Una delle metafore ricorrenti per descrivere il
fenomeno Internet è quella della biblioteca. Come una biblioteca, la rete
contiene una quantità enorme di documenti testuali (e non testuali); come
una biblioteca ha i suoi cataloghi, i suoi strumenti di ricerca
dell'informazione. Ma soprattutto, a differenza di ogni biblioteca reale
del mondo, Internet sembra non avere limiti nella capacità di contenere e
diffondere informazioni: sembra anzi realizzare, per mezzo della
tecnologia, il mito della biblioteca universale, che accompagna l'umanità
da molti secoli.In realtà il parallelo metaforico tra la rete e il
concetto di biblioteca universale è in parte fuorviante. Come abbiamo
avuto modo di vedere parlando della ricerca di informazioni, lo spazio
informativo della rete, e in particolare quello del Web, non è uno spazio
completamente strutturato; al contrario, esso tende alla 'non
organizzazione', in virtù della sua estrema dinamicità e fluidità. I
vari strumenti di ricerca delle informazioni in rete dunque non rendono
conto della totalità dei contenuti informativi presenti sulla rete
stessa. Essi ne tracciano semmai mappe parziali e locali.Al contrario lo
spazio informativo di una biblioteca è uno spazio completamente
strutturato e organizzato, che trova una rappresentazione esaustiva nei
vari tipi di cataloghi di cui essa è dotata.Potremmo dire che Internet
assomiglia piuttosto alla fantastica Biblioteca di Babele immaginata da
Jorge Luis Borges in uno dei suoi racconti più belli. La biblioteca
borgesiana, che coincide con l'universo stesso (e in effetti l'universo
della rete è l'informazione che contiene), pur ospitando tutti i libri
che potrebbero essere scritti, non ha alcun criterio di organizzazione, e
i suoi abitanti vagano in eterno alla ricerca del libro che ne spieghi la
struttura, senza trovarlo mai.Nondimeno, sulla rete non mancano servizi
informativi strutturati. Tra questi, sebbene sembri un gioco di parole,
fanno bella mostra di sé proprio i servizi gestiti dalle biblioteche 'reali'.L'incontro
tra Internet e biblioteche, che ha ormai una storia assai lunga, è stato
fortemente propiziato dal radicamento della rete nel mondo universitario
statunitense. Gli Stati Uniti, infatti, hanno un enorme patrimonio di
biblioteche, tra cui spiccano le biblioteche universitarie,
tradizionalmente dotate di servizi al pubblico assai avanzati ed
efficienti. La predisposizione di servizi on-line da parte di queste
istituzioni è stata, nella gran parte dei casi, un'evoluzione naturale.
Ma, in generale, si deve rilevare che il fenomeno Internet ha suscitato
nel mondo bibliotecario un vasto interesse anche al di fuori degli Stati
Uniti.In virtù di tale interesse, Internet offre oggi una notevole
quantità di servizi di tipo bibliotecario rivolti al pubblico generico,
oltre ad alcuni servizi orientati maggiormente ad una utenza
professionale. Possiamo suddividere tale insieme di servizi nelle seguenti
classi:servizi di informazione al pubblico basati sul Web relativi a
singole biblioteche (information desk on-line);
servizi di consultazione on-line dei cataloghi informatici di singole
biblioteche o di gruppi di biblioteche (cataloghi individuali e
collettivi);
servizi di distribuzione selettiva di documenti (document delivery);
servizi speciali di informazione e di supporto per i bibliotecari;
servizi di biblioteca digitale.
Il primo tipo di servizi è costituito dai siti Web approntati da singole
biblioteche che offrono al pubblico informazioni, a vario livello di
dettaglio, sulla biblioteca stessa, sulla sua collocazione, sui
regolamenti e gli orari di accesso, sulla qualità e consistenza delle
collezioni. In alcuni casi è possibile trovare anche servizi avanzati
come la prenotazione del prestito di un volume, o persino l'attivazione di
procedure per il prestito interbibliotecario (di norma questi servizi sono
approntati da biblioteche universitarie, ed hanno un accesso
limitato).Naturalmente la disponibilità di questi ultimi strumenti è
legata alla presenza sul sito bibliotecario di un sistema di consultazione
on-line del catalogo. Tali sistemi, detti OPAC (acronimo di On-line Public
Access Catalog), sono senza dubbio una delle più preziose risorse
informative attualmente disponibili sulla rete. Essi sono il prodotto di
una lunga fase di innovazione tecnologica all'interno delle biblioteche
che ha avuto inizio sin dagli anni sessanta, e che ha avuto tempi di
espletamento e di diffusione capillare assai differenziati. A tutt'oggi,
solo in alcuni casi l'automazione bibliotecaria è arrivata a pieno
compimento, portando alla sostituzione totale dello schedario cartaceo con
sistemi informatici. L'automazione dei sistemi catalografici si è
incontrata ben presto con lo sviluppo delle tecnologie telematiche, ed in
particolare con la diffusione della rete Internet nell'ambito del circuito
accademico. Il passaggio dal catalogo informatizzato al catalogo on-line,
infatti, ha comportato una evoluzione lineare, che si è verificata in un
contesto già informatizzato e dunque non restio all'innovazione.
Attualmente le biblioteche, grandi e piccole, universitarie, pubbliche e
private, che, oltre ad avere un loro sito su Internet, danno agli utenti
la possibilità di consultare on-line i cataloghi delle loro collezioni,
sono nell'ordine delle migliaia.Se la possibilità di effettuare ricerche
bibliografiche in rete è ormai un dato acquisito, diverso è il discorso
per quanto riguarda l'accesso diretto ai documenti. Infatti, il passaggio
dalla biblioteca informatizzata alla biblioteca digitale è appena agli
inizi. Con biblioteca digitale, in prima approssimazione, intendiamo un
servizio on-line che produce, organizza e distribuisce sulla rete, in
vario modo, versioni digitali di documenti e testi. A un livello
intermedio si collocano i servizi di distribuzione selettiva dei documenti
(document delivery). A questa categoria appartengono organizzazioni ed
enti che archiviano e spogliano grandi quantità di pubblicazioni
periodiche e che permettono a studiosi o ad altri enti bibliotecari di
acquistare singoli articoli, che vengono poi spediti via posta, fax o
e-mail. Una risorsa preziosa per chi deve effettuare attività di ricerca
e non ha a disposizione una biblioteca dotata di una collezione di
periodici sufficientemente esaustiva. Internet come fonte di informazione
bibliografica.
