Tore
'o furnaro
di
Peppe D'urzo
La
scrittrice Maria Orsini Natale affermava che scrivere del passato e delle
proprie radici è un mezzo per entrare in contatto con gli altri e dare,
soprattutto ai più giovani, uno sguardo diverso di un mondo e di un
passato che si ricorderanno come una "flabe" e in cui sono
importanti le piccole cose. E di piccole cose, contornate da un amore
concreto per le proprie radici che si cercano di recuperare e trasmettere
al presente, vogliano qui trattare parlando di un indimenticabile
personaggio della nostra città: Salvatore Tarantino, meglio ricordato
come "Tore ’u furnaro", nato a Torre del Greco il 24 marzo
1924
ed ivi deceduto il 10 novembre 1995 da Vincenzo (marittimo) e Francesca
Miele, casalinga e tuttofare di bottega.
Il padre Vincenzo, classe 1891, imbarcò sul piroscafo "Sardegna"
(società "Lloyd Triestino") nel reparto macchine, che
effettuava viaggi per l’Albania, la Grecia, l’Egeo e l’Africa
settentrionale. L’unità italiana alle ore 10,05 del 29 dicembre 1940, a
11 miglia ad ovest di Saseno (albanese Sazan, isola di km. 5.6 nel mar
Adriatico all’ingresso della baia di Valona), alla latitudine di 40°
31’ nord e di 19° 02’ est, essendo in navigazione da Valona a
Brindisi, viene raggiunta da un siluro lanciato da un sommergibile nemico
ed affondata, poi, da unità di scorta. A seguito di tale sinistro
scomparvero in mare 25 uomini, fra cui Vincenzo Tarantino ed altri torresi:
Ciro Grazioli, Luigi Zaino, Domenico Gargiulo. Fu un terribile choc per l’intera
famiglia Tarantino.
Salvatore, unitamente agli altri fratelli (7 maschi e
2 femmine) per tirare avanti le sorti familiari, comincia a lavorare sin
da giovane nel forno-panetteria al Largo Costantinopoli ("Miez ’a
Santa Maria" poi in Vico 1° Abolitomonte n. 9 (attuale Lavanderia
"Rex" di Ulloa Severino Vittorio) con negozio ed annessa
abitazione ("Casa e puteca"). Nel 1959 si trasferirà in via
Ignazio Sorrentino n. 18 ove aprì una "boulangerie", al presente
denominata "Margherita Conad" panificio elettromeccanico di
Vincenzo Tarantino (figlio).
Tore si recava spesso, prima e durante l’ultima
guerra mondiale, a Torre Annunziata a prendere pasta e farina che caricava
su di un carrettino con cavallo.
Accadde
un giorno che mentre era intento a regolare il conto con un pastaio, gli
fu rubato il cavallo che sostava fuori il pastificio. Totali furono lo
sgomento e la disperazione. Tutto si risolse alla fine con un
"fischio" da parte del titolare dell’opificio, che fece
tornare al proprio posto il cavallo che trasportava il carretto con la
preziosa merce. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i soldati
settembre 1943, i |
soldati tedeschi cominciarono anche nella
nostra città quei terribili rastrellamenti. La caccia all’uomo
iniziò un po’ dovunque. Il giovane Salvatore in quei giorni rimase
nascosto fra le fascine nel forno di Largo Costantinopoli.
Milite esente,
nel dopoguerra e precisamente nel 1949 si unì in matrimonio con Antonietta Brunasso (classe 1928), i cui genitori erano costruttori di remi ("i remaiuoli") a Largo Fontana ("’Mniezo ’u turreno").
Hanno continuato la tradizione familiare i figli Mattia e Mario che sono
proprietari di una fabbrica di remi in via Cappella Nuova n. 2 bis; altri
figli hanno un cantiere navale "Comena" nella zona del porto.
Dalla loro unione sono nati: Vincenzo, Maria e Franca. Salvatore era una persona dall’aspetto
bonario e pacioso, affabile e disponibile, scherzoso e giocherellone,
incline agli sfottò e alle burle. A tal proposito verso la metà degli anni
’60 ci fu una vincita a Totocalcio nella nostra città. Salvatore con
giocosa allegria passò tale vincita al fratello Vincenzo, il quale
sorpreso di ciò (si trattava di un "13" vinto dalle parti di
corso Umberto I) e, dopo aver smentito la notizia, rimproverò
"affettuosamente" quel buontempone di fratellone. Grande
lavoratore, anch’egli ha continuato a lavorare la classica e
tradizionale "summulella" (saporita pagnottella di grano duro),
nata, come i più affermano, a Largo Costantinopoli presso il forno di
Giovanni Di Donna, alias "’u marchese". Ancora oggi la
possiamo comprare e gustare. Anche i fratelli di "Tore" si sono
esibiti nella lavorazione di questa piacevole "delices", da
considerare un tipico prodotto locale.
Fu premiato con medaglia al merito come panificatore dalla Nuova
Associazione Liberi Panificatori, Torre del Greco (17.02.1990).
Tifoso
della Turris, era solito recarsi allo stadio.
Un affettuoso saluto con i più profondi sensi di stima va ai fratelli di
Salvatore: Emiddio (1917) deceduto nella II guerra mondiale, in seguito a
ferite riportate sulla nave ospedale "Gradisca", Ciro (1920-1933), deceduto per un banale incidente (cadde da una impalcatura che
serviva al montaggio di un altare in via Roma durante la preparazione di
una Festa dei 4 Altari); Andrea (1922), marittimo (carbonaio) sull’"Aquilea",
operaio all’Ilva di Bagnoli, salumiere a Largo Costantinopoli e in via
Fontana; pensionato, padre dell’ing. Enzo e della carissima buonanima di
Franca; Titina, deceduta; Vincenzo (1928), ex salumiere in via Roma
(attuale negozio di abbigliamento "2 erre boutique" al civico
56 nuovo), pensionato; Tobia (1931), ex titolare di salumeria a Largo
Costantinopoli (dopo l’ex ufficio tecnico comunale), pensionato. |