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Giuvanni 'u tipografo
di Peppe d’Urzo

Nato a Sarno (SA) il 14/01/1946 da Luigi, tipografo e "campanaro" della Basilica di Santa Croce, e da Scoppetta Immacolata, casalinga e all’occorrenza addetta al lavaggio e stiratura delle gloriose magliette della Turris che aveva la sede nella Polisportiva al corso V. Emanuele n. 134 (ex Associazione cattolica "Loreto Starace", poi dopolavoro ferroviario e libreria "Alfabeta"), attigua al fabbricato al civico 136 (ex 96), detto "’U palazzo ’ddu Maggiore" (Palomba), ove abitava. Giovanni Finali da tutti ricordato come "Giuvann ’u tipografo", in quanto sin da piccolo ha imparato l’arte ed il mestiere di questa "historique et noble" attività.
Nel 1950 per esigenze di carattere familiare, andò a lavorare presso la Tipografia Palomba in via Roma (attuale "Carillon"), ove, affascinato dall’ambiente di lavoro, vi carpì confidenziali e reconditi segreti; nel frattempo, frequentando la Polisportiva ebbe modo di conoscere tanti giocatori della compagine "corallina", per cui fu affettuosamente chiamato "’U guaglione ’dda Turris"; a tal proposito, una volta, alcuni calciatori, fra cui i vari Gianolli, Pastore, Piazza, Lopez, ecc., che dormivano nel locale di Salvatore Fuorvia " ("Salvatore ’u sarto"), lo coinvolsero, suo malgrado, in uno scherzetto per il compleanno di uno di loro; ci fu una sorpresa finale in uno scatolo da regalo, ovviamente non gradita dall’interessato, che scagliò il contenuto (sterco di cavallo, raccolto da Giovanni in via Circonvallazione, anticamente detta "Via Nova") verso i compagni che si sbellicavano dalle risa... Accadde un finimondo.


 

Il 30/11/1963 imbarcò sulla T/N "Roma" della flotta Lauro come tipografo; il telegramma che gli arrivò segnò la fine di un sogno di un ragazzo (aveva 18 anni) che nel mondo dello sport voleva arrivare in alto; in seguito, su "Achille Lauro", "Michelangelo", "Raffaello", "C. Colombo" e "L. Da Vinci" (della Soc."Italia"); ha conosciuto Raffaella Carrà a bordo della "Raffaello"che fu eletta madrina della crociera in Mediterraneo; fu intervistato nel corso di una traversata oceanica, unitamente al Com.te della nave, da un giornalista che gli pubblicò un articolo con foto sul settimanale "Panorama".
Nel 1970 fece parte della squadra di calcio della "Raffaello" che partecipò al Campionato Transoceanico di varie nazioni con finale a Beirut (Libano) fra Italia ("Raffaello") e l'Inghilterra ("Queen Mary"); vinsero gli Italiani (allenati da Ferruccio Valcareggi) per due a uno e Giovanni giocò nel ruolo di mediano, contribuendo al successo del riuscito torneo. Dopo il periodo di navigazione, lavorò in varie tipografie, aprendone una tutta sua nel 1975 in via Circonvallazione fino al 1998, poi in via Beato V.zo Romano, tipografia "Octava" (ex deposito di farina di "Ciccio" Ausiello).



Trasferitosi con la famiglia da alcuni anni nel comune di Brenta (VA) vicino Luino-Laveno, piccoli centri con porticcioli turistici per navigazioni su laghi. Da ricordare che a Luino fu girato il film "Il piatto piange", regia di Paolo Nuzzi (Italia, 1974), tratto da un romanzo di Piero Chiara, descrivendone la vita di provincia durante il fascismo.

           


Coniugato con Rita Cuomo, casalinga; figli: tre (due maschi, di cui uno lavora in Svizzera ed una femmina, infermiera). Giovanni effettuò gli studi alla "Giovanni Mazza" in via V. Veneto; milite esente per sostegno di famiglia, una famiglia numerosa composta da dodici figli tutti viventi e residenti Torre, calcisticamente è nato

