Bar
Romito
alias "Filippiello"
di Peppe D'Urzo
In
molti, anzi moltissimi ricorderanno il mitico bar Romito, trasformato nel
tempo in bar "Filippiello", dal nome del titolare Filippo
Romito, da sempre barista "nei secoli fedeli"... Anticamente, e,
probabilmente nell’anno 1837 il locale era ubicato all’inizio di via XX Settembre (scendendo sulla sinistra) ed era condotto da Pasquale Romito
che, successivamente si trasferì di fronte in piazza Luigi
Palomba/angolo via G. De Bottis (ex ristorante Gargiulo), adattandolo con
sala biliardo e da gioco. Attualmente vi è la sede della banca di Ancona,
ex Banco di Napoli. Poi all’angolo opposto con due ingressi, sia dalla
famosa piazza, dedicata a Luigi Palomba (sindaco della nostra città dal
1921 al 1926) e sia da via Gaetano de Bottis ("’U vico ’dda
Croce" per la collocazione di una croce a ricordo della lava
vesuviana del 1794 che terminò il suo corso in fondo al
"vallone").
Filippo, persona stimata, uomo di rispetto, tutto d’un
pezzo, magro, alto, con baffi folti all’insù, altruista e generoso,
originario di via Piscopia, e, trasferitosi in un appartamento sopra il
bar, si unì in matrimonio con Lucia Polese (casalinga). Figli: Pasquale,
Raffaele, Leopoldo, Giuseppe detto "Gliaglione", Vincenzo,
Gennaro, Filippo, Rosa, Elisa, Eugenia, Giuseppina.
Il locale, da sempre
frequentato dalla migliore gioventù, era suddiviso in bar, pasticceria e
gelateria. Inoltre, aveva i classici tavolini con sedie di vimini all’esterno.
Nella classica e "smoky" sala da biliardo si sono susseguiti
molti appassionati e veri giocatori con pubblico delle grandi occasioni.
Si narra che il grande poeta Giacomo Leopardi (1798/1837) nella sua
permanenza a Torre del Greco nella Villa delle Ginestre, abbia più di una
volta gustato i sorbetti al limone del bar Romito; qualche volta veniva
di persona o inviava la servitù.
Anche
il re Vittorio Emanuele II (1820/1878) quando veniva dalle nostre parti
(specialmente nella vicina Torre Annunziata) era solito gradire ed
assaporare le specialità nostrane. Gennaro (fratello di Filippo), definito
il "king office-cream" era un ottimo artigiano gelatiere. Viveva
e lavorava in un rinomato esercizio in quel di Anzio (RM). Preparò, fra
l’altro, molti gelati e torte ai reali d’Italia e al Duce. I riflettori
della seconda guerra mondiale si sono soffermati nei veicoli e nelle
strade adiacenti la piazza.
Vi furono bombardamenti aerei in via Purgatorio con varie vittime
innocenti. Era la vigilia della Pasqua 1943, e fu effettivamente una
Pasqua insanguinata. L’armistizio, poi, dell’8
settembre sempre dello stesso anno, colse di sorpresa la già impaurita
popolazione che andò, purtroppo, incontro ai rastrellamenti dei militari
tedeschi che si diedero da fare in città. Ci fu chi trovò rifugio in vico
Annunziata ("’u vico ’dde capre") in alcune grotte ivi
esistenti e chi scappò attraverso una breccia ("’u vico
spuntatore") che immetteva (ed immette ancora) in via G. De Bottis.
Il sempre famoso bar "Filippiello" fu frequentato dai soldati
alleati, in particolare inglesi ed americani, durante la loro permanenza
sul suolo torrese. In precedenza erano stati i soldati germanici ad
esservi di casa... Qualcuno ricorda anche quei camion pieni di sfortunati
prigionieri che saranno poi condotti nei campi di lavoro in Germania.
Lasciarono mestamente piazza L. Palomba verso l’ignoto che si trasformò
in una lunga e sofferta realtà di stenti e sofferenze..., e qualche altro
ricorda i rifugi antiaerei sottostanti il bar con nicchie naturali ove si
mettevano i bambini a dormire.
