Internet è sicuramente uno degli strumenti più efficaci
per trasmettere e ricevere informazioni. Non stupisce quindi che anche la
comunicazione pubblicitaria, o, in un senso più generale, la
comunicazione produttore-consumatore, possa utilizzare vantaggiosamente la
rete.
In effetti, le prospettive di sviluppo della pubblicità in rete hanno
attirato nell'ultimo periodo un'enorme attenzione, e hanno suscitato un
notevole dibattito. Da un lato, chi ospita (in genere a pagamento) pagine
o immagini pubblicitarie sul proprio sito tende a sottolineare i notevoli
risultati in termini di 'hit', cioè di accessi alla pagina che contiene
il messaggio pubblicitario [46]. Dall'altro, l'effettivo ritorno in
termini di immagine e di venduto è in genere assai più difficile da
misurare, a meno di non disporre direttamente di un servizio di vendita
on-line.
Va considerato, peraltro, che ciò che attualmente si vede in rete è
molto spesso solo una riproduzione più o meno ben confezionata di
pubblicità tradizionali (d'impatto, veloci, 'superficiali'). Un peccato,
perché le potenzialità sono ben maggiori, in termini di approfondimento
del messaggio, di interattività, di personalizzazione. È probabile,
insomma, che il volto della pubblicità su Internet sia destinato, nel
prossimo futuro, a cambiare anche radicalmente.
Immaginiamo ad esempio il caso di un utente che debba acquistare un
monitor per computer. Senza usare la rete, avrebbe probabilmente difficoltà
a raccogliere in tempi brevi dati sufficienti: può consultare cataloghi
(di solito poco aggiornati, o con poche righe di contenuto informativo),
può chiedere ad amici (avete amici esperti di monitor?), può rivolgersi
alle riviste del settore (le quali però non pubblicano recensioni di
monitor tutti i mesi e su tutte le marche), può rivolgersi direttamente a
un particolare negoziante (che avrà interesse a vendere il monitor sul
quale guadagna di più, e che probabilmente non è il migliore).
Usando Internet, invece, potrà collegarsi direttamente
con le pagine dei principali produttori e richiedere direttamente le
informazioni necessarie, che saranno presumibilmente più approfondite (il
produttore ha tutto l'interesse a fornire il maggior numero possibile di
informazioni: farlo gli costa relativamente poco, le informazioni andranno
esclusivamente a chi le richiede, che in quel momento ha un interesse
specifico al riguardo, e se non lo facesse correrebbe il rischio di far
preferire un prodotto della concorrenza). Ovviamente il produttore non sarà
la fonte più attendibile, ma un utente smaliziato saprà (dovrà!)
distinguere i dati tecnici oggettivi, difficilmente mistificabili, o
quanto meno avrà la possibilità di farlo. Per non parlare, prescindendo
dal lato pubblicitario, della 'controinformazione' costituita dalle
numerose riviste elettroniche esistenti (alcune delle quali già attive,
anche in Italia) e dai loro archivi di recensioni, immediatamente
accessibili con veloci consultazioni.
È bene quindi che chi voglia inserire pubblicità in rete abbia una certa
familiarità con i meccanismi di funzionamento di Internet e con le
possibilità offerte da uno strumento intrinsecamente interattivo. Il puro
'volantino pubblicitario' serve a poco: molto meglio optare per una
informazione presentata certo in modo graficamente accattivante, ma il più
possibile completa e dettagliata, articolata in modo da facilitare la
navigazione 'mirata' al suo interno (magari attraverso menu di scelta che
comprendano l'intera gamma dei prodotti che si intendono pubblicizzare).
Ricordando che in genere il navigatore in rete cerca anche valore aggiunto
rispetto al puro messaggio pubblicitario, tende a premiare la trasparenza
dell'informazione, ed è piuttosto esigente!
Il commercio attraverso la rete
Uno dei fattori che ha avuto (e continua ad avere) maggior
peso nell'impetuosa crescita di Internet alla quale abbiamo assistito
negli ultimi anni è indubbiamente la possibilità di acquistare beni e
servizi per via telematica. Fino a quattro o cinque anni fa, Internet è
stata prevalentemente uno strumento di comunicazione non commerciale; le
statistiche, tuttavia, sono concordi nell'indicare che negli ultimi anni
l'espansione nel numero dei siti commerciali è stata quella di gran lunga
più rapida, e la maggioranza delle registrazioni di dominio - non solo in
America ma anche in Italia - appartiene ormai da tempo a quest'ultima
categoria.