La ricerca bibliografica è una delle attività fondamentali per tutti
coloro che, per dovere (scolastico o professionale) o per piacere,
svolgono una attività di studio e ricerca o in generale una forma di
lavoro intellettuale. Essa ha la funzione di fornire un quadro dettagliato
dei documenti pubblicati su un dato argomento, di descriverli in modo
esauriente e di permetterne il reperimento effettivo.Al fine di effettuare
una ricerca bibliografica si utilizzano soprattutto due tipi di strumenti:
le bibliografie e i cataloghi bibliotecari. Entrambi questi strumenti si
presentano in forma di un elenco di documenti identificati mediante alcune
caratteristiche (o metadati) che ne permettono o facilitano
l'individuazione: nome dell'autore, titolo, dati editoriali. La differenza
tra bibliografia e catalogo consiste nel loro dominio di riferimento: una
bibliografia contiene un elenco, esaustivo o meno, di documenti relativi
ad un determinato argomento o tema, o in generale accomunati da una data
caratteristica, senza far riferimento ai luoghi fisici in cui sono
depositate delle copie di tali documenti; un catalogo, al contrario,
contiene notizie relative a tutti e soli i documenti contenuti in una
singola biblioteca (o in un gruppo di biblioteche), e fa esplicito
riferimento alla collocazione fisica dell'esemplare (o degli esemplari)
posseduti.
Un elemento fondamentale sia delle bibliografie sia dei cataloghi è la
chiave di accesso, cioè le caratteristiche del documento in base alle
quali l'elenco viene ordinato e può essere consultato. Di norma le chiavi
di accesso principali sono il nome (o i nomi) dell'autore, e il titolo.
Tuttavia per i cataloghi bibliotecari molto utili sono anche le chiavi di
accesso semantiche, quelle cioè che cercano di descrivere il contenuto
del documento stesso. A tali chiavi possono corrispondere due tipi
speciali di cataloghi: il catalogo alfabetico per soggetti, in cui i
documenti sono ordinati in base a uno o più termini liberi che ne
descrivono il contenuto, e il catalogo sistematico, in cui i documenti
sono ordinati in base ad uno schema di classificazione prefissato che
articola il mondo della conoscenza in categorie e sottocategorie secondo
una struttura ad albero che procede dall'universale al particolare.Nel
'mondo reale' le bibliografie, di norma, sono contenute a loro volta in
volumi o documenti pubblici, che possono essere acquistati o presi in
prestito. I cataloghi invece sono ospitati, sotto forma di schedari,
all'interno dei locali di una biblioteca, dove possono essere consultati
al fine di stilare bibliografie o di accedere alle pratiche di
consultazione e di prestito. Di norma, dunque, la ricerca bibliografica è
una attività che richiede numerose fasi di consultazione di bibliografie
e di cataloghi, con annessi spostamenti, che talvolta possono rendere
necessarie trasferte fuori città o persino all'estero.Lo sviluppo e la
diffusione della rete sta modificando radicalmente il modo di effettuare
la ricerca bibliografica. Internet, infatti, è diventata ormai la più
preziosa ed esaustiva fonte di informazioni bibliografiche e, come abbiamo
visto nella sezione dedicata alla ricerca in rete, oggi è possibile
stilare una bibliografia completa, su qualsiasi argomento, stando
comodamente seduti a casa davanti al proprio computer. Questo ha
trasformato le modalità di lavoro della comunità scientifica, e più in
generale di tutti coloro che per passione o professione debbano reperire
notizie su libri e periodici.Anche su Internet le fonti di informazione
bibliografica si articolano in bibliografie e cataloghi. Le prime, in
genere, sono parte del contenuto informativo dei vari siti Web dedicati ad
una data disciplina o ad un particolare argomento. Non esistono strategie
particolari di ricerca per quanto attiene a queste risorse, che vanno
pertanto individuate mediante i criteri di reperimento delle informazioni
in rete che abbiamo già visto nel capitolo 'La ricerca di informazioni in
rete'. Per quanto riguarda i cataloghi on-line, invece, è possibile
fornire alcune nozioni più particolareggiate relative al loro reperimento
su Internet, e alla loro consultazione.Come abbiamo già detto, un
catalogo bibliotecario consultabile attraverso i canali di comunicazione
telematici viene comunemente definito Online Public Access Catalog (OPAC).
Un OPAC è costituito sostanzialmente da un database (dotato di un proprio
motore di ricerca) e da una interfaccia di accesso ai dati in esso
archiviati.Un database dal punto di vista logico è composto da una serie
di schede (record). Ogni record contiene la descrizione, organizzata per
aree prefissate (o campi), di un determinato oggetto. Nel caso dei
database catalografici tali oggetti sono i documenti che fanno parte della
collezione di una o più biblioteche.La struttura di un record
catalografico è stata oggetto di un importante processo di
standardizzazione internazionale. Infatti, l'introduzione dei sistemi
informatici in ambito bibliotecario ha ben presto reso evidente i vantaggi
della collaborazione e dell'interscambio dei dati tra biblioteche. Di
conseguenza, si è avvertita l'esigenza di sviluppare dei sistemi standard
per la costruzione delle banche dati catalografiche, in modo da consentire
lo scambio dei dati bibliografici e la costituzione di cataloghi
elettronici collettivi.
La comunità internazionale dei bibliotecari, riunita
nella International federation of library associations (IFLA,
http://www.ifla.org/), a partire dalla metà degli Settanta ha prodotto
una serie di specifiche volte a conseguire tale fine. La più importante
tra queste specifiche riguarda appunto il formato dei record catalografici,
denominato UNIMARC (Universal Machine Readable Catalogue), che è ormai
adottato (o quantomeno previsto come formato per l'input/output dei dati)
in gran parte dei sistemi OPAC del mondo.Nel caso dei cataloghi digitali
la scelta delle chiavi di accesso non va effettuata preliminarmente, come
accade invece nei cataloghi a stampa al fine di ordinare il catalogo e di
permetterne la consultazione. Un database infatti può essere ordinato in
modo dinamico a seconda delle esigenze, e - soprattutto - la ricerca può
avvenire in base a qualsiasi campo, o persino indipendentemente da un
qualche campo (è possibile cioè indicare al sistema di cercare le
occorrenze di una data stringa indipendentemente da dove appaia nel
record).Ovviamente, le chiavi che possono effettivamente essere usate
dagli utenti nelle ricerche dipendono dal tipo di interfaccia associata al
database. Sfortunatamente, non esistono delle raccomandazioni unitarie
sulle caratteristiche dell'interfaccia di interrogazione di un OPAC. In
generale tutti gli OPAC permettono di effettuare ricerche usando come
chiavi le principali intestazioni presenti in una normale scheda
catalografica: autore, titolo, soggetto. Alcuni forniscono anche altre
chiavi o filtri di ricerca, quali data o luogo di pubblicazione, editore,
classificazione (nei vari sistemi Dewey, CDU, LC, ecc.), codice ISBN.