Lo
storico Raffaele Raimondo nei suoi "Itinerari torresi" (dicembre
1977) parla dei Romito; della tenera amicizia di "Filippiello"
che, a suo dire, aveva il senso della predizione, a tal propostosi ricorda
l’episodio del grosso bovino imbizzarrito che dall’ufficio del dazio
sfuggì al controllo degli accompagnatori. |
La
notizia subito si diffuse in piazza, e, Filippo, saputo il tutto, era
preoccupato e subito pensò, oracolando il finale, che l’animale dovesse
finire la sua folle corsa nelle vetrine del suo locale; infatti, così
accadde... Inoltre, prosegue il Raimondo, non si può dimenticare la
"mattizziosa" simpatia dei fratelli Pasqualino, Leopoldo
(appassionato di accendini) e di Peppino ("Gliaglione"). Laddove
essi si fossero dati al teatro, avremo avuto quasi sicuramente un altro
trio come i De Filippo. "Gliaglione" fu testimone diretto dell’incursione
aerea del 25 aprile del ’43 alle ore due e venti del mattino (giorno di
Pasqua); coperto di polvere e con gli occhi sbarrati prese a correre verso
la salita dei Cappuccini con l’intenzione di guadagnare l’aperta
campagna e di allontanarsi dalle zone colpite. L’altro fratello Gennaro,
grande cuore "corallino" aveva servito la Patria sotto le armi
in Marina; era imbarcato su di un incrociatore con mansioni di attendente
al Comandante; la nave fu bombardata ed affondata, ma si salvò. Si
menzionano anche il bar Romito (Giovanni) all’angolo di via B.V.
Romano/C.so Umberto I;
Giovanni
era definito il re dei pasticcieri, e, con i "Romito" (titolare
Romito Raffaele) con fabbrica in uno dei vicoli Abolitomonte.
Sono stati
tantissimi a praticare e frequentare il locale, e fra essi, ricordiamo i più assidui: Crescenzo Vitelli (sindaco dal ’46 al ’50), il rag.
Avenia, S.re Vitiello (direttore Bcp), Pietro Vitiello (impiegato Bcp),
S.re D’Amato (artista/pittore), P.le Mazza (Dazio), il prof. Mennella
(direttore della Scuola del Corallo), Mario Di Lecce, Crescenzo Mazza
(onorevole), R.le De Filippis, F.sco Coscia, L. Rivieccio ("Piscitiello"),
L.gi Conte, Alfonso D’Elia, Cappa, F. Mannino ("Franchino a’
patana"), il dr. Luca Palma ("Lucariello"), "Gigino
’u mussuto", "Vicienzo ’u sturente", Ciccillo e Peppe "Caprariello", Gabriele Gaita (proprietario
della tabaccheria a fianco il bar e del chiosco in Villa
comunale), Rubinacci (onorevole), il Presidente della Repubblica Enrico De
Nicola che era solito prendere il pullman con sosta in piazza L. Palomba;
e quando sul bus c’era molta gente, il figlio di Romito, Filippo si
faceva in quattro per trovare un posto a sedere a sua Eccellenza... E
tanti, tanti altri che per citarli ci vorrebbero parecchi volumi....
Il
locale era aperto giorno e notte; chiudeva solo un’ora, dalle 01,00 alle
02,00 per le dovute pulizie. Fu adibita anche a ricevitoria
"Sisal" n. 990, gestita da Peppino, Gennaro e Filippo. Arrivò
anche il telefono a scatti... Altri frequentatori: molti marittimi, ai
quali "Filippiello" dava sempre una mano, dipendenti dell’Azienda
Tranviaria (poi Atan), agenti dell’Ordine, guardie municipali (fra cui
G.ppe D’Urso, detto " ’U bellommo", Francesco Colantonio,
"Frabbicenza", C.Borriello "Giggiano", i Giobbe,
ecc..), gli organizzatori della "Festa dei 4 altari", alcuni cantanti
"'a fronne 'e limone" tra cui "Menecone" e "Ciummantonio".
Poi i giocatori della Turris con in testa l’allenatore Vignolini. Molti
di essi hanno giocato nelle file di questo storico bar in tornei locali,
ottenendo molti trofei. Insomma questo bar è stato una pietra miliare, un’attrazione,
un luogo di ritrovo per la gente comune, tifosi e sportivi... Rammentiamo
ancora la farmacia Perriccioli, la tabaccheria Gaita, l’arena all’aperto
Tina Di Lorenzo (in via G.De Bottis). All’esterno del caffè facevano
da contorno i cocchieri, i lustrascarpe ed i tassisti. All’interno, poi, citiamo un certo "Mimì
’a punzettella", ragazzo barman ivi
cresciuto ed il primo storico bigliardo, marca "Bertello".
Altri
mitici locali, fra cui trova la sua giusta, importante e memoranda
collocazione il Caffè Romito (bar "Filippiello"), sono stati:
bar Conte, Gran Caffè Palumbo, Blanco, F.lli Carbone, Vitiello, Dolce
(poi Ignarra).
La sua attività terminò nel 1992 cambiando nome:
"Caffetteria ’800" in piazza L. Palomba n. 40, angolo via G.
De Bottis, gestita dal nipote Michele Porzio.
Le foto:
G.ppe Romito ("’Gliaglione"," 1911/1992); Filippo
capostipite Romito ("Filippiello"); l’ingresso del "Caffè
Romito" ("Filippiello") di qualche tempo fa; l’attuale
"Caffetteria ’800" in piazza L Palomba/angolo via G.De Bottis. |