Nel mondo della rete le distanze si annullano, è possibile raggiungere un
esercizio commerciale che si trova al di là dell'oceano con la stessa
facilità di uno che si trova nella nostra stessa città: in pochi
secondi, con un semplice click del mouse. E in molti casi è già adesso
sufficiente solo un altro click per ordinare un prodotto, e vederselo
recapitare per corriere nel giro di un paio di giorni.
Le possibilità aperte dal commercio in rete modificano in maniera
radicale molte caratteristiche del tradizionale mercato commerciale. In
questo momento, Internet è probabilmente - e paradossalmente -
l'incarnazione più concreta dell'idea stessa di mercato globale.
È facile rendersi conto, infatti, che anche per acquisti relativamente
minuti Internet fornisce un'alternativa spesso vantaggiosa, in termini sia
di offerta della merce sia di prezzi d'acquisto, rispetto a canali più
tradizionali. Per verificarlo, suggeriamo ai nostri lettori un rapido
esperimento. Libri e dischi sono beni di consumo abbastanza diffusi, e
ciascuno di noi può probabilmente pensare senza difficoltà al titolo di
un libro o di un disco che prevede di acquistare (o che desidererebbe
acquistare) nel prossimo futuro. Ciascuno di noi, inoltre, ha
probabilmente i propri autori e interpreti musicali preferiti.
Ebbene, proviamo a collegarci alla rete e vediamo cosa succede. Nel marzo
1997, il solo Yahoo! citava nella categoria dedicata alle società
impegnate nella pubblicazione, distribuzione e vendita di libri (la
relativa URL è http://www.yahoo.com/Business_and_Economy/
Companies/Books/) ben 4.435 siti Internet, più o meno equamente divisi
fra editori e librerie, la maggior parte delle quali on-line. Nel 1999
questa cifra è salita a quasi 7.000 siti. Ciò significa che attraverso
Internet si hanno a disposizione, da casa propria e senza alcuna fatica,
migliaia di 'negozi' alternativi specializzati nella vendita di libri (in
alcuni casi, specializzati nella vendita di libri di un determinato tipo:
librerie antiquarie, librerie universitarie, librerie e case editrici
d'arte, e così via). Molti di questi 'negozi' hanno una scelta più vasta
di quella che qualunque negozio 'fisico' potrebbe permettersi: spesso si
tratta di cataloghi gestiti elettronicamente, e solo al momento del vostro
ordine viene individuata la libreria o il distributore che possiede una
copia 'fisica' del libro da voi richiesto, in modo da spedirvela. Questa
procedura, oltretutto, riesce ad abbassare drasticamente i costi di
distribuzione, con la conseguenza che molte delle librerie on-line possono
offrire sconti anche consistenti rispetto alle librerie 'fisiche'.
Se siete curiosi, provate a fare una ricerca sui cataloghi della libreria
Amazon, alla URL http://www.amazon.com/. Si tratta di uno degli esempi più
noti di successo commerciale in rete: aperta nel luglio 1995, Amazon ha
conosciuto nei tre anni successivi un aumento rapidissimo del proprio
volume di affari, fino ad arrivare alla cifra attuale di oltre un milione
e mezzo di clienti, molti dei quali abituali. Il successo è stato tale da
spingere Amazon ad affiancare alla vendita di libri anche quella di dischi
e video, e addirittura piccole 'aste on-line ' (la diffusione delle aste
on-line, o auction, rappresenta una delle grandi novità di rete del 1999)
in cui chiunque può vendere di tutto, dalla maglietta originale di
Woodstock alle figure di un presepe napoletano del '700. La libreria di
Amazon non esiste nel mondo fisico: e del resto difficilmente una libreria
potrebbe ospitare fisicamente nei propri scaffali i due milioni e mezzo di
titoli che compaiono nel catalogo di Amazon. Inoltre, il 'salto'
dell'intermediazione fisica permette come si accennava di vendere molti
dei libri a prezzi scontati, con sconti che oscillano fra il 15% e il 40%.