Parlando di interfacce degli OPAC, tuttavia, l'aspetto su cui mette conto
soffermarci riguarda il tipo di strumento Internet su cui esse sono
basate. I primi OPAC sono stati sviluppati e immessi in rete sin
dall'inizio degli anni ottanta. In quell'epoca gli unici strumenti
disponibili per l'accesso interattivo ad un computer remoto erano i
sistemi di emulazione terminale, il telnet o la sua versione specifica per
mainframe IBM, denominata tn3270. Di conseguenza tutti gli OPAC che sono
stati sviluppati in quegli anni hanno adottato delle interfacce utente
basate su linea di comando o su schermate a carattere. Sebbene con il
passare degli anni tali interfacce abbiano subito una certa evoluzione, è
innegabile che questa modalità di accesso presenti qualche difficoltà.
Infatti essa richiede all'utente la conoscenza dei comandi e della
sintassi di ricerca usata da ciascun OPAC; sintassi che, oltre ad essere
alquanto complessa (ancora oggi basta provare ad utilizzare l'accesso
telnet all'OPAC della Library of Congress, o quello al nostro SBN per
rendersene conto), di norma varia da un OPAC all'altro.Con lo sviluppo dei
gopher prima, e del Web poi, un nuovo paradigma di accesso interattivo ha
iniziato a farsi strada anche nelle interfacce degli OPAC. In particolare
il Web ha fornito l'opportunità di realizzare delle interfacce utente in
ambiente grafico, basate su moduli interattivi e dispositivi grafici
(caselle combinate, menu a scelta multipla, caselle di testo e pulsanti,
attivati con il sistema point and click) con cui un utente medio ha già
dimestichezza e la cui curva di apprendimento all'uso è decisamente
bassa.Ovviamente, dal lato server, questo ha significato lo sviluppo di
appositi programmi di collegamento tra il database catalografico e il
server Web, detti gateway. In questo campo un ruolo prominente è stato
giocato dal protocollo Z39.50 [52], un protocollo sviluppato appositamente
per far interagire un database e un modulo di ricerca senza che fosse
necessario conoscere la particolare sintassi di ricerca del database. Se
quest'ultimo è dotato di una interfaccia Z39.50, un client che implementi
lo stesso protocollo può effettuare ricerche sul database anche in via
remota. In una prima fase il protocollo Z39.50 è stato implementato
direttamente in software client utilizzabili dall'utente. Ma ben presto
tali software sono stati abbandonati per lasciare il posto ad una
architettura basata sul Web, in cui il server HTTP interagisce con un
gateway Z39.50 che a sua volta può interrogare uno o più database
contemporaneamente. L'utente finale in questo caso accede al servizio di
ricerca direttamente mediante un pagina Web usando il suo normale Web
browser.Attualmente la migrazione verso questi sistemi di interfaccia
basata su Web è stata intrapresa da quasi tutti i grandi OPAC storici,
mentre i più recenti sono nati direttamente adottando tale tecnologia.
Tuttavia in molti casi i vecchi sistemi di accesso via telnet o tn3270
sono stati mantenuti, e spesso forniscono ancor oggi degli strumenti di
ricerca più raffinati e potenti dei loro più amichevoli 'cugini' basati
sul Web.I repertori di siti bibliotecari.
I siti di carattere bibliotecario accessibili attraverso Internet sono
ormai migliaia, ed è ovviamente impossibile elencarli tutti. Come sempre,
però, la rete fornisce ai suoi utenti degli strumenti di orientamento di
secondo livello. Esistono infatti diversi 'repertori' di siti
bibliotecari, che possono essere consultati per scoprire l'indirizzo di
rete della biblioteca che si sta cercando (posto che ne abbia uno), o per
individuare quali biblioteche in una certa area geografica sono dotati di
servizi in rete.Occorre tuttavia ricordare che non tutte le biblioteche
dotate di un sito Web hanno anche un OPAC pubblico, o (evenienza più
rara) che alcuni OPAC non sono associati ad un sito Web. Purtroppo i
repertori di siti bibliotecari non sempre tengono nel dovuto conto queste
distinzioni, specialmente se non sono specificamente dedicati alle risorse
bibliotecarie. Rientrano in questa categoria tutti i repertori di siti
bibliotecari che fanno parte di più vasti repertori di risorse di rete,
come quello organizzato da Yahoo (http://www.yahoo.com/Reference/Libraries)
o da Excite (http://www.excite.com/education/libraries). Passando ai
repertori specializzati in siti bibliotecari, uno dei più aggiornati e
completi è Libweb realizzato alla University of Berkeley, in California,
a cura di Thomas Dowling (l'indirizzo è http://sunsite.berkeley.edu/Libweb).
L'elenco è diviso per aree geografiche (Stati Uniti, Africa, Asia,
Australia, Europa, Sud America, Canada), e successivamente per nazioni.