nella "Pro-Ina" di Enrico Marino e  V.zo Torrone, come ala sinistra ed in seguito centrocampista; si ricordano i vari G. Basso, V. Cosenza, O. Langella, A. Casaburi, G. Ciliberto, P. Ancona, L. Seme, P. Tabernacolo, V. Candurro e D. Esposito. Erano gli inizi degli anni sessanta, gli incontaminati anni del benessere e del boom economico. Passò, poi, all’atletica sempre con la Pro Ina, partecipando a gare di podismo nei 10 e 20 km. Gareggiò a Salerno per una selezione pre-olimpica, ottenendo un ottimo sesto posto; di ciò interessò il Corriere dello Sport che gli dedicò un articolo dal promettente titolo: "Giovane tipografo torrese, promessa del podismo italiano". Ottenne lusinghieri risultati in tante altre gare a Torre e a livello nazionale. Una cara e nostalgica reminiscenza fu quando il 23/08/1960 (passaggio della fiaccola olimpica a Torre del Greco), gareggiò con A. Tortora, P. Sannino, Di Maio, V.Scognamiglio, S.Colantonio ("'U marziano", deceduto), M. Frulio e G. Ciliberto, alla doppia staffetta T. Greco - T. Annunziata di 400 mt. per otto (32 km); fu una vera sfida sportiva tra le due cittadine vesuviane, vinta in entrambi i percorsi dalla "città del corallo". Nel 1968 doveva entrare nella Pubblica Sicurezza con destinazione Alessandria in Lombardia, ma vi rifiutò per convolare a nozze con Rita, sua compagna di vita.
Durante l’attività commerciale ha realizzato tante pubblicazioni, fra cui migliaia di manifesti sportivi per la Turris, squadre locali ed il Savoia; più di dieci anni di "Alé Turris", "4 Pagine" e "La Torre", fra i manifesti una suggestiva stampa del prof. A. Ciavolino, in occasione della Festa dei 4 Altari ed un altro intitolato "Per non dimenticare" circa i fatti politici e le lotte accese fra i partiti politici, elaborato dal consigliere comunale E.Torrese. Tifoso "corallino" sin da ragazzo; ha seguito la Turris in molte trasferte, molte delle quali sono risultate ad alto rischio; tifoso anche della Fiorentina unitamente ad altri "malati" di Torre e cioè: V. Quartuccio e R. Raiola.
Sempre presente sugli spalti dello stadio comunale "A.Liguori" a seguire gli allenamenti della Turris.
Candidato alle amministrative locali nelle liste dei Democratici di Sinistra di qualche tempo fa; non fu eletto. Appassionato di pastori e presepi del ’700 napoletano con diverse partecipazioni a concorsi: Villa del Cardinale a Torre del Greco, Pompei, Roma (sala del Bramante, architetto-pittore, 1444/1514), ecc..
Nel 1998 in occasione della messa natalizia di mezzanotte officiata dal papa Giovanni Paolo II, ripresa dalla Rai TV, fu inquadrato in una panoramica flash, un presepe, del quale il commentatore affermò che si trattava di un opera di un valente e noto artista napoletano... era il presepe di Giovanni Finali.
Dopo tanti anni di interrotto lavoro, è in pensione dal 2002.
Vive in una nuova casa a Brenta, ove frequenta un circolo sociale in una struttura sportiva, esibendosi spesso in partitelle a calcetto con gli amici. Gli manca un po' il calore della città natia, i suoi umori, il suo atavico caos, i suoi usi e costumi ed i rapporti umani con la gente; ogni tanto la raggiunge e si intrattiene a "Capo Torre" a colloquiare con gli amici di sempre.
Dei parenti e familiari serba un carissimo ricordo di un cugino, un certo Giovanni De Angelis, nato a T. Greco il 06.02.1922, da Giuseppe ed Amalia Scoppetta; celibe e pasticciere nel locale "M.le Romano" in via D. Colamarino (attuale Perrella, abbigliamento); il capo pasticciere era Gioacchino Brancaccio, famoso fino agli anni ’60. Il De Angelis però dopo il tremendo bombardamento aereo del 13 settembre 1943, si adoperò a calarsi nel ricovero antiaereo, ubicato all’interno (giardino) del "Palazzo ’ddu Maggiore" al corso V. Emanuele, per portar su i corpi semiasfissiati dalla "mufeta" (gas velenoso vulcanico), sprigionatosi dal sottosuolo roccioso. Vi scendeva e risaliva con tutte le forze del suo vigore fisico; gli fu data anche una maschera antigas, ma obsoleta e in precarie condizioni di funzionamento; purtroppo le energie gli vennero meno e morì nel ricovero, dal quale fu estratto, e non si sa il perchè, dopo otto lunghi giorni dai pompieri che lo caricarono su di un camion marciante a fatica; il mezzo si fermò in p.zza S. Croce e se ne attese un altro per il definitivo trasporto.
Fu seppellito al cimitero di Torre nella nicchia di famiglia; dopo
i lavori di rifacimento della stessa, i poveri resti mortali dell’eroico giovane torrese furono posti in un magazzino che, dopo qualche tempo andò a fuoco...; non vi rimase più nulla ed i resti si dispersero nell’aria. Nella tragica circostanza dell’incursione aerea, perse la vita anche un soldato tedesco che, come il De Angelis, si attivò per il recupero di quanti si trovavano nella grotta-ricovero.

Le foto: staffetta 400x8 comuni di Torre del Greco e T.Annunziata (Giovanni Finali è il primo accosciato a sx. 23.0S.1960); squadra di calcio della "Raffaello" (Allen. F. Valcareggi); nella propria abitazione a Brenta (VA) con i nipotini (anno 2003); Giovanni De Angelis (cugino), eroe torrese.