La concorrenza di Amazon alle librerie 'fisiche' si è fatta talmente
forte da spingere molte fra le principali catene di librerie americane
(segnaliamo in particolare la Barnes & Noble, http://www.bn.com/) ad
aprire anch'esse propri siti Internet.
Attenzione: non intendiamo dire che in questi casi l'acquisto on-line
abbia solo vantaggi. Gli autori di questo libro vengono quasi tutti da una
formazione umanistica, e non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla
tranquilla esperienza di un pomeriggio passato a percorrere gli scaffali e
a sfogliare le novità della propria libreria preferita. Ma sfidiamo
l'umanista più incallito a restare indifferente davanti alla messe senza
fine di libri disponibili come risultato della maggior parte delle nostre
ricerche. Quale libreria 'reale' potrebbe offrirci una simile scelta?
Senza contare la possibilità di usufruire di servizi aggiuntivi: essere
informato automaticamente e immediatamente, via posta elettronica,
dell'uscita di nuovi libri dell'autore o degli autori preferiti (o che
parlino di lui), partecipare a forum in rete sui libri del momento, magari
con l'intervento dell'autore, e così via. L'uso degli strumenti
informatici consente infatti di fornire al cliente servizi altrimenti
assai difficili da realizzare. Pensate, ad esempio, che il sito di Amazon
dispone di un programma in grado di 'imparare' col tempo i gusti dei
propri clienti (la procedura può essere accelerata rispondendo a una
serie di domande sui libri che abbiamo letto, e sui nostri giudizi al
riguardo), diventando ben presto in grado di fornire indicazioni e
suggerimenti sui nuovi titoli usciti talmente precisi e puntuali da far
impallidire la figura del vecchio 'libraio-consulente' (e da mettere in
serio pericolo il nostro portafoglio). O ancora: per ogni libro vengono
raccolte e messe a disposizione degli altri potenziali acquirenti le
recensioni inviate dai lettori precedenti: una base di dati divenuta in
pochi anni impressionante, spesso tutt'altro che tenera (le stroncature
spietate non mancano), da prendere certo 'cum grano salis' ma a volte
assai utile per farsi un'idea del libro prima dell'acquisto. Insomma, se
da un lato è vero che niente può sostituire il piacere della visita a
una libreria reale, in cui i libri possono essere presi in mano, sfogliati
e soppesati, è anche vero che la visita a una libreria virtuale è ormai
divenuta cosa assai diversa dalla sterile consultazione di una banca dati
o di un catalogo: navigando all'interno delle pagine di Amazon o di uno
dei suoi tanti concorrenti accade spesso di perdere il senso del tempo in
maniera non dissimile da quanto avviene nella nostra libreria 'fisica'
preferita, e l'amante dei libri che abbia incominciato a frequentare la
rete finirà probabilmente per non poter più rinunciare a nessuna delle
due esperienze.
Si obietterà che la maggior parte delle librerie in rete sono americane,
e vendono dunque prevalentemente libri in inglese. Ebbene, se questo
poteva essere effettivamente un limite fino a uno o due anni fa, il numero
di librerie, editori e distributori italiani presenti sulla rete sta
aumentando in maniera considerevole (anche se per ora nessuna è veramente
in grado di competere, per efficienza del servizio e funzionalità
offerte, con le maggiori librerie in rete americane). È così possibile,
ad esempio, raggiungere librerie quali Internet Bookshop
(http://www.internetbookshop.it/) o la Libreria Interattiva Rinascita
(http://www.rinascita.it/), e anche in Italia si aspetta da un momento
all'altro l'ingresso nel settore di colossi della vendita come Feltrinelli
(un indirizzo da tenere d'occhio dovrebbe essere http://www.zivago.it/, in
costruzione al momento in cui scriviamo) e Mondadori. E se pensate che un
sito italiano sia in questo campo inevitabilmente limitato, vi sbagliate:
i titoli acquistabili direttamente sono ormai centinaia di migliaia. Per
restare aggiornati in questo settore, potete consultare il catalogo, molto
completo, ospitato da Alice.it, il sito 'ufficiale' del libro italiano,
alla URL http://www.alice.it/bookshop/net.bks/librita.htm.
