Aldo
Gambardella
di Peppe D'Urzo
Con vivo, gratificante ed incommensurabile piacere rievochiamo la
ragguardevole ed autorevole figura di Aldo Gambardella, famoso
pittore/artista della nostra città, da molti conosciuto come "’U
pittore". Nasce a Porta Capuana, nel "coeur" di Napoli il
08/01/1925, e, morirà a Torre del Greco il 17/02/1986 in seguito ad una
malattia che lo aveva colpito gia diversi anni prima. I suoi genitori
erano Giacinto, commerciante di carta, ricordato come "'U cartaro"
e Amelia, casalinga. Figli, oltre ad Aldo: Vittorio, Vincenzo, Arturo e
Gilda (vivente), al presente ospite del Ricovero della Provvidenza ("’U spizio") in via Purgatorio. La sua era una famiglia alquanto agiata.
Dopo solo quaranta giorni dalla sua nascita, divenne orfano di madre e
dopo due anni gli mori anche il padre.
Fu affidato, unitamente al fratello Vittorio, ad un collegio per orfani,
rimanendovi fino ai 20 anni. Fu in questo periodo che manifestò una
grande passione per l’arte, sviluppata già nella sua adolescenza. Si
laureò "pittore" all’Accademia delle belle Arti a Napoli.
Terminati gli studi, in opposizione al regime fascista, entrò a far parte
di un gruppo di partigiani, per convinzione e per quegli ideali di libertà
che all’epoca venivano soppressi e puniti.
La patria lo chiama sotto le armi in Esercito e farà parte di un gruppo
di paracadutisti. Durante la II guerra mondiale, in un combattimento, fu
catturato dai nazisti; si salvò in modo del tutto casuale ed originale:
disegnò sul torace di un ufficiale un tatuaggio... Aldo ne aveva molti
"stampati" sul suo corpo; se li aveva fatti improntare nel corso
della sua gioventù. Un giorno, in seguito ad una serie di bombardamenti
aerei da parte delle forze alleate americane, riuscì a scappare, dal
luogo ove era prigioniero, insieme ad un gruppo di compagni sulle "ali
della liberta"... Si trasferì col fratello Vittorio, anch’egli
reduce del tremendo e catastrofico conflitto mondiale, impegnato sul
fronte libico, a Torre del Greco, in questo "lembo" di terra
vesuviana che si affaccia sul mare; fu attratto, probabilmente, dal genio
creativo, dalla laboriosità e dalle preziose virtù del popolo torrese
che tanto lo stimò per le sue doti umane, caratteriali e professionale.
Qui cominciò un’intensa attività pittorica artistica, sfoderando i suoi
migliori soggetti paesaggistici e nature morte. Non tralasciò, nel
contempo, la sua vera passione per le immagini sacre; era infatti un
"Madonnaro" (pittore di Madonne; in particolare artista che
disegna col gesso soggetti sacri sopra i marciapiedi; a Roma anche le
"Madonnare"), che, armato di gessetti colorati, dipingeva opere
sacre in molte piazze dell’Italico suolo. Considerando il suo spiccato
valore e l’assoluta bravura nel rame, fu eletto presidente nazionale
dell’omonima Associazione. Il Gambardella, definito anche "’U
maestro", si maritò all’età di venticinque anni, con Teresa Bracale (nata a Torre del Greco il 25/10/1934); da questa unione sono nati
nove figli: Giacinto (195 1/ 2004) che assieme ai fratelli Salvatore
(1954, falegname) e Roberto (1956, dipendente società "Urbania")
hanno seguito le orme paterne; Amelia (1955), Silvana (1960), Sergio
(1966), Annamaria (1964), Giuseppina (1959) e Claudio (1969); abitazione
in via Unita italiana n. 7, classica e storica zona cittadina. Con le sue
immense capacità e notevole bravura riversate nell’artistica attività
pittorica, riuscì, non senza sacrifici e stenti, a mantenere la numerosa
famiglia che si ritrovava...
Per
circa quattro anni si trasferì a Pescara con la famiglia; qui aprì un
negozio di quadri; un suo quadro, come ricorda il figlio Roberto
(presidente, anch’egli dei "Madonnari" d’Italia, fino all’anno
scorso), fu esposto nei locali del municipio della città abruzzese...
