SOLO
50 ANNI DI SUCCESSO. NEL MOMENTO IN CUI RAGGIUNGEVA IL MASSIMO
PERFEZIONAMENTO FU SOPPIANTATA DALL'APPLE NELI ANNI 80. OGGI E' DA MUSEO.
INOLTRE E' RITENUTA TOSSICA.
Gutenberg inventò, o diffuse, i caratteri mobili,
Mergenthaler, nel secolo scorso, perfezionò l’invenzione completando il
prototipo della Linotype (linea
di tipi). Entrambi si avvalsero di sperimentazioni del passato. Sono poche
le tipografie artigiane vecchio stampo (è proprio il caso di dire)
che non hanno adoperato questa macchina straordinaria, che rimane nella
storia come uno dei maggiori prodigi della meccanica di tutti i tempi.
Dopo diversi tentativi di alcuni inventori, falliti
spesso per motivi finanziari, OTTMAR MERGENTHALER nato nel 1854, tedesco
anch’egli, avvalendosi di esperimenti dei suoi predecessori, nel 1886
portava a termine la Linotype. Non mi approfondirò nei particolari
costruttivi in maniera analitica. L’intricata successione dei movimenti
e la complessità dei sincronismi farebbero apparire inesplicabile la
descrizione più minuziosa, togliendo merito alla potenza dell’alfabeto.
Traccerò a grosse linee solo una sintesi del suo funzionamento, così
come si svolge in questo momento sotto le mie mani.
La matrice con incise le
lettere, generalmente tondo e corsivo
Tutte le complesse e
susseguenti fasi di ogni ciclo sono comandate da un unico gruppo di
eccentrici, fissati su di un solo asse rotante. Il magazzino
contenente le matrici è disposto in posizione obliqua nella parte
superiore della macchina. Esso contiene all’interno solitamente novanta
canali, in ciascuno dei quali slittano in caduta una ventina di matrici
per ogni lettera alfabetica, più la punteggiatura e le maiuscole. I segni
speciali vengono inseriti a mano nel compositoio della macchina.
Queste tecniche sono oggi (albori del 3° millennio) obsolete e praticate
solo per lavorazioni speciali o in aree geografiche retrograde.
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OTTMAR
MERGENTHALER
Il rigo composto con gli spazi mobili tra le parole
La tastiera alfanumerica (minuscole e maiuscole separate) aziona delle
barre verticali che, durante lo sfioramento dei tasti, spingono dei
dispositivi di sganciamento disposti nella parte inferiore del magazzino.
Ciascun tasto sgancia la matrice voluta che va ad allinearsi in un
compositoio mobile, il quale, a rigo ultimato, va a posizionarsi innanzi
alla forma a fondere, dietro la quale un pistone affonda nel crogiolo di
piombo fuso perché si formi rapidamente la barretta gia solida e
improntata lungo la linea di matrici del compositoio mobile. Indi questi
si posiziona innanzi ad un braccio meccanico che preleva le matrici per
riscomporle automaticamente nel magazzino. Il rapporto di tempo tra un
rigo composto a mano ed uno linotipico è almeno di 1 a 6, senza contare
il tempo risparmiato per la scomposizione, e soprattutto l’assenza di
usura dei caratteri, poiché, a stampa ultimata, i righi vengono rifusi
per formare nuove linee di scritto.
Righi fusi appena staccati dalle matrici.
Oggi la linotype viene adoperata da qualche artigiano per la fabbricazione
dei timbri tradizionali. E' ancora in uso per la stampa nei paesi
africani.
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