Avevamo accennato anche ai dischi: il discorso non cambia. Alla URL
http://www.cdconnection.com/trovate ad esempio (dati dell'agosto 1999) un
catalogo di oltre 200.000 dischi, e potete scegliere fra 1173 dischi
diversi con musiche di Schubert (erano 677 nel marzo 1997), 87 dischi con
registrazioni di Vladimir Horowitz, 151 dischi di Madonna, e così via.
Anche in questo caso, per gli acquisti basta un click del mouse.
I prezzi e le modalità di acquisto? In genere, si paga via carta di
credito (vi torneremo sopra tra breve). La possibilità di disporre di
un'offerta molto ampia ci permette di scegliere il fornitore che ci sembra
più conveniente; in genere, sull'acquisto di libri o dischi stranieri gli
sconti offerti permettono di compensare, su acquisti superiori a circa 100
mila lire, le spese di spedizione, anche considerato che si evitano i
cambi commerciali e i riporti degli importatori. Se la spesa supera le
200.000 lire, non di rado anche l'ordine attraverso corriere espresso
internazionale - che arriva a casa nostra in tre o quattro giorni, e
provvede direttamente al disbrigo delle pratiche doganali - si rivela più
economico dell'acquisto in Italia.
Libri e dischi sono naturalmente solo un esempio dei beni e dei servizi
che si possono acquistare attraverso la rete. Potrete trovare nello stesso
modo biglietti aerei e macchine usate, computer e vini, case in affitto e
monete antiche, cosmetici e piante ornamentali.
Naturalmente, l'espansione globale del commercio attraverso la rete pone
numerose questioni di ordine legale: controlli e restrizioni nel caso di
determinate categorie di beni (ad esempio armi o farmaci),
regolamentazioni fiscali e doganali, garanzie offerte al consumatore, e
così via. Si tratta di un settore appena agli inizi, che appare al
momento quasi completamente deregolamentato. E resta aperto, naturalmente,
il grosso problema delle modalità dei pagamenti in rete. Un problema che
merita una trattazione a parte, più approfondita.
Quale moneta per Internet
Quando si parla di vendita e di pagamenti attraverso la
rete, la reazione forse più comune da parte dei non addetti ai lavori è
più o meno la seguente: "il problema principale del commercio in
rete è che fare acquisti su Internet attraverso la carta di credito è
troppo rischioso".
Ebbene, non è così. Ormai, il problema degli acquisti in rete attraverso
la carta di credito è tecnicamente risolto in maniera soddisfacente, con
l'adozione di protocolli di comunicazione sicuri, che i server web
dedicati al commercio elettronico possono utilizzare nel corso delle
transazioni. Semmai, resta la questione di scegliere, fra i vari
protocolli 'sicuri' adottati, uno standard universalmente accettato. Ma
l'utente finale può già adesso essere tranquillizzato: una volta
approdato su un sito 'sicuro' (cosa esplicitamente segnalata dal nostro
programma di navigazione, sia esso Netscape o Internet Explorer), il
proprio numero di carta di credito e i propri dati personali possono
essere inseriti senza particolari patemi d'animo - e forse con meno rischi
di quando comunichiamo gli stessi dati al commesso del negozio sotto casa.
Il vero problema, il nodo ancora irrisolto, è che la
carta di credito, almeno nella situazione attuale, non è lo strumento
ideale per ogni tipo di acquisto. E il campo aperto è proprio quello
degli acquisti per i quali la carta di credito si rivela una scelta
inadatta. In particolare, rientrano in questa categoria tutti i 'micro-acquisti'.
Sappiamo infatti che ogni transazione attraverso carta di credito ha un
proprio costo. Questo costo è abbastanza basso da poter essere trascurato
quando la spesa è di una certa entità - diciamo, sopra le 10.000 lire.
Ma se volessimo vendere - a prezzo molto basso - l'accesso a porzioni
limitate di informazione (ad esempio a una pagina di un giornale on-line,
o alle quotazioni di borsa di un determinato giorno), la situazione
cambierebbe radicalmente. E la possibilità di organizzare anche queste
micro-transazioni può essere in certi casi vitale. Un giornale on-line,
ad esempio, può rivelarsi una impresa redditizia solo a patto di poter
gestire molte micro-transazioni di questo tipo.
