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Ciro Borriello, giggiano

di PEPPE D'URZO
 

Nelle ricordanze della nostra città, trova un posto di notevole riguardo un personaggio che molti ricordano per la sua simpatica umanità, bontà, stima e rispetto che esternava nel mestiere di guardia municipale del comune di Torre del Greco. La "mythical" figura porta i connotati di Ciro Borriello "Giggiano" così chiamato da una zia che gli volle aggiungere questa intonazione affettiva...
Nato a Torre del Greco l'11.06.1901 ed ivi deceduto il 06.12.1977, da Gennaro ("Mastu Gennaro Pilone"), mastro nella cava di villa Inglese, e da Michela, casalinga. Ciro sin da ragazzo, dopo le scuole, diventa apprendista elettricista, lavorando con vari padroni.
Entrò in dogana (dazio) come guardia daziaria e successivamente verso la metà degli anni '20 nel Corpo delle Guardie Municipali (poi, Vigili Urbani). In pensione alla metà degli anni '60. Aggregato, collaborò per l'ordine pubblico coi Carabinieri durante l'ultima guerra mondiale, e, nel dopoguerra, con gli agenti del locale Commissariato di PS. (Commissario Basile).
Nel periodo bellico i Vigili Urbani furono molto impegnati sul fronte interno. Fungevano anche da Vigili del Fuoco, raggiungendo il Comando ("'A residenza") subito dopo il cessato allarme aereo. Torre fu "assediata" dalle improvvise e continue incursioni aeree con disastrosi bombardamenti. Appena faceva buio le luci nelle abitazioni dovevano spegnersi; era il tempo delle "scavalatrine" (espurgolatrine) e dei grandi carri con cavalli che trasportavano enormi botti piene di "concime naturale".
E a proposito di cavalli, i più ricordano i cosiddetti "valanzini", cavalli che aiutavano i loro simili a salire la Circonvallazione ("Via Nova") da giù corso V. Emanuele. Quanti di essi sono finiti nei locali del famoso ristorante "Cianfrone"... I cavalli, inoltre, di notte dopo lunghi viaggi, sostavano lungo le strade cittadine, portando appeso al collo dei campanelli. Una notte, Ciro, non potendone più dal rumore che non lo faceva dormire, scese di casa e tagliò i lacci dei campanelli con una tenaglia.
Persecuzione dei tedeschi in città con rastrellamenti in cerca di uomini e giovani per i campi di lavoro in Germania: i Vigili furono costretti a collaborare con gli ex camerati, dopo il tradimento dell'8 settembre 1943; in precedenza, i tedeschi rispettavano la cittadinanza torrese che non "vedeva" di buon occhio i teutonici "soldiers".
Nel dopoguerra, con la venuta degli alleati in città che portarono un po' di sollievo, "Giggiano' era di servizio in via V. Veneto, quando per un improvviso dolor di pancia corse in un locale per soddisfare i propri bisogni corporali. Tornato sul posto, trovò un camion di militari americani, il cui autista probabilmente aveva avuto dei problemi ed inveiva contro la gente; questi, appena il Borriello gli si avvicinò, si scagliò contro con parole miste di americano ed italiano; il povero Ciro gli spiegò a gesti la sua "dèfaillance" che aveva causato la momentanea assenza e tutti scoppiarono in una deflagrante risata.
Negli anni a venire a Torre sorsero come d'incanto squadre di ladruncoli in cerca di corallo, quel corallo, definito di scarto, che riuscivano a trovare scavando sotto gli antichi palazzi torresi, giardini e grotte. Questi rocamboleschi scavi, purtroppo, causarono involontari dissesti statici per cui i carabinieri ed i VV. UU. furono impegnati a fermare questa razzia. La squadra investigativa dei CC. e Vigili era formata a quel tempo dal V/brg. A. Ciliberto, brg. V. Alois,  car. C. De Vito, R. Preziosi, M. Senatore,  e vigili P. Sorrentino, C. Borriello e Giobbe, altri carabinieri: Greco, Mugolino, E. Nisi e M.lli C. e G. Rizzo).
Durante lo sciopero dei marittimi nel luglio del 1959 i VV. UU. si trovarono coinvolti nei tumulti di piazza, e furono inviati a presidiare la casa dell'allora sindaco, il comm. R.le Capano. Furono, una volta, sottratte le quattro ruote dalla "1100" del primo Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola che abitava in Via Tironi. I Carabinieri ed i Vigili furono allertati; non si trovò nulla, ma ne furono comprate delle nuove, e ciò non piacque al Presidente.
Ciro fece parte del Comitato organizzatore della Festa dei 4 Altari per la raccolta, unitamente al Big: A. Librino, dei fondi fra i commercianti e gli ambulanti. La processione del carro della Immacolata era un altro appuntamento per i torresi. I Vigili vegliavano la notte precedente nella basilica di S. Croce tutti i preparativi della statua della Madonna (fra cui la vestizione) fino all'attesa uscita, tempo permettendo, dal luogo sacro.
Per la "Befana del Vigile" (eliminata verso la fine del '60), il Borriello era preposto a questo servizio. Erano altri "times" in cui la gente era più buona e comprensiva a seconda delle proprie possibilità; era un tangente segno di stima e riconoscimento; i regali raccolti, poi, venivano sorteggiati tra le famiglie dei VV. UU. Forse c'è veramente da credere che fra i poliziotti locali e la popolazione v'era un sentito "feeling" che aiutava tutti a vivere meglio.
Nel 1952 o 53 un certo Tortora, ricordato come "Paparazzè" (giocoliere ed illusionista) uscì fuori di senno nella propria abitazione in traversa Santissimo; intervennero i Vigili, fra cui "Giggiano"; costui oppose resistenza; fu chiamata un'auto privata con autista per trasportarlo all'ospedale "L. Bianchi" di Napoli; il malcapitato volle portare con sé una figlioletta. Arrivati a Napoli nei pressi di piazza Mercato, il "folle", simulando dei dolori addominali, volle scendere dall'auto da cui scappò insieme alla figlia. Fu inseguito dagli agenti, dopo circa 50 mt. si fermò minacciando di uccidere la figlia con un qualcosa in mano che diede ad intendere fosse una pistola. Intanto si formò un po' di folla incuriosita dall'avvenimento;  arrivarono alcuni poliziotti: si trattò ma senza esito positivo, allorquando un agente di P.S. in servizio a Torre in seguito, gli si avvicinò pian piano per


