Francesco
Rivieccio
di PEPPE D'URZO
Francesco Rivieccio, radiografando il proprio passato, rievoca le
vicende e le peripezie vissute nell'ultima guerra mondiale. Nato a Torre
del Greco il 15.06.1920, da Giuseppe (tranviere deceduto il primo luglio
del 1922 dopo la I^ guerra mondiale per i postumi di malattie contratte
al fronte) e da Angela Ferrantino (casalinga).
Originario di viale Castelluccio, marittimo in qualità di marinaio con
l'armatore Bottiglieri. Nell'agosto del 1940 parte per il servizio
militare nella Regia Marina Militare; dopo otto giorni a Taranto, ove
effettuò il giuramento, fu inviato in una caserma di sommergibilisti a
Brindisi, città e porto della Puglia sull'Adriatico, capoluogo di
provincia, città romana Brundisium; durante la seconda guerra mondiale, fu
sede dal 10.09.1943 all'11.02.1944 del governo italiano trasferitosi
con il re dopo l'armistizio.
A Brindisi, imbarcò come marinaio vedetta sull' "Enrico Toti" (dal nome
dell'eroico bersagliere romano al quale fu assegnata la medaglia d'oro
al valore militare in quanto, pur essendo mutilato ad una gamba,
partecipò alla guerra del 15/18 combattendo a quota 85 presso Monfalcone,
e che colpito a morte, lanciava contro il nemico la sua gruccia).
L' "Enrico Toti" era un sommergibile oceanico della classe Balilla,
allestito nel 1928, dislocamento, tonn. 1369 emersione, 1874 immersione,
un cannone da 120, 4 mitragliatrici, 6 lanciasiluri da 533, velocità
18,5 nodi in emersione e 9,5 nodi in immersione. La notte del 15 ottobre
del 1940 il "Tori" mentre stava tornando a Brindisi, per gravi avarie allo scafo,
dopo una missione a Cipro, avvistò il sommergibile inglese ''Rainbow"
(Arcobaleno) che cercava di speronarlo. I due grossi battelli si diedero
battaglia per mezz'ora a colpi di mitraglia e di cannoni da distanza
ravvicinata; l'elettricista Nicola Stagi di Livorno, nello slancio della
lotta, si tolse uno stivale e lo scagliò contro il nemico.
Dopo un'abile manovra dell'eroico comandante italiano Bandino Bandini,
il quale ordinò di lanciare due siluri (dalla camera siluri), il "Rainbow"
fu colpito gravemente e affondò a picco; in seguito, gli inglesi
ammisero la perdita per affondamento del loro sottomarino. Il Toti",
antiquato e poco maneggevole, tornò alla base vincitore. Francesco,
nelle convulse e tragiche circostanze, fu impegnato ad uno dei cannoni,
passando i "pezzi" al puntatore.
Dopo un periodo di riposo a Brindisi, il "Toti" fu inviato a Pola per le
dovute riparazioni. Nel frattempo, l'unità divenne scuola addestramento
per Ufficiali, graduati e truppa; dopo quasi un anno, a Monfalcone per
altre riparazioni, quindi a Taranto e poi in Africa settentrionale per
missione.
Dopo l'armistizio dell' 8 settembre del '43, Francesco sbarcò dal "Toti"
a Taranto, e prese la via del ritorno a casa, dove arrivò circa dopo tre
giorni. Qui, durante i rastrellamenti dei militari germanici in città fu
preso in via S. Giuseppe alle Paludi, quasi vicino all'ingresso del
cimitero e condotto in via Nazionale presso la villa del Cardinale; da
Maddaloni (CE) fu stipato su un vagone merci pieno di prigionieri civili
e militari, con destinazione verso la Germania.