La spinta per trovare una soluzione soddisfacente a questo tipo di
problema è fortissima. Internet, infatti, si rivela lo strumento capace
di abbattere più drasticamente i costi per ogni singola transazione, e
dunque probabilmente l'unico strumento adatto alla gestione redditizia di
micro-acquisti quali quelli appena ipotizzati.
|
Le soluzioni possibili al problema dei micro-acquisti in rete sono
moltissime, e si tratta di un campo nel quale è in corso una
sperimentazione continua.
Chi volesse seguire le novità del settore può far riferimento a siti
specializzati quali la ricchissima Electronic Commerce Guide,
all'indirizzo http://ecommerce.internet.com/ (si tenga comunque presente
che si tratta di un sito sponsorizzato dalla IBM, e quindi non 'neutrale').
Una possibilità è quella di 'raggruppare' i micropagamenti in modo che
l'acquirente paghi, ad esempio una volta al mese, il loro costo
complessivo attraverso carta di credito: il vantaggio è di continuare ad
utilizzare uno strumento tradizionale, comodo e diffuso quale la carta di
credito, senza tuttavia essere costretti a caricare sulla carta di credito
un numero eccessivo di operazioni. Per farlo, i micro-acquisti devono
essere 'garantiti' attraverso una società terza, alla quale l'utente
possa far capo per acquisti su una pluralità di siti diversi. Questa
società - che dovrebbe operare in maniera totalmente automatizzata e
attraverso strumenti di rete, in modo da ridurre al minimo i costi delle
transazioni - riscuoterebbe, a fine mese, i crediti accumulati verso i
singoli utenti, e pagherebbe i debiti verso i siti commerciali,
trasformando in entrambi i casi le molte micro-operazioni in poche
macro-operazioni. Una soluzione di questo tipo è offerta ad esempio dalla
iPIN (http://www.ipin.com/).
Una possibilità ancor più avanzata, che ha suscitato notevolissimo
interesse ma che presenta anche difficoltà non trascurabili, è quella
dell'adozione di una vera e propria 'moneta elettronica', la cui gestione
sia possibile attraverso software capaci di offrire tutte le garanzie di
sicurezza del caso.
E-cash, una forma di moneta elettronica inventata dall'olandese David
Chaum e gestita dall'omonima società (http://www.ecashtechnologies.com/),
può fornire un esempio delle tecnologie che vengono sperimentate in
questo settore. Il funzionamento è semplice: per utilizzare e-cash, è
necessario aprire un conto presso una delle banche autorizzate a coniare
questa particolare 'moneta' elettronica. Una volta aperto un conto presso
una delle banche 'emittenti', è possibile ritirare presso di essa o
presso il sito E-cash una sorta di portafogli elettronico, ovvero un
programma gratuito capace di gestire le nostre 'cybermonete'. Ovviamente
il versamento iniziale andrà fatto in maniera tradizionale, attraverso
assegni, bonifici, contanti, carta di credito. In cambio si ottengono
monete elettroniche che vengono memorizzate, con opportune misure di
sicurezza, sul proprio computer. Complesse procedure di cifratura dei dati
garantiscono che una moneta elettronica di questo tipo non possa essere
'falsificata' e possa essere spesa solo dal suo proprietario legittimo
(sistemi diversi di moneta elettronica utilizzano a questo proposito
soluzioni differenti, ma un esame dettagliato delle varie ipotesi avanzate
al riguardo esula dagli scopi di questo libro).
A questo punto è possibile collegarsi ai negozi convenzionati, pagare con
le monete elettroniche (il nostro programma-portafoglio e quello del
negozio dialogheranno fra di loro, in maniera criptata e sicura,
'scambiando' la quantità opportuna di monete) e farsi spedire la merce. I
negozi poi, periodicamente, incasseranno dalla banca l'equivalente in
valuta 'tradizionale', o (nel caso di una moneta elettronica 'riciclabile'
come è appunto e-cash) potranno a loro volta fare acquisti, con le monete
elettroniche, presso altri negozi, o grossisti, ecc.