 

Lei foto: Ciro Borriello "Giggiano" in alta uniforme; "Befana del Vigile Urbano" (anno 1953); "la pattuglia dei VV.UU. di Torre del Greco", (opera dei maestro A. Eco anno 1966); da sinistra: V.U. E. Salluzzo, V/big. C. Borriello "Giggiano", V.U. C. Giobbe.

parlargli; ad una debita distanza si accorse che in mano non aveva alcuna pistola, bensì il portafoglio; "Paparazzè" fu preso e condotto dai sanitari per le dovute cure del caso; si fece l'alba.. .
In via XX settembre in quella città di un tempo che fu, transitavano spesso ubriaconi, provenienti dalla cantina de "'U parzunariello" (Via lungo Giardini del Carmine), i quali a voce spiegata intonavano canti del tipo "'A fronne 'e limone", dando fastidio e facendo svegliare la gene del posto. Ciro dal balcone di casa, intimò a tre di essi, di smettere di cantare. Appena sceso, (era notte inoltrata), due mediarono e si allontanarono, l'altro scappò ma con propositi bellicosi per l'affronto ricevuto (nel frattempo qualcuno avvertì i Carabinieri). Il malintenzionato ritornò con un coltello, alla vista del quale, "Giggiano" gli intimò di fermarsi, puntandogli contro la pistola d'ordinanza e pronto a far fuoco; nel mentre i due decidevano il da farsi, sopraggiunsero due Carabinieri che arrestarono il malfattore.
Persona beneamata, Ciro, alla mano, dal carattere solare e in buoni rapporti con la popolazione; aitante e robusto nella struttura fisica; il suo portamento era a tutti noto; buona forchetta, appassionato d'arte con un discreto patrimonio di pastori; amante delle canzoni napoletane.
Era solito celebrare alla vigilia di Natale il rito della nascita del Bambin Gesù con vari ospiti presso la propria abitazione, fra cui don Luigino Acampora e la banda musicale. Uomo di bell'aspetto specialmente in gioventù. Durante il ventennio l'Istituto L.U.C.E. (L'Unione Cinematografica Educativa) era in giro per l'Italia in cerca di volti ed esponenti per "sponsorizzare" l'italica razza; e a Torre fra i tanti volti, fu scelto il nostro "Giggiano" con foto pubblicate negli annali del regime.
Persona di fiducia del podestà Gaetano Longobardi (1895/1986). Sempre durante il fascismo, era proibito maltrattare gli animali, in particolare cavalli, asini, muli, ecc.. Grazie alla "Protezione Animali" si evitò che molti carrettieri facessero uso di violenza su di essi.
Ciro ne arrestò qualcuno, ricevendo il dovuto encomio. Quando ci fu l'avvento della televisione in Italia agli inizi degli anni '50 (A Torre, erano poche le famiglie che avevano l'apparecchio TV) andarono in onda i leggendari "Intervalli" per diffondere e propagandare le magnifiche vedute, panorami e luoghi suggestivi italici.
Anche su Torre si accesero le luci della ribalta televisiva che mandò in onda, alternandole con altre "vedute", immagini di Portosalvo e della zona mare.
In una di queste riprese, fu "colto" anche il fotogenico e simpatico "Giggiano".
Coniugato con Colomba Castaldi, due figli: Raffaella e Vincenzo (classe 1940), ex insegnante alla Scuola Media Statale "D. Morelli" in pensione; artista-scultore con studio e laboratorio al corso V Emanuele n. 70.
Un omaggio era dovuto a questo personaggio, inconfondibile fra la gente per la sua prosperosa mole e per il suo amabile e divertente modo di fare e di proporsi; un'espressiva fisionomia, fra le tante figure e volti torresi, difficilmente da dimenticare. Da annoverare tra le storiche "memories" della nostra amata città.