Solo il ramo dedicato alle biblioteche statunitensi è articolato anche
per tipo di biblioteca. Oltre alla possibilità di scorrere il repertorio,
Libweb fornisce anche un sistema di ricerca per parole chiave, basato su
una sintassi abbastanza semplice.Molto completo è anche il repertorio
Bibliotheks-OPACs und Informationsseiten (http://www.hbz-nrw.de/hbz/toolbox/opac.htm)
curato da Hans-Dieter Hartges. Si tratta di una unica grande pagina Web
che elenca centinaia di servizi OPAC con interfaccia Web, classificandoli
per nazioni.Un altro ottimo repertorio globale di OPAC basati sul Web è
webCats (http://www.lights.com/webcats/) curato da Peter Scott. In questo
caso l'elenco può essere scorso in base a tre criteri di ordinamento: per
aree geografiche e nazioni, per tipologia di biblioteca e per tipo di
software. Quest'ultima categoria articola i vari OPAC in base al prodotto
di catalogazione utilizzato, e può essere utile per coloro che hanno
dimestichezza con l'interfaccia e la sintassi di ricerca di uno di
essi.Sempre a Peter Scott si deve il repertorio di OPAC basato su
interfaccia a caratteri denominato Hytelnet. In origine Hytelnet era un
programma indipendente, anche esso basato su interfaccia a caratteri (ne
esistevano varie versioni), che permetteva di navigare attraverso un
repertorio di OPAC strutturato per aree geografiche. La sua interfaccia
era simile, per intendersi, a quella di un gopher, basata su una serie di
menu gerarchici attraverso i quali si poteva 'scendere' all'indirizzo
della singola risorsa. Successivamente Scott ha realizzato un gateway tra
Hytelnet e Web, il cui aggiornamento è stato sospeso nel 1997. Tuttavia,
poiché si tratta di un repertorio di OPAC basati su telnet, può ancora
essere di grande utilità. Il sito Web ufficiale di questo servizio è
http://www.lights.com/hytelnet. Una volta selezionata la biblioteca che si
desidera consultare si arriva ad una pagina Web in cui, oltre al link
diretto con l'OPAC (che naturalmente avvia una sessione telnet), sono
contenute le istruzioni per effettuare la procedura di accesso e un link
che porta ad un breve manuale sulla sintassi di ricerca dei principali
software di catalogazione informatica.Pur se con un certo ritardo, oramai
sono molte le biblioteche italiane che hanno realizzato dei sistemi OPAC
su Internet. Il migliore repertorio di OPAC italiani è ospitato
sull'ottimo sito Web della Associazione Italiana Biblioteche (AIB,
http://www.aib.it/), coordinato da Riccardo Ridi. Il repertorio (il cui
indirizzo è http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm) è suddiviso in due
sezioni: una dedicata ai cataloghi collettivi nazionali, e una sezione
dedicata ai cataloghi collettivi regionali, provinciali, comunali e ai
cataloghi di singole biblioteche. Per ciascun OPAC vengono forniti delle
brevi note informative e una serie di link alle pagine di ricerca e alle
eventuali pagine di istruzioni per l'uso.Oltre al repertorio, l'AIB, in
collaborazione con il CILEA, ha realizzato in via sperimentale il
Meta-OPAC Azalai Italiano (MAI). Si tratta di un sistema di interrogazione
unificato dei cataloghi bibliotecari italiani su Internet, che permette di
inviare una medesima ricerca a più OPAC contemporaneamente. MAI permette
di selezionare in anticipo quali cataloghi interrogare (in base alla
collocazione geografica o al tipo di biblioteca), e poi fornisce una
maschera in cui è possibile specificare i termini di ricerca (ovviamente
occorre tenere conto che non tutte le chiavi di ricerca sono disponibili
su tutti i sistemi). Il risultato dell'interrogazione viene composto in
una unica pagina Web che mostra l'output di ciascun catalogo, completo di
pulsanti e collegamenti per visualizzare la scheda bibliografica o per
raffinare la ricerca.Un altro repertorio di siti bibliotecari italiani
(anche se non necessariamente di cataloghi on-line) è Biblioteche
italiane (http://www.biblio.polito.it/it/documentazione/biblioit.html), a
cura del Sistema bibliotecario del Politecnico di Torino, anche esso
organizzato per aree geografiche.Il Servizio Bibliotecario Nazionale e
altri OPAC italiani.
Il numero di OPAC italiani ha ormai superato la soglia delle trecento
unità. Vi si trovano grandi cataloghi collettivi e piccoli OPAC di
biblioteche locali. Per avere un quadro generale rimandiamo ai repertori
citati nel paragrafo precedente. In questa sede ci soffermeremo invece su
alcuni OPAC italiani di particolare rilievo.Tra tutti, il più importante
in assoluto è senza dubbio il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), il
catalogo collettivo delle biblioteche italiane promosso dal Ministero dei
Beni Culturali e dal Ministero dell'Università e della Ricerca
Scientifica. SBN, che ha avuto una storia alquanto travagliata, dal 1992
è entrato finalmente in funzione e fornisce oggi un servizio di buon
livello. Vi aderiscono oltre 800 istituti bibliotecari, tra biblioteche
statali (incluse le Biblioteche Nazionali Centrali di Roma e Firenze),
universitarie, comunali e di istituzioni pubbliche, organizzate in 34 poli
locali. Ciascun polo gestisce un catalogo collettivo locale, che poi
confluisce nell'indice SBN, il catalogo unico nazionale gestito
dall'Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU).Il servizio SBN è
suddiviso in più banche dati catalografiche, divise per tipologia di
documenti, che vengono incrementate continuamente. Ricordiamo in
particolare:la Base dati libro moderno, che è il catalogo dei testi a
stampa; contiene al momento circa 2 milioni e 700 mila monografie
pubblicate dal 1830 ai giorni nostri, e 180 mila periodici;la Base dati
libro antico, che cataloga circa 71 mila testi a stampa editi
dall'invenzione della stampa al 1830; la Base dati beni musicali, che
contiene le schede relative a circa 350 mila tra edizioni e manoscritti
musicali, conservati in cento tra biblioteche e archivi pubblici,
ecclesiastici e privati;
la Base dati manoscritti, per ora limitata a 900 descrizioni di testi in
alfabeto latino.
Sono inoltre disponibili altri cataloghi specializzati, come quello della
'letteratura grigia', quello della Discoteca di Stato, e l'elenco di tutte
le biblioteche italiane. Ulteriori informazioni relative al sistema SBN
sono disponibili sul sito Web dell'ICCU, all'indirizzo
http://www.iccu.sbn.it/.
L'accesso all'OPAC SBN è possibile sia tramite collegamento con
emulazione di terminale TN3270, all'indirizzo tn 3270://vm.nettuno.it:
1336 (sul sito Web del Centro Inter-bibliotecario dell'Università di
Bologna, all'indirizzo http://www.cib.unibo.it/cataloghi/sbn/accesso.html
sono disponibili tutte le informazioni necessarie), sia, più comodamente,
in modalità Web, all'indirizzo http://www.sbn.it/, mediante un gateway
Z39.50 che accede alle basi dati libro moderno, libro antico e beni
musicali.
La maschera di interrogazione dell'interfaccia Web è alquanto articolata,
e permette di effettuare due tipi di ricerche. La ricerca base, che si
applica a tutte le basi dati, fornisce una maschera di interrogazione
contenente le chiavi 'autore', 'titolo', 'soggetto' e 'classificazione';
tutte le parole fornite nei campi sono considerate come termini di ricerca
obbligatori. Le ricerche specializzate invece si applicano a una sola
delle banche dati. Oltre a fornire le ulteriori chiavi di ricerca 'data di
pubblicazione', 'collezione', 'parole chiave' e 'ISBN/ISSN', esse
permettono di specificare degli operatori booleani che si applicano ai
termini specificati nei singoli campi, al fine di effettuare
interrogazioni molto raffinate. In entrambi i casi è possibile indicare
l'ordinamento e il formato dell'output.La maschera di interrogazione
specializzata di SBN.
