pinto, ricordata come "Rint 'a
pommice".
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Le foto: La "Casina Rossa" com'era una volta e negli anni '80;
Totò con
alcuni impresari dei suoi famosi films (in piedi Carlo Pinto anni '50); Giuseppe Gentile
("Peppe purpetiello"), Antonio Battiloro e Carlo Pinto - anno 2003.
I due giovani si erano recati in un canalone a prendere della legna,
quando, improvvisamente, esplose una bomba a mano, lanciata dai soldati
tedeschi, provocando lo spostamento dei due verso la riva del mare;
l'amico di Peppe fu ferito all'inguine e perdeva sangue. Peppe cercò
di trascinarlo per portarlo in salvo, ma un militare germanico, a questa
visione, continuò a sparare con la propria pistola, così Scarpa scappò
andando a chiamare aiuto; poco dopo il corpo dell'amico fu del tutto
recuperato e il giorno dopo Peppe trovò nei pressi della sua abitazione,
fra via Torretta Fiorillo e via Ponte
della Gatta, uno zaino militare, al cui interno vi erano alcuni effetti
personali ed una pistola, che si presume fosse del tedesco che sparò a
lui ed l'amico ferito.
Due famosi autori tra cui Nicolardi (parole) e Mario Marchese (musica)
nel settembre 1973 offrirono ai Pinto un componimento musicale dal titolo
"'A Casina Rossa", così trascritta "Pe' me scurdà
d'e' guaie 'e chesta
vita, me voglio 'arrecrià cu na magnàta, nun cerco lusso e manco nu sfarzo, comme
fosse; ma lusso e sfazio j' mò vogl' i' truvà.
Sta "Casina Rossa", rossa, manna n'addora ca profuma tutt' è ccase; e chi passa,
s'addimanna: "Songo fritture? Songo vongole? O è rraù?" O cuoco è nu
torrese napulitano; nfratutt' 'e cuoche 'e Papule, è nu Rre. E se vaje, t'allicch'
'e ddete...e ncè tuorne...e, cchiù felice, tuorne a magnà, Spaghette a zuco
'e pesce, a rriv' 'e mare; Un paraviso è chesta Torre 'o Greco, che pace
so 'e lampare, brillante mmiez' 'o mare ... Tu siente ammore 'ca se vò
scetà; sta" Casina Rossa", rossa".
Da menzionare, inoltre, che Carlo Pinto è titolare del ristorante "Villa
Palombara" a Triflisco (CE), ove la cucina è ottimamente genuina, e non
poteva essere diversamente, la tradizione è tradizione. |