TEATROTERAPIA
AL BOTTAZZI
Testo e foto di Francesca
Mari
L’arte
come mezzo di integrazione, di aggregazione e, soprattutto, di catarsi,
per permettere a chi soffre di tirare fuori le proprie emozioni e le
proprie potenzialità. E grandi emozioni hanno trasmesso agli spettatori
gli utenti del Centro di Riabilitazione del Dipartimento di Salute
Mentale del Bottazzi, con lo spettacolo teatrale tenutosi giovedì
scorso nei giardini di Villa delle Terrazze.
Intitolato, appunto, “Incanto alle Terrazze” lo spettacolo ha
rappresentato la conclusione di un laboratorio teatrale che, insieme ad
altre attività creative, rientrava nel progetto di riabilitazione
indetto dall’A.s.l. e svolto, nel corso dell’anno, da medici e
assistenti sociali dell’ U.O.S.M 85 (Unità Operativa Salute Mentale)
di Torre del Greco.
Grazie a un corso di scrittura creativa, i pazienti hanno scritto due
brevi testi teatrali, ispirati alla storia della settecentesca Villa
delle Terrazze, che hanno poi rappresentato diretti dalla regista Rosa
Fontanella.
Ambientate nel passato, con costumi d’epoca, le due storie sono state
immaginate seguendo le vicende del Duca Lecco de Guevara, che al tempo
abitava la Villa e che, secondo la tradizione, era solito ospitare i
Savoia. Questo lo spunto per la prima storia, “Il Duca di Torre del
Greco”, in cui si immagina proprio che il Duca ospita nella sua Villa
il principe Umberto e sua moglie Maria per una vacanza. La bellezza
della Principessa, però,
|
preoccupa la Duchessa,
gelosa del marito, la quale si tranquillizza solo alla partenza della
coppia reale.
Ma l’arrivo di una lettera di Maria per il Duca crea un grosso
equivoco che poi sarà risolto e tornerà il sereno.
A lieto fine è anche la seconda storia, “Il tempo e l’incanto”,
in cui si narra di uno strano mistero nella Villa: due servi, appena
assunti, si sentono osservati da una statua sistemata in giardino e si
stupiscono nel vedere il conte che passa le ore, in uno stato di
abbandono, ad osservarla. In realtà, la statua era una donna vittima
dell’incantesimo di una fata cattiva, Melinda, la quale torna in scena
e trasforma tutti in pietra. Alla fine sarà l’intervento di un Elfo a
sciogliere l’incantesimo e a far tornare tutti in vita.
Oltre alla creatività dimostrata nella stesura dei testi e alla bravura
nell’interpretazione, questi ragazzi hanno contribuito anche a dare
rilievo ad alcuni aspetti storici della Villa, grazie a ricerche
effettuate nel corso dell’anno, ed hanno permesso agli spettatori, con
la loro rappresentazione, di visitarla.
Presenti all’incontro il direttore dell’ UOSM 85, il dott. Eugenio
Nemoianni, e il responsabile del Centro Diurno, il dott. Maurilio
Tavormina, i quali hanno seguito i pazienti nel corso di questo percorso
riabilitativo che, come ha dimostrato lo spettacolo conclusivo, ha
sortito buoni effetti:
“Noi non intendiamo la riabilitazione come intrattenimento- ha detto
il dott. Nemoianni- ma come un processo che, attraverso l’arte,
l’interazione e la comunicazione permetta ai nostri pazienti di
superare i propri vissuti angosciosi tirando fuori le loro emozioni.
Come è successo con questo spettacolo. Tuttavia, nonostante i buoni
propositi, spesso mancano mezzi e spazi per realizzare questo tipo di
iniziative sicuramente importanti e terapeutiche”. |