Il risultato di una ricerca, oltre alle schede bibliografiche dettagliate
relative ai documenti rintracciati, fornisce anche l'elenco delle
biblioteche che li possiedono, con relativa collocazione. |
Un'altra importante risorsa bibliografica italiana è
il Catalogo Italiano dei Periodici (ACNP), nato per iniziativa
dell'Istituto di Studi sulla Ricerca e Documentazione Scientifica (ISRDS-CNR)
nel 1970. Il catalogo contiene le descrizioni bibliografiche, e in parte
gli spogli, dei periodici e delle riviste possedute da oltre duemila
biblioteche sparse sul territorio nazionale. Al momento la consistenza
della banca dati ammonta a quasi centomila periodici.La consultazione
avviene mediante una interfaccia Web messa a punto dal CIB di Bologna e
raggiungibile all'indirizzo
http://acnp.cib.unibo.it/cgi-ser/start/it/cnr/fp.html.
La maschera di ricerca, piuttosto semplice, permette di interrogare il
catalogo per titolo del periodico, ente responsabile, numero ISSN, codice
di classificazione CDU, e codice della biblioteca. La ricerca fornisce in
prima istanza una pagina con elenco dei periodici che rispondono ai
criteri specificati, dalla quale è poi possibile passare ad una pagina
che indica tutte le biblioteche in possesso del periodico cercato (con
relative informazioni). Se disponibili, si possono consultare anche gli
spogli degli articoli.OPAC e siti bibliotecari nel resto del mondo.
Come detto, gli OPAC disponibili su Internet sono diverse migliaia, ed è
impossibile rendere conto di queste risorse in modo sistematico. Ci
limiteremo pertanto ad esaminare alcuni di essi, in genere realizzati
dalle grandi biblioteche nazionali.La nostra rassegna non può che
iniziare della più grande e importante biblioteca del mondo, la Library
of Congress. Si tratta della biblioteca nazionale degli Stati Uniti
fondata nel 1800, con lo scopo di acquisire tutti i libri e i documenti
necessari ai rappresentanti del Congresso, e divenuta poi sede del
deposito legale delle pubblicazioni edite negli Stati Uniti. Ma la
collezione della biblioteca, nel corso di questi duecento anni è
cresciuta ben al di là della sua missione statutaria. Nei suoi edifici di
Washington sono conservati oltre cento milioni di documenti e
pubblicazioni in 450 lingue (tra cui oltre nove milioni di libri), oltre
ad una sterminata mediateca; per alcune lingue le collezioni sono persino
più complete di quelle delle biblioteche nazionali di riferimento. Oggi
la Library of Congress non è solo una biblioteca, ma un vero e proprio
centro di produzione culturale e di ricerca scientifica, anche e
soprattutto nel campo delle nuove tecnologie: la catalogazione digitale,
lo sviluppo di protocolli e standard come USMARC (variante americana di
UNIMARC), Z39.50, SGML, la digitalizzazione del patrimonio culturale sono
solo alcuni dei temi intorno ai quali sono creati centri di ricerca e
avviati progetti sperimentali. Il sito Web della LC, dunque, è una vera e
propria miniera di informazioni e documentazione sia per gli addetti ai
lavori, sia per l'utenza generale.Ma ovviamente il vero cuore dei servizi
on-line realizzati da questa grande istituzione è costituito dal suo OPAC,
accessibile sia in modalità terminale remoto, sia in modalità Web. Il
sistema è costituito complessivamente da una serie di archivi, ciascuno
contenente notizie relative ad una particolare tipologia di documenti.L'accesso
in modalità terminale al Library of Congress Information Service (LOCIS)
può essere effettuato sia mediante telnet (all'indirizzo telnet://locis.loc.gov/)
sia mediante tn3270 (all'indirizzo tn3270://locis.loc.gov). Una volta
connessi, è possibile selezionare gli archivi su cui si desidera
effettuare la ricerca, per poi passare all'interrogazione vera e propria.
La sintassi di ricerca è alquanto complessa, e prima di avventurarsi
nell'uso di LOCIS è bene dare una occhiata alla documentazione,
naturalmente disponibile sul sito web della biblioteca. Tuttavia la
difficoltà di utilizzo è ben ripagata dalla potenza e dalle
caratteristiche di questo OPAC.Per quanto riguarda l'accesso in modalità
Web, la LC offre due diversi sistemi di consultazione dei suoi cataloghi
(all'indirizzo http://www.loc.gov/catalog), entrambi molto articolati e
dotati di opzioni assai sofisticate. Il primo si basa su un gateway
Z39.50, e si articola a sua volta in due sezioni. La ricerca per
scorrimento degli indici, limitata ad una parte degli archivi, permette di
scorrere l'indice in base ad una delle tradizionali chiavi di ordinamento.
La ricerca per parola, invece, consente di utilizzare fino a tre chiavi di
ricerca a scelta tra tutti i campi della scheda catalografica, collegate
da operatori booleani. In ogni campo inoltre possono essere inseriti più
termini che si possono considerare come termini singoli o come interi
sintagmi. L'ouput della ricerca, infine può essere visualizzato come
scheda breve, come scheda completa e come record in formato MARC.Il
secondo sistema di accesso Web della LC si chiama Experimental Search
Service (ESS). Come il nome suggerisce si tratta di un servizio
sperimentale, ma le sue possibilità sono decisamente ricchissime. La
ricerca infatti, oltre a fornire tutte le opzioni che abbiamo già visto,
consente di limitare l'interrogazione in base alla lingua, al genere
letterario, nonché di cercare automaticamente tutte le possibili varianti
del termine indicato. Una volta effettuata la ricerca, poi, è possibile
organizzare l'output per soggetti, o per data, e persino richiedere i
soggetti associati ai volumi individuati, per trovare altri titoli
concernenti il tema in essi trattato. Si tratta insomma di uno strumento
molto potente e flessibile, che richiede tuttavia una certa esperienza.Il
sito Web della Library of Congress, come si è accennato, fornisce oltre
al catalogo anche un'ingente mole di informazioni e documenti.
