Chiesa S. Maria del Carmine
Oggi si chiede all'autorità abitazioni, stadi, posti di lavoro. Secoli
fa non v'erano queste esigenze martellate dal consumismo e
dall'edonismo, allacciati ad un modello di vita quotidianamente
propinatoci dai mass-media.
Allora si chiedevano le Chiese. C'è una frase fatta che recita:
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"dopo il 1300 l'Europa fu un manto di
Chiese". Non bastavano mai. Non sono dissenziente alla cosa, anzi,
sono credente e praticante. Grazie alle ideologie religiose in genere
oggi non siamo arrivati a sgozzarci l'uno con l'altro. Anche se,
talvolta, alcune ideologie, in parte esasperate, fanno più danni che
benefici ad un popolo.
Così i torresi fecero richiesta ai prelati del Carmine Maggiore
napoletano di una Chiesa con annesso convento nella nostra città. Il
desiderio collettivo venne esaudito ed avemmo la bella S. Maria del
Carmine; ma ci si era fatti i conti senza il vulcano monello che nel
1631 distrusse la Chiesa lasciando solo la Cappella della Madonna,
mentre i ruderi, allora fuori centro urbano, vennero adibiti a Cimitero
durante la peste napoletana del 1656.
Infatti la vicina Chiesa S. Maria del Pianto venne costruita sulla fossa
comune degli appestati, a sua volta distrutta dal monellaccio nel 1737,
testardamente riedificata col nome ancora attuale di Chiesa del
Purgatorio.>
La Chiesa del Carmine fu anch'essa ricostruita e tenuta da un romito. Ma
i "fans" dei Carmelitani desideravano i monaci. Questi furono
irremovibili. Troppe eruzioni!!! Aderirono, invece i Padri di S. Maria
della Vita.
A cavallo del 1800 una legge soppresse i conventi. La Chiesa
momentaneamente chiusa fu riaperta il 1813 ma senza i monaci.
Nel 1929 fu dichiarata Parrocchia e buona parte della struttura fu ceduta
all'attuale Istituto d'Arte.
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