Anche questo sistema permette di ridurre, dal punto di vista della
gestione valutaria 'tradizionale', molte micro-transazioni a poche
macro-transazioni: il nostro versamento iniziale, che sarà
presumibilmente di una certa entità (lo stesso varrà per quelli
successivi eventualmente necessari per mantenere 'coperto' il conto), e le
periodiche compensazioni fra le banche e i venditori, che riguarderanno
cifre più alte, dato che saranno il risultato dell'accumularsi di un gran
numero di micro-transazioni.
La moneta elettronica, naturalmente, presenta moltissimi problemi di
ordine legislativo, economico, finanziario, politico e addirittura etico.
Per rendersene conto, basta pensare a poche questioni cruciali: sappiamo
che il diritto di battere moneta è fra quelli che gli Stati controllano
più direttamente, in genere attraverso le banche centrali. Questo deve
valere anche per il diritto di 'battere moneta elettronica'? La moneta
elettronica costituisce o no una forma di valuta? Come controllarne la
circolazione, la convertibilità in valute nazionali, ed eventualmente i
trasferimenti attraverso i confini, resi così facili dal carattere 'deterritorializzato'
di Internet? Sarà inoltre necessario da un lato proteggere la privacy del
cittadino, garantendo qualcosa di simile al carattere 'anonimo' della
moneta, in modo da impedire che qualcuno possa facilmente tenere sotto
controllo i nostri acquisti (e cioè i nostri gusti, le nostre
disponibilità economiche, le nostre scelte di spesa, ecc.). Dall'altro
lato, questo dovrà essere fatto senza trasformare la moneta elettronica
in un facile strumento per il riciclaggio del 'denaro sporco', per la
realizzazione di speculazioni monetarie illegittime, per l'esportazione
illegale di valuta. Inoltre, nel momento di creare un intero sistema di
circolazione economica basato su valuta elettronica sarà bene essere
molto, ma molto sicuri della effettiva solidità degli algoritmi di
cifratura e della sicurezza delle procedure di trasferimento usate.
Si tratta insomma, come è facile vedere, di problemi di estrema
complessità, che sono però assolutamente centrali per lo sviluppo di
Internet come strumento per transazioni commerciali, e attorno ai quali si
muovono interessi enormi, economici ma anche politici e strategici. Un
campo che nei prossimi anni dovrà essere seguito da ognuno di noi non
solo per curiosità o per interesse specifico, ma perché su di esso si
giocheranno partite decisive per la forma della nostra economia, e quindi
anche per lo sviluppo della nostra società.
Banche in rete
Abbiamo accennato poc'anzi, parlando di moneta
elettronica, alla possibilità di utilizzare via Internet alcuni servizi
bancari. Ebbene, le possibilità aperte dal cosiddetto 'Internet Banking'
meritano un breve approfondimento. Anche in questo caso, infatti, siamo
davanti a un fenomeno - quello dell'uso della rete per lo svolgimento di
transazioni bancarie - che ha tutte le potenzialità per cambiare in
maniera radicale non solo le nostre abitudini, ma l'organizzazione stessa
di un settore di estremo rilievo dell'economia mondiale. Gli investimenti
plurimiliardari di molte banche in questo settore in rapida espansione
stanno a dimostrarlo, e del resto il 1999 è stato caratterizzato, anche
in Italia, da una rapidissima espansione del settore dell'Internet Banking,
che numerose banche offrono ormai anche ai singoli clienti privati.
Attraverso l'Internet Banking, la banca non offre agli utenti solo delle
pagine informative, ma la possibilità di svolgere, attraverso la rete,
una serie di operazioni che normalmente effettuiamo presso uno sportello
di agenzia o uno sportello Bancomat. Gli esempi classici sono
rappresentati dalla consultazione da casa del proprio estratto conto,
dalla verifica dell'esito di un assegno o dell'andamento dei propri
investimenti, e così via. Il sito della banca si trasforma in sostanza in
un vero e proprio sportello bancario, utilizzabile da casa e in qualunque
momento.