In particolare segnaliamo il progetto Thomas, che dà
accesso ai testi delle leggi in esame alla Camera e al Senato degli Stati
Uniti e agli atti delle discussioni parlamentari. Altrettanto interessante
è il progetto American Memory, una biblioteca digitale che contiene
documenti, testi a stampa e manoscritti digitalizzati, registrazioni
sonore, fotografie e filmati relativi alla storia americana, dotato di un
suo sistema di ricerca.Sempre per quanto riguarda gli Stati Uniti, va
detto che le biblioteche di tutte le più importanti università sono
collegate ad Internet, e offrono servizi OPAC, di norma raggiungibili
mediante espliciti link segnalati sulle home page delle rispettive sedi
universitarie. La maggior parte di questi OPAC raccoglie in un catalogo
collettivo tutti i singoli cataloghi dei molti istituti bibliotecari
presenti in ciascun campus, ed è dotata sia di interfacce telnet sia di
accessi basati sul Web.A puro titolo esemplificativo ricordiamo qui la
biblioteca della prestigiosa Harvard University, la più grande biblioteca
universitaria del mondo (possiede circa 12 milioni di volumi) e la più
antica degli Stati Uniti (fu fondata infatti nel 1638) il cui OPAC,
battezzato HOLLIS, è raggiungibile dal sito http://hplus.harvard.edu/. Le
biblioteche del Massachusetts Institute of Technology, il cui OPAC
collettivo Barton è raggiungibile dal sito http://libraries.mit.edu/. La
biblioteca della Dartmouth University, raggiungibile all'indirizzo
http://www.dartmouth.edu/~library. Le biblioteche della Yale University,
il cui OPAC ORBIS è su Web all'indirizzo http://webpaclibrary.yale.edu/.In
alcuni casi sono stati realizzati anche dei cataloghi interbibliotecari
unificati. Tra questi molti importante sia per la consistenza degli
archivi sia per le istituzioni che raccoglie è Melvyl. Si tratta di un
progetto che riunisce in un catalogo collettivo gli archivi catalografici
della California State Library e di tutte le biblioteche universitarie
della California (tra cui UCLA, Berkeley e Stanford), oltre a una serie di
banche dati bibliografiche. L'OPAC di Melvyl è accessibile sia tramite
telnet (telnet://melvyl.ucop.edu/), sia attraverso una interfaccia Web, il
cui indirizzo è http://www.dla.ucop.edu/.Arrivando alle risorse
bibliotecarie europee, ricordiamo innanzitutto la prestigiosa British
Library. Il fondo della BL è veramente enorme, e ammonta a oltre 150
milioni di documenti in tutte le lingue. A fronte di tanto materiale,
raccolto nel corso di 250 anni di storia, non esiste un catalogo unico.
Ogni collezione infatti ha un suo catalogo, spesso di formato e struttura
particolare. Per questa ragione la BL ha potuto realizzare dei servizi
on-line solo in anni molto recenti. Tra questi ricordiamo il British
Automated Information Service (BLAISE, http://blaiseweb.bl.uk/), che
fornisce a pagamento l'accesso a 22 archivi contenenti circa 18,5 milioni
di notizie bibliografiche. Opac97, invece, è il servizio gratuito di
accesso on-line ai principali cataloghi della BL, basato su una semplice
ma efficace interfaccia Web.Un'altra grande risorsa bibliotecaria
anglosassone è il catalogo unico delle biblioteche dell'Università di
Oxford. Il sistema informativo bibliotecario di Oxford, denominato OLIS
(Oxford University Libraries System), raccoglie i cataloghi informatizzati
di oltre cento tra biblioteche generali, di college e di facoltà. Tra le
varie biblioteche di questa prestigiosa università ricordiamo la Bodleian
Library, una delle maggiori biblioteche del mondo per le scienze umane, il
cui catalogo elettronico è, però, limitato alle accessioni posteriori al
1988. La consultazione degli OPAC può essere effettuata sia tramite
telnet (l'indirizzo diretto è telnet://library.ox.ac.uk/) sia tramite
GeoWeb, un gateway Z39.50 recentemente allestito, il cui indirizzo è
http://www.lib.ox.ac.uk:8000/.Anche la monumentale Bibliothèque Nationale
di Parigi fornisce accesso al suo catalogo tramite Internet. L'OPAC della
BNF, battezzato OPALE, uno dei più 'antichi' della rete, fino alla metà
del 1999 era accessibile esclusivamente tramite una sessione telnet,
all'indirizzo telnet://opale02.bnf.fr/. Dal maggio del '99 è stata
finalmente attivata l'interfaccia Web, battezzata OPALE-PLUS, che consente
di interrogare un archivio contenente circa 7 milioni di notizie
bibliografiche relative ai documenti conservati nella biblioteca.
L'accesso a OPALE-PLUS è collocato nel sito Web della biblioteca, il cui
indirizzo è http://www.bnf.fr/. Oltre al catalogo, il sito offre una
serie di informazioni e di servizi, tra cui l'accesso (basato su telnet)
ad OPALINE, il catalogo delle collezioni speciali, e la banca dati
multimediale Gallica, sui cui torneremo nel paragrafo dedicato alle
biblioteche digitali.Chiudiamo con un una risorsa bibliotecaria di area
tedesca, il Karlsruher Virtueller Katalog
(http://www.ubka.uni-karlsruhe.de/kvk.html), un meta-OPAC basato sul
protocollo Z39.50 che consente di consultare i cataloghi di alcune fra le
maggiori biblioteche tedesche e anglosassoni.
I cataloghi editoriali
Accanto agli OPAC delle biblioteche, su Internet si
trova anche un altro tipo di archivi che contengono informazioni
bibliografiche: i cataloghi on-line delle case editrici. I cataloghi
editoriali sono uno strumento essenziale per il bibliotecario, ma possono
essere molto utili anche per uno studioso, o per un normale lettore. Essi
infatti consentono di essere costantemente aggiornati sui vari titoli
pubblicati.
I tradizionali cataloghi editoriali su carta vengono rilasciati con
frequenza prefissata, e molto spesso contengono informazioni molto
succinte sui titoli disponibili, anche a causa degli elevati costi di
stampa. I cataloghi editoriali su World Wide Web possono invece esser
aggiornati in tempo reale, e sono in grado di offrire una informazione
più completa su ciascun titolo: si va dall'immagine della copertina a
riassunti o estratti di interi capitoli di un libro. Queste informazioni
mettono in grado il lettore di farsi un'idea migliore della qualità o
della rilevanza di un testo. Recentemente, alcune case editrici hanno
affiancato ai servizi informativi anche dei servizi di vendita diretta
on-line.Le case editrici che dispongono di versioni elettroniche dei loro
cataloghi sono moltissime. Un elenco molto esteso degli editori che
dispongono di un sito Web è consultabile attraverso Yahoo!, all'indirizzo
http://www.yahoo.com/Business_and_Economy/
Companies/Publishing/.
Segnaliamo per qualità ed efficienza il catalogo della grande casa
editrice statunitense Prentice Hall (http://www.prenhall.com/). Le notizie
bibliografiche e editoriali sono molto complete. Inoltre dalla pagina
relativa ad un titolo si può direttamente ordinare il volume, mediante il
servizio di vendita della più grande libreria telematica del mondo,
Amazon, della quale abbiamo già avuto occasione di parlare.Molto ben
fatto anche il catalogo editoriale della O'Reilly Associates
(http://www.ora.com)/, specializzata nel settore informatico; o quello
della MIT Press (http://www-mitpress.mit.edu/), casa editrice
universitaria legata al prestigioso ateneo di Boston.