Si trovò nel campo di prigionia a Kolinberg (Prussia Orientale) con
internati di varie nazionalità; lavorò in una fabbrica, distante dal
campo quasi tre chilometri; riuscì, grazie all'intervento delle Autorità
della Croce Rossa Internazionale, ad inviare una lettera alla madre che
tanto pregava per il figlio prigioniero nelle lontane terre del Terzo
Reich.
Si susseguirono varie incursioni aeree con devastanti bombardamenti nei
pressi del campo, che, in seguito fu liberato dall'Armata rossa. Fu
inviato nelle retrovie in territorio sovietico da gennaio a settembre
del 1945 e dopo tanta attesa, finalmente la libertà; dopo circa
quaranta giorni, fra un treno e vari carri ferroviari (con lunghe
fermate in tante stazioni sulla via del ritorno) arrivò a Torre del
Greco nel giorno in cui si celebrava la Festa della Madonna del Rosario
(7 ottobre).
Era l'anno 1945. Ebbe tra l'altro, come amici internati due torresi:
Armando Vespasiano (1916/ 1997) e Liborio Sorrentino (1924). "Ciccio" si
presentò al Distretto Militare di Napoli; qui dal registro degli atti,
pendeva una "condanna" a suo carico per diserzione; ma, presentando
la lettera della C.R.L (inviata alla madre durante la prigionia), fu
scagionato e ricevette il congedo, con il dovuto "rammarico" delle
preposte Autorità Militari Italiane.
Nel dopoguerra entrò come operaio nell'Azienda Tranviaria Napoletana
(poi A.t.a.n. e A.n.m.). Si unì in matrimonio con Eleonora Ortino
(04.11.1922, Torre del Greco 06.11.2001);
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Le foto Francesco Rivieccio ("Ciccio 'u trammiere") in divisa da
militare (sommergibilista) anno 1941; i sommergibili "Enrico Toti" e "Rainbow"
nell'epico scontro dei 15.10.1940; il Rivieccio (secondo da destra) con
parte dell'equipaggio del "Toti"; la moglie Eleonora Ortino in giovane
età.
ebbero cinque figli, tre maschi e due femmine: Giuseppe, elettricista
all'Ospedale "Maresca'", Antonio capitano di macchina, Gerardo
ragioniere, Angela ed Elisa; quindici nipoti e tre pronipoti.
Attualmente, don "Ciccio" conserva la solita simpatia e quei baffetti
ben curati; ma divenuti bianchi; porta gli occhiali per meglio leggere e mostrare le foto, i diplomi, le medaglie e gli articoli
dell'avventura del sottomarino "Enrico Toti".
"II Mattino" del 17.10.1940 così riportava in prima pagina: "II
sommergibile "Toti", dopo un violento combattimento, affonda un
sottomarino nemico della classe ''Perseus". Poi, due attestati di cui:
"Ministero della Marina - S.M. il Re Imperatore con suo decreto in data
20 novembre 1941/ XX, ha conferito al marinaio Francesco Rivieccio,
matricola n. 25193, la Croce di Guerra al Valor Militare con la seguente motivazione
"imbarcato su un sommergibile, partecipava con
entusiasmo e sprezzo del pericolo ad un combattimento in superficie con
un sommergibile nemico col siluro, col cannone e con le mitragliere,
conclusosi con l'affondamento dell'unità avversaria - Mare Ionio, notte
del 15 ottobre 1940/XVIII - Il Ministro"; e "Ministero della Marina - Sornmergibili; il marò Francesco Rivieccio, matr. n. 25193 è
autorizzato a fregiarsi del distintivo d'onore per il personale
imbarcato sui sommergibili - Roma, anno 1942 - Il Ministro".
Iscritto all'Associazione Combattenti e Reduci, Sezione
di Torre del Greco nel v.le della Villa comunale; vive in via Cimaglia
n. 38/a, circondato dall'affetto dei suoi cari ed i ricordi della beata
gioventù, legata all'ultima guerra mondiale, lo rendono soddisfatto e
pieno d'orgoglio. |