Naturalmente questo tipo di operazioni deve svolgersi in modo sicuro, e
questo almeno da tre punti di vista: l'identificazione dell'utente deve
essere certa, in modo da garantire che qualcun altro non possa accedere a
mio nome a informazioni che riguardano solo me; il sistema che ospita le
informazioni deve essere protetto da accessi esterni fraudolenti, e nel
loro tragitto telematico dalla banca al mio computer di casa i dati devono
viaggiare in forma cifrata e sicura, in modo da non poter essere
intercettati. Le tecnologie attuali consentono ormai in tutti e tre i casi
ottimi livelli di sicurezza. Anche considerato che, nuovamente, le
transazioni via Internet sono quelle a più basso costo unitario, e si
rivelano più convenienti, sia per la banca sia per il cliente, non solo
delle tradizionali operazioni fisiche allo sportello, ma anche di quelle
svolte per via telefonica (Telephone Banking) o attraverso sportelli
automatici.
Se volete avere un'idea del tipo di servizi offerti attraverso l'Internet
Home Banking, potete collegarvi con i siti di alcune delle banche italiane
che li hanno già introdotti (un elenco è messo a disposizione da
Virgilio all'indirizzo http://soldi.virgilio.it/soldi/banche_online/index.html,
un altro, assai completo, è sul sito della Nuova banca di credito di
Trieste, all'indirizzo http://www.nbctkb.it/italiano/web_banking/
web_banking/banche_menu.htm), come la Cassa di Risparmio di Firenze (la
prima banca italiana ad aprire uno 'sportello' in rete:
http://www.carifirenze.it/vetrina/menureb.htm) o la CARIPLO (https://www.cariplo.it/HomeBanking/Index.htm).
Non è detto, del resto, che ci si debba limitare alle attività di
gestione del proprio conto corrente: diverse banche hanno ad esempio
inserito in rete pagine informative sui tassi praticati sui mutui, in
grado di permettere il calcolo automatico delle rate da pagare (un buon
esempio è il servizio 'Mutuo on-line' offerto dalla Nuova banca di
credito di Trieste, all'indirizzo
http://www.nbctkb.it/manuale/fidi082.htm).
L'Internet Home Banking mostra tutta la sua potenza quando viene associato
all'impiego, da parte dell'utente, di un software specifico di gestione
finanziaria e patrimoniale, in grado non solo di scambiare con la nostra
banca informazioni sulle operazioni che riguardano il nostro conto (a
cominciare dall'estratto conto), ma anche di integrarle con le
informazioni (che saremo noi a fornire) riguardanti le scadenze di
pagamento, i nostri investimenti, l'uso delle carte di credito,
l'eventuale disponibilità di più conti correnti. Uno 'standard di fatto'
si sta rapidamente imponendo anche in questo campo, ed è rappresentato
(come dubitarne?) da un prodotto Microsoft: Microsoft Money. L'edizione
2000 di Microsoft Money prevede una completa integrazione con i servizi di
Internet Home Banking attivi in Italia, ed è facile prevedere che
contribuirà all'ulteriore espansione di questi servizi da parte degli
istituti di credito.
Finanza in tempo reale
Come sarà apparso chiaro anche dalle poche considerazioni
fin qui svolte, è l'intero settore finanziario che è interessato dai
cambiamenti introdotti dalle autostrade dell'informazione. Un cambiamento
che ha probabilmente uno dei suoi aspetti centrali nella possibilità di
effettuare non solo operazioni bancarie ma veri e propri investimenti
attraverso la rete. Già adesso sono disponibili su Internet diversi
servizi di acquisto, gestione e vendita on-line di azioni e partecipazioni
finanziarie, servizi impegnati in una vera e propria guerra - combattuta
in termini di ribasso dei costi di gestione e delle soglie minime di
investimento - per aggiudicarsi posizioni di vantaggio in un settore che
è evidentemente percepito come strategico.
Anche in questo caso, suggeriamo al lettore un veloce esperimento in rete,
approfittando degli esempi interattivi di operazioni finanziarie messi a
disposizione, ad esempio, da servizi di brokeraggio on-line quali Schwab
(http://www.schwab.com/), E-trade (http://www.etrade.com/), Fidelity
(http://www.fidelity.com/). Molti di questi servizi offrono all'utente
software specifici di gestione del portafoglio di investimenti, che si
integrano alle possibilità offerte dalla normale navigazione Internet.
L'acquisto e la vendita di azioni sono di una semplicità assoluta, e non
si tratta di semplici demo: basta aprire un account, infatti, per comprare
e vendere attraverso Internet azioni reali, sulla piazza che preferite.