Per quanto riguarda l'Italia, ormai la maggior parte delle case editrici
possiede dei siti Web, dotati di sistemi di interrogazione del catalogo.
Un utile punto di partenza per avere informazioni sul mercato librario
nazionale è il sito Alice.it (http://www.alice.it/) realizzato da
Informazioni Editoriali [53]. Accanto a moltissime informazioni sui nuovi
titoli in uscita, interviste e curiosità, vi si trova un elenco delle
editrici on-line molto completo (http://www.alice.it/publish/net.pub/ediita.htm).Tra
le altre, ricordiamo la casa editrice Laterza (http://www.laterza.it/) che
pubblica questo manuale. La Laterza è stata anche la prima casa editrice
in Italia a sperimentare l'integrazione tra testo elettronico su Web e
edizione a stampa.Altre risorse di interesse bibliotecario
Su Internet esistono molte altre risorse di interesse bibliotecario. Una
fonte di informazione preziosa per chi lavora in questo ambito è il sito
Web della International Federation of Library Associations and
Institutions (IFLA), all'indirizzo http://www.ifla.org/. Il server della
IFLA offre una quantità enorme di notizie e documenti sulle attività di
questa associazione, che coordina gli enti bibliotecari nazionali di tutto
il mondo. Si possono trovare i testi delle pubblicazioni, gli atti delle
conferenze internazionali, e la documentazione relativa agli standard di
catalogazione e classificazione in ambito biblioteconomico e
documentalistico, con particolare riguardo ad UNIMARC, del cui sviluppo l'IFLA
è responsabile. La IFLA mantiene anche tre liste di discussione alle
quali partecipano bibliotecari di tutto il mondo e che sono dedicate ai
problemi relativi alla gestione e alla classificazione, sia con metodi
tradizionali sia mediante strumenti informatici, dei patrimoni di
biblioteche e centri di documentazione.
Un'altra iniziativa di grande interesse per i bibliotecari, e per chi con
i libri ha un rapporto professionale, è rappresentata dall'Online
Computer Library Center (OCLC). Si tratta di un consorzio che raccoglie
oltre ventiduemila biblioteche in tutto il mondo, e offre servizi
informativi e supporto tecnologico ai suoi associati. L'OCLC fu fondato
nel 1967 come centro servizi informatici centralizzato per le biblioteche
dello Stato americano dell'Ohio (da cui il primo nome, Ohio College
Library Center). Nel 1977 ha cambiato ragione sociale, diventando una
società di servizi bibliotecari internazionali, con particolare riguardo
alla applicazione di tecnologie informatiche nella gestione e
catalogazione delle risorse librarie e documentali.I servizi che OCLC
offre ai suoi associati sono molti. Ma senza dubbio il più rilevante è
l'Online Union Catalog (OLUC), un enorme catalogo elettronico unitario -
denominato anche WorldCat - che contiene dati bibliografici su ogni genere
di documento e risorsa informativa: libri, periodici, audiovisivi, mappe e
materiali cartografici, manoscritti, materiali audio e file digitali. I
record del catalogo sono attualmente più di 41 milioni, e sono
memorizzati in formato UNIMARC. Alla creazione del catalogo concorrono
tutte le biblioteche associate. Ciascuna di esse, a sua volta, ha la
possibilità di esportare sul suo sistema locale i record già presenti su
OLUC. In questo modo, quando una biblioteca associata acquisisce un testo
o un documento, è in grado di aggiornare il suo catalogo elettronico
locale senza dover effettuare di nuovo la catalogazione (operazione lunga
e costosa). Un altro servizio molto importante è l'Authority Control, che
permette alle biblioteche di correggere o aggiornare le voci dei loro
cataloghi informatizzati. L'organizzazione inoltre fornisce supporto
all'acquisto di materiali dai fornitori (case editrici, librai, ecc.) e un
vasto spettro di servizi di consulenza per le biblioteche che vogliono
aggiornare i loro sistemi informativi, o tradurre i record da formati
proprietari ai formati di catalogazione standard.
Infine, oltre a fornire servizi alle biblioteche associate, OCLC promuove
una serie di progetti di ricerca nell'ambito delle tecnologie informatiche
e dei sistemi telematici per la gestione dei documenti e dei relativi
metadati. I risultati di queste ricerche, tutte le informazioni sui
prodotti e sui servizi offerti, e una grande quantità di documentazione
nel settore bibliotecario, sono disponibili sul sito Web
dell'organizzazione, il cui indirizzo è http://www.oclc.org/. I servizi
di diffusione dei documenti.
La ricerca bibliografica, di norma, è solo il primo passo che deve essere
effettuato da uno studioso per conoscere la letteratura specifica su un
dato argomento. Una volta costituito un quadro bibliografico, infatti, si
deve finalmente avere accesso al contenuto dei documenti, o almeno di
quelli che sono ritenuti fondamentali. In moltissimi settori di ricerca, i
documenti che rivestono maggiore interesse non sono poi le monografie, ma
gli articoli che escono sui periodici specializzati. L'editoria
scientifica è uno dei settori più prolifici in assoluto del comparto
editoriale. Esistono infatti decine di migliaia di riviste accademiche,
pubblicate in ogni parte del mondo, che con varia periodicità pubblicano
articoli e saggi su ogni ambito disciplinare immaginabile. Purtroppo,
l'accesso a queste pubblicazioni, spesso le più preziose per un
ricercatore, non è sempre facile. Il costo di abbonamento ai periodici
scientifici infatti può essere molto elevato, e solo poche grandi
biblioteche possono sopportare l'onere di alcune migliaia di abbonamenti.