Tornato a Torre, anche su sollecitazione della moglie, continuò a
dipingere; aprì altri locali per
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la vendita di quadri al C/so V. Emanuele
(di fronte "’Addu Cianfrone") ed in via Circonvallazione
(attuale salone "Toto e Tata"), per diversi anni. Nel 1964, a sua
insaputa, fu inscritto all’Accademia "Gli immortali d’Italia", con sede
a Messina, con il grande Ruggero Orlando (1907; deceduto), giornalista e
celebre corrispondente della RAI da New York dal 1954 al 1972; entrambi
furono invitati a New York per il ritiro dell’attestato,
ma per problemi di tipo economico, fu costretto a rinunciarvi; l’onorificenza,
in seguito, gli arrivò per posta.
Nel 1984 Aldo partecipò ad una gara
di "Madonnari" a Castel Gandolfo, residenza estiva del Papa.
Mentre stava per completare la Madonna di "Czestochowa",
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla), seguendo da una finestra tale
riproduzione, in barba al protocollo, lo fece chiamare nelle sue
stanze, esprimendogli il desiderio di avere per sé l'immagine della Vergine
polacca. Cosi l’opera del Gambardella, eseguita eccezionalmente su
pannello, è l’unica di un "Madonnaro" che orni le sale vaticane.
La notizia si divulgò subito sui giornali e la nostra città festeggiò l’evento
con il grande maestro. Egli, inoltre, partecipò a varie manifestazioni ed
estemporanee, conseguendo numerosi consensi e premi in diverse città
italiane.
Oltre all’arte del disegno e della pittura, prediligendo il
classico e romantico marrone scuro di stile cavaraggiano (Michelangelo
Merisi, detto "il Caravaggio", 1537/1610), predominante nelle
sue opere, amava dilettarsi nella poesia, scrivendo vari testi, che
purtroppo nel tempo sono andati perduti.
Attivista politico; iscritto sin da giovane nel P.C.I.; candidato alle
elezioni comunali, agli inizi degli anni ’70, per una ventina di voti,
non riuscì a far parte dei consiglieri comunali; combattivo e
battagliero, si è sempre battuto per i diritti dei lavoratori.
Fu il
primo presidente del Comitato di quartiere "Il Progresso"
(zona mare) con sede, all’inizio nel 1973, in via Liberta n. 17.
Partorì l’idea di organizzare il Comitato durante il periodo del colera
a Napoli e provincia; con un gruppo di volenterosi cercò di salvaguardare la zona di "Abbasci ’a mmare"; voleva realizzare a
seguito dell’infausto evento, le circoscrizioni cittadine, con votazioni
plebiscitarie, ma non riuscendo nell’ardua impresa, creò il Comitato di
quartiere, il cui attuale presidente è il tuttofare ed attivo Antonio
Porzio, alias "Don Antonio".
Per i suoi tanti insegnamenti e per
le innumerevoli doti artistiche, è giusto ricordare una figura come Aldo Gambardella, la cui faccia a tratti ricorda
l’aspetto del mitico
Salvador Dalì(1904/1989), pittore catalano di grande virtuosismo tecnico
ed esponente del surrealismo, e la grigia barba lunga alla Mario Rigoni
Stem (Asiago-VI, 01/11/1921), scrittore autobiografico, autore di "Il
sergente nella neve" (1953), il libro di guerra più famoso in Italia
e all’estero, sulla tragica epopea della ritirata di Russia.
Persona
eccezionale, affabile, buon organizzatore, incline al dialogo, onesto,
rispettoso altruista e benvoluto da quanti ebbero l’onore di conoscerlo; con il compianto amico Ciro D’Avino (compagno di partito) condivise molte idee per le quali si batteva al fine di migliorare le
condizioni dei più deboli.
Il buon Ciro era orafo ed è stato un uomo
politico di sinistra dai banchi del consiglio comunale torrese, fiero
attivista ed impegnato nel sociale.
La memoria del maestro Aldo Gambardella, i cui quadri sono appesi in molte
abitazioni di cittadini torresi e non, è sempre viva; la sua peculiare
immagine di pittore eclettico la ricordiamo con immenso affetto e
gratitudine; egli amava profondamente Torre del Greco, e teneva più volte
a precisare di sentirsi un vero torrese, nonostante le sue natie origini
napoletane.
Le foto: Aldo
Gambardella ("’U maestro") negli anni ’80;
"Madonnaro" a Camaiore (LU), intento in una opera sacra, col
figlio Roberto; col papa Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo (anno: 1984),
esecuzione della Madonna di Czestochowa; un suo quadro ("natura
morta"), |