A partire dal settembre 1999 un servizio analogo è disponibile attraverso
un sito italiano, quello della Fineco, che permette l'acquisto via Web di
azioni sui mercati italiano, francese, tedesco e statunitense. L'indirizzo
è http://online.fineco.it/, e le operazioni avvengono utilizzando un
comodo applicativo Java. La sicurezza è garantita, oltre che dall'uso di
protocolli sicuri, anche da un sistema di certificati digitali. E'
probabile la Fineco non resterà isolata e che anche nel nostro paese
altri operatori entreranno in tempi brevi nel mercato del brokeraggio
globale on-line.
In una situazione in cui operazioni finanziarie di questo tipo possono
essere condotte da ciascuno di noi, da casa, a costi per transazione
estremamente bassi, e in cui la possibilità stessa di seguire le
fluttuazioni di mercato sarà garantita in tempo reale dalla rete,
sembrano prevedibili alcune conseguenze di un certo rilievo.
Innanzitutto, la velocità e soprattutto la durata degli investimenti e
dei disinvestimenti potrà ridursi drasticamente. Potrò cercare di
sfruttare le fluttuazioni di mercato comprando ad esempio azioni IBM per
venti minuti, per poi rivenderle e investire magari in azioni Microsoft. E
di norma, non sarò io a occuparmi di scegliere i momenti migliori per
comprare e per vendere: lo farà per me un programma appositamente
addestrato. In secondo luogo, l'ammontare degli investimenti potrà essere
anche assai basso: potrò investire senza troppi problemi cinquanta o
cento dollari. Tutte le procedure di acquisto saranno infatti svolte
direttamente via computer, e non servirà pagare - a caro prezzo -
intermediari 'umani'. Il terzo elemento che va sottolineato è quello
della globalizzazione dei mercati finanziari anche a livello di singoli
investitori: come si è accennato, potrò investire indifferentemente, a
costi analoghi e seguendo le stesse procedure, sulla borsa di New York
come su quella di Tokyo, a Milano come a Francoforte. Infine, un quarto
elemento - collegato evidentemente ai precedenti - è rappresentato
proprio dall'apertura diretta dei mercati ai singoli investitori, senza
mediazioni - e potenzialmente anche senza controlli. Ciascuno di noi, il
singolo individuo, potrà decidere come e quanto investire - potrà ad
esempio speculare sul cambio delle monete - autonomamente, da casa. Si
parla spesso di 'gioco di borsa': ebbene, i punti di contatto fra
investimenti finanziari di questo tipo e un vero e proprio gioco d'azzardo
sono effettivamente notevoli.
Sarà subito chiaro che queste prospettive non sono 'neutrali', non vanno
considerate in termini di mero progresso tecnico. Al contrario, pongono
moltissimi problemi, di estremo rilievo e di non facile soluzione.
Problemi che tuttavia vanno in qualche modo affrontati. Un esempio?
Proprio la velocità degli scambi e l'accesso senza restrizioni dei
singoli individui al mercato finanziario sembra mettere in crisi il ruolo
delle grandi istituzioni nazionali e internazionali che avevano
tradizionalmente la funzione di controllare ed 'equilibrare' i mercati. Può
essere infatti molto più difficile controllare una grande quantità di
piccoli investitori del tutto liberi nelle loro scelte (ma sicuramente
influenzati da singoli avvenimenti, voci, mode del momento...) di quanto
non lo sia nel caso di pochi e più esperti grandi investitori 'ufficiali'.
Ai problemi relativi al campo specifico dei mercati e della finanza si
aggiungono considerazioni più generali. Anche in questo caso, e solo per
fare un esempio, si pensi ai problemi occupazionali, prevedibili in una
situazione nella quale una fetta consistente delle persone impegnate in
lavori collegati allo scambio informativo (settori che avevano conosciuto
negli ultimi decenni una notevole espansione) si ritroverà senza lavoro
nel momento in cui ai tradizionali supporti 'fisici' dell'informazione si
sostituiscono quelli informatici.
Si tratta di temi che non possiamo certo affrontare in questa sede, ma il
lettore deve essere consapevole che tali temi sono anch'essi direttamente
collegati allo sviluppo di Internet e delle reti telematiche, e che
verranno affrontati. |