Ma soprattutto, moltissime biblioteche limitano gli abbonamenti alle
riviste internazionali, cosa che specialmente nel nostro paese, esclude
praticamente una gran parte delle riviste importanti in ogni settore
disciplinare. In alcuni casi è possibile reperire, magari grazie a
conoscenze personali, il numero che si desidera, ma non tutti hanno la
fortuna di avere amici o colleghi all'estero.Per fortuna, i recenti
sviluppi intervenuti nei sistemi di riproduzione e trasmissione a distanza
di documenti (fotocopiatrice, scanner, fax e la stessa rete Internet)
hanno permesso la creazione di cosiddetti servizi di document delivery,
servizi di diffusione dei documenti (DD). Si tratta di servizi che
permettono ad un ricercatore di ordinare ad uno speciale fornitore la
copia di un articolo di rivista o di un saggio su opere miscellanee, e di
riceverlo (via fax o posta elettronica) direttamente a casa. In genere, i
servizi di questo tipo sono affiancati da banche dati in cui vengono
archiviati gli spogli delle riviste stesse, ovvero in cui vengono inserite
una serie di informazioni (dati bibliografici, abstract, descrizione del
contenuto per parola chiave) relative ad ogni articolo pubblicato in tutte
le riviste di cui il fornitore del servizio detiene una copia. In questo
modo il ricercatore può prima consultare la banca dati per individuare
gli articoli e i saggi di suo interesse, e poi - volendo - ordinarne una
copia.Di norma i fornitori di servizi DD sono le grandi biblioteche, le
agenzie di gestione degli abbonamenti o le librerie commissionarie, gli
stessi editori. Naturalmente si tratta di servizi a pagamento, con costi
che variano a seconda dei casi, ma che comunque vanno dalle venti alle
cinquanta mila lire per articolo. Non è poco, si potrebbe pensare, ma in
alcuni casi si tratta dell'unico modo per avere in poche ore il testo di
un articolo appena uscito, il cui interesse scientifico può ben valere la
spesa.Tra i più importanti fornitori di servizi DD ricordiamo Uncover,
fondato da un consorzio di università americane (CARL) che si è in
seguito trasformato in una vera e propria società, con sede a Denver nel
Colorado. Nell'agosto 1995 CARL e Uncover sono stati acquisiti dalla
Knight-Ridder Information, la società responsabile di DIALOG (uno dei
principali servizi per l'accesso remoto a data base in linea), che a sua
volta offre servizi DD per molti articoli e documenti archiviati nelle sue
banche dati professionali (http://www.dialogweb.com/).Uncover permette di
interrogare gratuitamente una banca dati contenente lo spoglio completo di
circa 18.000 riviste scientifiche internazionali, in tutti i campi dello
scibile umano. Complessivamente la banca dati consta di circa 9 milioni di
articoli, schedati per autore e titolo (in alcuni casi è presente anche
un breve abstract), e cresce a un ritmo quotidiano di circa 5.000
articoli. La banca dati è accessibile via World Wide Web (http://uncweb.carl.org/)
e via telnet partendo dai menu principali di oltre mille biblioteche
inglesi e americane (il sito telnet principale è telnet://database.carl.org/).
Il servizio di base fornito (gratuitamente) da Uncover è la ricerca sulla
banca dati degli articoli, ricerca che può svolgersi per autore, rivista,
parole chiave nel titolo o nell'abstract. Una volta individuato l'articolo
o gli articoli che ci interessano, è possibile ordinarne direttamente
on-line una copia che viene recapitata in tempi brevissimi (normalmente
entro 24 ore) via fax. Considerando che il progetto effettua lo spoglio
delle riviste al momento della loro uscita, spesso Uncover permette di
reperire e ricevere articoli molto prima dell'arrivo nelle biblioteche
italiane della relativa rivista. Il costo si aggira in genere, fra spese
fax e diritti d'autore, attorno ai 20 dollari (il pagamento è automatico,
via carta di credito). Un altro servizio di grande interesse offerto da
Uncover è Uncover reveal, che dà la possibilità di ricevere via posta
elettronica l'indice completo di ogni fascicolo delle riviste di nostro
interesse, al momento dell'uscita del fascicolo stesso. In questo caso il
prezzo per gli utenti privati è di 25 dollari l'anno, e permette di
'abbonarsi' all'indice elettronico di 50 riviste a nostra scelta.Molto
importante è anche il British Library Document Supply Center, (http://portico.bl.uk/services/bsds/dsc),
realizzato dalla grande biblioteca nazionale britannica. I servizi del
BLDSC sono molteplici e si rivolgono sia alle biblioteche e alle
istituzioni accademiche e di ricerca, sia agli utenti finali. Si va dalla
possibilità di ordinare fotocopie di volumi e articoli, accessibile
direttamente dalle pagine Web dei cataloghi on-line BLAISE e Opac97, ai
servizi di document delivery Lexicon, indirizzato alla utenza occasionale,
e Inside, che permette di effettuare ricerche e di ordinare on-line
articoli o saggi tratti dalla collezione di oltre 20.000 periodici
scientifici e 70 mila atti di convegno della British Library. Il costo dei
servizi tuttavia, specialmente di quelli più avanzati come Inside (che
richiede un abbonamento annuo oltre al pagamento dei singoli articoli) è
piuttosto alto.Altri fornitori di servizi DD sono OCLC, che si rivolge
però solo alle biblioteche, Northern Light
(http://www.northernlight.com/), di cui abbiamo già parlato a proposito
dei motori di ricerca, e due tra le maggiori librerie commissionarie
internazionali, Ebsco (http://www.ebsco.com/), e Swets
(http://www.swets.nl/).Un nuovo paradigma: la biblioteca digitale.
L'informatizzazione e la messa in rete dei cataloghi, pur avendo
radicalmente trasformato le modalità di organizzazione e di ricerca dei
documenti su supporto cartaceo, non ha modificato i procedimenti di
accesso al contenuto dei documenti stessi, né la natura fondamentale
della biblioteca in quanto luogo fisico di conservazione e distribuzione
dei documenti testuali. A far emergere un paradigma affatto nuovo in
questo ambito sono intervenuti gli sviluppi delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione negli ultimi dieci anni. In
particolare, due sono i fattori che hanno fornito la maggiore spinta
propulsiva in questa direzione.
In primo luogo, l'estensione e la autonomizzazione del documento digitale.
Lo sviluppo tecnologico nel settore dei nuovi media ha infatti conferito
ai supporti digitali lo status di possibili o probabili sostituti dei
supporti tradizionali, sia nell'ambito della comunicazione linguistica
(libro, nelle sue varie forme, rivista, giornale, rapporto, relazione,
atto, certificato, etc.), sia in quello della comunicazione visiva
(fotografia, pellicola, etc.) e sonora (cassetta, vinile). Il documento
digitale, dunque, ha assunto una funzione autonoma rispetto alla sua
(eventuale) fissazione su un supporto materiale.
In secondo luogo, lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie telematiche
in generale, e della rete Internet in particolare. Questa diffusione sta
trasformando radicalmente le modalità di distribuzione e di accesso alle
informazioni, e sta determinando la progressiva digitalizzazione e 'telematizzazione'
della comunicazione scientifica che, specialmente in alcuni contesti
disciplinari, si svolge ormai quasi completamente mediante pubblicazioni
on-line su Internet.La convergenza tra diffusione del documento
elettronico e sviluppo delle tecnologie di comunicazione telematica ha
favorito la sperimentazione di nuove forme di archiviazione e diffusione
del patrimonio testuale. In questo contesto si colloca l'emergenza del
paradigma della biblioteca digitale. |