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Panaro e caneste

di Peppe D'Urzo


Un altro famoso personaggio si affaccia alla ribalta della storia della nostra città. Figura molto conosciuta per la sua "artistique" attività di canestraio, cioè colui che fa o vende canestri (recipienti di vimini intrecciati con un manico solo, a forma di arco, sulla bocca). E quando si dice "Panaro e canestre" la maggior parte dei torresi ricorda con affetto e stima il nome di Giuseppe De Cristofaro; da menzionare anche "’U vico ’i Panaro e canestre", ubicato in vicoletto Ascione (dal nome di don Bernardino Ascione, parrocchia della chiesa di Portosalvo, prima di don "Luigino" Acampora) che da via Roma immette al I° vico Abolitomonte e viceversa.
I natali di Giuseppe risalgono al 17.06.1923 in quel di Grumo Nevano (comune – 19.448 abitanti – della Campania, in provincia di Napoli (12 km) a 53 mt.s.m.); deceduto a Torre del Greco il 21.08.2004; i suoi genitori erano Pasquale (canestraio) e Raffaela (casalinga) che ebbero due figli maschi. Sin da ragazzo imparò il mestiere paterno nella sua città di origine; la sua famiglia, dopo la fine della II guerra mondiale, si trasferì a Torre, aprendo un locale di cesti, sedie e affini in violetto Ascione, gestito da Pasquale, con abitazione frontale fino alla fine degli anni ’60; Giuseppe, invece, condusse un altro negozio della medesima attività alla traversa Avezzana n. 12 (ex 20) al mercato, alias "’Miez ’a piazzetta". Il vicoletto Ascione nel tempo è diventato famoso per l’attività artigiana di don Pasquale, uomo alto e robusto, simpatico ed incline allo scherzo; le dita delle mani gli si incurvarono per le complicate intrecciature "'E paglie ’ppu sole", e i classici sciosciamosche

             
          L’attuale laboratorio in trav. Avezzana n.12

(scaccia mosche), da lui accuratamente creati e costruiti. Quando poi si cimentava a cucinare, il suo "tianiello" emetteva un invitante e gustoso profumino che "avvolgeva" tutto il vicolo...; ai primi caldi estivi vendeva anche le pagliette, dando la voce che il mestiere comportava...; era questo il classico copione di vita vissuta (come i bassi napoletani) di quegli anni e di un tempo ormai trascorso, ma mai dimenticato.
Giuseppe effettuò le scuole elementari a Grumo; militare nella Regia Marina in qualità di fuochista; invalido di guerra per dei problemi agli occhi, causate dalla vicinanza alle caldaie; iscritto all’Associazione invalidi di guerra e Combattenti e reduci, sezione di Torre del Greco con sede nella villa comunale.
 


                   Vicoletto Ascione al presente.

   Giuseppe De Cristofaro, detto "Panaro e canestre"
                          al lavoro anno, 2002

Si coniugò in prime nozze con Berenice Gagliardino, nata ad Olevano sul Tusciano (SA), il 07.07.1917 e deceduta a Torre il 14.12.1980, brava artigiana, impagliatrice di sedie; conosciuta in questo paese del salernitano... Nacquero Pasquale e Raffaela. Si risposò con Antonietta Garofano (classe 1948, vivente), dipendente ospedaliero c/o il "Maresca" di Torre del Greco; due figlie.  Gli inizi cominciarono con un carrettino ben ornamentato, poi "ciuccio" e carretta" "camioncino"; il locale di tr. Avezzana fungeva anche da deposito e stalla, ove l’asino veniva accudito.
Persona saggia e molto attiva; notevole il suo ingegno lavorativo; costruiva aquiloni ("comete"), botti per fuochi d’artificio ed era bravo nel montare persiane e tapparelle, a finestre e balconi; gli piacevano i film classici, le canzoni napoletane e "tavole e tavulelle", consumate con amici e familiari nei locali del rinomato ristorante "Palatone" (ex cantina di Aniello Fortunato); il più delle volte quando era preso dal lavoro, era solito raccontare storie e storielle (con favole spesso da lui inventate) ai nipoti per tenerli buoni...
Giuseppe era molto noto in città e fuori, in special modo nei paesi costieri della penisola sorrentina; ha partecipato a molte fiere e mercati nelle cittadine vesuviane; vasta è sempre stata la clientela (non solo locale) qui venuta per acquistare i tipici prodotti di paglia e vimine; tantissimi i complimenti e di apprezzamenti per la nobile arte di impagliare, cioè rivestire di paglia.
L’attività continua con i figli: Raffaela (1947) e Pasquale (1950) alla tr. Avezzana n. 12. Pasquale è coniugato con Virginia Fortunato (1950); due i figli, un maschio e una femmina; effettua anche lavori di riparazione per sedie di paglia e tipo vienna, di stagnatura e pulitura per oggetti di rame e ottone in via Viuli n. 53 ove vive.

 

    Il figlio Pasquale con la famiglia in via Viuli n. 57

Pasquale è un tifoso della Turris ed è un grande cuore "corallino" dagli inizi degli anni ’60 sino al presente. La segue in casa ed in trasferta.
La tradizione familiare va avanti. Si riparano salottini di vimini, cesti, panieri e seggiole antiche e moderne di varie dimensioni; il lavoro per le sedie consiste nel togliere la vecchia paglia (naturale e del tipo viennese) e rimettere la nuova.
Questo è facilmente individuabile per la folkloristica esposizione esterna dei prodotti impagliati.
Se passate di qua, vale la pena di fermarsi ed osservare da vicino la scrupolosa e diligente arte dell’intrecci e del rivestimento di "paille" per sedie, dondoli, cappelli estivi, ceste, cestelli eleganti, ecc.